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MEDIA ARABI: SOLO 2 O 3 PERSONE SANNO DOVE SI TROVA SINWAR A GAZA

Solo due o tre persone sono a conoscenza di dove si trovi il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar. Lo ha riferito il giornale in lingua araba - ma di base a Londra - Asharq Al-Awsat che cita fonti interne alla fazione islamica. «Un circolo ristretto di non più di 2 e o 3 persone - hanno detto - sanno dove si trovi e soddisfano le sue varie esigenze, oltre a garantire la sua comunicazione con i leader del movimento all'interno e all'esterno».

«Israele - hanno aggiunto senza specificare se il leader sia nascosto nei tunnel o meno - non è riuscito a raggiungere molti dei leader di primo e secondo livello di Hamas a livello politico e militare, ma ha cercato di assassinarne alcuni che sono rimasti feriti e altri sopravvissuti in diverse aree. Ma Sinwar non è tra questi». Le stesse fonti hanno ripetuto di credere che Sinwar non consideri un accordo per la fine della guerra che preveda il suo esilio.

«Sinwar pensa a due opzioni, senza una terza opzione finché sarà vivo: o soddisfare le condizioni della resistenza di fermare la guerra, di far ritirare le forze di occupazione e di completare un accordo di scambio onorevole, oppure ottenere l'onore del martirio. Non ci sono altre opzioni. L'ipotesi dell'esilio è fondamentalmente inaccettabile per Sinwar».

Testo | Corriere della Sera

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HEZBOLLAH, NASRALLAH: "SE CI SARA' UN CESSATE IL FUOCO A GAZA, SI CHIUDERA' ANCHE IL FRONTE LIBANESE"

"Hamas negozia per se stesso e a nome delle fazioni palestinesi, nonché a nome dell'intero asse della resistenza. Qualsiasi cosa Hamas accetti, tutti la accettano e ne sono soddisfatti". Lo ha detto il capo di Hezbollah Hassan Nasrallah.

L'obiettivo di Hezbollah negli ultimi nove mesi di attacchi quasi quotidiani al nord di Israele è quello di "esaurire il nemico materialmente, finanziariamente e mentalmente", ha detto intervenendo ad un evento commemorativo per l'alto esponente di Hezbollah Mohammed Nasser, ucciso in un attacco israeliano la scorsa settimana, aggiungendo che gli scontri al confine con il Libano sono riusciti a distrarre Israele dalla guerra in corso contro Hamas a Gaza. La situazione nel nord di Israele "ha fatto loro capire che se vogliono che tutto finisca, devono fermare l'aggressione a Gaza", ha aggiunto ancora.

"Se ci sarà una svolta nei negoziati in corso tra Israele e Hamas che si tradurrà in un cessate-il-fuoco a Gaza, "anche Hezbollah cesserà" i suoi attacchi contro Israele "senza alcuna discussione o negoziazione".

Testo | askanews

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𝐍𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐀𝐒𝐄 𝐄 𝐒𝐂𝐔𝐎𝐋𝐄 𝐃𝐈 𝐆𝐀𝐙𝐀 𝐒𝐈 𝐍𝐀𝐒𝐂𝐎𝐍𝐃𝐎𝐍𝐎 𝐈 𝐌𝐀𝐍𝐃𝐀𝐍𝐓𝐈 𝐃𝐄𝐋 𝟕 𝐎𝐓𝐓𝐎𝐁𝐑𝐄: 𝐐𝐔𝐄𝐋𝐋𝐎 𝐂𝐇𝐄 𝐍𝐎𝐍 𝐕𝐄𝐃𝐎𝐍𝐎 𝐋𝐄 𝐀𝐆𝐄𝐍𝐙𝐈𝐄 𝐔𝐌𝐀𝐍𝐈𝐓𝐀𝐑𝐈𝐄 | di Iuri Maria Prado

