La Rinascita - delle Torri
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Dalla periferia est di Roma alle periferie del mondo
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Circa 500 bottiglie di birra raccolte dai volontari del decoro: «Facciamo quello che dovrebbe essere l’impegno di ognuno [...] avremmo potuto limitarci a scrivere al municipio per denunciare la situazione e incentivare all’intervento di una squadra dell’Ama perché venga a raccogliere. Sappiamo, però, che quel lavoro viene pagato come extra». ha dichiarato Cristina Silva Cencioni del gruppo RetakeRoma Borghesiana Finocchio.

Il fine di Ama permane quello del profitto, non tanto del decoro urbano: l’efficienza dell’Ama, in tal senso, si misura in quanti utili essa ha prodotto e non nel risultato finale di un effettivo municipio (o quartiere in questione) realmente pulito dall’immondizia. «Proteggere i propri conti dalla fortissima esposizione nei confronti delle banche» si traduce in un perenne sistema di vasi comunicanti a cui il capitalismo cittadino e municipale non sa più dare risposte concrete, lasciando l’iniziativa al volontariato.

#Ama #Roma #Periferia #Rinascita

https://www.larinascitadelletorri.it/2020/06/17/finocchio-500-bottiglie-di-birra-dicono-no/
Le recenti notizie provenienti dall’Assemblea Capitolina vedrebbero l’intenzione di alcuni consiglieri di voler chiedere la riattivazione, nell’ambito del trasporto pubblico locale, del trenino Roma-Giardinetti. Non c’è dubbio che la proposta rappresenti una buona notizia per la periferia est della città. Da parte nostra interverremo nel dibattito pubblicando articoli e interviste nei prossimi giorni, in particolare ad individualità o associazioni che si sono battute per non far chiudere definitivamente il trenino.
C’è da precisare, tuttavia, un punto: la periferia non può aspettare 6 anni (ad esempio) per l’attivazione di una linea tranviaria, la tratta va riaperta in tempi ragionevoli. Anzi: già siamo in ritardo, se pensiamo all’aumento di passeggeri con la riapertura delle scuole per il mese di settembre.

#rinascita #trasportopubblicolocale #trenino #atac #roma #trasporti #metroc #periferia

https://www.larinascitadelletorri.it/2020/06/24/trasporto-pubblico-locale-la-nuova-frontiera-urbana-post-covid-19/
Tanti anni fa, i borgatari nel mese di luglio, svolgevano un’attività frenetica. Tutti o quasi erano impegnati a confezionare la salsa di pomodoro: il lavoro cominciava qualche tempo prima, con la scelta del pomodoro, sammarzano o romanesco, li portava sul posto un signore con un camion che veniva da Napoli o da Latina e per quel giorno bisognava farsi trovare pronti. Si andava in ferramenta a comperare le “bicchierette”, nel cortile di casa si preparavano grosse tinozze piene d’acqua con cui lavare i pomodori, si dovevano lavare e scolare anche le bottiglie, e infine dovevano essere sterilizzate facendole bollire vuote.
Finalmente cominciava la festa: le famiglie si riunivano e i bambini trovavano un ruolo, vecchi rancori venivano messi da parte, sembrava che ogni via, ogni cortile, ritrovasse l’armonia delle vecchie masserie.
Io in questi frangenti avevo il compito di chiudere le bottiglie, le mie sorelle erano addette alla macinatura del pomodoro mentre mia madre, mia zia e mia nonna le riempivano. Mio padre aveva il compito da fuochista: aveva preparato una pira di legna da ardere e su grossi treppiede aveva sistemato uno o due fusti, adagiava le bottiglie che gli passavo isolandole tra loro con degli stracci per evitare che durante la bollitura si rompessero, riempiti i contenitori di acqua infine accendeva un formidabile fuoco. Questo avveniva nel pomeriggio perché l’acqua doveva bollire per alcuni minuti e il fuoco doveva ardere tutta la notte. La giornata passata insieme, la fatica, la gazzarra di noi bambini, tutto concorreva a trasformare la giornata in una festa; come d’incanto uscivano salsicce, pane affettato da bruscare sulla brace, peperoni di tutti i colori. Una tavolata veniva allestita dove prima eravamo intenti a lavorare i pomodori e era festa. Credo che i cittadini di Roma, intendo quelli che abitavano al centro, un po’ ci invidiassero, nonostante noi bistrattati, privi dei servizi primari, privi delle scuole (spesso si facevano i doppi turni), privi di cinema, di teatro, di luoghi di aggregazione; per noi, insomma, che quando andavamo al centro dicevamo che andavamo a Roma, quelli erano momenti di rivalsa.
Magra consolazione.

