Quando si pensa a Raffaello Sanzio in Sicilia, è inevitabile ricordare il celebre dipinto "Lo spasimo di Sicilia". Ma cosa direste se vi dicessi che potrebbe esserci un'altra traccia di Raffaello nel cuore di Palermo? 🎨✨
Nei magnifici saloni di Palazzo Comitini in via Maqueda, sede della Città Metropolitana di Palermo, proprio alle spalle della scrivania del sindaco è appeso un dipinto con Madonna e bambinobdi autore ignoto. Ma potrebbe avere "lo zampino" di Raffaello 🖌🔎
👉🏻 @balarm.it
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#Palermo #sicilia #arte #arteitaliana #raffaello
Nei magnifici saloni di Palazzo Comitini in via Maqueda, sede della Città Metropolitana di Palermo, proprio alle spalle della scrivania del sindaco è appeso un dipinto con Madonna e bambinobdi autore ignoto. Ma potrebbe avere "lo zampino" di Raffaello 🖌🔎
👉🏻 @balarm.it
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#Palermo #sicilia #arte #arteitaliana #raffaello
❤2
⚔️ ATTACCO AL RE
Il 9 marzo 1161, a pochi mesi di distanza dall’omicidio dell’Ammiraglio del Regno Maione da #Bari, il signore di #Caccamo Matteo Bonello organizzò una nuova congiura con i nobili a lui fedeli, imprigionando Re Guglielmo I il Malo presso il Palazzo Reale di #Palermo.
Guglielmo fu fatto prigioniero mentre stava dando udienza all’intellettuale di corte Enrico Aristippo e venne dichiarato decaduto. L’assalto al palazzo si trasformò ben presto in un atto di barbarie, molti uomini di corte vennero uccisi.
Nel corso dell’assalto verranno distrutte delle importanti opere (compreso un planisfero in argento) realizzate qualche anno prima dal geografo al Idrisi per Ruggero II.
Due giorni dopo i nobili fedeli a Guglielmo riusciranno a liberarlo dalla prigionia e a sopprimere la rivolta. Nel corso della liberazione del Re, tuttavia, egli perderà accidentalmente un figlio, Ruggero, rimasto ucciso a causa di una freccia che lo colpì a un occhio. Matteo Bonello verrà dunque imprigionato e poco dopo morirà.
💻 Fonte 👉🏻Siculomania
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
Il 9 marzo 1161, a pochi mesi di distanza dall’omicidio dell’Ammiraglio del Regno Maione da #Bari, il signore di #Caccamo Matteo Bonello organizzò una nuova congiura con i nobili a lui fedeli, imprigionando Re Guglielmo I il Malo presso il Palazzo Reale di #Palermo.
Guglielmo fu fatto prigioniero mentre stava dando udienza all’intellettuale di corte Enrico Aristippo e venne dichiarato decaduto. L’assalto al palazzo si trasformò ben presto in un atto di barbarie, molti uomini di corte vennero uccisi.
Nel corso dell’assalto verranno distrutte delle importanti opere (compreso un planisfero in argento) realizzate qualche anno prima dal geografo al Idrisi per Ruggero II.
Due giorni dopo i nobili fedeli a Guglielmo riusciranno a liberarlo dalla prigionia e a sopprimere la rivolta. Nel corso della liberazione del Re, tuttavia, egli perderà accidentalmente un figlio, Ruggero, rimasto ucciso a causa di una freccia che lo colpì a un occhio. Matteo Bonello verrà dunque imprigionato e poco dopo morirà.
💻 Fonte 👉🏻Siculomania
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
💯2
IL SICILIANO DELLA SICILIA NOBILE
Francesco Maria Emanuele Gaetani, Marchese di Villabianca, nacque a #Palermo il 12 marzo 1720 da famiglia nobile originaria di Spagna trapiantatasi in Sicilia nel 1282 ai tempi del re Pietro d’Aragona.
👨👦Figlio di Benedetto Emanuele e di Cassandra Gaetani #Alliata, fu senatore di Palermo nel 1775-76 e commissario generale nel Regno di Sicilia.
👰Sposa a Palermo il 15 febbraio 1744 la nobildonna Zenobia Vanni e Zappino dei Marchesi di #Roccabianca.
Fu uno storico siciliano che sin da giovane si appassionò alla storia di Palermo e della Sicilia divenendo autore di un opera particolarmente apprezzata fra il 1754 e il 1755 che si articolava in 6 volumi dal titolo: Della Sicilia nobile.
📋La sua passione per la Storia della Sicilia lo portò a studiare con dedizione gli archivi pubblici e privati.
La mole di lavoro frutto dei sui studi, lo portarono a realizzare una enorme biblioteca personale.
⚰️Alla sua morte lasciò la sua raccolta di libri e manoscritti alla città di Palermo e oggi si trovano conservati presso la Biblioteca Comunale di Palermo e raccolti nei 25 volumi dei Diari palermitani (1743-1802) in parte pubblicati, a cura di Gioacchino Di Marzo, nella Biblioteca Storica e Letteraria di Sicilia.
📓Nei Diari palermitani si occupò di descrivere minuziosamente la storia degli avvenimenti di Palermo dal 1743 al 1802.