Non è un’ipotesi, ma un fatto, che gli autori e i mandanti dei massacri del 7 ottobre si rifugino nelle strutture civili di Gaza, vale a dire nelle case, nelle scuole, nelle moschee, negli ospedali. Neppure è un’ipotesi, ma ancora un fatto, che quei macellai li usino come bunker non per la “libertà della Palestina”, bensì in attuazione del diverso programma liberatorio rivendicato dai loro capi: “Distruggere Israele e uccidere tutti gli ebrei, senza lasciarne vivo nemmeno uno”. Chi volesse trovare una denuncia di questa pratica, tuttavia, invano la cercherebbe nella corposa e inesausta produzione comunicazionale di Médecins Sans Frontières / MSF (Medici Senza Frontiere), l’organizzazione umanitaria che il mese scorso deplorava l’uccisione del “collega” Fadi Al-Wadiya, part time medico e per il resto terrorista, e che l’altro giorno annunciava di dover chiudere una propria clinica a causa dell’ordine di evacuazione diffuso dall’esercito israeliano.

𝐋’𝐨𝐫𝐝𝐢𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐞𝐯𝐚𝐜𝐮𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
Naturalmente è ben possibile, diremmo anzi probabilissimo, che l’ordine di evacuazione sia stato impartito per completare l’azione di sterminio dei civili privandoli dell’assistenza sanitaria: una misura di irriducibile necessità per il caso, fastidiosamente imponderabile, che le bombe e la carestia possano risultare insufficienti al compimento del genocidio. Ma almeno per ipotesi di scuola potrebbe anche darsi che l’esercito israeliano abbia chiesto l’evacuazione perché deve dare la caccia ai terroristi, i quali non per ipotesi ma di fatto stanno tra quei civili – che usano come sacchi di sabbia – razzolando tra i banchi di scuola e, appunto, le corsie degli ospedali.

𝐈𝐥 𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐠𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐞
Costretti a dover operare in una situazione tanto drammatica, i signori di “Medici Senza Frontiere” potrebbero – non si dice ogni volta, ma anche una volta sola in nove mesi – sfogare la propria indignazione nei confronti dei tagliagole embedded, assai felici di proclamare che un ulteriore mucchio di carne palestinese (preferibilmente infantile) è stata utilmente offerta in sacrificio. Invece, macché. E macché pure l’UNRWA, l’agenzia Onu inconsapevolmente locatrice di spazi sicuri per i server di Hamas che – ancora l’altro giorno – lamentava l’assenza a Gaza di zone sicure. Cosa probabilmente e drammaticamente vera, salvo che a rendere insicure quelle che potrebbero essere tali c’è – immeritevole di qualsiasi denuncia dell’Unrwa – l’abitudine dell’esercito degli sgozzatori di fare capolino dai tunnel che sbucano a trentacinque metri dall’entrata dell’ospedale o a dodici dalla cattedra dell’insegnante, stipendiato dalla cooperazione internazionale, che illustra agli alunni il loro futuro da martiri. Ma per occuparsi di simili dettagli queste agenzie umanitarie hanno prospettive troppo ampie: dal fiume al mare, diciamo.

Testo | Il Riformista

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SCUDI UMANI A GAZA: REPORTAGE DEL NEW YORK TIMES CONFERMA METODO CRIMINALE DI HAMAS

Un’indagine approfondita del The New York Times rivela le tattiche di combattimento di Hamas nella Striscia di Gaza che si basano sull’uso della popolazione civile come scudi umani.

Il reportage, basato sull’analisi di video di Hamas e interviste a combattenti di Hamas e a soldati israeliani, descrive uno sfruttamento sistematico per scopi militari dei civili e delle infrastrutture civili, incolpando di fatto Hamas per la guerra in corso, le distruzioni, le morti e gli sfollamenti di popolazione.

Il New York Times conferma che Hamas nasconde terroristi, pozzi d’ingresso ai tunnel e depositi di munizioni dentro edifici residenziali, strutture mediche, uffici delle Nazioni Unite e moschee, abolendo intenzionalmente il confine tra combattenti e non combattenti. Il reportage rivela che i terroristi di Hamas indossano spesso abiti civili, a volte anche sandali e tute da ginnastica, prima di sparare contro i soldati o lanciare razzi da aree civili. Hamas usa anche i civili, compresi bambini, come vedette e informatori.

