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TEHERAN: UCCISO ISMAIL HANIYEH, LEADER DI HAMAS

Hamas ha comunicato la morte del suo leader Ismail Haniyeh in seguito a un raid israeliano contro la sua residenza a Teheran. Haniyeh era capo dell'ufficio politico di Hamas dal 2017. Inoltre è stato primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese dal 2006 al 2007 e capo dell'amministrazione della Striscia di Gaza dal 2014 al 2017. Haniyeh è stato ucciso insieme a una delle sue guardie del corpo. Le Guardie della Rivoluzione Islamica hanno riferito che la residenza del capo di Hamas "è stata colpita a Teheran e, a seguito di questo incidente, lui e una delle sue guardie sono stati martirizzati".

"Il fratello, leader, mujahid Ismail Haniyeh, capo del movimento, è morto in un attacco sionista al suo quartier generale a Teheran dopo aver partecipato all'insediamento del nuovo presidente (iraniano)", ha affermato il movimento in un comunicato. “L'assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh in Iran rappresenta una grave escalation che non raggiungerà i suoi obiettivi”, ha dichiarato il funzionario della fazione islamica Sami Abu Zuhri, citato dai media israeliani. Anche Abbas condanna l’attacco, mentre le autorità islamiche e palestinesi chiamano il popolo alla protesta di massa.

Testo | la Repubblica

Nella foto: Ismail Haniyeh mentre ride di fronte alle immagini del 7 Ottobre 2023

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E pensare che proprio ieri a Teheran...😏
Notizia del 30 Luglio 2024:

IRAN, KHAMENEI INCONTRA HAMAS E JIHAD ISLAMICA PALESTINESE: "LA BANDIERA DELL'ISLAM OGGI E' NELLE MANI DI GAZA"

«Oggi, la più alta bandiera dell'Islam è nelle mani dei palestinesi e del popolo di Gaza e, grazie alla loro resistenza, è stato preparato il terreno più che mai per la promozione dell'Islam». Lo ha affermato la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, durante un incontro a Teheran con il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e del segretario generale della Jihad islamica palestinese, Ziad al-Nakhalah. Secondo quanto riferisce Irna, Haniyeh ha affermato che «oggi, 300 giorni dopo l'inizio della guerra di Gaza, siamo ad un punto sensibile e storico ed è tempo che le forze della resistenza consolidino il loro eroismo e la loro vittoria».

Da parte sua, Al-Nakhalah ha sottolineato che l'unità di Hamas e della Jihad islamica palestinese e la cooperazione tra i gruppi del «fronte della resistenza» sono nelle loro migliori condizioni. Haniyeh e al-Nakhalah si trovano a Teheran per partecipare alla cerimonia di insediamento del presidente eletto in Iran, Massoud Pezeshkian.

Testo | Corriere della Sera

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IRAN, KHAMENEI MINACCIA ISRAELE: "NOSTRO DOVERE VENDICARE SANGUE DI HANIYEH"

La Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, ha minacciato una dura rappresaglia contro Israele per l'uccisione a Teheran del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, all'indomani del giuramento del nuovo presidente della Repubblica islamica, Masoud Pezeshkian. Khamenei, secondo quanto riportano i media iraniani, ha dichiarato in una nota che “il regime criminale e terrorista sionista”, uccidendo Haniyeh, “ha preparato per se stesso una dura punizione”.

Sottolineando come il leader di Hamas non avesse paura di “diventare un martire sulla via di Dio”, Khamenei ha aggiunto: è “nostro dovere vendicare il suo sangue” anche per il fatto che l'omicidio è avvenuto “sul territorio della Repubblica islamica”.

“Offro le mie condoglianze alla Umma islamica, al fronte della resistenza, alla coraggiosa e orgogliosa nazione della Palestina e soprattutto alla famiglia del martire Haniyeh”, ha aggiunto la Guida Suprema.

testo | RaiNews

Nella foto: l'incontro del 30 Luglio 2024 a Teheran tra l'ayatollah Alì Khamenei, Guida Suprema iraniana, e il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e del segretario generale della Jihad islamica palestinese, Ziad al-Nakhalah

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CHEF RUBIO CONDANNATO A CANCELLARE I MESSAGGI SUI SOCIAL PERCHE' ANTISEMITI

Gabriele Rubini, più noto come Chef Rubio, dovrà cancellare alcuni messaggi diffusi sui social perché antisemiti. A stabilirlo è il Tribunale Civile di Roma, con una ordinanza pubblicata il 30 Luglio 2024, in merito a un procedimento d’urgenza, promosso dall'Ucei Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

."Il Tribunale, in particolare, ha ritenuto in via di urgenza che i messaggi di recente diffusi sui canali social dal signor Rubini - si legge - costituiscano 'dichiarazioni idonee a diffondere il pregiudizio antisemita, che ledono nel loro complesso la dignità e la reputazione della comunità ebraica e come tali sono diffamatorie", risolvendosi in "incitamento all'odio ('hate speech'), in quanto diretti intenzionalmente a spingere all'intolleranza verso singoli, persone e gruppi offendendone la dignità, tanto da costituire un pericolo per la loro sicurezza".