Da stimato uomo di cultura ricoprì numerosi pubblici incarichi: fu Governatore della Compagnia della Carità, più volte Governatore del Monte di Pietà e del Real Albergo dei Poveri, Rettore dell’Ospedale degli Incurabili, Priore del Consolato del Commercio, Senatore di Palermo e Commissario Generale di Sanità a #Partinico.
Nel 1779 Ferdinando III di Borbone gli conferì il titolo di Conte di #Belforte e fu insignito dell’elogio di “benemerito della patria”.
🖨️Negli anni 1754-59 diede alle stampe la sua opera principale, “La Sicilia Nobile”, di 5 volumi più appendice, frutto di un rilevante e rigoroso impegno di ricerca attorno alle città demaniali e alle terre baronali, alle magistrature dell’Isola, alle nobili famiglie, ai feudi e alle investiture.
Il successo che ebbe a livello europeo questa operazione lo indussero a pubblicare altre opere come le “Notizie storiche intorno agli antichi uffizi del regno di Sicilia”, nelle quali trattò della istituzione e della evoluzione delle principali magistrature pubbliche introdotte dai Normanni.
Fra le opere che meritano attenzione vi sono i 48 volumi di “Opuscoli palermitani” oltre ad una serie di operette minori come Palermo d’oggigiorno”.
Morì nel 1802 e il suo corpo si trova nel #Pantheon di S. Domenico a Palermo.
💻 Fonte
👉🏻Paesi Etnei
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
Francesco Maria Emanuele Gaetani, Marchese di Villabianca, nacque a #Palermo il 12 marzo 1720 da famiglia nobile originaria di Spagna trapiantatasi in Sicilia nel 1282 ai tempi del re Pietro d’Aragona.
👨👦Figlio di Benedetto Emanuele e di Cassandra Gaetani #Alliata, fu senatore di Palermo nel 1775-76 e commissario generale nel Regno di Sicilia.
👰Sposa a Palermo il 15 febbraio 1744 la nobildonna Zenobia Vanni e Zappino dei Marchesi di #Roccabianca.
Fu uno storico siciliano che sin da giovane si appassionò alla storia di Palermo e della Sicilia divenendo autore di un opera particolarmente apprezzata fra il 1754 e il 1755 che si articolava in 6 volumi dal titolo: Della Sicilia nobile.
📋La sua passione per la Storia della Sicilia lo portò a studiare con dedizione gli archivi pubblici e privati.
La mole di lavoro frutto dei sui studi, lo portarono a realizzare una enorme biblioteca personale.
⚰️Alla sua morte lasciò la sua raccolta di libri e manoscritti alla città di Palermo e oggi si trovano conservati presso la Biblioteca Comunale di Palermo e raccolti nei 25 volumi dei Diari palermitani (1743-1802) in parte pubblicati, a cura di Gioacchino Di Marzo, nella Biblioteca Storica e Letteraria di Sicilia.
📓Nei Diari palermitani si occupò di descrivere minuziosamente la storia degli avvenimenti di Palermo dal 1743 al 1802.
Da stimato uomo di cultura ricoprì numerosi pubblici incarichi: fu Governatore della Compagnia della Carità, più volte Governatore del Monte di Pietà e del Real Albergo dei Poveri, Rettore dell’Ospedale degli Incurabili, Priore del Consolato del Commercio, Senatore di Palermo e Commissario Generale di Sanità a #Partinico.
Nel 1779 Ferdinando III di Borbone gli conferì il titolo di Conte di #Belforte e fu insignito dell’elogio di “benemerito della patria”.
🖨️Negli anni 1754-59 diede alle stampe la sua opera principale, “La Sicilia Nobile”, di 5 volumi più appendice, frutto di un rilevante e rigoroso impegno di ricerca attorno alle città demaniali e alle terre baronali, alle magistrature dell’Isola, alle nobili famiglie, ai feudi e alle investiture.
Il successo che ebbe a livello europeo questa operazione lo indussero a pubblicare altre opere come le “Notizie storiche intorno agli antichi uffizi del regno di Sicilia”, nelle quali trattò della istituzione e della evoluzione delle principali magistrature pubbliche introdotte dai Normanni.
Fra le opere che meritano attenzione vi sono i 48 volumi di “Opuscoli palermitani” oltre ad una serie di operette minori come Palermo d’oggigiorno”.
Morì nel 1802 e il suo corpo si trova nel #Pantheon di S. Domenico a Palermo.
💻 Fonte
👉🏻Paesi Etnei
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
💯1
👩🎤 LA VOCE DELLA SICILIA NOVECENTESCA
🎵Con le sue canzoni cariche di malinconia, amore per la propria terra e coraggiosa denuncia sociale, Rosa #Balistreri può a ben diritto essere definita la voce della #Sicilia del novecento.
👶Nata a #Licata il 21 marzo 1927 presso un'umilissima famiglia, all'età di sedici anni Rosa sposò Gioacchino Torregrossa, uomo che in seguito la cantautrice definirà «latru, jucaturi e ‘mbriacuni». Il matrimonio, da cui nacque la figlia Angela, finì quando Rosa, apprendendo che il marito aveva perso al gioco il corredo della figlia, lo colpì con una lima e, credendo di averlo ucciso, si costituì. A causa di questo gesto la futura cantautrice dovette scontare alcuni mesi di carcere.
