Rojava Resiste
3.83K subscribers
147 photos
6 videos
1 file
83 links
Canale di informazione sul Vicino e Medio Oriente e solidarietà con la rivoluzione confederale in Siria del Nord
Download Telegram
❗️Turchia alla guerra aperta anche in Bašur (Kurdistan iracheno)
🛩 La scorsa notte la #Turchia ha cominciato una nuova operazione contro i curdi, questa volta in Bašur. I jet turchi hanno bombardato Makhmour e Qandil - centri storici della resistenza #PKK - e Sinjar - cuore della comunità yezida. L'operazione si chiama "eagle claw", artiglio dell'aquila.

🚔 L'operazione è cominciata poche ore prima della lunga marcia organizzata in Turchia dall'HDP (partito democratico dei popoli, sinistra filo-curda e anti-nazionalista) che settimana scorsa è stato messo fuori legge e levata l'immunità ai parlamentari: un altro tassello nel processo golpista ormai in atto da parte di #Erdogan iniziato con la strage di Ankara del 10 ottobre 2015.

🇮🇶 L'Iraq ha contestato l'uso dello spazio aereo da parte della Turchia (per altro chiuso a causa del COVID) ed esortato Ankara a non continuare l'attacco. Si teme un'invasione di terra nelle prossime ore.

🚑 A Sinjar sono stati colpiti l’ospedale e diverse case di civili. Ci sono diverse vittime ma i numeri non sono ancora chiari. La stessa cosa per le altre zone sotto attacco. I bombardamenti sono durati per diverse ore.
#TurkeylsBombingTheKurds
❗️Aggiornamenti dal Rojava occupato
🇹🇷 Negli ultimi giorni la #Turchia ha ripreso bombardamenti intensivi sul fronte di Ain Issa, con l'obiettivo di espandere la zona di occupazione nella Siria del Nord (dove la linea del fronte è stabile da diversi mesi).

✌️Nel cantone di #Afrin (sotto governo militare turco-jihadista dalla primavera 2018) in un'azione della resistenza clandestina sono rimasti feriti il leader della milizia Jabha Al-Shamiiya "Abu Muhammad Al-Hazwani" e alcuni luogotenenti.

🏴 Ankara ha affidato a Jabha Al-Shamiiya il controllo militare del cantone ed è al centro di numerosi crimini contro civili (stupri, atti di sostituzione etnica, torture, sequestri), non solo ad Afrin.
La repressione in #Turchia colpisce quotidianamente ogni forma di opposizione
🚔 Ad #Amed (#Diyarbakir), numerose abitazioni sono state prese d’assalto dalla polizia e 13 persone sono state arrestate, le persone colpite sono accusate di aver pianificato azioni per celebrare l’anniversario delle rivolte di #Kobane dal 6 all’8 ottobre 2014.

🚨Già martedì 12 persone erano state arrestate nell’ambito della repressione politica dell’opposizione curda, tra loro i politici di #HDP Aziz Başboğa e Ihsan Deniz. Di cosa siano accusati non è chiaro. Il fascicolo è riservato e agli arrestati viene negato l’accesso agli avvocati.

🤐 Per quanto riguarda la stampa, al momento sono 63 i giornalisti in carcere in Turchia: le ultime condanne sono state pronunciate a settembre quando 6 reporter sono stati condannati complessivamente a 27 anni di carcere. Inoltre 50 giornalisti al momento si trovano sotto processo: in totale, spiega il sindacato turco della stampa DFJ, rischiano due ergastoli aggravati e pene detentive da un minimo di 266 anni a un massimo di 649.

🔈Nello stesso mese la macchina della censura gestita dal Rtuk, il Consiglio supremo per la Radio e la Televisione, ha comminato multe contro sei canali tv e 28 siti per reati politici.

🎬 Anche il cinema è sotto attacco: il regista curdo Veysi Altay è stato condannato al carcere per il suo documentario "Nû Jîn" che racconta la resistenza a Kobane. L'accusa è di "propaganda terroristica". Condannato insieme a lui anche Dicle Anter, l'ex direttore del cinema in cui è stato proiettato il film.

