"L'Isola che non c'è" esiste ed è in Sicilia: dove scoprire i resti dell'antica Ferdinandea.
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"L'Arcu o Futtinu" e quell'orologio che smise di rintoccare: storia e simboli di un'icona catanese
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"L'Arcu o Futtinu" e quell'orologio che smise di rintoccare: storia e simboli di un'icona catanese
Il monumento, costruito in pietra lavica e in bianco materiale lapideo di origine siracusana, è anche uno degli esemplari più rappresentativi del barocco Porta Garibaldi a Catania Lungo la via Garibaldi di Catania ci si addentra nella storica area urbana…
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È fritta (ma asciutta) e la inventò Donna Pippina: la "Siciliana" di Zafferana Etnea
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È fritta (ma asciutta) e la inventò Donna Pippina: la "Siciliana" di Zafferana Etnea
A partire dagli anni Venti del secolo scorso, Zafferana divenne una meta gettonatissima in cui la gente si recava a frotte solo per gustare questa leccornia dal sapore irresistibile La Siciliana fritta Chiunque sia mai stato a Zafferana Etnea, piccolo paesino…
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📍PALERMO
Panorama di #MONDELLO da #MONTEGALLO.
La riserva di MONTE GALLO comprende una area di quasi 586 ettari ed è costituita essenzialmente dal Monte Gallo, un massiccio carbonatico, formatosi decine di milioni di anni or sono fra il periodo Mesozoico e l'Eocene medio.
Il Monte Gallo termina in un promontorio, denominato Capo Gallo, sul quale è situato un faro che ne segnala la posizione.
Il promontorio si trova nella zona nord-occidentale di Palermo e separa i due golfi di #MONDELLO e #Sferracavallo, che ospitano gli omonimi quartieri #marinari della città.
📸© Ligotti Luigi
#spiaggia #palermo #storia #arte #museo #sicilia #sicily
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La riserva di MONTE GALLO comprende una area di quasi 586 ettari ed è costituita essenzialmente dal Monte Gallo, un massiccio carbonatico, formatosi decine di milioni di anni or sono fra il periodo Mesozoico e l'Eocene medio.
Il Monte Gallo termina in un promontorio, denominato Capo Gallo, sul quale è situato un faro che ne segnala la posizione.
Il promontorio si trova nella zona nord-occidentale di Palermo e separa i due golfi di #MONDELLO e #Sferracavallo, che ospitano gli omonimi quartieri #marinari della città.
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La struttura a completamento del paesaggio, incorona l'alto e scosceso cono montuoso su cui si inerpica il paese. Collocato nel punto più alto (610 m. s.l.m.) del rilievo che funge da spartiacque tra i torrenti Tallarita e Mazzarà. La sua posizione elevata consente di dominare visivamente la costa tirrenica da Tindari a Milazzo fino alle montagne più interne risalendo il corso dei torrenti.
Sulle origini non si hanno molte notizie poiché l'unico documento sarebbe uno scritto del 1154 del geografo Idris che parla di una fortezza medievale. Ma certamente si sa che nella prima metà del 1300 si sono svolte azioni militari per il possesso e sappiamo che vi soggiornarono l'ammiraglio Ruggero di Lauria, il Re Federico II ed altri personaggi fino alla metà del XVII secolo. Nella seconda guerra mondiale verrà utilizzato come luogo di avvistamento.
Dal punto di vista fisico è delimitato da una cinta muraria e rocce che ne costituivano la difesa naturale. Tramite un sentiero tortuoso vi si accede da sud (partendo dal paese si inerpica per 100 metri) presentando una pianta irregolare con strettezze su cui si affacciano parti di cinta muraria merlata e un muro con finestre poste ad intervalli regolari (con un vicino bastione cilindrico). Nel cortile sono presenti 2 cisterne di diversa grandezza : la più piccola quasi integra in quanto ha mantenuto la copertura con volte a botte. Ad est insieme alle tracce del muro perimetrale si nota un bastione quadrangolare, mentre a sud troviamo resti di una torre rettangolare.
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Sulle origini non si hanno molte notizie poiché l'unico documento sarebbe uno scritto del 1154 del geografo Idris che parla di una fortezza medievale. Ma certamente si sa che nella prima metà del 1300 si sono svolte azioni militari per il possesso e sappiamo che vi soggiornarono l'ammiraglio Ruggero di Lauria, il Re Federico II ed altri personaggi fino alla metà del XVII secolo. Nella seconda guerra mondiale verrà utilizzato come luogo di avvistamento.
Dal punto di vista fisico è delimitato da una cinta muraria e rocce che ne costituivano la difesa naturale. Tramite un sentiero tortuoso vi si accede da sud (partendo dal paese si inerpica per 100 metri) presentando una pianta irregolare con strettezze su cui si affacciano parti di cinta muraria merlata e un muro con finestre poste ad intervalli regolari (con un vicino bastione cilindrico). Nel cortile sono presenti 2 cisterne di diversa grandezza : la più piccola quasi integra in quanto ha mantenuto la copertura con volte a botte. Ad est insieme alle tracce del muro perimetrale si nota un bastione quadrangolare, mentre a sud troviamo resti di una torre rettangolare.