Al fine di mantenere la figlia ed aiutare la famiglia d'origine, Rosa svolse i mestieri più umili e disparati, fino a quando fu assunta come donna di servizio presso la casa di una famiglia nobile di #Palermo. Qui si innamorò del figlio del padrone di casa, rimandendo incinta. Tuttavia, accusata di furto, perse il lavoro e scontò altri mesi di galera. Uscita dal carcere, trovò occupazione come sagrestana e custode della Chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti, nel centro storico di Palermo, vivendo in un sottoscala con il fratello invalido. Perso anche questo lavoro per via di gravi problemi con il sacerdote della chiesa, Rosa decise di lasciare Palermo e trasferirsi a #Firenze.
Nel capoluogo toscano lavorò dapprima come donna di servizio presso famiglie benestanti e poi aprì un banco di frutta e verdura insieme alla madre e ad altri membri della famiglia giunti da Licata. La sorella Maria, arrivata a Firenze insieme ai figli per sfuggire al marito violento, fu poi uccisa da quest'ultimo. Per il dispiacere il padre di Rosa si suicidò impiccandosi. Le dolorose esperienze familiari ebbero senza dubbio un impatto importante sullo struggente stile della cantautrice.
A inizio anni sessanta Rosa conobbe il pittore fiorentino Manfredi Lombardi, con cui visse per parecchi anni. Risale a quest'epoca l'inizio della carriera pubblica come cantante folk. Dopo aver collaborato con Dario Fo tra il 1966 ed il 1969, Rosa balzò agli onori delle cronache per la mancata partecipazione al Festival di #Sanremo del 1973 con il brano "Terra che non senti", escluso per ragioni politiche. Con questa canzone la Balistreri avrebbe voluto denunciare le drammatiche condizioni della sua terra, la Sicilia.
In quell'occasione dichiarò: «Finora ho cantato nelle piazze, nei teatri, nelle università, ma sempre per poche migliaia di persone. Adesso ho deciso di gridare le mie proteste, le mie accuse, il dolore della mia terra, dei poveri che la abitano, di quelli che l’abbandonano, dei compagni operai, dei braccianti, dei disoccupati, delle donne siciliane che vivono come bestie. Era questo il mio scopo quando ho accettato di cantare a Sanremo. Anche se nessuno mi ha visto in televisione, tutti gli italiani che leggono i giornali sanno chi sono, cosa sono stata, tutti conoscono le mie idee, alcuni compreranno i miei dischi, altri verranno ai miei concerti e sono sicura che rifletteranno su ciò che canto».
Tornata a vivere Palermo nel 1971, collaborò - tra gli altri - con il poeta Ignazio Buttitta, che di lei disse «ogni volta che cercheremo le parole, i suoni sepolti nel profondo della nostra memoria, quando vorremo rileggere una pagina vera della nostra memoria, sarà la voce di Rosa che ritornerà a imporsi con la sua ferma disperazione, la sua tragica dolcezza». Morì a Palermo il 20 settembre 1990, a 63 anni. Artiste come Carmen Consoli hanno più volte sottolineato l'importanza di Rosa nella storia della musica popolare siciliana.
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#storiadisicilia #limportanzadellamemoria #ceraunavoltainsicilia #siciliaantica
🎵Con le sue canzoni cariche di malinconia, amore per la propria terra e coraggiosa denuncia sociale, Rosa #Balistreri può a ben diritto essere definita la voce della #Sicilia del novecento.
👶Nata a #Licata il 21 marzo 1927 presso un'umilissima famiglia, all'età di sedici anni Rosa sposò Gioacchino Torregrossa, uomo che in seguito la cantautrice definirà «latru, jucaturi e ‘mbriacuni». Il matrimonio, da cui nacque la figlia Angela, finì quando Rosa, apprendendo che il marito aveva perso al gioco il corredo della figlia, lo colpì con una lima e, credendo di averlo ucciso, si costituì. A causa di questo gesto la futura cantautrice dovette scontare alcuni mesi di carcere.
Al fine di mantenere la figlia ed aiutare la famiglia d'origine, Rosa svolse i mestieri più umili e disparati, fino a quando fu assunta come donna di servizio presso la casa di una famiglia nobile di #Palermo. Qui si innamorò del figlio del padrone di casa, rimandendo incinta. Tuttavia, accusata di furto, perse il lavoro e scontò altri mesi di galera. Uscita dal carcere, trovò occupazione come sagrestana e custode della Chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti, nel centro storico di Palermo, vivendo in un sottoscala con il fratello invalido. Perso anche questo lavoro per via di gravi problemi con il sacerdote della chiesa, Rosa decise di lasciare Palermo e trasferirsi a #Firenze.
Nel capoluogo toscano lavorò dapprima come donna di servizio presso famiglie benestanti e poi aprì un banco di frutta e verdura insieme alla madre e ad altri membri della famiglia giunti da Licata. La sorella Maria, arrivata a Firenze insieme ai figli per sfuggire al marito violento, fu poi uccisa da quest'ultimo. Per il dispiacere il padre di Rosa si suicidò impiccandosi. Le dolorose esperienze familiari ebbero senza dubbio un impatto importante sullo struggente stile della cantautrice.
