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ONU: L'ASTENSIONE USA SULLA RISOLUZIONE PER IL CESSATE IL FUOCO A GAZA FA FELICE HAMAS

Dopo mesi di stallo il Consiglio di sicurezza ha approvato una risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza. Decisiva l’astensione degli USA. Nel documento, che ha ottenuto 14 voti a favore (oltre come detto all’astensione degli Stati Uniti, che avevano potere di veto) che non prevede alcuna condanna per i crimini di Hamas, si "chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonchè la garanzia dell'accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie". L'adozione è stata salutata con un lungo applauso.

Prima del voto la Russia ha preso la parola per proporre un emendamento e sostituire il termine "durevole" con "permanente" nella frase in cui si chiedeva "un cessate il fuoco immediato per il mese del Ramadan, rispettato da tutte le parti, che conduca ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile". Il termine è stato sostituito all'ultimo minuto e secondo l' Ambasciatore russo Vassily Nebenzia "annacqua il testo e lascia spazio alle interpretazioni, permettendo a Israele di riprendere le operazioni militari in qualsiasi momento". La richiesta è stata bocciata ma Mosca ha comunque votato a favore della risoluzione.

"Il fatto che la risoluzione approvata dal Consiglio di sicurezza Onu non condanni l'attacco di Hamas del 7 ottobre è una vergogna". Lo ha detto l'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan. "Hamas ha iniziato la guerra, da questo testo sembra che la guerra sia iniziata da sola - ha aggiunto - Israele non voleva questa guerra". "Non subordinare il cessate il fuoco al rilascio degli ostaggi danneggia gli sforzi, tutti avrebbero dovuto votare contro questa vergognosa risoluzione", ha detto ancora. Successivamente l’ufficio politico del premier israeliano ha fatto sapere che Benyamin Netanyahu ha annullato la partenza per Washington di una delegazione di alto livello israeliana, indicando come motivo l'astensione degli Usa all' Onu alla risoluzione su Gaza.

Diversa ovviamente la reazione di Hamas che sul proprio canale Telegram (sic!) ha esultato per la risoluzione ONU "salutando" la decisione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e sottolineando la propria "disponibilità ad impegnarci in un immediato processo di scambio di prigionieri che porti al rilascio dei prigionieri di entrambe le parti".

Dopo l’astensione in sede di Consiglio di Sicurezza, l'ambasciatrice americana all' Onu Linda Thomas-Greenfield ha chiesto ad Hamas di liberare gli ostaggi dopo l'appello all'azione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il cessate il fuoco a Gaza. "Dobbiamo mettere pressione su Hamas, il cessate il fuoco può iniziare immediatamente con il rilascio del primo ostaggio, e questo è l'unico percorso", ha detto.

"La nostra decisione di astenerci non deve essere percepita come un'escalation da parte di Israele". Lo ha detto il portavoce del Consiglio della Sicurezza nazionale americana, John Kirby, commentando la reazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu al voto all' Onu.

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ISRAELE, MINISTRO ESTERI: "IL VOTO ONU INCENTIVA HAMAS A RESPINGERE IL CESSATE IL FUOCO"

“L'approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di una risoluzione che chiede la fine immediata delle ostilità a Gaza ha incoraggiato Hamas a respingere l'ultima proposta di cessate il fuoco”, ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. Quanto ad Hamas, i miliziani avrebbero respinto l'ultima offerta di accordo affermando che “Israele non sta rispondendo alle sue richieste fondamentali di un cessate il fuoco globale, un ritiro dalla Striscia, un ritorno degli sfollati e un vero scambio di prigionieri”.

“Il messaggio consegnato ad Hamas è che non bisogna avere fretta”, ha continuato Katz riferendosi al parere dell'Onu sul “cessate il fuoco”. Come ulteriore segnale di frizioni nel rapporto tra Israele e gli Usa, Katz ha criticato gli Stati Uniti per non aver posto il veto alla risoluzione che - ha sottolineato - non esprimerebbe alcuna condanna di Hamas.

Testo | RaiNews

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USA, PRESIDENTE BIDEN: "SE HAMAS LIBERA GLI OSTAGGI CESSATE IL FUOCO DOMANI"

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che un cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Hamas è possibile "domani" se il gruppo militante rilascia i suoi ostaggi.

"Ci sarebbe un cessate il fuoco domani se Hamas rilasciasse gli ostaggi", ha detto Biden durante una raccolta fondi fuori Seattle, a casa di un ex dirigente della Microsoft, dopo aver evitato l'argomento in tre eventi simili ieri.

