📢 Il futuro non si sTocca 🔥 NO CCS
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🕵️‍♀️ CCS sta per?

Molti indicano con CCS l'insieme delle CDR, tecniche di cattura della CO2, che l'IPCC tiene in considerazione nei peggiori scenari per la decarbonizzazione. I migliori e più efficaci fanno invece affidamento sulle capacità di cattura dei sistemi naturali, da proteggere e rigenerare.

Proviamo a capire la capacità teorica di questa #tecnologia - il CCS - e delle risorse che le destiniamo a scapito di altre.

Esistono vari tipi di CCS, ad esempio i BECCS - dalle biomasse - o DACCS - dall'aria -, ma non è il tipo ravennate, che sarebbe invece connesso a centri industriali e centrali che continueranno a emettere grosse quantità di CO2 (altri gas climalteranti non si riescono ancora a catturare).

Sappiamo che è una tecnologia poco sviluppata, molto costosa, con una grossa inefficienza nella cattura, che una volta in funzione aumenta i costi dell'energia o delle produzione (chi li paga lo immaginate), che incentiva ancora lo sfruttamento dei pozzi, sostenendo il #fossile.

https://www.energy.gov/fe/science-innovation/oil-gas-research/enhanced-oil-recovery

Nei piani attuali della transizione sarebbe insomma un #progetto mostro.

🧮 Ma quanta CO2 catturerebbe nei fatti?

Secondo Eni, i pozzi potrebbero ospitare 300-500 mln tonnellate di co2, con una capitale di cattura annuale di 4/5 mln di tonnellate.

MA...
Ci vorrebbero 100 impianti come quello di #Eni nel mondo per catturare 500 milioni di tonnellate, a fronte dei circa 21 miliardi assorbiti ogni anno da foreste, suolo e oceani.

🌊 Non sarebbero meglio partire dal proteggere i nostri carbon sink naturali?
La risposta della scienza è ‘SI’.

Nel frattempo l'acidificazione degli oceani e la degradazione del suolo avanzano per via dei nostri sistemi produttivi ed estrattivi.

https://www.climalteranti.it/2020/01/03/le-foreste-ci-salveranno/

💸 Cui prodest?

#ilfuturononsostocca