A inizio anni sessanta Rosa conobbe il pittore fiorentino Manfredi Lombardi, con cui visse per parecchi anni. Risale a quest'epoca l'inizio della carriera pubblica come cantante folk. Dopo aver collaborato con Dario Fo tra il 1966 ed il 1969, Rosa balzò agli onori delle cronache per la mancata partecipazione al Festival di #Sanremo del 1973 con il brano "Terra che non senti", escluso per ragioni politiche. Con questa canzone la Balistreri avrebbe voluto denunciare le drammatiche condizioni della sua terra, la Sicilia.
In quell'occasione dichiarò: «Finora ho cantato nelle piazze, nei teatri, nelle università, ma sempre per poche migliaia di persone. Adesso ho deciso di gridare le mie proteste, le mie accuse, il dolore della mia terra, dei poveri che la abitano, di quelli che l’abbandonano, dei compagni operai, dei braccianti, dei disoccupati, delle donne siciliane che vivono come bestie. Era questo il mio scopo quando ho accettato di cantare a Sanremo. Anche se nessuno mi ha visto in televisione, tutti gli italiani che leggono i giornali sanno chi sono, cosa sono stata, tutti conoscono le mie idee, alcuni compreranno i miei dischi, altri verranno ai miei concerti e sono sicura che rifletteranno su ciò che canto».
Tornata a vivere Palermo nel 1971, collaborò - tra gli altri - con il poeta Ignazio Buttitta, che di lei disse «ogni volta che cercheremo le parole, i suoni sepolti nel profondo della nostra memoria, quando vorremo rileggere una pagina vera della nostra memoria, sarà la voce di Rosa che ritornerà a imporsi con la sua ferma disperazione, la sua tragica dolcezza». Morì a Palermo il 20 settembre 1990, a 63 anni. Artiste come Carmen Consoli hanno più volte sottolineato l'importanza di Rosa nella storia della musica popolare siciliana.
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#storiadisicilia #limportanzadellamemoria #ceraunavoltainsicilia #siciliaantica
👍2💯2❤1
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
La ‘Torre di Scrigno’ inglobata dentro Palazzo Conte Federico.
È la parte più antica del palazzo, una torre arabo-normanna del XII secolo.
Era posta sopra le mura a difesa della città e ne costituiva anche l’accesso con la porta di Busuemi che lambiva uno dei bracci di mare che allora si inserivano nella città.
Oggi nella torre è possibile ammirare due bellissime finestre: una bifora normanna e una finestra aragonese dove troviamo gli stemmi autentici della Città di Palermo, degli Svevi e degli Aragonesi che la governarono.
🎥 @terradamare
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#palermo #palermomedievale #palazzocontefederico
È la parte più antica del palazzo, una torre arabo-normanna del XII secolo.
Era posta sopra le mura a difesa della città e ne costituiva anche l’accesso con la porta di Busuemi che lambiva uno dei bracci di mare che allora si inserivano nella città.
Oggi nella torre è possibile ammirare due bellissime finestre: una bifora normanna e una finestra aragonese dove troviamo gli stemmi autentici della Città di Palermo, degli Svevi e degli Aragonesi che la governarono.
🎥 @terradamare
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#palermo #palermomedievale #palazzocontefederico
👍1💯1
✍🏻 LA POETESSA PATRIOTA
Tra le grandi donne dell'ottocento siciliano un posto d'onore è occupato dalla poetessa e traduttrice Giuseppina Turrisi Colonna, che con le sue liriche cariche d'amor patrio sognò di essere la Giovanna d'Arco siciliana. Come la “Pulzella d'Orléans”, anche la poetessa palermitana trovò la morte quando era ancora giovane, poco dopo lo scoppio dei moti rivoluzionari del 1848.
Giuseppina Turrisi Colonna nacque a #Palermo il 2 aprile 1822 presso una famiglia della nobiltà locale, crescendo in un ambiente culturalmente assai sofisticato. La sorella maggiore, Anna, diverrà un'apprezzata pittrice, mentre Giuseppina sin dalla tenera età si abituò a trascorrere il tempo sui libri, componendo commedie poi recitate in casa insieme ai fratelli. Di carattere timido e solitario, Giuseppina fu istruita dapprima dalla colta madre, Rosalia Colonna Romano, e poi frequentò l'esclusivo istituto “Revillon”. Ebbe, inoltre, due precettori d'eccezione: l'abate toscano Giuseppe Borghi e lo scrittore e patriota palermitano Francesco Paolo Perez, il cui insegnamento era basato sul metodo socratico.
Grazie ai suoi maestri Giuseppina riuscì ad acquisire vastissima padronanza dell'italiano scritto, cosa non scontata in un'epoca in cui nell'isola era ancora il siciliano a costituire la lingua “nazionale”, al di là dei contesti ufficiali. Nei tanti anni dedicati allo studio ed alla lettura, la Turrisi Colonna si appassionò a scrittori e poeti come Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni e l'inglese Lord Byron, a cui in seguito dedicò alcuni suoi componimenti poetici.
