ROSA MAGGIO FILOSOFIA PER LA VITA
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Forwarded from FILOSOFIA PER LA VITA
Filosofia, neuroscienza, scienza, medicina integrata al festival delle neuroscienze. Oggi non possiamo più fare filosofia senza scienza e la scienza non può fare a meno della domanda di senso di cui è portatrice la filosofia, perchè, se non la si interpella, rischia di diventare autoreferenziale. Il dott. Claudio Pagliara, che ringrazio di cuore per la disponibilità, ci ha mostrato, al festival delle neuroscienze, che quel che sostenevano e capirono i filosofi antichi, oggi è avvalorato dalla scienza. Il pensiero è energia e spesso da questo dipende salute mentale e fisica. La consulenza etico-filosofica si fa portatrice e pratica di questa dimensione.
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https://youtu.be/qZFNGBOHbEM


Tra le tante cose importanti che il mondo greco, e il suo fervento filosofico, ci ha donato, è la consapevolezza che tra le cause principali dei nostri mali, la prima è l'ignoranza, ovvero ignorare anche la natura delle cose. Conoscere questa natura ci può restituire una prospettiva alternativa della realtà.

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Questo video è per chi fosse collegato con la pagina facebook ed instagram. Una riflessione in una data particolare che mi fa pensare alla differenza tra gli obiettivi e lo scopo nella vita. Ci sono attività nella vita dove possiamo esprimere, ovvero dare spazio, allo scopo.

Obiettivi e scopo sono due cose diverse, ma non in contrasto o almeno non lo sono necessariamente. Ascolta il video e poi fatti questa domanda: riesco a distinguere il mio scopo dai miei obiettivi? E soprattutto: qual è il mio scopo?

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L’abominio dell’olocausto, di fatto, non fu solo la crudeltà contro l’umanità, che, tra l’altro, si è esercitata anche in altri tempi come nel periodo dell’inquisizione e non solo, bensì è la razionalità con cui è stato esercitato l’olocausto; ovvero, studiare a tavolino i modi migliori, meno dispendiosi, sia dal punto di vista prettamente economico che dal punto di vista psicologico per i carnefici, per rendere uno sterminio di massa il più efficace possibile.

È l’esperienza che ci dà la storia, conoscendola, che permette di chiederci, ad un certo punto, se ciò che è efficace, efficiente, performante per l’apparato, sia sempre giusto.

Efficace non sempre vuol dire giusto, perché l’idea di giustizia porta con sé altri elementi scartati da un programma basato sull’efficienza, porta con sé altre prospettive.
L’umanità imparerà a non commettere più abomini come l’olocausto solo quando considererà prima la problematica di ciò che è giusto o meno e solo dopo la questione dell’efficienza.

Altro elemento di cui si ha qualche remora nel parlarne pubblicamente, è che i tedeschi sapevano cosa stava succedendo: si erano davvero convinti di essere la razza superiore? Vedo in questo caso esemplare l’attualità di un’illusione che serve da conforto alla mancanza di senso. L’attualità di un bisogno di credere al “condottiero” di turno per giustificare la propria insignificanza.

Dall’omertà alla consapevolezza arrendevole il passaggio è breve. Così si fa (il famoso SI impersonale heideggeriano), è il meschino incipit di quella “banalità del male” dove l’uomo qualunque si fa complice di ingiustizia e crimini per obbedire efficientemente all’apparato, perché quello era il suo mestiere, impiegato li per fare bene il suo compito.

Ricordare, conoscere i fatti è un dovere, perché, come diceva il filosofo Santayana: <<chi non conosce la storia è condannato a riviverla>>.

(Rosa Maggio - Filosofia per la Vita)

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Con alle spalle l’albero della vita, come sostenne Paracelso: “come in alto così in basso”, “fra la terra e il cielo, fra i divini e i mortali”, per usare anche un’espressione di Heidegger, propongo una foto dalle tonalità viola che induce a considerare il nostro legame con la terra che significa anche propensione verso l’alto, apertura spirituale, non vuol dire necessariamente religione positiva.

L’albero della vita significa crescita (non necessariamente in senso performante), forza, robustezza, pazienza, resilienza, connessione col tutto, in una battuta: evoluzione spirituale.

Ognuno di noi coltiva il proprio albero 🌳 a modo suo, può prendersene cura. Ricordiamoci che dentro di noi abbiamo un’energia potente che non deve farsi affievolire dalle distrazioni superficiali mondane, dai giudizi degli altri. Siamo connessione, siamo legati col tutto.

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https://www.instagram.com/p/Cbz5gOHgILz/?utm_medium=share_sheet
<<Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta, alla sua gestione, all'umanità che ne scaturisce; a costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati; a non divenire uno sgomitatore sociale; a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare.
A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde.
È un esercizio che mi riesce bene e mi riconcilia con il mio sacro poco>>

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