📉🗣 Numeri su numeri che descrivono un clima di repressione sempre più soffocante, che sembra proporzionale alle crisi interne vissute dal governo turco: da quella economica (svalutazione della lira, inflazione, effetti della pandemia) a quella sociale (rispetto alle recenti proteste per il diritto alla casa degli studenti in tutto il paese).
Aggiornamenti da Rojava e Turchia
📣 Sulle recenti minacce di guerra di #Erdoğan contro il Nord-est della #Siria, un portavoce delle #YPG ha dichiarato che negli ultimi 6 mesi ci sono stati 306 attacchi, aerei e di terra, che hanno ucciso 8 civili, nonostante vi sia ancora il cessate il fuoco dell’ottobre del 2019. Tutto questo riconduce all’obiettivo del presidente turco di destabilizzare l’area, acquisire potere e dare vita al sogno di una #Turchia neo-ottomana.

💣 Gli ultimi attacchi in #Rojava si sono registrati nella notte di venerdì e sabato. Venerdì la Turchia ha bombardato i villaggi di Eyn Deqnê e Belûniyê, vicino Tel Rifat, che si trova a nord di Aleppo ed è il presunto obiettivo della prossima invasione. Attacchi via terra sono stati registrati invece nel villaggio di Til Şenan, vicino Tel Tamir. Mentre sabato un drone ha colpito una macchina sulla strada fra Kobane e Aleppo, uccidendo tre persone.

🗣️Dal 5 ottobre a Semalka (in Rojava, vicino al confine con il #Bashur) sta andando avanti una protesta del Consiglio delle Famiglie dei Martiri del cantone di Cizre: chiedono al Bashur la restituzione dei corpi dei martiri Tolhildan Raman e Serdem Cûdî, membri dell’HPG (braccio armato del #PKK) e dell’YJA-Star (milizia femminile vicina al PKK) uccisi in un’imboscata del KDP (il Partito-clan della famiglia Barzani che domina il Kurdistan iracheno) a fine agosto assieme ad altri/e guerriglieri/e. Fino ad ora nessun cenno da parte del KDP.

Sabato #Erdogan ha ordinato al Ministro degli Esteri di dichiarare 10 ambasciatori presenti nel paese "persone non grate" e quindi sulla via dell'espulsione. Si tratta di 10 ambasciatori che si erano mobilitati per liberare Osman Kavala, imprenditore e filantropo turco in prigione dal 2017.

🔥 Nel frattempo, in Turchia, la sigla “The Children of Fire Initiative” ha reclamato in un comunicato stampa la responsabilità di alcune azioni: ha dato fuoco ad uno youth-club, ad un autobus appartenente alla Istanbul Electric Tramway and Tunnel Establishments, ad una fabbrica di imballaggi, ad una struttura per il riciclo e ad una macchina. Si trattava in tutti i casi di cose o strutture legate all’AKP o a gruppi fascisti.
❗️Siamo alla vigilia di una terza invasione turco-jihadista del #Rojava?
🏴 Continuano a intensificarsi gli attacchi della #Turchia al Rojava. Il co-presidente del Consiglio Esecutivo della regione dell'Eufrate ha dichiarato come gli attacchi non si siano mai fermati dall'ultima invasione, ma che negli ultimi tempi stanno aumentando, unendosi ad attacchi alla popolazione civile attraverso il blocco dell'acqua, l'embargo economico, assassini e rapimenti mirati.

🇹🇷 Potremmo dunque essere alla vigilia di una terza invasione della #Siria del Nord-Est da parte di Ankara, dopo quelle di marzo 2018 ad #Afrin e ottobre 2019. Erdogan si è recato al #G20 di Roma con questo obiettivo: ottenere il permesso (soprattutto dalla Russia di Putin) di attaccare di nuovo le Forze Siriane Democratiche, le Ypj e le Ypg a Tell Tamir e Kobane.

🇷🇺🇪🇺🇺🇸 L’offensiva che Putin e il presidente siriano #Assad si preparano a sferrare sull’area di #Idlib, controllata da bande jihadiste filoturche, infatti, creerà nuovi flussi di profughi. Erdogan, quindi, ha comunicato a Putin, Biden, e soprattutto ai leader dell’UE, di aver bisogno di maggiori fette di territorio in Siria per collocarli affinchè non raggiungano la Turchia e, quindi, l’Europa (compito per il quale il "Sultano" turco riceve, da anni, miliardi di euro dall’UE).

