Unione Popolare
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Il comunicato del nostro portavoce Luigi de Magistris: “È grave che al primo consiglio dei ministri il ministro dell’interno e la presidente Meloni hanno portato e fatto approvare un decreto legge, incostituzionale già nella forma perché non possiede i requisiti di necessità e di urgenza, che rappresenta un attentato alle libertà democratiche di uno Stato di diritto.

Una volta si chiamavano il popolo delle libertà. Oggi sono i partiti che vogliono arrestare e far manganellare i dissenzienti. La pena da 3 a 6 anni, arresti, intercettazioni e misure di prevenzione come quelle per i mafiosi, rappresentano l’apoteosi della criminalizzazione del dissenso e la confessione che l’ordine costituito teme il conflitto sociale che, quando non violento, è il sale della democrazia.

Questo decreto, che utilizza il rave party come pretesto, può essere utilizzato tanto per gli studenti della Sapienza di Roma che manifestano, come per i cittadini che contestano un sindaco o un governo. Questo decreto legge è la carta d’identità di un governo autoritario, liberticida, oppressore ed insofferente per le libertà civili. È un decreto che aumenta la tensione sociale e il rischio di infiltrazione di provocatori nelle dinamiche della movimentata vita sociale.

Quando sono stato Sindaco di Napoli, città assai complessa e difficile, non si rispondeva, in un clima di grande cooperazione con le forze di polizia, con il manganello e gli arresti alla tensione sociale ma con l’ascolto e il dialogo. Il Governo ritiri subito questo decreto incostituzionale e pericoloso e pensi ad affrontare immediatamente le disuguaglianze economiche e sociali drammatiche del nostro Paese”.
Sono giorni che il leader del polo liberale e liberista Carlo Calenda dà un colpo al cerchio e uno alla botte. Da una parte fa una debole opposizione al governo Meloni, dall’altra compie piccole dimostrazioni di benevolenza verso una certa retorica figlia del negazionismo storico.

Al centenario della marcia su Roma ha poco velatamente messo sullo stesso piano antifascismo e anticomunismo, e oggi riporta un estratto in cui invita a superare la concezione di antifascismo in favore di un ‘non fascismo’ riducendo il fascismo semplicemente a degli atteggiamenti autoritari.

La storia e la filosofia insegnano che non si tratta soltanto di autoritarismo, altrimenti si sarebbe potuto parlare di fascismo anche per indicare fenomeni storici antecedenti. E invece no. Il fascismo è un totalitarismo verificatosi in un preciso momento storico.

E l’antifascismo è un atteggiamento politico, quasi esistenziale, che deve essere proprio di ciascuna/o di noi. Questo dovrebbe ribadire chi fa politica, e non mettere nello stesso calderone cose ben diverse con l’intenzione di confondere la memoria storica di questo Paese.
Qualche giorno fa è passato decisamente in sordina un articolo de La Repubblica in cui si faceva la "lista" di alcune armi che l'Italia ha inviato a Kiev.

I toni dell'articolo erano naturalmente trionfalistici, in linea con la narrazione bellica che in questi mesi sta monopolizzando il dibattito politico e mediatico.

Noi però siamo chiamati a fare una doppia riflessione. Da un lato a chiederci perché una repubblica parlamentare che ha nella sua Costituzione il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione di controversie internazionali, non solo manda tonnellate di armi ad un paese in guerra, ma lo fa anche eludendo qualsiasi dibattito parlamentare.

Dall'altro: il Governo di Giorgia Meloni ha più volte fatto atto di vassallaggio alla NATO. Il premier non manca occasione per ribadire la sua cieca aderenza ai desideri e agli interessi di Washington. Continueremo quindi ad inviare le armi e, nel farlo, a eludere qualsiasi processo democratico?

Una domanda che, purtroppo, siamo certi essere abbastanza retorica.

#Ucraina #Pace #Meloni #GovernoMeloni
“Noi non siamo pacifisti. Noi siamo contro la guerra. La guerra è il nostro nemico”.

L’invasione dell’Ucraina è stata una scelta terribile di cui Putin porterà per sempre la responsabilità di fronte al suo popolo e alla Storia. Ma il conflitto tra due Stati si sta progressivamente trasformando in una terza guerra mondiale e non sono solo i carrarmati e i missili russi a causare sangue e distruzione.
Il contributo dell’Unione Europea è la parte minore degli aiuti militari all’Ucraina. Gli Stati Uniti, con scelte unilaterali e non concordate preventivamente con gli europei, hanno inviato 60 miliardi di dollari di armi, tra cui missili a medio lungo raggio. Altre decine di miliardi non risultano dalle cifre ufficiali. L’escalation e la pretesa di annullare militarmente il nemico, il rifiuto di qualsiasi trattativa, la possibilità concreta di un conflitto nucleare, mettono a repentaglio l’esistenza del mondo e della specie umana.