Nel 1837, quando aveva solo quindici anni, Giuseppina assistette alla terribile epidemia di colera che colpì la #Sicilia mietendo migliaia di vittime e provocando, soprattutto nella parte orientale dell'Isola, episodi insurrezionali repressi nel sangue dall'esercito borbonico. Questa esperienza ebbe un'influenza notevole sulla produzione poetica della Turrisi Colonna.
Quattro anni dopo, nel 1841, all'età di diciannove anni, Giuseppina diede alle stampe la sua prima raccolta di poesie, non priva di riferimenti all'epidemia del 1837. Con l'uscita del suo primo volume, il nome della poetessa iniziò ad essere noto oltre i confini stessi dell'isola. Due anni dopo, nell'ode “Alle donne siciliane”, il ricordo dell'epidemia affiorò nuovamente, con la poetessa dedita ad incitare le sue compatriote a rifare grande la Sicilia:
«No, benché il tempo muta
La fortuna dei regni e delle genti,
Non han foglia perduta
Le tue belle corone, o Patria mia!
Fra lance, e spade, e riversati busti.
Deh sì lieto per noi rifulga il sole;
Deh, come il cor desia,
In noi l'ardire dei Sicani Eroi,
L'antica tempra si rifonda in noi!»
Secondo vari biografi all'inizio degli anni quaranta andrebbe collocata la nascita della storia d'amore tra la Turrisi Colonna ed il principe e grecista palermitano Giuseppe De Spuches. I due, tuttavia, convoleranno a nozze solo il 29 aprile 1847, dopo che la poetessa - tra le altre cose - aveva soggiornato a #Firenze nel 1846. Divenuta principessa di Galati in virtù del matrimonio con De Spuches, la poetessa fece in tempo a vedere i palermitani insorgere il 12 gennaio 1848, ma la sua personale tragedia era purtroppo alle porte.
Subito dopo lo scoppio dei moti rivoluzionari, incinta e malata di fegato, Giuseppina si trasferì col marito nella villa paterna di #Castelbuono, portando a termine una difficile gravidanza il 14 febbraio. Poche ore dopo il parto, tuttavia, la bambina data alla luce morì. Tre giorni dopo, il 17 febbraio 1848, a poco più di un mese di distanza dal compimento dei ventisei anni, Giuseppina Turrisi Colonna venne colta da aneurisma e morì. Fu sepolta nel convento palermitano delle “Cappuccinelle”.
Il marito, oltre a dedicarle cinque elegie latine, volle renderle omaggio commissionando un monumento al celebre scultore Valerio Villareale. Posto nel “pantheon dei siciliani illustri”, presso la Chiesa di San Domenico a Palermo, il monumento reca la seguente iscrizione:
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
Tra le grandi donne dell'ottocento siciliano un posto d'onore è occupato dalla poetessa e traduttrice Giuseppina Turrisi Colonna, che con le sue liriche cariche d'amor patrio sognò di essere la Giovanna d'Arco siciliana. Come la “Pulzella d'Orléans”, anche la poetessa palermitana trovò la morte quando era ancora giovane, poco dopo lo scoppio dei moti rivoluzionari del 1848.
Giuseppina Turrisi Colonna nacque a #Palermo il 2 aprile 1822 presso una famiglia della nobiltà locale, crescendo in un ambiente culturalmente assai sofisticato. La sorella maggiore, Anna, diverrà un'apprezzata pittrice, mentre Giuseppina sin dalla tenera età si abituò a trascorrere il tempo sui libri, componendo commedie poi recitate in casa insieme ai fratelli. Di carattere timido e solitario, Giuseppina fu istruita dapprima dalla colta madre, Rosalia Colonna Romano, e poi frequentò l'esclusivo istituto “Revillon”. Ebbe, inoltre, due precettori d'eccezione: l'abate toscano Giuseppe Borghi e lo scrittore e patriota palermitano Francesco Paolo Perez, il cui insegnamento era basato sul metodo socratico.
Grazie ai suoi maestri Giuseppina riuscì ad acquisire vastissima padronanza dell'italiano scritto, cosa non scontata in un'epoca in cui nell'isola era ancora il siciliano a costituire la lingua “nazionale”, al di là dei contesti ufficiali. Nei tanti anni dedicati allo studio ed alla lettura, la Turrisi Colonna si appassionò a scrittori e poeti come Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni e l'inglese Lord Byron, a cui in seguito dedicò alcuni suoi componimenti poetici.
Nel 1837, quando aveva solo quindici anni, Giuseppina assistette alla terribile epidemia di colera che colpì la #Sicilia mietendo migliaia di vittime e provocando, soprattutto nella parte orientale dell'Isola, episodi insurrezionali repressi nel sangue dall'esercito borbonico. Questa esperienza ebbe un'influenza notevole sulla produzione poetica della Turrisi Colonna.
Quattro anni dopo, nel 1841, all'età di diciannove anni, Giuseppina diede alle stampe la sua prima raccolta di poesie, non priva di riferimenti all'epidemia del 1837. Con l'uscita del suo primo volume, il nome della poetessa iniziò ad essere noto oltre i confini stessi dell'isola. Due anni dopo, nell'ode “Alle donne siciliane”, il ricordo dell'epidemia affiorò nuovamente, con la poetessa dedita ad incitare le sue compatriote a rifare grande la Sicilia:
«No, benché il tempo muta
La fortuna dei regni e delle genti,
Non han foglia perduta
Le tue belle corone, o Patria mia!