📢 A corollario, la scorsa settimana il parlamento turco ha approvato il rinnovo delle operazioni militari in Siria e in #Iraq per altri due anni. Solo l'#HDP (partito democratico dei popoli, sinistra filo-curda e anti-nazionalista) e il CHP (partito repubblicano kemalista) hanno votato contro.

🗣️ Un componente della Commissione dei diritti umani del Parlamento iracheno ha denunciato pubblicamente l'utilizzo da parte della Turchia di armi chimiche sul territorio del Kurdistan iracheno.
🏴 Sugli attacchi di Isis in #Rojava alla prigione di Sina'a, il sostegno della #Turchia ai jihadisti e il silenzio della comunità internazionale

⚠️ Nella notte tra giovedì e venerdì è iniziato il peggior attacco realizzato dallo Stato islamico dalla fine della battaglia di Baghouz nel 2019: la prigione di Sina’a nel quartiere di #Ghiweiran ad Hasakah che ospita circa 5.000 detenuti dell'ISIS è stata attaccata con diverse autobombe che hanno permesso ai detenuti di scatenare una rivolta mentre all'esterno centinaia di membri dell'organizzazione appostati negli edifici civili bersagliavano le forze di sicurezza.

⚔️Le Forze democratiche siriane - #SDF hanno immediatamente inviato molti rinforzi per chiudere il quartiere e forze speciali per catturare i prigionieri evasi. Anche la coalizione è arrivata in città con veicoli blindati per coprire le operazione delle SDF ed elicotteri che hanno fornito in più di un'occasione supporto aereo ravvicinato contro le postazioni dell'ISIS e fuoco illuminante per agevolare le operazioni di liberazione del quartiere duarante la notte.

Per 5 giorni le SDF hanno respinto gli attacchi dei miliziani dall'esterno della prigione, contenuto le rivolte all'interno e ripulito l'area casa per casa per catturare o neutralizzare i miliziani asserragliati nelle abitazioni. La popolazione civile è stata costretta ad abbandonare il quartiere con il supporto delle HPC (Forze di autodifesa civili) per non essere utilizzati come scudi umani dai jihadisti, che nella prima fase degli scontri hanno sequestrato e ucciso diversi civili.

🔍Le SDF fanno notare che l'attacco di ISIS è stato ben organizzato e perfettamente coordinato, i miliziani hanno avuto armi, munizioni e logistica sufficiente per combattere per 5 giorni in stato di assedio, inoltre fonti delle forze di sicurezza hanno dichiarato che i combattenti erano particolarmente ben addestrati e tra quelli uccisi o catturati ci sono molti foreign fighter, alcune prove suggeriscono che molti dei miliziani e del loro equipaggiamento provenissero dalle aree occupate Turchia a nord, altri dall'Iraq in cui contemporaneamente sono avvenuti diversi attacchi contro l'esercito iracheno.

🇹🇷La Turchia ha immediatamente intensificato i propri attacchi da Nord impegnando le SDF durante tutta la durata degli attacchi dell'ISIS. Durante le prime fasi dello scontro, inoltre, la Turchia ha colpito con droni una colonna di SDF che si dirigeva dal fronte di Tel Tamer ad Heseke per fornire sostegno immediato alle forze di sicurezza per prevenire una fuga di massa.
Il bilancio provvisorio al momento è di circa 30 caduti delle forze di sicurezza ad Heseke e 17 a Deir Ezzor, 5 civili uccisi e circa 210 membri di Daesh neutralizzati.

📍Al momento il quartiere è tornato sotto il controllo delle SDF dopo 5 giorni di intensi scontri, è stata intimata la resa agli ultimi miliziani asserragliati nella prigione che hanno preso in ostaggio il personale della prigione e 700 ex bambini soldato che erano ospitati in un'ala della prigione per essere riabilitati. Alcuni gruppi si sono già arresi ed arrivano notizie di membri di ISIS giustiziati all'interno della prigione dai propri commilitoni perché proponevano di accettare la resa; le SDF hanno quindi iniziato un'operazione per mettere in salvo gli ostaggi ed eliminare i jihadisti che rifiutano la resa.