"Si tratta di una importante riaffermazione dei principi di civile convivenza, e del rispetto della dignità altrui, tanto più rilevante nel quadro di intolleranza e di dilagante antisemitismo, di cui drammaticamente, ogni giorno, si ha conferma. La giurisdizione e lo Stato di diritto devono continuare a essere i punti di riferimento per il presidio di quei principi. Resta confermato il principio che Ucei è legittimata ad agire a tutela dei diritti e degli interessi dell'ebraismo italiano e delle sue realtà comunitarie in forza delle competenze istituzionali affidate alla sua cura", si legge nella nota dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane.

Testo | RomaToday

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"ISRAELIANI SPECIE DEMONIACA": L'INSULTO RAZZISTA DI PATRICK ZAKI | di Marco Leardi

Patrick Zaki insiste e su Israele torna a stillare veleno. Nelle scorse ore l'attivista egiziano si è sfogato sui social in merito alla situazione mediorientale, utilizzando parole durissime nei confronti dello Stato ebraico. L'ex studente, in particolare, ha rilanciato sulla piattaforma X le drammatiche immagini di un bombardamento nella Striscia di Gaza: nel video si vede una donna disperarsi davanti a un edificio completamente in fiamme. "Una bambina palestinese viene bruciata viva dopo un attacco aereo israeliano su un edificio che ospita civili sfollati", ha scritto Zaki a commento.

E ancora, ha aggiunto: "Tutto ciò che sua madre può fare è stare seduta lì e guardare, che Dio maledica la loro specie demoniaca". In particolare, quest'ultima espressione ha comprensibilmente colpito l'attenzione di diversi utenti della piattaforma X, che hanno esternato il loro disappunto. "Specie demoniaca? Israele è una specie demoniaca? Capisco che lei, signor Zaki, essendo un egiziano, possa essere abituato a tale linguaggio quando parla di Israele. Ma qui ci troviamo in Italia. E tali espressioni non sono ben accette", ha scritto ad esempio un commentatore.

E in un'altra reazione si legge: "Scusi ma cosa intende per 'specie demoniaca'? Forse ho capito male io. Spero". In effetti il linguaggio utilizzato da Zaki lascia a dir poco perplessi, anche perché stavolta non sembra riguardare un'autorità politica in senso astratto o figurato. In passato, lo stesso attivista egiziano si era espresso con parole altrettanto dure nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu - בנימין נתניהו, da lui definito un "serial killer" in un post pubblicato sui social. Travolto dalle polemiche e accusato di dimenticare le vittime israeliane del conflitto in corso, lo scorso dicembre Patrick aveva replicato così: "Non dimentico i civili israeliani nelle mani dei terroristi e spero che siano presto liberati. Ma ho scelto di essere la voce dei civili palestinesi, la voce di chi non ha voce".

Poi, le sue successive partecipazioni alle assemblee studentesche negli accampamenti universitari pro-Palestina e i ripetuti post sui social per dar spazio alle istanze di Gaza. Nelle scorse ore, dopo quella frase sulla "specie demoniaca", l'attivista è tornato a far parlare di sé.

"Questo sarà in prima pagina sui giornali italiani? No perché non è ucraina o israeliana, è solo una povera bambina palestinese come 15000 bambini sono stati uccisi negli ultimi 300 giorni", ha aggiunto Zaki in riferimento al video rilanciato sulla piattaforma X, convintissimo delle proprie argomentazioni. Peccato solo che, nelle sue continue uscite a sostegno della Palestina, Patrick non trovi parole altrettanto dure per condannare i terroristi islamici che tengono il popolo palestinese in ostaggio.

Testo | Il Giornale

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GAZA: DISTRUTTI LANCIARAZZI E FABBRICA DI ARMI DI HAMAS SITUATI NELLA ZONA UMANITARIA

Jet israeliani hanno colpito lanciarazzi di Hamas situati nella Striscia di Gaza meridionale, a ridosso di due magazzini per la distribuzione di aiuti umanitari di cui uno appartenente all’UNRWA. Da quest’area la scorsa settimana sono state lanciate decine di razzi, principalmente contro comunità israeliane di confine, ma anche più lontano verso Gan Yavne, vicino ad Ashdod, e verso Kiryat Malachi.

I lanciarazzi sono stati colpiti e distrutti e le Forze di Difesa israeliane affermano d’aver identificato esplosioni secondarie indicanti che vi erano immagazzinati esplosivi e munizioni.

“L’organizzazione terrorista Hamas vìola regolarmente il diritto internazionale sfruttando sistematicamente edifici civili e popolazione civile come scudi umani per attività terroristiche contro lo stato di Israele”, hanno ribadito mercoledì le Forze di Difesa israeliane.

L’esercito ha anche comunicato d’aver attaccato e distrutto martedì un impianto per la produzione di armi appartenente a Hamas e Jihad Islamica Palestinese, posizionato all’interno della zona umanitaria nella striscia di Gaza.