Fra lance, e spade, e riversati busti.
Deh sì lieto per noi rifulga il sole;
Deh, come il cor desia,
In noi l'ardire dei Sicani Eroi,
L'antica tempra si rifonda in noi!»
Secondo vari biografi all'inizio degli anni quaranta andrebbe collocata la nascita della storia d'amore tra la Turrisi Colonna ed il principe e grecista palermitano Giuseppe De Spuches. I due, tuttavia, convoleranno a nozze solo il 29 aprile 1847, dopo che la poetessa - tra le altre cose - aveva soggiornato a #Firenze nel 1846. Divenuta principessa di Galati in virtù del matrimonio con De Spuches, la poetessa fece in tempo a vedere i palermitani insorgere il 12 gennaio 1848, ma la sua personale tragedia era purtroppo alle porte.
Subito dopo lo scoppio dei moti rivoluzionari, incinta e malata di fegato, Giuseppina si trasferì col marito nella villa paterna di #Castelbuono, portando a termine una difficile gravidanza il 14 febbraio. Poche ore dopo il parto, tuttavia, la bambina data alla luce morì. Tre giorni dopo, il 17 febbraio 1848, a poco più di un mese di distanza dal compimento dei ventisei anni, Giuseppina Turrisi Colonna venne colta da aneurisma e morì. Fu sepolta nel convento palermitano delle “Cappuccinelle”.
Il marito, oltre a dedicarle cinque elegie latine, volle renderle omaggio commissionando un monumento al celebre scultore Valerio Villareale. Posto nel “pantheon dei siciliani illustri”, presso la Chiesa di San Domenico a Palermo, il monumento reca la seguente iscrizione:
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
💯2
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Madonie - Piano Battaglia - Monte Quacella
🎥 @mauriziofazio.fly 👈🏻
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#pianobattaglia #madonie #palermo #sicilia #sicily
🎥 @mauriziofazio.fly 👈🏻
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#pianobattaglia #madonie #palermo #sicilia #sicily
💯2
I Daini di Piano Battaglia
A pochi chilometri da Palermo, nel cuore del Parco delle Madonie (Geoparco Unesco dal 2015), a 1580 m di quota c’è Piano Battaglia.
Un luogo di rara bellezza e meraviglia immerso nella natura e nel silenzio in cui i daini e le volpi sono protagonisti di inaspettate sorprese.
È una località montana fruibile 365 giorni l’anno, dove si può trovare anche accoglienza grazie alla presenza del Rifugio Giuliano Marini, presidio CAI di ospitalità in quota, e del Ristoro dello Scoiattolo.
Durante il periodo invernale è una rinomata stazione sciistica che grazie all’impegno di diverse associazioni del territorio svolge attività di sci alpino, sci nordico, sci alpinismo e ciaspole anche con i giovani che in tal modo imparano a conoscere ed amare questi luoghi sin da ragazzini.
E durante l’estate? Partendo da Piano Battaglia si possono fare camminate, escursioni, trekking e cicloturismo tra paesaggi unici che custodiscono tradizione, autenticità, architetture, tesori nascosti e innumerevoli delizie gastronomiche.
E perché no, anche un bagno nei pressi del Ponte di San Brancato, un luogo molto suggestivo dove un arco in pietra, di epoca romanica cavalca il torrente Mandarini riflettendosi nella "gorga", un grande specchio d'acqua freschissima.
Tanti i punti di interesse da raggiungere in un perfetto connubio tra storia, biodiversità e tradizioni: Monte Mufara, Pizzo Carbonara, la Battaglietta, Piano Cervi, il màrcato di Piano Farina dove degustare i formaggi di una volta prodotti dal pastore Giacinto.
E ancora, il Vallone degli Angeli con le rarità botaniche endemiche degli Abies nebrodensis, il Parco Avventura Madonie, il lago di Mandria del Conte e la Stazione Missionaria "Paolo, Aquila e Priscilla dove viene celebrata, nei mesi estivi, la messa tutte le domeniche alle ore 11:00.
A Piano Battaglia c’è attiva anche una suggestiva seggiovia: aperta tutti i giorni sia per i pedoni che per i bikers, conduce sul Monte Mufara a quota 1.865 m s.l.m., tra le vette più alte delle Madonie dove sarà possibile ammirare paesaggi a perdita d’occhio.
Piano Battaglia ed Erice sono gli unici posti dove la risalita con le mtb avviene tramite gli impianti. Il sentiero che conduce a Pizzo Carbonara a quota 1920 m s.l.m. è frequentato giornalmente da turisti europei e la Big Bench a tutte le ore del giorno ha visitatori che attendono con pazienza di fare la foto e di godersi il panorama.
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#pianobattaglia #madonie #palermo #sicilia #sicily
A pochi chilometri da Palermo, nel cuore del Parco delle Madonie (Geoparco Unesco dal 2015), a 1580 m di quota c’è Piano Battaglia.
Un luogo di rara bellezza e meraviglia immerso nella natura e nel silenzio in cui i daini e le volpi sono protagonisti di inaspettate sorprese.
