Continuano le manifestazioni e i sit-in per la #pace in tutta Italia. Qui siamo a Milano: #UnionePopolare c'è.
#Uniamoci
#Uniamoci
Alla fine il Governo è stato costretto a far sbarcare tutte le persone a Catania dalle navi Humanity1 e Geo Barents perché ritenute fragili dalle ispezioni dei medici a bordo.
Uno schiaffo al bullismo istituzionale. Quello che avevamo detto dal primo momento, ossia chi scappa dalle tragedie umanitarie sono persone fragili ed in emergenza, ma il Governo della legalità di facciata aveva detto che l’esecutivo Meloni è quello vestito di autorità e serietà e che quindi avrebbe fatto rispettare la legalità. Ed infatti, loro malgrado, sono stati costretti loro a rispettare la legalità che loro stessi avevano violato non facendo sbarcare i fragili che pure erano tutelati a parole nel decreto del Governo.
Abbiamo assistito ad un fritto mosto nelle cucine di palazzo Chigi tra ideologia di destra, incompetenza, malafede, approssimazione, disumanità e pure mancanza di capacità a tenere la posizione. Un Governo molliccio alle prime prove di resistenza. Sono bastate anche un paio di telefonate dalla loro tanto vituperata Unione Europea per mettere in riga il Governo che si definiva sovranista.
Luigi de Magistris, portavoce nazionale Unione Popolare
Uno schiaffo al bullismo istituzionale. Quello che avevamo detto dal primo momento, ossia chi scappa dalle tragedie umanitarie sono persone fragili ed in emergenza, ma il Governo della legalità di facciata aveva detto che l’esecutivo Meloni è quello vestito di autorità e serietà e che quindi avrebbe fatto rispettare la legalità. Ed infatti, loro malgrado, sono stati costretti loro a rispettare la legalità che loro stessi avevano violato non facendo sbarcare i fragili che pure erano tutelati a parole nel decreto del Governo.
Abbiamo assistito ad un fritto mosto nelle cucine di palazzo Chigi tra ideologia di destra, incompetenza, malafede, approssimazione, disumanità e pure mancanza di capacità a tenere la posizione. Un Governo molliccio alle prime prove di resistenza. Sono bastate anche un paio di telefonate dalla loro tanto vituperata Unione Europea per mettere in riga il Governo che si definiva sovranista.
Luigi de Magistris, portavoce nazionale Unione Popolare
Lotta per qualcosa di grande. Stiamo lavorando per far crescere Unione Popolare e renderla più forte. Fare politica senza il sostegno dei poteri economici e mediatici di questo Paese significa non avere le risorse di cui godono gli altri partiti.
Abbiamo bisogno del tuo aiuto. Una tua donazione, anche piccola, ci permetterà di riorganizzare la comunicazione di Unione Popolare, per renderla più efficace, più professionale e capace di raggiungere sempre più persone.
Unione Popolare può crescere grazie a te. Tutto inizia sempre con un piccolo gesto.
Per maggiori informazioni, consulta: sostieni.link/32440
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Francesco, Mostapha e Nicoletta sono solo gli ultimi tre nomi di un’emergenza sociale che da troppo tempo passa sotto silenzio: le morti sul lavoro.
Altre tre storie di padri, madri, figli, colleghi e vicini di casa. Gente normale che lavora per vivere, ma il cui lavoro diventa ogni giorno un rischio. Storie di persone come noi, di gente comune, del paese reale. Storie di esseri umani che la mattina escono di casa per portare a casa uno stipendio e la sera non tornano. Questo c’è dietro le fredde statistiche che parlano di quasi tre morti al giorno.
Numeri che nessun paese civile può permettersi. Numeri a cui la politica dovrebbe dare risposte. E invece, troppo impegnati nelle crociate ideologiche e nella loro guerra ai poveri, le morti di Francesco, Mostapha, Nicoletta e tanti e tante altri passano sotto silenzio. Numeri, fredde statistiche, da dimenticare in fretta.
Abbiamo bisogno di risposte concrete. Come l’assunzione di 10mila nuovi ispettori sul lavoro e pene più severe per chi, in nome del profitto, decide deliberatamente di mettere a rischio le vite di chi lavora.
#UnionePopolare #Uniamoci
Altre tre storie di padri, madri, figli, colleghi e vicini di casa. Gente normale che lavora per vivere, ma il cui lavoro diventa ogni giorno un rischio. Storie di persone come noi, di gente comune, del paese reale. Storie di esseri umani che la mattina escono di casa per portare a casa uno stipendio e la sera non tornano. Questo c’è dietro le fredde statistiche che parlano di quasi tre morti al giorno.