🌍Questi eventi rappresentano il fallimento della comunità internazionale. L'amministrazione da tempo mette in guardia la comunità internazionale sul pericolo crescente di ISIS generato soprattutto dal sostegno turco, inoltre sono caduti nel vuoto tutti gli appelli ai governi occidentali a istituire un tribunale internazionale per i crimini di guerra dell'ISIS e a rimpatriare i propri foreign fighters.
📌 Sabato 12/02
h 14.00 Largo Cairoli a Milano
h 14.30 piazza dell'Esquilino a Roma
🗣 Due manifestazioni per la liberazione di Abdullah #Öcalan, leader del #PKK e del movimento di liberazione curdo, per la liberazione di tutte le migliaia di prigioniere e prigionieri del movimento confederale (curdo, turco, armeno, ezida, arabo e non solo) in #Iran, #Iraq, #Siria e #Turchia.

🏴🇹🇷 Contro il regime di #Erdogan e il sostegno turco a #Daesh e alla galassia jihadista. I bombardamenti turchi delle scorse settimane contro il #Rojava e sui campi dell'autogoverno curdo in Iraq hanno come obiettivo stroncare la rivoluzione e gli sforzi di fronteggiare l'embargo e la pandemia delle Amministrazioni autonome.

✌️Scendere in piazza sabato per farla finita con gli accordi UE-Ankara e sostenere le esperienze rivoluzionarie che si stanno realizzando al prezzo di 40 anni di resistenza in Turchia e Iraq, 11 di guerra civile in Siria, oltre 10mila caduti nella guerra di liberazione contro ISIS.
#Turchia e #KRG attaccano #Rojava e zone autonome nel Nord #Iraq
Lo scorso15 aprile, #Erdogan e #Barzani (capo di Stato autoritario e conservatore del KRG- Governo regionale del Kurdistan iracheno) hanno riaffermato la cooperazione bilaterale «per promuovere stabilità e sicurezza»: il che si è tradotto in una nuova operazione militare contro il #Pkk e le esperienze di autonomia e confederalismo democratico nel nord-Iraq e in Rojava.

L’ultima volta appena due mesi e mezzo fa: i primi di febbraio (a pochi giorni dalla fine del tentato assalto di #Daesh/ISIS alla prigione di Hasakah, nella Siria del nord-est), con l'operazione «Aquila d’inverno» la Turchia aveva colpito in contemporanea #Makhmour (cuore, con la montagna di #Qandil, del confederalismo democratico nel nord Iraq), Rojava e la zona autonoma yezida di #Shengal: ore di bombambardamenti su villaggi e un campo profughi e quasi 30 morti tra forze di autodifesa e civili.

Ieri l'esercito iracheno ha attaccato diversi villaggi nel distretto di Shengal amministrato dall'autogoverno yezida (dopo il genocidio commesso da Daesh e permesso dai peshmerga del clan Barzani nell'agosto 2014 e la liberazione a opera del Pkk e delle milizie yezide YBS formatesi nella guerra rivoluzionaria in Rojava), nel tentativo fallito di assumerne il controllo. Nel mentre l’esercito turco ha colpito cinque villaggi del distretto di Zarghan, mentre i combattenti delle Hpg (le Forze di difesa del Popolo, braccio armato del movimento curdo) hanno ucciso 32 soldati turchi e danneggiato diversi velivoli militari.

Una nuova offensiva militare parallela in Iraq e Siria da parte di Erdogan, che sta approfittando dell’immagine di mediatore nella crisi ucraina e che ha potuto agire anche grazie al via libera concesso stavolta da #Putin. Nelle ultime settimane infatti la Russia ha annunciato una operazione congiunta con l'esercito di #Assad e Ankara nelle zone di #Derbesiye #Amude e #Qamishlo qualora le Forze democratiche siriane del Rojava non lasceranno il controllo militare delle zone alle truppe di Damasco.
Crisi turca, tra nuove operazioni di guerra in Siria e il ricatto scandinavo.
Il governo dell'#AKP in #Turchia è ai minimi storici di consenso, davanti una crisi economica e politica che non si vedeva da 21 anni a questa parte (proprio quando finì il kemalismo e iniziò l'era di #Erdogan). Il presidente-sultano ha annunciato lo scorso 1 giugno una nuova operazione militare in Siria, che andrà a colpire Tel Rifaat e Manbij per "ripulirle dai terroristi". Due snodi essenziali che, se dovessero cadere, spezzerebbero di fatto l'unità territoriale del #Rojava e isolerebbero #Kobane. Le Forze democratiche siriane e le milizie popolari sono in allerta generale.