È una località montana fruibile 365 giorni l’anno, dove si può trovare anche accoglienza grazie alla presenza del Rifugio Giuliano Marini, presidio CAI di ospitalità in quota, e del Ristoro dello Scoiattolo.
Durante il periodo invernale è una rinomata stazione sciistica che grazie all’impegno di diverse associazioni del territorio svolge attività di sci alpino, sci nordico, sci alpinismo e ciaspole anche con i giovani che in tal modo imparano a conoscere ed amare questi luoghi sin da ragazzini.
E durante l’estate? Partendo da Piano Battaglia si possono fare camminate, escursioni, trekking e cicloturismo tra paesaggi unici che custodiscono tradizione, autenticità, architetture, tesori nascosti e innumerevoli delizie gastronomiche.
E perché no, anche un bagno nei pressi del Ponte di San Brancato, un luogo molto suggestivo dove un arco in pietra, di epoca romanica cavalca il torrente Mandarini riflettendosi nella "gorga", un grande specchio d'acqua freschissima.
Tanti i punti di interesse da raggiungere in un perfetto connubio tra storia, biodiversità e tradizioni: Monte Mufara, Pizzo Carbonara, la Battaglietta, Piano Cervi, il màrcato di Piano Farina dove degustare i formaggi di una volta prodotti dal pastore Giacinto.
E ancora, il Vallone degli Angeli con le rarità botaniche endemiche degli Abies nebrodensis, il Parco Avventura Madonie, il lago di Mandria del Conte e la Stazione Missionaria "Paolo, Aquila e Priscilla dove viene celebrata, nei mesi estivi, la messa tutte le domeniche alle ore 11:00.
A Piano Battaglia c’è attiva anche una suggestiva seggiovia: aperta tutti i giorni sia per i pedoni che per i bikers, conduce sul Monte Mufara a quota 1.865 m s.l.m., tra le vette più alte delle Madonie dove sarà possibile ammirare paesaggi a perdita d’occhio.
Piano Battaglia ed Erice sono gli unici posti dove la risalita con le mtb avviene tramite gli impianti. Il sentiero che conduce a Pizzo Carbonara a quota 1920 m s.l.m. è frequentato giornalmente da turisti europei e la Big Bench a tutte le ore del giorno ha visitatori che attendono con pazienza di fare la foto e di godersi il panorama.
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#pianobattaglia #madonie #palermo #sicilia #sicily
💯2
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
📍Palermo
🌅 Il “Palermohenge” consiste nell’allineamento solare con l’asse viario composto da Corso Calatafimi e Corso Vittorio Emanuele.
«Due storiche strade che insieme formano un’unica strada diritta, lunga ben 6,25 km che, partendo dalle pendici di Monreale, “sfocia” sul mare con Porta Felice».
Questo fenomeno è possibile «poiché questo asse ha un orientamento di circa 62,5° (ovvero che mancano circa 30° ad Est) e ciò permette nelle date del 23 maggio e del 20 luglio di osservare il sole perfettamente allineato nel momento della levata».
🎥 @_.leo._ph
➡️© @lapalermochepiace
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#palermo #palermohenge #sicily #siciliaterramia
🌅 Il “Palermohenge” consiste nell’allineamento solare con l’asse viario composto da Corso Calatafimi e Corso Vittorio Emanuele.
«Due storiche strade che insieme formano un’unica strada diritta, lunga ben 6,25 km che, partendo dalle pendici di Monreale, “sfocia” sul mare con Porta Felice».
Questo fenomeno è possibile «poiché questo asse ha un orientamento di circa 62,5° (ovvero che mancano circa 30° ad Est) e ciò permette nelle date del 23 maggio e del 20 luglio di osservare il sole perfettamente allineato nel momento della levata».
🎥 @_.leo._ph
➡️© @lapalermochepiace
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#palermo #palermohenge #sicily #siciliaterramia
❤3💯1
Forwarded from ♡ Sicilia Terra Mia ♡ (👑🇶 🇺 🇪 🇪 🇳👑)
Esiste un periodo dell’anno a ridosso del Solstizio in cui a Palermo il Sole sorge lungo l’asse di corso Calatafimi-Vittorio Emanuele,trasformandolo in un fiume dorato.
Ciò è possibile poiché l’Asse ha un’inclinazione di circa 63° NE in quei periodi il Sole attraversa proprio questo azimut,poco dopo l’Alba.Inoltre l’Asse assume un grande valore per la città di Palermo per varie ragioni: con i suoi circa 6 km è uno degli assi urbani completamente dritti più lunghi d’Italia. Divide idealmente la città in due e percorrendolo è possibile osservare alcuni fra i monumenti più importanti della città ed inoltre è composto da Via Vittorio Emanuele, detto anche Càssaro,una fra le strade più antiche d’Italia essendo stata tracciata nel VII secolo a.C. con la creazione stessa della città da parte dei Fenici.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Questo particolare fenomeno è osservabile dal 23 Maggio al 20 Luglio, le date di allineamento perfetto.