Le Forze di Difesa israeliane hanno specificato d’aver adottato “molte misure” per ridurre al minimo eventuali danni a non combattenti, tra cui sorveglianza aerea, munizioni commisurate al bersaglio e altri dati di intelligence.

Testo | Israele.net

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L'IDEATORE DEL 7 OTTOBRE SINWAR NOMINATO CAPO DI HAMAS | di Daniel Clark

Hamas ha nominato Yahya Sinwar capo “politico” dopo la morte di Ismail Haniyeh.

È la risposta più esaustiva che il gruppo terroristico arabo-palestinese potesse dare riguardo la sua vera natura.

La tanta pubblicizzata divisione tra ala politica e ala militare di Hamas, che gestisce la Striscia dal 2007, risiede solo nelle cancellerie contrarie a Israele e nei cuori di chi utilizza l’antisionismo per giustificare il proprio antisemitismo.

Hamas ha scelto come suo capo politico un omicida, una delle menti dei barbari attacchi del 7 ottobre, uno che ha passato 23 anni della sua vita nelle carceri israeliane, in cui è riuscito a imparare perfettamente l’ebraico.

Durante la detenzione, Sinwar venne curato per un tumore al cervello dal cattivo regime “sionista” che ha sempre combattuto. Di fatto, il capo di Hamas vive grazie alle cure dei medici israeliani.

In un mondo dell’informazione normale, dove l’atavico antisemitismo non albergasse dentro diverse persone, basterebbe questo per spazzare ogni sequenza della narrativa arabo-palestinese antisraeliana.

Saremmo contenti di essere smentiti, non ricordiamo un altro paese che abbia salvato la vita a un terrorista che lo combatte.

Nessuna riconoscenza da parte di Sinwar rilasciato nel 2011 nell’ambito dello scambio, che vide Israele liberare più di mille detenuti arabo-palestinesi in cambio del soldato Gilad Shalit.

Nessun commento positivo da parte dei media, dei giornalisti, dei personaggi dello spettacolo, che consapevolmente o no (?) contribuiscono a riempire le piazze di odio contro Israele e gli ebrei.

Nessuno che riporti questa notizia come straordinaria, incredibile, al di fuori della “normale logica” della guerra.

È sì inserita nei vari articoli sulla fresca nomina di Sinwar, ma non con l’enfasi e lo spazio che meriterebbe.

Farlo contribuirebbe a scalfire l’opinione di uno stato d’Israele cattivo e brutale. Toglierebbe quel timbro contro lo Stato ebraico che in diversi non si possono permettere; vuoi per opportunità politica, vuoi per tornaconto personale, vuoi per l’innescamento di un meccanismo che metterebbe in crisi il loro sistema di valori e convinzioni…

[Continua a leggere l'articolo sul nostro sito >> https://www.progettodreyfus.com/sinwar-capo-hamas/ ]

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USA: "SINWAR BRUTALE TERRORISTA, MA DEVE ACCETTARE LA TREGUA"

"Sinwar è un brutale terrorista che ha sulle sue mani il sangue dei cittadini americani e non solo". Lo ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, aggiungendo che il nuovo leader di Hamas "dovrebbe essere affidato alla giustizia, ma ora bisogna proseguire con i negoziati fino alla fine e lui è la persona che deve accettare questo cessate il fuoco".

Testo | Tgcom24

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𝐆𝐀𝐙𝐀: 𝐇𝐀𝐌𝐀𝐒 𝐂𝐎𝐍𝐓𝐈𝐍𝐔𝐀 𝐀𝐃 𝐔𝐓𝐈𝐋𝐈𝐙𝐙𝐀𝐑𝐄 𝐙𝐎𝐍𝐄 𝐔𝐌𝐀𝐍𝐈𝐓𝐀𝐑𝐈𝐄 𝐏𝐄𝐑 𝐋𝐀𝐍𝐂𝐈𝐀𝐑𝐄 𝐑𝐀𝐙𝐙𝐈 𝐎 𝐒𝐏𝐀𝐑𝐀𝐑𝐄 𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐎 𝐈 𝐌𝐈𝐋𝐈𝐓𝐀𝐑𝐈 𝐈𝐒𝐑𝐀𝐄𝐋𝐈𝐀𝐍𝐈

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato di aver chiuso temporaneamente una strada a Rafah utilizzata per fornire aiuti umanitari ai palestinesi della città del sud della Striscia di Gaza. Il provvedimento è stato motivato affermando che miliziani di Hamas hanno aperto il fuoco nell'area, che è così "diventata una zona di combattimento attivo".