Numeri che nessun paese civile può permettersi. Numeri a cui la politica dovrebbe dare risposte. E invece, troppo impegnati nelle crociate ideologiche e nella loro guerra ai poveri, le morti di Francesco, Mostapha, Nicoletta e tanti e tante altri passano sotto silenzio. Numeri, fredde statistiche, da dimenticare in fretta.
Abbiamo bisogno di risposte concrete. Come l’assunzione di 10mila nuovi ispettori sul lavoro e pene più severe per chi, in nome del profitto, decide deliberatamente di mettere a rischio le vite di chi lavora.
#UnionePopolare #Uniamoci
Continua il viaggio nella Repubblica del conflitto di interessi.
Daniela Santanchè, habitué del nostro Parlamento, quando non veste i panni della politica è in affari con Briatore. Insieme gestiscono il Twiga, stabilimento balneare molto in voga tra i VIP, per il quale pagano un canone di 17mila euro l’anno a fronte di un fatturato (dati del 2019) di 4 milioni.
E indovinate nel Governo Meloni che posto occupa? Ministra del Turismo!
#GovernoMeloni #Meloni #UnionePopolare #Uniamoci
Daniela Santanchè, habitué del nostro Parlamento, quando non veste i panni della politica è in affari con Briatore. Insieme gestiscono il Twiga, stabilimento balneare molto in voga tra i VIP, per il quale pagano un canone di 17mila euro l’anno a fronte di un fatturato (dati del 2019) di 4 milioni.
E indovinate nel Governo Meloni che posto occupa? Ministra del Turismo!
#GovernoMeloni #Meloni #UnionePopolare #Uniamoci
Media is too big
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Uno degli argomenti che è scomparso dall'agenda politica degli ultimi anni è la lotta alle Mafie.
Eppure, in un periodo di crisi economica e incertezza come questo, senza giusti e tempestivi interventi da parte dello Stato, le Mafie trovano terreno fertile per prosperare.
Non sarebbe il caso di iniziare ad affrontare il problema?
#UnionePopolare #Uniamoci
Eppure, in un periodo di crisi economica e incertezza come questo, senza giusti e tempestivi interventi da parte dello Stato, le Mafie trovano terreno fertile per prosperare.
Non sarebbe il caso di iniziare ad affrontare il problema?
#UnionePopolare #Uniamoci
Caro bollette, inflazione, cambiamenti climatici, disoccupazione. Passato circa un mese di chiacchiere ideologiche sui “pericolosissimi” rave party, ci sarebbe ora da affrontare i nodi cruciali per il futuro del paese.
Siamo piombati in una crisi energetica ed economica senza precedenti. La stessa nave di cui la Meloni ha parlato durante il suo discorso di insediamento, più che dirigersi verso un porto, si avvicina con rapidità verso un iceberg. Il Governo Meloni a oggi non ha affrontato nessun problema reale, ma si è chiuso in una torre di avorio di pura ideologia: non sono i rave party i problemi dell’Italia, non sono circa 200 persone affamate e ammalate che vogliono sbarcare a Catania la preoccupazione dei lavoratori e delle lavoratrici, non è la possibilità di girare con 5.000 euro di contanti in tasca che risolverà il grattacapo delle famiglie italiane e delle piccole imprese che non riescono a pagare la prossima bolletta.
Noi siamo qui da un mese a chiederci quando questo governo uscirà dalla sua nicchia ideologica per affrontare i nodi decisivi per il futuro del paese.
#Meloni #GovernoMeloni #UnionePopolare #Uniamoci
Siamo piombati in una crisi energetica ed economica senza precedenti. La stessa nave di cui la Meloni ha parlato durante il suo discorso di insediamento, più che dirigersi verso un porto, si avvicina con rapidità verso un iceberg. Il Governo Meloni a oggi non ha affrontato nessun problema reale, ma si è chiuso in una torre di avorio di pura ideologia: non sono i rave party i problemi dell’Italia, non sono circa 200 persone affamate e ammalate che vogliono sbarcare a Catania la preoccupazione dei lavoratori e delle lavoratrici, non è la possibilità di girare con 5.000 euro di contanti in tasca che risolverà il grattacapo delle famiglie italiane e delle piccole imprese che non riescono a pagare la prossima bolletta.