L’invio di armi costringe il nostro Paese a scelte contrarie agli interessi dell’Europa, allontana la Pace, dà una dimensione al conflitto così grave e vasta da aumentare le disuguaglianze e la povertà, rende tragica la crisi alimentare, economica e sociale.
Come ha indicato Papa Francesco va difesa l’integrità del Paese invaso, va garantito il suo bilinguismo e concessa la piena autonomia delle regioni russofone. Si deve riprendere la strada della riduzione delle armi nucleari e della loro progressiva messa al bando e ridare vigore e significato agli organismi internazionali. Noi ripudiamo la guerra, come la nostra Costituzione ci impone di fare, e la consideriamo il nemico più grande.

Saremo in piazza il 5 novembre per chiedere che cessi il fuoco e si cominci a trattare, che gli stati direttamente coinvolti e le Grandi Potenze siedano intorno a un tavolo per trovare una soluzione diplomatica che non preveda vincitori.

Basta armi.

Renato Accorinti
Rosamaria Aquino
Roberto Baratta
Pietro Bartolo
Piero Bevilacqua
Luciana Castellina
Ascanio Celestini
Paolo Cento
Jasmine Cristallo
Fiammetta Cucurnia
Luigi De Magistris
Domenico De Masi
Sandro De Toni
Donatella Di Cesare
Gianni Dragoni
Tiziana Ferrario
Francesco Forzati
Carlo Freccero
Santo Gioffrè
Giulia Innocenzi
Nicolai Lilin
Mimmo Lucano
Fiorella Mannoia
Tomaso Montanari
Piergiorgio Odifreddi
Daniele Ognibene
Moni Ovadia
Emanuela Pala
Tiziano Rea
Alessandro Renna
Guido Ruotolo
Michele Santoro
Vauro Senesi
Santino Spinelli
Per andare da Messina a Trapani ci vogliono 5h30m di treno. La situazione sull'altro lato dello stretto non è certo migliore.

In Sicilia e Calabria, come in gran parte del Sud, la situazione delle strade e delle ferrovie è disastrosa.

Il Governo dell'autonomia differenziata, provvedimento che darebbe una mazzata finale a quella parte di paese già da anni bistrattata e dimenticata, ha però deciso: altro che investire in questo ambito. Serve il ponte sullo Stretto. È una priorità (solo per chi riceverà l'appalto).

Un'opera che, oltre alle infinite problematiche legate ai costi e alla sismicità, si ritroverebbe a essere la solita cattedrale nel deserto.

Deserto creato da anni di politiche antimeridionali anche da parte di chi, da un lato vuole togliere tutto con l'autonomia differenziata, e dall'altro fingere di dare il contentino con un'opera inutile.
In piazza a Roma, assieme a centinaia di migliaia di persone. Per gridare a favore della pace e contro tutte le guerre.

#Pace #Peace #Roma
ANDIAMO AVANTI INSIEME

È tempo di crescere, è tempo di fare un salto in avanti insieme. È tempo di un’Unione Popolare più forte, più organizzata, più capillare. Purtroppo fare politica senza il sostegno dei poteri economici e mediatici di questo Paese significa non avere le risorse di cui godono gli altri partiti. Ma abbiamo una risorsa che loro non avranno mai: voi. La vostra forza, la vostra speranza, la vostra determinazione.

Per questo lanciamo oggi una campagna di finanziamento insieme a voi. Una vostra donazione, anche piccola, ci permetterà di riorganizzare la comunicazione di Unione Popolare, per renderla più efficace, più professionale e capace di raggiungere sempre più persone.
Andiamo avanti, insieme.

https://www.produzionidalbasso.com/project/andiamo-avanti-insieme-sostieni-unione-popolare/
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Le parole del nostro portavoce sul grave atteggiamento incostituzionale assunto dal sedicente governo della “legalità”.

Il governo Meloni deve piantarla di tentare di distrarre il Paese giocando sulla pelle di chi ha bisogno. Ci vogliono disumani come loro, ma noi dimostreremo che con loro non abbiamo niente a che fare.

Aprite i porti.

#UnionePopolare #Uniamoci
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Il paese si aspettava interventi sul caro bollette. E invece il governo come prima cosa ha scelto di fare provvedimenti ideologici che piegano il diritto alla politica.

Nel frattempo però il popolo ha bisogno di risposte. Che risposta darà il governo?

#UnionePopolare #Uniamoci
IL PIANETA E' DI TUTTI, MA C'E' CHI LO DISTRUGGE MOLTO PIU' DEGLI ALTRI

Quando si parla di emergenza climatica molti fanno finta di non cogliere un punto fondamentale: non tutti inquiniamo allo stesso modo.

Secondo il rapporto "Carbon Billionaires" di OXFAM infatti le emissioni di CO2 di 125 miliardari, ossia lo 0,000001% della popolazione mondiale, equivalgono a quelle prodotte in un anno intero da un paese come la Francia.

Un dato emblematico per capire come gli stili di vita e i profitti di una parte infinitesimale della popolazione impattano quanto, se non più, di interi paesi.

Per questo anche nella tematica ambientale è fondamentale ribadire il principio che chi ha tanto, e in questo caso inquina tanto, deve maggiormente contribuire al benessere dell'ambiente.

#UnionePopolare #Uniamoci