In un comunicato citato dai media locali, le forze armate israeliane sottolineano che "𝒍'𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒊𝒕𝒂̀ 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒐𝒓𝒊𝒔𝒕𝒊𝒄𝒂 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒂𝒓𝒆𝒆 𝒖𝒎𝒂𝒏𝒊𝒕𝒂𝒓𝒊𝒆 𝒆 𝒊𝒏 𝒄𝒖𝒊 𝒆̀ 𝒄𝒐𝒏𝒄𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒕𝒂 𝒍𝒂 𝒑𝒐𝒑𝒐𝒍𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒂𝒏𝒏𝒆𝒈𝒈𝒊𝒂 𝒊𝒍 𝒄𝒐𝒐𝒓𝒅𝒊𝒏𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒖𝒎𝒂𝒏𝒊𝒕𝒂𝒓𝒊𝒐 𝒆 𝒍𝒂 𝒅𝒊𝒔𝒕𝒓𝒊𝒃𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒊𝒖𝒕𝒊".

Dopo il lancio di razzi verso il centro di Israele, il portavoce arabo delle Forze di Difesa israeliane Avichay Adraee ha esortato martedì sera i residenti del quartiere Bani Suheila di Khan Yunis a sfollare, spiegando che “𝒂 𝒄𝒂𝒖𝒔𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒊𝒏𝒖𝒐 𝒍𝒂𝒏𝒄𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒓𝒂𝒛𝒛𝒊 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒗𝒐𝒔𝒕𝒓𝒂 𝒛𝒐𝒏𝒂 𝒂𝒅 𝒐𝒑𝒆𝒓𝒂 𝒅𝒊 𝑯𝒂𝒎𝒂𝒔 𝒆 𝒂𝒍𝒕𝒓𝒆 𝒐𝒓𝒈𝒂𝒏𝒊𝒛𝒛𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒐𝒓𝒊𝒔𝒕𝒆, 𝒍𝒆 𝒇𝒐𝒓𝒛𝒆 𝒊𝒔𝒓𝒂𝒆𝒍𝒊𝒂𝒏𝒆 𝒊𝒏𝒕𝒓𝒂𝒑𝒓𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒂 𝒃𝒓𝒆𝒗𝒆 𝒖𝒏’𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒊 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒐𝒓𝒊𝒔𝒕𝒊. 𝑷𝒆𝒓 𝒍𝒂 𝒗𝒐𝒔𝒕𝒓𝒂 𝒔𝒊𝒄𝒖𝒓𝒆𝒛𝒛𝒂, 𝒕𝒓𝒂𝒔𝒇𝒆𝒓𝒊𝒕𝒆𝒗𝒊 𝒖𝒓𝒈𝒆𝒏𝒕𝒆𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒛𝒐𝒏𝒂 𝒖𝒎𝒂𝒏𝒊𝒕𝒂𝒓𝒊𝒂”.

Testo | la Repubblica & Israele.net

Nella foto: l'immagine fornita da Idf che mostra il luogo da cui sono partiti i due razzi che ieri sono stati lanciati contro Tel Aviv, nella zona umanitaria di Khan Younis

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HAMAS INSISTE A DETTARE LE CONDIZIONI: "NEGOZIATI SOLO CON RITIRO TOTALE ISRAELE"

"Non parteciperemo ai negoziati al solo scopo di negoziare. C'è una proposta approvata dal Consiglio di Sicurezza Onu che dobbiamo attuare. Ci deve essere un ritiro totale di Israele dalla Striscia di Gaza": lo ha ribadito un dirigente di Hamas, Mahmoud Mardawi, a Sky News Arabia. Lo scrive su X l'emittente panaraba emiratina.

Testo | Sky tg24

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COLLOQUI A DOHA PER UNA TREGUA A GAZA, MA HAMAS NON PARTECIPERA'

Dopo aver scatenato la guerra nella Striscia di Gaza il 7 Ottobre 2023 invadendo lo Stato di Israele e uccidendo almeno 1.200 vittime innocenti, deportandone più di 200 nella Striscia di Gaza e detenendo ancora oggi più di 100 ostaggi, alcuni di essi purtroppo morte, dopo aver ridotto la propria popolazione allo stremo, dopo aver richiesto più volte un incontro per un cessate il fuoco, Hamas oggi non parteciperà ai colloqui previsti per oggi a Doha, in Qatar, ma - bontà loro - i mediatori prevedono consultazioni dopo il 15 agosto: "Intraprendere nuovi negoziati consente a Israele di imporre nuove condizioni e di utilizzarli per compiere altri massacri", ha detto il funzionario (quindi un terrorista) di Hamas Sami Abu Zuhri, come riporta The Times of Israel citando Reuters. "Hamas è impegnata a rispettare la proposta presentata il 2 luglio", ha aggiunto.

L'assenza di Hamas, tuttavia, non elimina le possibilità di progressi, poiché il suo capo negoziatore Khalil al-Hayya risiede a Doha e il gruppo ha canali aperti con Egitto e Qatar.