Noi siamo qui da un mese a chiederci quando questo governo uscirà dalla sua nicchia ideologica per affrontare i nodi decisivi per il futuro del paese.
#Meloni #GovernoMeloni #UnionePopolare #Uniamoci
Davanti alle telecamere si riempiono tanto la bocca con la parola ambiente e poi, nel concreto, si continua a devastare il pianeta.
Viviamo in un modello economico e sociale folle, che per il profitto di pochi non esita a compromettere la vita e il futuro di tutti.
#UnionePopolare #Uniamoci #Ambiente
Viviamo in un modello economico e sociale folle, che per il profitto di pochi non esita a compromettere la vita e il futuro di tutti.
#UnionePopolare #Uniamoci #Ambiente
La non-produttività sfida questo sistema in cui sopravviviamo, mettendone in discussione i principi fondamentali.
L’inattività è forse l’onta più grave agli occhi di una società come la nostra, in cui l’imperativo categorico è fare/produrre.
In questo scenario, l’inattività è l’unica forma di protesta non violenta in grado di mettere davvero sotto scacco la narrazione del “produrre a ogni costo”. Non a caso, dinnanzi all’inattività la risposta emotiva di ciascuna/o di noi coincide con un sentimento di spaesamento.
La risposta generale, d’altra parte, è piuttosto inefficace: si attribuisce con leggerezza al singolo la responsabilità della propria esistenza, nel tentativo di delimitare lo spazio di influenza dell’individuo sulla società e viceversa.
Tuttavia, in fondo, tutti sappiamo che nessuno/a agisce in completa solitudine, ma che ciascuno/a risponde in modo più o meno originale a una rete di valori, obbligazioni e credenze che compongono una narrazione dominante.
Il giudizio affrettato è il più facile da esprimere, ma spesso il più inutile. In controtendenza rispetto a ciò che questa società ci suggerisce di fare, farsi carico del disagio dell’Altro, prendersene cura è il compito di ciascuna/o di noi.
L’inattività è forse l’onta più grave agli occhi di una società come la nostra, in cui l’imperativo categorico è fare/produrre.
In questo scenario, l’inattività è l’unica forma di protesta non violenta in grado di mettere davvero sotto scacco la narrazione del “produrre a ogni costo”. Non a caso, dinnanzi all’inattività la risposta emotiva di ciascuna/o di noi coincide con un sentimento di spaesamento.
La risposta generale, d’altra parte, è piuttosto inefficace: si attribuisce con leggerezza al singolo la responsabilità della propria esistenza, nel tentativo di delimitare lo spazio di influenza dell’individuo sulla società e viceversa.
Tuttavia, in fondo, tutti sappiamo che nessuno/a agisce in completa solitudine, ma che ciascuno/a risponde in modo più o meno originale a una rete di valori, obbligazioni e credenze che compongono una narrazione dominante.
Il giudizio affrettato è il più facile da esprimere, ma spesso il più inutile. In controtendenza rispetto a ciò che questa società ci suggerisce di fare, farsi carico del disagio dell’Altro, prendersene cura è il compito di ciascuna/o di noi.
Dopo la partnership con la Coca-Cola, i tappeti rossi stesi a più di 600 invitati riconducibili ai maggiori colossi di petrolio e gas, i nostri leader impegnati a “salvare l’ambiente” al Cop27 in Egitto ne hanno combinata un’altra.
Pensavate davvero che i nostri impegnatissimi delegati avrebbero preso un normalissimo areo di linea? Certo che no! Vai di jet privato.
Ben 400 secondo France Press che è entrata in possesso dei dati dell’autorità aeronautica egiziana. Con un impatto ambientale, rispetto agli aerei di linea di noi comuni mortali, stimato di ben 14 volte superiore. Un jet privato consuma in appena un’ora di volo quasi un quarto di quanto un cittadino europeo in media consuma in un intero anno!
Che dire, come al solito, a favore di telecamere si predica bene, poi nel concreto si razzola male.
Pensavate davvero che i nostri impegnatissimi delegati avrebbero preso un normalissimo areo di linea? Certo che no! Vai di jet privato.
Ben 400 secondo France Press che è entrata in possesso dei dati dell’autorità aeronautica egiziana. Con un impatto ambientale, rispetto agli aerei di linea di noi comuni mortali, stimato di ben 14 volte superiore. Un jet privato consuma in appena un’ora di volo quasi un quarto di quanto un cittadino europeo in media consuma in un intero anno!
Che dire, come al solito, a favore di telecamere si predica bene, poi nel concreto si razzola male.