di Giulio Marchetti

#Borgata #Periferia #Roma

https://www.larinascitadelletorri.it/2020/07/30/luglio-in-borgata-come-eravamo/
Di tutto questo vaniloquio ostile nei confronti di chi abita in periferia è bene registrare un fattore indubbio: non siamo sulla “stessa barca”. Non lo siamo mai stati. Esiste un “noi” e un “loro”, un fossato piuttosto evidente e demarcato.
C’era chi poteva permettersi un tampone in tempi rapidissimi, come hanno fatto Guido Bertolaso e Nicola Zingaretti; c’era chi poteva permettersi di violare il blocco e la chiusura totale delle attività dall’alto della sua magione come Andrea Bocelli. C’era anche chi moriva di #Covid perché i tagli apportati alla sanità pubblica hanno prodotto un solco enorme tra chi può permettersi cure di qualità pagando profumatamente cliniche private e chi deve “accontentarsi” del policlinico sovraffollato della zona in cui abita. Se ne è ancora rimasto uno. I tagli apportati alla sanità pubblica negli ultimi vent’anni hanno mostrato quanto sia inefficiente il sistema sanitario italiano, “sforbiciate” che i giornali italiani hanno fatto passare come “ottimizzazioni” e “razionalizzazioni” della spesa ma che, in realtà, hanno preso la direzione dei finanziamenti alla sanità privata. Il tutto per un totale di 37 miliardi, sottratti al Servizio sanitario nazionale. Non a caso il nostro giornale sostiene la petizione nazionale per il diritto ad una sanità pubblica e di qualità.

#Periferia #MunicipioVI

https://www.larinascitadelletorri.it/2020/07/31/il-corriere-della-sera-e-gli-insulti-alla-periferia/
Si tratterà, a spanne, di un aumento in bolletta del +15,6% per quel che riguarda la luce e di +11,4% sul gas. La bolletta di ottobre sarà la prima che vedrà tali aumenti. Anche quello dell’energia elettrica e del gas «è un mercato dove i prezzi cambiano in base a diverse variabili […] le due principali sono i costi di produzione e l’incontro fra domanda e offerta».
La pandemia da Coronavirus ha portato ad un crollo della domanda: il sistema del rapporto domanda/offerta, cioè il capitalismo, è andato in crisi proprio per questo. Non solo. Si afferma dalle parti di Montecitorio, come sia impossibile immaginare un nuovo lockdown: “l’economia ne risentirebbe”. I capitalisti pensano a questo: ai profitti e a come farli, facendo pagare le perdite ai contribuenti.
Tradotto: ci sono le perdite? Bene, tassiamo le bollette. Chi parla in prima persona singolare dei “guadagni dell’azienda” che dirige, è il primo che pone la persona plurale quando c’è da perdere: “le nostre perdite”. I “miei” guadagni, le “nostre” perdite. Il gioco è sempre lo stesso: le perdite vanno condivise, i profitti individualizzati. Un gioco a perdere a cui sembra che i capitalisti nostrani, così come quelli stranieri, non vogliono rinunciare: è su quello che basano il loro patrimonio. Così è stato, così è, così non sarà in eterno.