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USA: PRESIDENTE COLUMBIA UNIVERSITY SI DIMETTE DOPO PROTESTE ANTISEMITE A FAVORE DELLA CAUSA PALESTINESE

La presidente della Columbia University , Minouche Shafik, si è dimessa dopo mesi di critiche da parte di studenti e membri del Congresso per il modo in cui ha gestito le proteste pro-Palestina nel campus. Lo ha annunciato in una lettera indirizzata "alla comunità della Columbia". Shafik è il terzo presidente della Ivy League a dimettersi in seguito alla reazione negativa alla testimonianza davanti al Congresso all'inizio di quest'anno sul presunto antisemitismo nei campus. Le mobilitazioni contro la guerra e gli accampamenti alla Columbia e nei campus di tutti gli Stati Uniti sono stati un punto di rottura nei dibattiti sul sostegno Usa a Israele nella sua campagna contro Hamas a Gaza.

Secondo molti, le proteste alla Columbia e altrove sono sfociate nell'antisemitismo e nell'intimidazione, culminando nella testimonianza davanti al Congresso fatta da molti presidenti degli atenei - tra cui anche Shafik - per non avere sufficientemente tutelato gli studenti ebrei.

"Ho avuto modo di riflettere e ho deciso che il mio trasferimento in questo momento consentirebbe alla Columbia di affrontare al meglio le sfide future", ha scritto Shafik in un'e-mail pubblicata sul quotidiano studentesco Columbia Spectator. "Faccio questo annuncio ora, in modo che una nuova leadership possa essere pronta prima dell'inizio del nuovo mandato".

Testo | @La Repubblica

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HERBERT PAGANI, L'ANTISEMITISMO E L'ANTISIONISMO

Ricordiamo oggi l'artista ed intellettuale Herbert Avraham Haggiag Pagani (Tripoli, 25 aprile 1944 – Palm Beach, 16 agosto 1988).

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IL PIANO DI HAMAS PER SACCHEGGIARE LE TOMBE NEI CIMITERI BRITANNICI DI GAZA

Hamas aveva un piano per saccheggiare le tombe nei cimiteri britannico e del Commonwealth di Gaza e rubare i resti dei soldati caduti nella Prima e Seconda Guerra Mondiale per poi ricattare il governo del Regno Unito dietro la loro restituzione: lo afferma il The Jerusalem Post, che cita uno scoop del Daily Telegraph , secondo cui il piano sarebbe emerso da documenti sequestrati in gennaio a Khan Younis dai militari israeliani, visionati dal giornale britannico.

Oltre ai resti dei soldati britannici, il piano prevedeva anche di rubare i resti di 3.000 soldati di Paesi del Commonwealth che combattevano a fianco dei britannici. Il piano in sette pagine, scrive il Jp, era contenuto in una cartella di plastica con l'etichetta «M'Raed» ritrovato dai militari in un compound di Hamas a Khan Younis, probabilmente elaborato nel 2022, e farebbe capo all'ex numero due di Hamas Mohammed Deif, recentemente ucciso in un raid israeliano, e all'allora capo militare Yahya Sinwar, oggi divenuto leader del movimento dopo l'uccisione di Ismail Haniyeh a Teheran.

L'intento era quello di compiere un sequestro giudiziario dei resti dei caduti, da ricollocare in un luogo apposito, e di chiedere all'allora ministra degli Esteri Liz Truss, che aveva dichiarato di voler trasferire l'ambasciata britannica in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, di fare marcia indietro. E imponendo anche una «tassa di locazione» da pagare a Hamas per aver ospitato il cimitero sul proprio territorio, compresi gli arretrati dal 1917 in poi, scrive il Telegraph, citato dal Jerusalem Post.

Testo | Corriere della Sera

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HERZOG: "HAMAS E' IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO NEL RAGGIUNGERE UN ACCORDO SUGLI OSTAGGI"

Il presidente israeliano, יצחק הרצוג - Isaac Herzog, ha affermato che Hamas è il responsabile del fallimento nel raggiungere un accordo sugli ostaggi. Herzog ha parlato nel corso del suo incontro con il segretario di Stato americano Antony Blinken.

"La gente deve capire che tutto inizia con il rifiuto di Hamas di andare avanti", si legge sulle pagine del The Times of Israel. "Siamo semplicemente ancora molto fiduciosi di poter andare avanti nei negoziati tenuti dai mediatori", ha anche aggiunto, ringraziando gli Stati Uniti, l'Egitto e il Qatar per i loro sforzi.

"Non c'è obiettivo umanitario più grande e non c'è causa umanitaria più grande del riportare a casa i nostri ostaggi come avrebbero dovuto fare molto tempo fa", ha proseguito il presidente israeliano che ha ringraziato il presidente Joe Biden per "aver mostrato e proiettato potenza in questa regione" di fronte alle minacce iraniane.

"Avete radunato una coalizione molto potente e impressionante di eserciti, marine e poteri che sono qui per proteggere gli interessi della coalizione di nazioni che vuole muoversi verso la pace e un futuro migliore in Medio Oriente, contro l'impero del male, che inizia ed emana da Teheran", ha concluso Herzog.