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La sura del Corano alla cattedrale di Palermo
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La sura del Corano alla cattedrale di Palermo
Il Corano alla cattedrale – La sura, si trova incisa nella prima colonna a sinistra del portico meridionale della Cattedrale di Palermo. Tra i particolari insoliti della nostra città, questo è uno di quelli che sicuramente meritano la nostra attenzione.
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Per non dimenticare: la Shoah e quella "non appartenenza dei siciliani alla razza italica"
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Per non dimenticare: la Shoah e quella "non appartenenza dei siciliani alla razza italica"
Accertare e documentare vuol dire non dimenticare e non permettere che continui l’erronea considerazione che riteneva l’Isola risparmiata da questo terribile orrore Shoah, ovvero "catastrofe, rovina, disastro e desolazione, è un termine che viene usato metaforicamente…
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L'archivio storico comunale di Palermo è un edificio che conserva gli archivi dell'amministrazione comunale di Palermo, che contengono documenti a partire dalla fine del XIII secolo fino al 1957
La struttura si trova nell'ex convento Agostiniano della chiesa di San Nicolò da Tolentino, edificato nel XVII secolo e situato al civico 157 di via Maqueda, a Palermo
Nel 1866 l'edificio venne adibito all'uso di vari uffici e istituzioni, tra cui l'archivio comunale, che venne inizialmente collocato prima nella Sala degli Abbaini e nella Sala Rettangolare. Il primo archivista fu Fedele Pollaci Nuccio (dal 1866 fino alla sua morte nel 1901).
Il nucleo centrale dell'archivio è costituito dalla sala Damiani Almeyda, progettata nel 1881, e terminata nel 1885 dall'architetto Giuseppe Damiani Almeyda, già progettista del Teatro Politeama, e considerata un capolavoro di ingegneria per la sua struttura ricavata nel complesso di un antico convento. Per isolarla dall'umidità, creata da una vena d'acqua che scorre nelle sue fondamenta, il progettista realizzò delle intercapedini.
L'ampia sala, supportata da grandi pilastri, ha un'altezza di 17,50 metri, un soffitto a cassettoni e le sue pareti hanno una superficie di oltre 7.000 m2 e sono rivestire interamente da scaffalature in legno contenenti documenti storici, dagli inizi del XIV secolo alla metà del XIX, riguardanti la storia della città di Palermo, libri e corrispondenze di uomini illustri che hanno legato la loro attività alla città. L'accesso alle scaffalature avviene tramite una scala a chiocciola che raggiunge le balconate, disposte tutto intorno alle scaffalature a vari livelli, consentendo la consultazione dei documenti in esse contenuti. Sulle balconate, delimitate da inferriate in artistico ferro battuto, sono anche presenti dei leggii per agevolare la consultazione dei documenti.
La lettura può anche essere fatta nella cosiddetta Sala di studio che consente una lettura della documentazione in un ambiente silenzioso e raccolto. In questo caso si possono utilizzare dei montacarichi che consentono di portare i documenti al piano terra.
Dal 1996 l'archivio comunale è diretto da Eliana Calandra.
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Nel 1866 l'edificio venne adibito all'uso di vari uffici e istituzioni, tra cui l'archivio comunale, che venne inizialmente collocato prima nella Sala degli Abbaini e nella Sala Rettangolare. Il primo archivista fu Fedele Pollaci Nuccio (dal 1866 fino alla sua morte nel 1901).
Il nucleo centrale dell'archivio è costituito dalla sala Damiani Almeyda, progettata nel 1881, e terminata nel 1885 dall'architetto Giuseppe Damiani Almeyda, già progettista del Teatro Politeama, e considerata un capolavoro di ingegneria per la sua struttura ricavata nel complesso di un antico convento. Per isolarla dall'umidità, creata da una vena d'acqua che scorre nelle sue fondamenta, il progettista realizzò delle intercapedini.
L'ampia sala, supportata da grandi pilastri, ha un'altezza di 17,50 metri, un soffitto a cassettoni e le sue pareti hanno una superficie di oltre 7.000 m2 e sono rivestire interamente da scaffalature in legno contenenti documenti storici, dagli inizi del XIV secolo alla metà del XIX, riguardanti la storia della città di Palermo, libri e corrispondenze di uomini illustri che hanno legato la loro attività alla città. L'accesso alle scaffalature avviene tramite una scala a chiocciola che raggiunge le balconate, disposte tutto intorno alle scaffalature a vari livelli, consentendo la consultazione dei documenti in esse contenuti. Sulle balconate, delimitate da inferriate in artistico ferro battuto, sono anche presenti dei leggii per agevolare la consultazione dei documenti.
La lettura può anche essere fatta nella cosiddetta Sala di studio che consente una lettura della documentazione in un ambiente silenzioso e raccolto. In questo caso si possono utilizzare dei montacarichi che consentono di portare i documenti al piano terra.
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La Villa Mondio a Messina è una storica dimora risalente al XVI secolo, appartenente alla nobile famiglia dei Mondio, originaria della Spagna ma stabilitesi a Messina durante il XVI secolo. La famiglia ha avuto membri di spicco in vari settori, tra cui politica, religione e professioni varie. Il Palazzo Mondio ha ospitato personaggi storici come Carlo III di Borbone e Nino Bixio durante la guerra per l’Unità d’Italia, arricchendo la sua storia millenaria.
NOI come Associazione stiamo cercando di avviare un progetto per renderla fruibile a tutti e valorizzarla.
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🏛️ Il teatro in pietra più alto al mondo
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