🇮🇶 Nel mentre prosegue l'occupazione militare de facto del nord Iraq da parte di #Ankara (permessa dal Governo regionale del #Kurdistan iracheno), sulle cui operazioni la Commissione Difesa e Sicurezza del Parlamento iracheno ha (finalmente) aperto un'indagine.

🇹🇷 Nell'ultima settimana in tutta Europa si sono svolte manifestazioni a sostegno della resistenza curda e del Rojava. A Roma al corteo è stato impedito a lungo di partire da parte della questura per la "presenza di bandiere del #PKK". Molti ambasciatori, in ultimo anche quello italiano, sono stati convocati dal ministro degli Esteri turco per protesta formale per non aver impedito e sciolto "iniziative pubbliche a favore di organizzazioni terroristiche".

🇸🇪 Nel frattempo il balletto attorno alla richiesta di ammissione di #Svezia e #Finlandia alla #NATO prosegue: l'ambasciatore turco in Svezia ha chiesto l'estradizione di Amineh #Kakabaveh, deputata svedese di origine curda e in passato militante del gruppo marxista-leninista Komala nel #Rojhilat (Kurdistan iraniano). Nonostante abbia poi ritrattato la sua richiesta, il caso ha creato scalpore: Amineh è curda-iraniana e non ha mai fatto parte del PKK.

🗣 Attorno al ricatto in cui si sono infilati da soli i governi di Stoccolma e Helskinki ruotano i destini di migliaia di persone - che ora temono persino di scendere in piazza a manifestare. Lo ha detto bene proprio Kakabaveh, il cui voto in parlamento è vitale per la sopravvivenza dell'esecutivo svedese. La sua scelta dipenderà dalla posizione che la premier deciderà di assumere nei confronti delle richieste avanzate dalla Turchia contro la comunità curda presente nel paese.
🇹🇷 Strage di #Zaxo, proteste in tutto l'Iraq contro l'occupazione militare turca
🛩 Due giorni fa, il 20 luglio droni turchi hanno colpito un'area di villeggiatura nella cittadina di Zaxo, nel #Kurdistan iracheno, vicino al confine con la #Turchia. Nel bombardamento, 8 turisti hanno perso la vita e 23 sono rimasti feriti. Negli ultimi 7 mesi di attentati su suolo iracheno, lo Stato turco ha ucciso 28 civili.

🗣 Non appena resa pubblica la notizia della strage, in tutto l'Iraq le persone sono scese in piazza per protestare contro il silenzio di Baghdad e Erbil (sede del Governo regionale del Kurdistan iracheno) sull'invasione de facto in corso da anni nel nord #Iraq da parte della Turchia. Le proteste non si sono limitate alla sola regione curda, ma sono esplose anche a Baghdad, dove i manifestanti hanno preso d'assalto l'ambasciata turca.

🤐 La propaganda di Stato e i media hanno ovviamente negato la responsabilità turca della strage, affermando invece che questa sarebbe colpa del #PKK e dei "terroristi curdi" - motivo per cui le truppe di Ankara si troverebbero nel nord Iraq, coinvolte in operazioni "di sicurezza nazionale".

🚩 Ricordiamo che il 20 luglio era anche il triste anniversario di un'altra strage avvenuta con la complicità dell'intelligence di Ankara: quella di #Suruc del 2015, compiuta da attentatori suicidi dell'ISIS. Persero la vita 32 militanti della Gioventù socialista turca che si trovavano nel Centro culturale Amara della cittadina sul lato turco del confine con la #Siria, in procinto di partire per supportare la ricostruzione della vicina #Kobane. La polizia turca bloccò l'arrivo delle ambulanze e anzi aggredì e arrestò i sopravvissuti e le persone scese in piazza.
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
#Turchia/Nord #Kurdistan
Nella famigerata prigione di massima sicurezza di Amed/Diyarbakir e nella prigione di Hatay sono scoppiate delle rivolte, i detenuti chiedono di avere notizie delle proprie famiglie colpite dal #terremoto.
Al momento il bilancio è di 3 prigionieri uccisi.