Testo | la Repubblica

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GAZA: RECUPERATI CORPI DI SEI OSTAGGI ISRAELIANI

L'esercito israeliano ha confermato che sono stati recuperati i corpi di sei ostaggi nella Striscia di Gaza, rendendo nota anche l'identità del sesto. Si tratta di Alexander Dancyg, la cui morte era stata confermata il mese scorso dalle Forze di difesa israeliana. Israeliano di origine polacca, nato a Varsavia nel 1948 da sopravvissuti all'Olocausto, Dancyg era uno storico, collaboratore dell'Istituto Yad Vashem, agricoltore e attivo sostenitore del dialogo ebraico-polacco. Rapito da Hamas nel kibbutz Nir Oz, Dancyg aveva subito un intervento chirurgico al cuore diversi anni fa e necessitava di farmaci.

In Polonia aveva ricevuto la Croce d'argento al merito dall'allora presidente polacco Lech Kaczynski. Dopo il suo rapimento, a Varsavia sono stati dipinti diversi murales con l'hashtag "StandWithAlex".

Anche la sua ex moglie e i suoi nipoti erano nel kibbutz durante il massacro del 7 ottobre, ma sono riusciti a sopravvivere nella stanza di sicurezza dove si erano rifugiati, ha raccontato il figlio Ben a Channel 12 News.

Gli altri ostaggi identificati sono Nadav Popplewell, Yagev Buchshtab, Yoram Metzger, Haim Peri e Avraham Munder, riporta il The Jerusalem Post.

Il kibbutz di Nirim, dove vivevano Nadav Popplewell e Yagev Buchshtab, ha confermato che i loro cadaveri sono stati riportati in Israele. Il kibbutz di Nir Oz, da dove erano stati rapiti lo scorso 7 ottobre, ha confermato che sono stati recuperati a Gaza i corpi di Haim Peri e Yoram Metzger durante un'operazione militare. Entrambi avevano 80 anni. Peri è stato ricordato come un ''imprenditore, umanista e attivista per la pace'' che ha salvato la moglie il 7 ottobre prima di essere rapito, scrive il The Times of Israel. Metzger, che aveva lavorato in una fabbrica di vernici e in seguito in un'autofficina, è stato rapito insieme alla moglie Tami che è stata rilasciata tramite un accordo a novembre.

Inoltre il kibbutz di Nir Oz ha annunciato che l'ostaggio Avraham Munder, 79 anni, è morto durante la prigionia a Gaza, mentre suo nipote Eyal Mor ha detto all'emittente Kan che il corpo dello zio è stato recuperato in un tunnel a Khan Younis, nel sud di Gaza.

Il figlio di Avraham Munder, Roy, è stato assassinato il 7 ottobre e lui è stato rapito insieme alla moglie Ruti, alla figlia Keren e al suo unico nipote Ohad. Tutti e tre sono stati rilasciati in seguito a un accordo a novembre.

Testo | Adnkronos

Nella foto gli ostaggi i cui corpi privi di vita sono stati recuperati dall'esercito israeliano nella Stricia di Gaza: Nadav Popplewell, Yoram Metzger, Avraham Munder; Chaim Peri, Yagev Buchshtav, Alex Dancyg

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GAZA: "SINWAR CHIEDE GARANZIE PER LA SUA VITA SE C'E' L'ACCORDO"

Un alto funzionario egiziano ha riferito agli omologhi statunitensi che, se ci sarà un accordo sulla tregua a Gaza e la liberazione degli ostaggi, il capo di Hamas Yahya Sinwar pretende che "la sua sicurezza dovrà essere garantita", intendendo che Israele dovrà impegnarsi a non cercare di eliminarlo dopo l'accordo. Lo riferisce ynet

Testo | la Repubblica

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PARIGI, ATTENTATO DAVANTI SINAGOGA: ESPLOSE DUE AUTO

Un poliziotto è rimasto ferito in seguito all'esplosione avvenuta davanti a una sinagoga nel sud della Francia, a La Grande-Motte: lo hanno reso noto fonti ufficiali.

L'esplosione sarebbe stata causata da almeno due auto, una delle quali contenente una bombola di gas, che sono state incendiate davanti alla sinagoga di La Grande-Motte, Lo hanno reso noto la gendarmeria e il sindaco della città, Stéphan Rossignol. La Procura nazionale antiterrorismo francese ha avviato un'inchiesta. L'attentatore aveva con sé una pistola. E' quanto risulta dall'esame delle immagini della videosorveglianza studiate in queste ore dagli inquirenti. L'uomo, tuttora in fuga e attivamente ricercato, aveva una pistola la cui canna si vede spuntare dalla bandiera palestinese che aveva legata alla vita. In testa, il fuggiasco aveva una "kefiah" rossa, tipico copricapo arabo. La pistola, da un primo esame degli esperti, sarebbe una 9 mm.

"Si sta facendo di tutto per trovare l'autore di questo atto terroristico": lo ha detto il presidente francese, Emmanuael Macron, riferendosi all'attacco di questa mattina alla sinagoga di La Grande-Motte, nel sud del Paese.