📸 @jameslucasit
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
🌅@cartolinesiciliaterramia
☀️#alba
📍#palermo
Ciò è possibile poiché l’Asse ha un’inclinazione di circa 63° NE in quei periodi il Sole attraversa proprio questo azimut,poco dopo l’Alba.Inoltre l’Asse assume un grande valore per la città di Palermo per varie ragioni: con i suoi circa 6 km è uno degli assi urbani completamente dritti più lunghi d’Italia. Divide idealmente la città in due e percorrendolo è possibile osservare alcuni fra i monumenti più importanti della città ed inoltre è composto da Via Vittorio Emanuele, detto anche Càssaro,una fra le strade più antiche d’Italia essendo stata tracciata nel VII secolo a.C. con la creazione stessa della città da parte dei Fenici.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Questo particolare fenomeno è osservabile dal 23 Maggio al 20 Luglio, le date di allineamento perfetto.
📸 @jameslucasit
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
🌅@cartolinesiciliaterramia
☀️#alba
📍#palermo
❤2💯2
È l’unico #COMPLESSO #TERMALE di tipo #ISLAMICO in SICILIA: i BAGNI di #CEFALÀDIANA risalenti al XII secolo in provincia di #PALERMO.
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
❤2
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
📍Palermo
🎥 sicilianicreativi
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#sicilianicreativi #palermo #palermofood #palermosicily #dolcisiciliani #cannolisiciliani #pasticceriasiciliana
🎥 sicilianicreativi
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#sicilianicreativi #palermo #palermofood #palermosicily #dolcisiciliani #cannolisiciliani #pasticceriasiciliana
❤2👍1💯1
🕍 Il monastero di Santa Caterina, in piazza Bellini a Palermo, è un luogo imperdibile per diversi motivi: la chiesa Cinquecentesca in stile barocco fiorito, le terrazze da cui si gode una vista a 360 gradi sulla città, il chiostro e il museo di quello che fino al 2014 fu un convento di clausura e infine la dolceria all’interno del museo.
👉Qui i pasticceri preparano dolci meravigliosi con le antiche ricette delle suore raccolte dai vari monasteri palermitani. Cannoli siciliani, cassatelle, tetù, paste di mandorla, genovesi alla crema, ravioli al cedro, frutta di Martorana e tanto altro. D’altra parte, proprio all’interno dei monasteri sono nate tante ricette simbolo della cucina siciliana.
👉E’ un rito gustare i dolci nel chiostro attiguo, tra i limoni e il rumore dell’acqua della fontana. Ma cercate di rispettare il luogo che richiede comunque silenzio e pace.
👉Per visitare il complesso museale, le terrazze e la chiesa è necessario pagare un biglietto e ne vale assolutamente la pena, ma alla dolceria si accede gratuitamente. Al momento l’ingresso è da piazza Pretoria.
🎥 sicilianicreativi
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#sicilianicreativi #palermo #palermofood #palermosicily #dolcisiciliani #cannolisiciliani #pasticceriasiciliana
👉Qui i pasticceri preparano dolci meravigliosi con le antiche ricette delle suore raccolte dai vari monasteri palermitani. Cannoli siciliani, cassatelle, tetù, paste di mandorla, genovesi alla crema, ravioli al cedro, frutta di Martorana e tanto altro. D’altra parte, proprio all’interno dei monasteri sono nate tante ricette simbolo della cucina siciliana.
👉E’ un rito gustare i dolci nel chiostro attiguo, tra i limoni e il rumore dell’acqua della fontana. Ma cercate di rispettare il luogo che richiede comunque silenzio e pace.
👉Per visitare il complesso museale, le terrazze e la chiesa è necessario pagare un biglietto e ne vale assolutamente la pena, ma alla dolceria si accede gratuitamente. Al momento l’ingresso è da piazza Pretoria.
🎥 sicilianicreativi
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#sicilianicreativi #palermo #palermofood #palermosicily #dolcisiciliani #cannolisiciliani #pasticceriasiciliana
💯2
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Camminando per le strade di Palermo, il Natale si percepisce in ogni angolo con la sua atmosfera incantata 🎄✨
Al Teatro Massimo, la grande scalinata si illumina di riflessi rossi e blu , mentre l’imponente facciata diventa il palcoscenico perfetto per l’atmosfera natalizia.
Proseguendo, ai Quattro Canti, un videomapping mozzafiato trasforma l’incrocio più iconico della città in un racconto luminoso.
Poi, in Piazza Ruggero Settimo, l’albero di Natale domina la scena, decorato con luci scintillanti che sembrano danzare al ritmo della gioia dei passanti.
Ovunque ti giri, Palermo splende, e ad ogni angolo scopri un motivo per innamorarti ancora di più di questa città vestita a festa 🥰
🎥 balarm.it
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#palermo #sicila #natale2024
Al Teatro Massimo, la grande scalinata si illumina di riflessi rossi e blu , mentre l’imponente facciata diventa il palcoscenico perfetto per l’atmosfera natalizia.
Proseguendo, ai Quattro Canti, un videomapping mozzafiato trasforma l’incrocio più iconico della città in un racconto luminoso.
Poi, in Piazza Ruggero Settimo, l’albero di Natale domina la scena, decorato con luci scintillanti che sembrano danzare al ritmo della gioia dei passanti.
Ovunque ti giri, Palermo splende, e ad ogni angolo scopri un motivo per innamorarti ancora di più di questa città vestita a festa 🥰
🎥 balarm.it
👉🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
#palermo #sicila #natale2024
❤3💯1