📢 Il futuro non si sTocca 🔥 NO CCS
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🤔 Quando pensiamo ai maggiori responsabili della crisi climatica, ci vengono in mente le #multinazionali.

Quando pensiamo alle multinazionali inquinanti, ci vengono in mente le compagnie del #fossile.

Quando pensiamo alle compagnie del fossile italiane, la prima che ci viene in mente è #Eni.

🎉 Trentesima tra le 100 aziende responsabili del 71% delle emissioni industriali di #CO2 al mondo!

Che piani ha Eni?
Cosa trama dietro al progetto per la cattura della CO2?
Di quanti soldi pubblici avrà ancora bisogno?

🎞️ Venerdì 5 febbraio dalle ore 18:00 saremo in diretta sulla pagina instagram di @greenpeace_ita e @noccs_ilfuturononsistocca per smascherare il greenwashing di Eni!

Vieni a scoprire dove vanno a finire i soldi che dovrebbero finanziare la transizione! 🤑🌱

#ilfuturononsistocca #noccs #ciavveleni
🔥 VENERDÌ 12 FEBBRAIO MOBILITAZIONE NAZIONALE SUL CCS 🔥

#Crisi climatica, crisi sanitaria, crisi di governo... tutto cambia e si stravolge, ma non i programmi di #Eni, che nel suo piano industriale continua ad insistere sul CCS di Ravenna.

🚨 E se con il cambio di governo dovesse essere reinserito nel PNRR? Non lo permetteremo!

Manifesta online il 12 febbraio, partecipa al TWEETSTORM venerdì alle ore 15:00 e alla MEME CHALLENGE 👉🏽 Salva la seconda grafica di questo post, aggiungi un titolo e venerdì ripostala nelle stories taggando @noccs_ilfuturononsistocca!

Organizza un'azione in piazza con il kit che trovi qui!

Facciamoci sentire, sotto a chi sTocca 🔥

#ilfuturononsistocca
Un passato che non passa

Per capire cosa è stato e cosa continua a essere lo sviluppo economico in Italia bisogna andare a #Ravenna.

Qui tra le acque e i canneti della laguna sorge uno dei poli petrolchimici più grandi del nostro paese costruito negli anni 50 da Eni. L’azienda è presente nella zona dalla sua nascita quando sono stati scoperti grandi giacimenti di gas naturale al largo delle coste ravennate. Oggi vi operano numerose aziende ma l’Ente Nazionale degli Idrocarburi la fa ancora da padrone e, come racconta un attivista, a Ravenna “ciò che propone ENI è accettato senza fiatare

Negli anni 50, in pieno boom economico, il #metano era considerato una grande alternativa a petrolio e carbone: presente in grandi quantità nella zona aumentava la scarsa indipendenza energetica dell’Italia.
Purtroppo però, dopo 70 anni, migliaia di studi scientifici sulla crisi climatica, eventi meteorologici estremi crescenti e, soprattutto, abbassamento dei costi delle energie rinnovabili, non può non stupire il fatto che le istituzioni locali e i sindacati considerino ancora il metano un fonte energetica necessaria alla transizione ecologica.

Si tratta di un combustibile fossile a tutti gli effetti che non fa altro che tardare la decarbonizzazione e renderci ancora dipendenti da infrastrutture e aziende desuete che non permetteno di rispettare gli Accordi di Parigi.

E, mentre ENI chiede a gran voce fondi pubblici per realizzare il mega progetto di cattura della #CO2 (CCS) e la produzione di idrogeno dal metano, i progetti per la costruzione di impianti di energia rinnovabile come l’eolico off shore restano impigliati per anni tra le maglie della burocrazia.

Solo un movimento costruito dal basso può far cambiare direzione.

🗞️ Ne parla Marina Forti su Internazionale, raccontando il contesto in cui si inserisce la proposta di #Eni di costruire a Ravenna il primo impianto per la cattura e lo stoccaggio della CO2 in #Italia.
Un grazie speciale per aver ascoltato le voci delle e degli attivist@ della nostra campagna.

Puoi leggere l'articolo completo a questo link: https://www.internazionale.it/reportage/marina-forti/2021/04/13/ravenna-eni-energia
Ogni era ha i suoi miti, o miti antichi adattati alle richieste del mercato.

Con la promessa delle aziende fossili di compensare le emissioni - alias proseguire con attività inquinanti nascondendo parte dei gas emessi - si apre una nuova era del Greenwashing.

Il mito lo scrive Eni prendendo ispirazione dal mostro di "Loch Ness".

🦕Il mostro di "Loch CCS" è una creatura meccanica dalla potenza leggendaria che nella sua tana sottomarina, nel mar Adriatico, trascina e cattura la CO2, estinguendo gli errori devastanti dei colossi energetici.

Ma la #leggenda contiene poche verità.

La creatura non può esistere, ogni suo simile si è rivelato costoso, inefficace, complice di una logica nociva: estrarre idrocarburi e dichiararsi sostenibili perché una minima parte delle emissioni viene reiniettata nei giacimenti, per far risalire più velocemente nuovi idrocarburi.

Nel caso di #Eni si tratta di metano: la compagnia possiede oltre 60 piattaforme offshore nel mar Adriatico, alle quali non intende rinunciare, senza dar spazio né a bonifiche né a produzioni rinnovabili.

🔮Il CCS rimane leggenda anche perché Eni non ha ancora pubblicato un #progetto dettagliato o dato garanzie occupazionali, ma ciò non ne aveva impedito l'inserimento tra i progetti da finanziare con il NextGenerationEU nelle prime bozze, sotto l'etichetta "transizione ecologica". Non è da escludere che possa ancora essere incentivato con gli stessi fondi.