#Periferia #Bollette #LuceGas #Mercato #Coronavirus #Capitalismo #Pandemia

https://www.larinascitadelletorri.it/2020/10/07/gas-e-luce-gli-aumenti-in-bolletta-e-il-dogma-del-mercato/
A parte il giudizio grafico sui loghi, letteralmente uno più brutto dell’altro, compreso quello che sembra essere stato realizzato creato con Paint in quattro secondi, pare di assistere ad una farsa da basso Impero. In un clima di continua e reiterata perdita di fiducia e consenso nelle istituzioni democratiche, comprese quelle di prossimità, il Municipio sembra agire come l’imperatore romano della parte occidentale Onorio. Il reggente, anziché preoccuparsi della tenuta del territorio, in preda a usurpazioni e saccheggi, con l’esercito sbandato e infiacchito, dava da mangiare alle sue galline direttamente dalla sua mano, come raccontò lo storico bizantino Procopio di Cesarea. Quando gli venne riferita la notizia che Roma fosse caduta e saccheggiata per mano di Alarico (siamo nel 410 d.C.), Onorio si meravigliò e disse che Roma «aveva beccato dalla sua mano fino a poco tempo fa», riferendosi alla sua gallina prediletta cui aveva dato il nome della città.
Ricostruire il patto sociale dovrebbe essere una priorità delle istituzioni democratiche, specie per quel che concerne i municipi, tuttavia la questione non sembra lambire alcun presidente delle (ex) circoscrizioni della Capitale, siano essi del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle o del Centrodestra (Monica Lozzi è passata ad Italexit, soggetto politico dell’ex giornalista Paragone). L’impressione che dà ai più questa consiliatura è quella di chi sposta i quadri in salotto mentre è in corso un terremoto.
#MunicipioVI #logomunicipioVI #Periferia
https://www.larinascitadelletorri.it/.../il-nuovo-logo.../
Per chi scrive, la scelta di campo è partire dalle periferie e non invaderle; riconoscere e favorire partecipazione e sovranità dei lavoratori e dei cittadini senza potere. Non si può continuare a dare pacche sulle spalle alle periferie e andare a cena con le due rive del Tevere: tra la spiaggia del potere religioso e le sponde dei poteri bancari-immobiliari, nonché finanziari, delle élites locali e transnazionali.
La recente cronaca romana ci dice che questo è stato il limite e la tragedia di tutti i governi cittadini degli ultimi decenni.

Così non sarà in eterno

#periferia #Romacapitale #città

https://www.larinascitadelletorri.it/2020/10/13/la-citta-smarrita/
Da tempo le maggioranze politiche dei comuni e delle regioni si aggregano su poche parole d’ordine, come ad esempio: "diamo la caccia al crimine" oppure "ripuliamo questa città/regione". Oppure gestire in modo sensazionalistico l’attuale pandemia e lo stato di emergenza. Se i voti arrivano dai gestori delle discoteche o dalle fabbriche, si va in deroga alle norme nazionali, esprimo in questo modo un potere di interdizione, favorisco il mio bacino elettorale. Del virus vedremo in seguito come andrà, cerchiamo l’untore, strilliamo contro i singoli comportamenti dei cittadini e ci mettiamo in pace la coscienza. Commissari di Governo, Presidenti di Regione ed altri rappresentanti istituzionali si dimenticano che sono commissari di Governo e nei casi di emergenza sanitaria hanno responsabilità civili e penali, dimenticano che dovrebbero coordinarsi con l’esecutivo al fine di definire obiettivi, quantificare le necessità, le risorse umane ed economiche necessarie ad affrontare questa fase sanitaria, storica e politica del tutto inedita per noi contemporanei. Dovrebbero tirare le orecchie al Governo se tutto ciò non si fa, ma giocare a farsi i dispetti, gonfiare da bulli il petto e le spalle per mostrare il proprio potere e la propria protervia, ricercare la propria visibilità con quell’intervista o quell’articolo di giornale scritto dall’amico giornalista che non direbbe mai nulla contro questo o quel governatore o l’amico politico, non ci salva dal coronavirus. Ci mostrano, anzi, la mediocrità di cui sono intrisi primi cittadini, presidenti regionali o anche circoscrizionali. Petrillo, il saggista da cui abbiamo preso la citazione precedente, nel suo libro ci invita a riprenderci la vita, che significa estendere e non tagliare i “diritti urbani” al fine di riconoscere a tutti i quartieri e a tutti i suoi abitanti una quantità minima di servizi e opportunità. Uguale per tutti.
“Perchè la città che esclude è una città infelice e cupa per tutti”.

#romacapitale #periferia #regione #governo #coronavirus

leggi di più - -> https://www.larinascitadelletorri.it/2020/10/22/laria-della-citta-rende-liberi-o-soli/
C’è un punto rilevante nel rapporto centro-periferia che assume una rilevanza strategica, sotto qualsiasi punto di vista o lente di ingrandimento. La questione è il rapporto stesso e i termini utilizzati: periferia, centro. Non parleremo tanto qui del fenomeno che investe sempre di più le città europee (dunque anche Roma) di trasformazione di un quartiere popolare in zona abitativa ambita e quasi “pregiata” con conseguente cambiamento della composizione sociale nonché del costo della vita di quell’area (prezzi delle abitazioni e quant’altro). Non parleremo di gentrificazione.