Sottolineando che il diritto internazionale vieta l’uso di strutture civili per scopi militari, il servizio del New York Times afferma che queste tattiche di Hamas contribuiscono in modo determinante alle distruzioni e al numero crescente di sfollati. Citando militari israeliani, il New York Times fa notare che queste tattiche complicano le operazioni di combattimento e spiegano in gran parte gli estesi danni a infrastrutture civili.

Secondo il reportage, la strategia di Hamas mira a prolungare i combattimenti e ad accrescere le critiche internazionali nei confronti di Israele anche a costo di continui danni e sofferenze per i civili palestinesi.

Testo | Israele.net

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FONTI GAZA: "DEIF COLPITO IN RAID AL MAWASI, DESIGNATO SUCCESSORE"

Secondo fonti di Gaza, Mohammed Deif, il capo militare di Hamas, è stato "colpito" mentre si trovava nel complesso di Mawasi bombardato dall'esercito israeliano sabato scorso. Nell'ipotesi che Deif sia morto, la fazione terrorista islamica ha già designato il suo successore: si tratta del comandante della brigata Gaza, Ezz A-Din Haddad. Lo ha riferito la tv pubblica israeliana Kan.

Testo | RaiNews

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“Mentre viene lanciata una guerra su sei fronti contro lo stato di Israele – ha detto Avigdor Liberman - אביגדור ליברמן, leader di Yisrael Beytenu (all’opposizione) – la Corte Internazionale di Giustizia ha scelto di lanciare la propria campagna, il cui scopo è quello di ledere il diritto di Israele a difendersi dal terrorismo. Un’altra dimostrazione antisemita da parte della Corte dell’Aja, che ancora una volta sottolinea la sua palese ipocrisia”.

Testo | Israele.net

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GAZA: RECUPERATI I CORPI DI 5 OSTAGGI

I corpi di cinque ostaggi israeliani presi prigionieri il 7 ottobre sono stati recuperati dalle truppe che operano nella Striscia di Gaza meridionale e riportati in Israele mercoledì. Ravid Katz, 51 anni, Oren Goldin, 33 anni, della squadra di difesa civile del kibbutz di Nir Yitzhak, ucciso il 7 ottobre e portato a Gaza , Maya Goren, 56 anni, maestra d’asilo nel kibbutz di Nir Yitzhak, il sergente Kiril Brodski, 19 anni, e il sergente maggiore Tomer Yaakov Ahimas, 20 anni, erano stati tutti precedentemente dichiarati morti dalle forze di difesa israeliane, anche se i loro corpi erano ancora a Gaza. Ahimas è stato ucciso durante uno scontro con Hamas il 7 ottobre e il suo cadavere portato a Gaza, riferiscono i media israeliani. I loro resti sono stati trovati a Khan Younis mercoledì dalle truppe, comprese le forze speciali sotto la 98a divisione dell'IDF e gli agenti di Shin Bet che ha dato l’annuncio ieri sera proprio dopo la fine del discorso del premier Netanyahu al Congresso e dunque su fuso orario statunitense. È già la seconda volta in una settimana. Nei giorni scorsi erano stati dichiarati morti altri due ostaggi. Da mesi la tensione tra il governo e l’esercito è sempre più alta. Secondo la dichiarazione, gli interrogatori di Shin Bet dei terroristi detenuti a Gaza hanno permesso alle truppe di raggiungere il sito di Khan Younis e recuperare i corpi, in mezzo a una nuova offensiva nella città nella Striscia di Gaza meridionale

Ynet pubblica la foto della maestra d'asilo Maya Goren mentre tiene in braccio e imbocca Kfir Bibas, il bambino rapito a 9 mesi dal kibbutz Nir Oz insieme con la madre e il fratellino e di cui non si hanno più notizie. I cinque figuravano nell'elenco dei 120 ostaggi ancora a Gaza, circa un terzo dei quali Israele ha dichiarato morto in contumacia, sulla base di risultati forensi, intelligence, interrogatori di militanti catturati, video e testimonianze di ostaggi rilasciati.