Il CCS di Eni rallenta la reale decarbonizzazione e riconversione del sistema energetico, e apre la strada all'era dell'idrogeno, che con sè porta nuovi gasdotti e monopoli inquinati.

La contestazione della campagna "il futuro non si sTocca - NO CCS" si farà sentire in tutta Italia a partire da Ravenna.

Vorresti vivere nella città in cui vive il mostro di Loch Ness? E del Loch CCS?
Affideresti la riconversione ecologica a un'azienda leader nella devastazione ambientale?

Mercoledì 12 maggio sarà mobilitazione nazionale a #Ravenna, a Piazza del Popolo dalle 17:00. Invitiamo le realtà che vorranno unirsi a partecipare all'assemblea online il 5 maggio ore 18. Per partecipare basta scrivere una mail a noccs.ilfuturononsistocca@protonmail.com

#ilfuturononsistocca
🕵️‍♀️ CCS sta per?

Molti indicano con CCS l'insieme delle CDR, tecniche di cattura della CO2, che l'IPCC tiene in considerazione nei peggiori scenari per la decarbonizzazione. I migliori e più efficaci fanno invece affidamento sulle capacità di cattura dei sistemi naturali, da proteggere e rigenerare.

Proviamo a capire la capacità teorica di questa #tecnologia - il CCS - e delle risorse che le destiniamo a scapito di altre.

Esistono vari tipi di CCS, ad esempio i BECCS - dalle biomasse - o DACCS - dall'aria -, ma non è il tipo ravennate, che sarebbe invece connesso a centri industriali e centrali che continueranno a emettere grosse quantità di CO2 (altri gas climalteranti non si riescono ancora a catturare).

Sappiamo che è una tecnologia poco sviluppata, molto costosa, con una grossa inefficienza nella cattura, che una volta in funzione aumenta i costi dell'energia o delle produzione (chi li paga lo immaginate), che incentiva ancora lo sfruttamento dei pozzi, sostenendo il #fossile.

https://www.energy.gov/fe/science-innovation/oil-gas-research/enhanced-oil-recovery

Nei piani attuali della transizione sarebbe insomma un #progetto mostro.

🧮 Ma quanta CO2 catturerebbe nei fatti?

Secondo Eni, i pozzi potrebbero ospitare 300-500 mln tonnellate di co2, con una capitale di cattura annuale di 4/5 mln di tonnellate.

MA...
Ci vorrebbero 100 impianti come quello di #Eni nel mondo per catturare 500 milioni di tonnellate, a fronte dei circa 21 miliardi assorbiti ogni anno da foreste, suolo e oceani.

🌊 Non sarebbero meglio partire dal proteggere i nostri carbon sink naturali?
La risposta della scienza è ‘SI’.

Nel frattempo l'acidificazione degli oceani e la degradazione del suolo avanzano per via dei nostri sistemi produttivi ed estrattivi.

https://www.climalteranti.it/2020/01/03/le-foreste-ci-salveranno/

💸 Cui prodest?

#ilfuturononsostocca
La tecnica di cattura e stoccaggio di CO2 non è valutabile in un dibattito se non vengono chiariti strategia energetica, occupazione e livelli di maturazione della tecnologia.

Non è corretto partire dal CCS per fare la transizione ecologica in Italia.

L'ingegner Andrea Bellini di Energia per l'Italia, esprime con queste parole la posizione critica della scienza sulla tecnica del CCS.

Puoi riascoltare l'intervento dello scienziato al Convengo Nazionale sul CCS cliccando qui👉 https://youtu.be/zh0CSxxKeqw

#ilfuturononsistocca #Eni #noccs
Ci avevano riprovato!

Il governo italiano aveva presentato alla Commissione europea un PNRR diverso rispetto a quello concordato con il Parlamento

Il PNRR è il documento con le indicazioni sui progetti da finanziare con i soldi europei del Next Generation EU (anche detto Recovery Fund)

Nel documento consegnato si lasciava aperta la possibilità di finanziare anche il CCS di #Ravenna, dichiarando di voler produrre idrogeno “low-carbon”... un modo furbo di chiamare l'idrogeno blu, prodotto dal metano + cattura di CO2 🧙🏻‍♂️

Ricordiamo che già una volta l'Europa aveva detto all'#Italia che non aveva intenzione di finanziare l'idrogeno blu sotto l'etichetta della transizione ecologica perché non è un'alternativa sostenibile!

Dopo il rimprovero della Commissione, sembra che, in conclusione, il CCS sia tirato fuori dalla lista dei progetti del Next Generation...

...ma non è finita qui!

#Eni ha già candidato il progetto per il Fondo per l'Innovazione Europeo ed è probabile che rientri anche nel Fondo complementare, che è invece svincolato dai requisiti europei.

🚨 Già a settembre inizieranno i primi lavori preparatori 🚨

Non ci faremo cogliere alla sprovvista, tenetevi pront@ per le prossime grandi mobilitazioni di settembre 💥

Nel frattempo vi invitiamo a raggiungerci al Lido Di Dante di Ravenna il 14 luglio alle ore 16:00 per accogliere la carovana di Rise Up e trascorre un pomeriggio anti-stoccaggio in spiaggia 🌞

Oltre alla crema solare ricorda di portare volantini e manifesti

Più info qui: https://fb.me/e/2t7AjbOk4

#ilfuturononsistocca #europa

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