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DA GAZA RAZZI SU ASHKELON: COLPITO EDIFICIO, ALMENO TRE I FERITI

Un edificio di Ashkelon, città costiera nel sud di Israele, è stato colpito e danneggiato da uno dei razzi lanciati da Gaza nel corso della notte. Lo hanno fatto sapere i media secondo cui si sono stati almeno tre feriti. Nella zona poco prima erano risuonate le sirene di allarme.

Nelle foto: l'appartamento colpito dai razzi lanciati dai terroristi di Gaza

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ISRAELE A ONU: "NON AVETE FATTO NULLA PER IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI, COME POTETE CHIEDERE UN CESSATE IL FUOCO?"

"Fino ad oggi non avete fatto nulla per il rilascio degli ostaggi! Come potete chiedere un cessate il fuoco prima di fare tutto il possibile per riportare a casa gli ostaggi?".

Lo ha detto l'ambasciatore israeliano all'Onu, גלעד ארדן | Gilad Erdan, intervenendo al dibattito del Consiglio di sicurezza sulla situazione degli ostaggi di Gaza.

Testo | la Repubblica

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GAZA, LA LETTERA DI SINWAR: "VITTIME CIVILI SONO SACRIFICIO NECESSARIO"

«Sacrifici necessari». Così il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, definisce le vittime civili della guerra in corso in una serie di messaggi inviati ai mediatori. E che dimostrano come, secondo Sinwar, prolungare i combattimenti e aumentare il numero dei palestinesi uccisi vada a vantaggio di Hamas e della sua sopravvivenza. Lo scrive il The Wall Street Journal pubblicando in esclusiva alcuni messaggi di Sinwar che dimostrerebbero la volontà di rinviare un accordo sugli ostaggi e sul cessate il fuoco.

«Abbiamo gi israeliani esattamente dove li vogliamo», ha detto ai funzionari di Hamas impegnati in trattative con i mediatori di Egitto e Qatar. E poi: «Finché i combattenti saranno ancora in piedi e non avremo perso la guerra, i negoziati dovrebbero essere immediatamente interrotti. Abbiamo le capacità per continuare a combattere per mesi». Decine sono i messaggi, visionati dal Wall Street Journal, che Sinwar ha trasmesso ai negoziatori per il cessate il fuoco e ai miliziani di Hamas fuori da Gaza. In tutti, scrive il giornale, «emerge un freddo disprezzo per la vita umana» oltre che la convinzione che «Israele abbia molto da perdere in guerra».

In un messaggio inviato ai leader di Hamas a Doha, Sinwar ha anche fatto un parallelismo tra il conflitto in corso a Gaza e quello combattuto in Algeria per l'indipendenza dalla Francia, dove centinaia di migliaia di persone sono morte. «Questi sono sacrifici necessari», ha sostenuto. Lo stesso vale per i tre figli del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh uccisi in un attacco aereo israeliano. In una lettera a lui inviata l'11 aprile, Sinwar ha scritto che la loro morte e quella di altri palestinesi avrebbe «infuso linfa vitale nelle vene di questa nazione, spingendola a risorgere»

Testo | Il Messaggero

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MEDIA ARABI: SOLO 2 O 3 PERSONE SANNO DOVE SI TROVA SINWAR A GAZA

Solo due o tre persone sono a conoscenza di dove si trovi il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar. Lo ha riferito il giornale in lingua araba - ma di base a Londra - Asharq Al-Awsat che cita fonti interne alla fazione islamica. «Un circolo ristretto di non più di 2 e o 3 persone - hanno detto - sanno dove si trovi e soddisfano le sue varie esigenze, oltre a garantire la sua comunicazione con i leader del movimento all'interno e all'esterno».

«Israele - hanno aggiunto senza specificare se il leader sia nascosto nei tunnel o meno - non è riuscito a raggiungere molti dei leader di primo e secondo livello di Hamas a livello politico e militare, ma ha cercato di assassinarne alcuni che sono rimasti feriti e altri sopravvissuti in diverse aree. Ma Sinwar non è tra questi». Le stesse fonti hanno ripetuto di credere che Sinwar non consideri un accordo per la fine della guerra che preveda il suo esilio.

«Sinwar pensa a due opzioni, senza una terza opzione finché sarà vivo: o soddisfare le condizioni della resistenza di fermare la guerra, di far ritirare le forze di occupazione e di completare un accordo di scambio onorevole, oppure ottenere l'onore del martirio. Non ci sono altre opzioni. L'ipotesi dell'esilio è fondamentalmente inaccettabile per Sinwar».

Testo | Corriere della Sera

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