Parliamo di cose più spicciole: che cos’è la periferia. Tempo fa, alla nostra casella di posta elettronica (redazione@larinascitadelletorri.it) è arrivato un messaggio in cui venivamo lodati per l’idea del giornale telematico a cui, parallelamente, seguiva una critica per aver utilizzato il termine periferia. Il lettore diceva, in buona sostanza, che lui non si sentiva abitante della periferia in quanto il suo quartiere, irrorato ora dalla Metro C di Roma, poteva dirsi appartenente alla città a tutti gli effetti. E che quel termine fosse in sé dispregiativo.

Il punto è che certe volte non basta un treno metropolitano a determinare quello che è periferia e quello che non lo è, peraltro, di un treno con una frequenza da linea regionale o giù di lì.
Che proprio non ha il sapore della metropolitana come c’è negli altri quadranti e sulle altre consolari (Tiburtina e Tuscolana). La questione è quanto il decisore politico vuole occuparsi delle zone periferiche per far sì che esse non vengano più considerate tali. Se dobbiamo essere franchi, dal 1980 in poi, il bilancio è piuttosto disarmante. E lo si vede anche dalle piccole cose. Prendiamo la cura e la manutenzione stradale.
Per molti residenti un giudizio positivo o negativo dell’amministrazione comunale riguardo la periferia si può dare solo in relazione alla pavimentazione delle strade, a prescindere dal colore politico che stia rappresentando. Un giudizio riduttivo e massimalista al contempo, ma tant’è: la maggior
Ebbene, le continue esternalizzazioni delle municipalizzate, gli appalti esterni e – spesso – l’astio e la competizione che c’è tra azienda appaltante ed esecutrice del lavoro, generano più danni che altro. Il giorno dopo la pavimentazione, ecco che arriva l’altra azienda per eseguire i lavori su quella stessa strada. Trivella, rompi, inserisci cavi, controlla tombini, riasfalta quel pezzettino che corre lungo tutto la via. Ecco qui che la rottura è servita di nuovo.

Si tratta quasi di un discorso da bar, ma in fondo si tratta di una disarmante constatazione.
Là dove la politica non è in grado di dare indirizzo e controllo arrivano i tecnici a determinare quel che si può e come lo si deve fare. Di fatto la proverbiale coperta è sempre più corta e la politica, davvero, conta e conterà sempre di meno rispetto a tre decenni fa.
Invertire la rotta è difficile ma non impossibile, battersi per mantenere il binario parallelo dell’agire locale-pensare globale è la sfida vitale dei nostri tempi.
Soprattutto in periferia. Per ridare un senso di comunità a quel che non lo è più da tempo.

#periferia #centro #romacapitale

https://www.larinascitadelletorri.it/2020/12/08/la-periferia-e-il-centro/
Proseguono i lavori per il prolungamento della terza metropolitana di Roma: si è appena conclusa la fase delle prove propedeutiche, che ha richiesto la sospensione dell’esercizio dalle 20:30 dal 13 luglio al 7 dicembre, ma col nuovo anno comincerà il pre-esercizio.
Le prove notturne riprenderanno dall’11 gennaio, con la sostituzione dalle 20:30 con le linee di bus navetta MC ed MC3. Dall’11 gennaio a fine febbraio si completeranno le prove di integrazione tra la tratta esistente San Giovanni-Pantano e la nuova tratta T3 San Giovanni-Fori Imperiali.
Da marzo, sempre di notte, proseguiranno le prove di sistema, ovvero quelle che riguardano in contemporanea tutti gli impianti della T3 da integrare con quelli della linea in esercizio.
Tuttavia il pre-esercizio vero e proprio, con i treni che faranno inversione al pozzo 3.3 di via Sannio, si svolgerà a fine aprile. Successivamente Metro C scpa consegnerà l’infrastruttura all’esercente (Atac) che farà almeno 45 ulteriori giorni di pre-esercizio e collaudi ministeriali.

Stando a questo cronoprogramma, solo a luglio 2021 la linea potrà tornare all’orario serale consueto, con l’ultima partenza alle 23:30/1:30. I pendolari della notte dovranno quindi pazientare ancora un po’ per disporre in futuro di una metro resa pienamente funzionale dallo scambio di inversione in via Sannio.