Il primo ministro francese, Gabriel Attal, arrivato a La Grande-Motte, nel sud della Francia, ha visitato la zona dell'attentato alla Sinagoga. Subito dopo, ha affermato davanti ai giornalisti presenti: "Abbiamo sfiorato un dramma assoluto". Secondo il premier, dimissionario ma in carica per gli affari correnti, l'attentatore "ha incendiato diverse porte di ingresso della sinagoga, poi diverse auto". "Era estremamente attivo, secondo le immagini della videosorveglianza", ha aggiunto, precisando che oltre 200 poliziotti e gendarmi sono mobilitati sulle sue tracce.

Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso le immagini di un individuo che dava fuoco ai veicoli. Secondo una fonte della gendarmeria, due porte della sinagoga sono state danneggiate dal fuoco. I vigili del fuoco sono stati chiamati sul posto e hanno allertato la gendarmeria intorno alle 8.30.

Il primo ministro Gabriel Attal e il ministro dell'interno Gerald Darmanin hanno annunciato che si recheranno sul posto nel pomeriggio. Darmanin ha denunciato su X un atto "manifestamente criminale" ed ha aggiunto: "Voglio assicurare ai nostri concittadini ebrei e al Comune il mio pieno sostegno e dire che, su richiesta del Presidente della Repubblica Emmanuel Macron, si stanno mobilitando tutti i mezzi per trovare il colpevole".

Il presidente del Consiglio rappresentativo degli ebrei di Francia (Crif), Yonathan Arfi, ha condannato con forza "il tentativo di uccidere gli ebrei" nell'attacco di questa mattina. "L'uso di una bombola di gas in un'auto in un momento in cui i fedeli dovrebbero arrivare in una sinagoga non è semplicemente un incendio doloso, non è semplicemente attaccare un edificio, un luogo di culto, è il desiderio di uccidere", ha affermato all'agenzia di stampa Afp.

"Dobbiamo trattare questo caso come un attacco alla vita dei fedeli e non solo a un edificio, come abbiamo visto a Rouen", ha aggiunto. A maggio, la sinagoga di Rouen è stata incendiata all'alba da un uomo che è stato poi ucciso dalla polizia.

Testo | ANSA.it

Nella foto: un estratto del video di sorveglianza della sinagoga che ha ripreso l'attentatore, con indosso la solita kefyah e con la vita cinta da una altrettanto classica bandiera palestinese

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"Esprimo sdegno e ferma condanna per la pubblicazione di una vera e propria lista di proscrizione da parte di una formazione politica denominata Nuovo Partito Comunista Italiano, un documento inquietante e farneticante che riporta alla mente pagine buie della storia", afferma in una nota il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. "Voglio manifestare la mia vicinanza alla comunità ebraica e alle persone inserite nella lista. Non ci può essere spazio nella nostra società per qualsiasi atto di intolleranza o attacco alla libertà di espressione", sottolinea il ministro.

"La solidarietà della Lega a coloro che son comparsi nella lista di proscrizione dei ‘sionisti’ stilata dal ‘(nuovo) Partito comunista italiano’, compresa la collega Ester Mieli, cui va il nostro affetto. Il comunicato delirante, diramato dagli autori, preoccupa e ci riporta agli anni più bui della storia. Condanniamo con fermezza questa iniziativa, auspicando che la condanna arrivi da tutte le forze politiche". Così il senatore Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega e componente della commissione Segre.

"La lista di proscrizione di presunti 'agenti sionisti', pubblicata sul sito del sedicente Nuovo Pci, è semplicemente delirante. Una vicenda che dimostra come l'antisemitismo sia un pericolo reale e crescente nel nostro paese", afferma la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita, coordinatrice nazionale del partito.

"Nel lungo elenco di compaiono società, ma anche imprenditori, giornalisti e politici di estrazione e orientamento diversi, tutti accusati di essere 'persone di fiducia' di una fantomatica 'entità sionista'. A loro va la nostra solidarietà. Ci auguriamo che si faccia chiarezza – aggiunge la senatrice Iv – su chi ci sia dietro la pubblicazione di questi gravi documenti".

La Comunità ebraica di Roma esprime "la più ferma condanna della lista di proscrizione dei presunti 'agenti sionisti' apparsa su Internet, e solidarietà a quanti vi sono citati, in particolare ai numerosi iscritti alla Cer".

"Mancava soltanto lo strumento della lista di proscrizione, e della gogna pubblica con nomi e cognomi - sottolinea la Comunità Ebraica di Roma, per completare il repertorio sconfortante di un antisemitismo risorto e che sempre più alza la voce e il livello delle sue minacce. Additare gli obiettivi di un odio razzista, viscerale, mai sconfitto, è di per sé una forma di violenza e istigazione alla violenza, rispetto alla quale invitiamo il mondo politico e culturale a pronunciarsi in modo netto, chiaro e soprattutto corale, perché in gioco sono i valori stessi sui quali è fondata la nostra democrazia".