Testo | Corriere della Sera

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TEHERAN: UCCISO ISMAIL HANIYEH, LEADER DI HAMAS

Hamas ha comunicato la morte del suo leader Ismail Haniyeh in seguito a un raid israeliano contro la sua residenza a Teheran. Haniyeh era capo dell'ufficio politico di Hamas dal 2017. Inoltre è stato primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese dal 2006 al 2007 e capo dell'amministrazione della Striscia di Gaza dal 2014 al 2017. Haniyeh è stato ucciso insieme a una delle sue guardie del corpo. Le Guardie della Rivoluzione Islamica hanno riferito che la residenza del capo di Hamas "è stata colpita a Teheran e, a seguito di questo incidente, lui e una delle sue guardie sono stati martirizzati".

"Il fratello, leader, mujahid Ismail Haniyeh, capo del movimento, è morto in un attacco sionista al suo quartier generale a Teheran dopo aver partecipato all'insediamento del nuovo presidente (iraniano)", ha affermato il movimento in un comunicato. “L'assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh in Iran rappresenta una grave escalation che non raggiungerà i suoi obiettivi”, ha dichiarato il funzionario della fazione islamica Sami Abu Zuhri, citato dai media israeliani. Anche Abbas condanna l’attacco, mentre le autorità islamiche e palestinesi chiamano il popolo alla protesta di massa.

Testo | la Repubblica

Nella foto: Ismail Haniyeh mentre ride di fronte alle immagini del 7 Ottobre 2023

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E pensare che proprio ieri a Teheran...😏
Notizia del 30 Luglio 2024:

IRAN, KHAMENEI INCONTRA HAMAS E JIHAD ISLAMICA PALESTINESE: "LA BANDIERA DELL'ISLAM OGGI E' NELLE MANI DI GAZA"

«Oggi, la più alta bandiera dell'Islam è nelle mani dei palestinesi e del popolo di Gaza e, grazie alla loro resistenza, è stato preparato il terreno più che mai per la promozione dell'Islam». Lo ha affermato la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, durante un incontro a Teheran con il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e del segretario generale della Jihad islamica palestinese, Ziad al-Nakhalah. Secondo quanto riferisce Irna, Haniyeh ha affermato che «oggi, 300 giorni dopo l'inizio della guerra di Gaza, siamo ad un punto sensibile e storico ed è tempo che le forze della resistenza consolidino il loro eroismo e la loro vittoria».

Da parte sua, Al-Nakhalah ha sottolineato che l'unità di Hamas e della Jihad islamica palestinese e la cooperazione tra i gruppi del «fronte della resistenza» sono nelle loro migliori condizioni. Haniyeh e al-Nakhalah si trovano a Teheran per partecipare alla cerimonia di insediamento del presidente eletto in Iran, Massoud Pezeshkian.

Testo | Corriere della Sera

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IRAN, KHAMENEI MINACCIA ISRAELE: "NOSTRO DOVERE VENDICARE SANGUE DI HANIYEH"

La Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, ha minacciato una dura rappresaglia contro Israele per l'uccisione a Teheran del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, all'indomani del giuramento del nuovo presidente della Repubblica islamica, Masoud Pezeshkian. Khamenei, secondo quanto riportano i media iraniani, ha dichiarato in una nota che “il regime criminale e terrorista sionista”, uccidendo Haniyeh, “ha preparato per se stesso una dura punizione”.

Sottolineando come il leader di Hamas non avesse paura di “diventare un martire sulla via di Dio”, Khamenei ha aggiunto: è “nostro dovere vendicare il suo sangue” anche per il fatto che l'omicidio è avvenuto “sul territorio della Repubblica islamica”.

“Offro le mie condoglianze alla Umma islamica, al fronte della resistenza, alla coraggiosa e orgogliosa nazione della Palestina e soprattutto alla famiglia del martire Haniyeh”, ha aggiunto la Guida Suprema.

testo | RaiNews

Nella foto: l'incontro del 30 Luglio 2024 a Teheran tra l'ayatollah Alì Khamenei, Guida Suprema iraniana, e il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e del segretario generale della Jihad islamica palestinese, Ziad al-Nakhalah

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