Per il momento godiamoci la “tregua” natalizia.

#metroC #trasporti #Romacapitale #Periferia

https://www.larinascitadelletorri.it/2020/12/08/metro-c-nuovo-stop-fino-a-luglio-2021/
«Nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanità si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra un’utopia di altri tempi. Vediamo come domina un’indifferenza di comodo, fredda e globalizzata, figlia di una profonda disillusione che si cela dietro l’inganno di una illusione: credere che possiamo essere onnipotenti e dimenticare che siamo tutti sulla stessa barca».
O tutti, o nessuno.
Sarebbe stato un segnale forte per la periferia far sì che venisse istituito (o anche solo proposto) un tavolo permanente che rappresentasse tutti i quartieri dello sterminato sesto municipio di Roma. L’estremismo localista e particolarista ha prevalso sul generale e l’universale. Come se Tor bella monaca appartenesse ad un territorio-nel-territorio, il sedicesimo municipio di Roma.
Dimenticare che abitiamo tutti nella VI circoscrizione (come si diceva un tempo) non rende un buon servigio ai presentatori dell’appello.
#Torbellamonaca #periferia #MunicipioVI #RomaEst
https://www.larinascitadelletorri.it/.../o-tutti-o-nessuno/
Affrontiamo tempi difficili con ironia e determinazione. Un giornale non si schiera con alcuna forza politica esistente nell’arco istituzionale locale o capitolino: guarda le prese di posizione dei rappresentanti della cosa pubblica, gli atti realizzati e giudica consequentemente la visione e la prospettiva sulla città di chi governa o fa opposizione nel nostro territorio. E, con benevole sarcasmo, ci piace ricevere critiche e subire tiratine di orecchie. Ma anche dare qualche buffetto, quando è necessario. È la stampa, bellezza.

#Periferia #RomaCapitale #Rinascitadelletorri

https://www.larinascitadelletorri.it/2020/12/14/rompiamo-il-silenzio-sulla-periferia/
Recentemente è venuto a mancare Guido Manca, già dirigente locale del Partito Comunista Italiano e già consigliere municipale. Riceviamo e pubblichiamo l'intimo ricordo di Giulio Marchetti.
La foto che troverete a corredo dell'articolo è la riproduzione di un quadro realizzato da Guido Manca.

#periferia #MunicipioVI

https://www.larinascitadelletorri.it/2021/01/02/un-ricordo-di-guido-manca-di-giulio-marchetti/
Grazie a Elodie per quello che haa detto sulla periferia sul palco dell'#Ariston.

Nel suo racconto ha parlato di bollette non pagate, di difficoltà ad arrivare a fine mese, della difficoltà per una donna come lei di poter emergere e per raccontare questa difficoltà utilizzando una parola secondo noi importantissima: strumenti.

Un racconto appassionato, di una ragazza che descrive benissimo la periferia.
Poi arrivano i soliti “giornalisti”, quelli che non conoscono la periferia e scrivono pezzi dai loro salotti buoni per i quali alcuni argomenti sono da “proletari”, per cui la periferia “è già bella così basta solo trovarla e cercarla, facendola emergere” e, così, miracolosamente il messaggio che passa è sempre il solito: “lo vedete che se uno ha un sogno e lo insegue alla fine lo raggiunge?”
Leggiamo, ovunque, una trasposizione del suo pensiero nell’ottica del capitalismo rampante, d’assalto, un minestrone nel quale scompare la parola chiave strumenti, e compare la solita solfa del sogno che se sei perseverante si realizzerà.
Questa è l’importante e sottile differenza che bisogna cogliere e rispedire al mittente: senza strumenti, il sogno della periferia è irrealizzabile. Senza troppi giri di parole.
E i nostri sogni, dal diventare una cantante o una/un docente, valgono come quelli dei quartieri bene e i nostri sogni devono essere accompagnati dagli stessi strumenti. È quello che chiediamo, da sempre.
Per noi, un manifesto politico determinante.