Testo |Adnkronos

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𝐋𝐀 𝐋𝐈𝐒𝐓𝐀 𝐃𝐈 𝐏𝐑𝐎𝐒𝐂𝐑𝐈𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 "𝐀𝐍𝐓𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐈𝐒𝐓𝐀" 𝐃𝐄𝐋 𝐍𝐔𝐎𝐕𝐎 𝐏𝐀𝐑𝐓𝐈𝐓𝐎 𝐂𝐎𝐌𝐔𝐍𝐈𝐒𝐓𝐀 | di Massimiliano Coccia

𝑼𝒏 𝒅𝒆𝒍𝒊𝒓𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒖𝒏𝒊𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒑𝒐𝒍𝒊𝒕𝒊𝒄𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒆𝒔𝒑𝒐𝒏𝒆 𝒂𝒍 𝒑𝒖𝒃𝒃𝒍𝒊𝒄𝒐 𝒅𝒊 𝒑𝒂𝒛𝒛𝒊 𝒆𝒔𝒂𝒍𝒕𝒂𝒕𝒊 𝒂𝒛𝒊𝒆𝒏𝒅𝒆 𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂𝒍𝒊𝒕𝒂̀ 𝒗𝒂𝒓𝒊𝒆, 𝒕𝒓𝒂 𝒄𝒖𝒊 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒂𝒍𝒊𝒔𝒕𝒊 𝒆 𝒂𝒎𝒊𝒄𝒊 𝒅𝒊 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒂𝒍𝒆. 𝑳𝒂 𝒑𝒓𝒐𝒄𝒖𝒓𝒂 𝒆 𝒍’𝑨𝒏𝒕𝒊𝒕𝒆𝒓𝒓𝒐𝒓𝒊𝒔𝒎𝒐 𝒊𝒏𝒅𝒂𝒈𝒂𝒏𝒐

I tempi non hanno sempre la stessa luce e i giorni che viviamo spesso sono flebilmente illuminati dal coraggio di pochi, e resi terribili dalla viltà di molti. C’è stato un tempo fatto di liste di proscrizione, di antisemitismo, di messa al bando di intere schiere di esseri umani trasformati in bestie e carne da macello. Quel tempo in cui gli ebrei erano il problema sembra ritornato questa volta senza vergogne. Non tanto per l’ennesima folle lista di proscrizione, questa volta a opera del Nuovo Partito Comunista che verga un delirante comunicato simile a quello che le Brigate Rosse lasciavano nelle cabine telefoniche, ma per l’ignavia che ormai colpisce come un’erbaccia nel tessuto del nostro dibattito pubblico.

Nel documento si legge che, «l’entità sionista è parte integrante del sistema di potere della Repubblica Pontificia (…). Essa opera nel nostro paese sia attraverso proprie aziende inserite nel tessuto finanziario e commerciale italiano, sia attraverso uomini di fiducia (ebrei e non ebrei) con ruoli apicali nell’ambito mass-mediatico, nel campo dell’istruzione, della medicina, della ricerca scientifica, della politica e delle istituzioni». E poi compila un «elenco di alcune di tali aziende e agenti».

In questa lista di odio antisemita ci sono anche giornalisti, collaboratori e amici di questo giornale (𝐿𝑖𝑛𝑘𝑖𝑒𝑠𝑡𝑎, 𝑛𝑑𝑟) , oltre a tanti altri con cui condividiamo battaglie e ideali.

Quella lista è anche il ritratto dell’impunità e dell’indifferenza, questi nuovi finto rivoluzionari che scrivono da Rue Lenin a Saint Denis in Francia facendoci capire che sono figli di tradizioni di clandestinità, espongono al pubblico di pazzi esaltati padri e madri di famiglia definiti «sionisti» e quindi meritevoli di chissà quale trattamento.

Tutto o parte del tutto nasce da Gabriele Rubini aka Chef Rubio, che in una lugubre festa dei Carc, come un predicatore d’odio ha lanciato una fatwa contro altri colleghi giornalisti dichiarando: «Loro devono avere paura ad andare al lavoro ogni giorno, loro devono temere per l’incolumità dei loro figli e delle loro figlie».

Profeti di sventura, eroi da tastiera che fanno dell’odio il loro lavoro grazie a reti mantenute con i soldi che Hamas raccoglie anche nel nostro Paese (come abbiamo raccontato anche da queste pagine), eroi che accusano di essere malmenati per la loro lotta contro il sionismo ma sono pronti a istigare omicidi, eroi che combattono una guerra dai loro cellulari e si mascherano da guerriglieri ogni sabato pomeriggio. La Palestina, Gaza e quant’altro sembra essere solo il pretesto per un odio antico, per un regolamento di conti, che ora col favore delle tenebre e di un’opinione pubblica in cui uccidere un ebreo non è più reato.

Su questo ennesimo episodio indaga la Procura della Repubblica di Roma e l’Antiterrorismo, le prefetture hanno già disposto dispositivi di protezione personale per i citati in quella lista. Lo Stato c’è e sicuramente ci sarà anche domani, resta da capire se continuerà ad esserci un opinione pubblica che si alzerà in piedi.

Testo | Linkiesta.it

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