#Sanremo #Elodie #Periferia

Leggi l'editoriale di Eros Mattioli 👉 https://www.larinascitadelletorri.it/2021/03/04/elodie-e-la-periferia-a-sanremo/
UN ANGOLO DI #CUBA A #TORREANGELA

In via Casilina angolo Via Torrenova, proprio di fronte al Castello di Torrenova, c’è un luogo in cui un tempo doveva esserci un altarino con la statuina di un Santo o di una Madonna, persa o trafugata nel tempo.,
E’ un ex voto e la storia tramandata racconta che fu costruita nel 1940 dalla famiglia Conforti per grazia ricevuta da Masella Clementina che, prima di una sicura amputazione delle gambe a 16 anni, a seguito di un colpo di cannone, sognò Sant’Antonio che la rassicurò.
Al momento dell’intervento all’ospedale di S. Giovanni, il Primario, Prof. Gabbianelli, prima di portarla in sala operatoria, la visitò e rimase allibito: era guarita.
Si gridò al miracolo. Secondo questa storia si pensa che la cappella fosse dedicata a Sant’Antonio. Questo luogo dimenticato e sporcato, era un tempo qualcosa di molto importante per i vecchi del luogo. Perché racconto questo?

Perché noi, abitanti indigeni (ma anche i discendenti di Clementina) non abbiamo mai pensato di pulire e restaurare questo piccolo altarino, non per devozione ma per memoria. Ci ha pensato Leydis, una ragazza cubana che, dopo averlo pulito dall’immondizia, gli ha voluto donare la freschezza e la vivacità dei colori dell’arte caraibica.
Lo ha fatto con il rispetto per il luogo sincretizzando il santo a cui era dedicato, con l’immagine di una forse madonna o forse Orixà bellissima.
Ci ha dimostrato come socializzare, come rispettare e come regalare, ci ha messo a pensare..
Una straniera, un’immigrata ci ha fatto capire come sia più semplice mescolare anziché dividere.
Grazie Leydis!

di Claudia Pastorboni

#Periferia #Casilina

https://www.larinascitadelletorri.it/2021/03/05/un-angolo-di-cuba-a-torre-angela-grazie-leydis/
Lo slancio generoso dei cittadini volontari che in alcuni casi si sostituiscono alle istituzioni, viene mortificato dall’atteggiamento menefreghista delle stesse. In questo contesto è estremamente difficile far crescere quella coscienza capace di trasformare la società, il senso civico, la voglia di partecipare, l’orgoglio di sentirsi parte di una comunità sono stati offesi da anni d’incuria, la colpa è della classe dirigente? Sicuramente i partiti che hanno deciso di abbandonare il rapporto diretto con i cittadini hanno delle responsabilità, modificare questo stato di cose oggi è estremamente difficile. E poi l’immagine della deriva politica, dell’affarismo, dei connubi con la malavita organizzata, non aiuta, tanto più che chi ieri ha vissuto quella illusione di veder trasformata la borgata in quartiere, oggi ha oltre settanta anni.

#borgata #periferia

di Giulio Marchetti
https://www.larinascitadelletorri.it/2021/03/30/vivere-in-estrema-periferia/
L’eterno ex Vittorio Sgarbi nel suo video (che non pubblicheremo in questa sede ma facilmente reperibile presso la sua pagina Facebook), oltre alla volontà di rendere «gaia» la «bella monaca» e «angelica» la torre che dà il nome al quartiere, altrimenti nota per fatti poco edificanti, afferma quanto segue: «Non c’è niente di più fertile della povertà: un ricco può perdere tutto, un povero non può perdere niente. Quindi la cosa che può toccare un povero è di trovare qualcosa in più di quel che ha, il ricco ha sempre qualcosa di meno».
L’elemosina che il ricco Sgarbi fa alla povera periferia, di cui essa dovrebbe anche ringraziare il Solenne Sindaco di Sutri, rappresenta la solita solfa della più schifosa destra reazionaria di cui Egli ne è rappresentante e primo agente.
Ancora una volta l’atteggiamento nei confronti della periferia, proposto e perpetuato tanto dalle giunte di centrodestra quanto quelle di centrosinistra, rappresenta la visione zoologica del povero che va aiutato, dell’abitante di periferia che, in via d’estinzione, aspetta il ricco Mecenate per essere salvato e per far sì che lui, ricco capitolino, gli spieghi come vivere. Perché evidentemente fino ad ora lo zotico periferico non ci è riuscito.
#Periferia #Sgarbi #VImunicipio
https://www.larinascitadelletorri.it/2021/10/28/politica-della-miseria-miseria-della-politica/