📢 Il futuro non si sTocca 🔥 NO CCS
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🌎La fama del #CCS ormai ha fatto il giro del mondo, anche se purtroppo non nel modo in cui piacerebbe a noi… Lo prova, tra le altre cose, un articolo di gennaio del New York Times, che descrive l’interesse sempre maggiore di varie #aziende statunitensi verso questa tecnologia.

💨Il CCS viene visto come un’arma vincente per abbassare il quantitativo di CO2 nell’atmosfera senza dover abbassare le emissioni che l’articolo presenta come impossibili da ridurre.

💸Il principale ostacolo allo sviluppo di questi impianti? Per chi se ne occupa in Nord America, è il costo. Essendo ad oggi molto alto (circa $600 o €490 per ogni tonnellata di CO2 rimossa dall’atmosfera), e volto a finanziare progetti senza garanzia di successo, è più difficile attirare l’interesse di #investitori e di aziende minori.

⚠️Il rischio estremamente concreto che tante compagnie si servano di queste tecnologie per mascherare le proprie emissioni e per evitare di interromperle come dovrebbero per legge viene menzionato solo brevemente, e le conseguenze che un impianto del genere può avere su un territorio, sia a lungo termine che in caso di incidenti, non vengono nemmeno sfiorati.

🎁Per nostra sfortuna, sembra che le grandi aziende degli USA non dovranno arrovellarsi ancora a lungo nella ricerca di fondi per i loro CCS: il mese scorso Elon #Musk ha dichiarato la sua intenzione di donare 100 milioni di dollari alla “migliore tecnologia per la cattura del carbonio”.

💥Insomma, la CCS mania non sembra rallentare il passo, ed ora più che mai è necessario alzare la voce e urlare il nostro #NOCCS.

#ilfuturononsistocca

Fonti qui e qui

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Grazie alle attiviste e agli attivisti di Fridays For Future Ferrara per aver girato questo video sul #CCS, analizzando perché è così importante parlarne! La tecnica di cattura e stoccaggio di CO2 si è guadagnata il primo posto tra le questioni più importanti del 2021, le quali influenzeranno il nostro futuro per i prossimi decenni. Il CCS è una tecnica che, se impiegata da ENI a Ravenna, potrebbe diventare un vero e proprio cavallo di battaglia per il greenwashing delle multinazionali del fossile. Gli attivisti e le attiviste della campagna #NOCCS #ilfuturononsistocca si battono perché questo non accada, perché il CCS di Eni non ritorni nelle bozze finali del PNRR e non venga nominato in nessuna delle agende politiche future. Vogliamo una transizione ecologica che rifletta un impegno reale per affrontare l'emergenza ecologica nel nome della giustizia sociale e climatica. #ciavvelEni

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LE PROBLEMATICHE GEOLOGICHE DEL CCS: LA SISMICITÀ INDOTTA

🔍 Il processo di cattura della CO2 e stoccaggio nel sottosuolo prevede l'iniezione del composto ad elevata pressione nel sottosuolo, in particolare in giacimenti di idrocarburi esauriti e in acquiferi salini.

💥 È appurato come la continua iniezione di CO2 ad alti tassi di pressione per lunghi periodi di tempo può portare a significativi aumenti della pressione dei pori della roccia in cui è stata stoccata la CO2, dunque alla sollecitazione e all'attivazione di faglie.

⚠️ Come hanno dimostrato analoghe attività, lo stoccaggio di CO2 comporta un progressivo incremento della sismicità nell'area:

📍 Attorno all'impianto CCS di Salah, in Algeria, nel 2010, in seguito all'iniezione di CO2 si è verificato un netto aumento di microterremoti, con oltre 6.000 eventi registrati.

📍 Dall'ottobre 2013, nei pressi della piattaforma Castor, nel golfo di Valencia, lo stoccaggio di gas ha causato la riattivazione della faglia di Amposta, generando oltre 1.000 terremoti fino a magnitudo 4.3 e facendo interrompere le attività.

🙄 Il CCS a grande scala può dunque avere un significativo potenziale di causare sismicità indotta e il progetto di ENI a Ravenna, in un'area caratterizzata da una pericolosità sismica medio-alta, non lascia ben sperare.

🏚️ In particolare, l'area ravennate, essendo già considerata dai geologi una zona sismica, sarebbe interessata da "sismicità innescata", in quanto le faglie dell'area sono potenzialmente già in grado di generare forti terremoti, ma in un arco di tempo che può durare diversi secoli o anche millenni.

🔄 Una maggiore sollecitazione delle faglie del Ravennate potrebbe quindi portare ad anticipare il tempo di ritorno di un evento sismico importante, che comunque prima o poi si verificherà, stando allo storico dei terremoti.

Fonti qui: 1, 2 e 3
⚠️Convegno nazionale sul CCS⚠️

"Dal CCS alla vera transizione: il nuovo paradigma energetico"
 
Giovedì 20 marzo dalle 9.45 fino alle 16.30
si svolgerà il convegno nazionale sul CCS co-organizzato dalla campagna NO CCS insieme alla Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell'Emilia Romagna e Legambiente Emilia Romagna.

L'evento sarà online, moderato la mattina da Viviana Manganaro di RECAER e il pomeriggio da Marina Forti di Internazionale, verrà trasmesso in streaming sulle pagine di Facebook e sui canali YouTube di Legambiente Emilia Romagna, RECAER e Fridays for Future Italia.

L'evento metterà a confronto la tecnica del CCS e l'esito del suo impiego con la direzione più auspicabile per la transizione energetica, in termini di fonti rinnovabili, comunità energetiche e uscita dall'uso delle fonti fossili.

Sarà possibile commentare e interagire con gli e le ospiti, che spazieranno tra scienziat@, attivist@ ambientali ed espert@ in materia di sostenibilità, energia e ambiente, a concludere, Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e green economy dell'Emilia Romagna.

Vi aspettiamo al convegno, trovate il link all'evento Facebook qui:
https://fb.me/e/3oGEMZ2Dm

#NOCCS #ilfuturononsistocca #convegnonazionale #TransizioneEnergetica
Un passato che non passa

Per capire cosa è stato e cosa continua a essere lo sviluppo economico in Italia bisogna andare a #Ravenna.

Qui tra le acque e i canneti della laguna sorge uno dei poli petrolchimici più grandi del nostro paese costruito negli anni 50 da Eni. L’azienda è presente nella zona dalla sua nascita quando sono stati scoperti grandi giacimenti di gas naturale al largo delle coste ravennate. Oggi vi operano numerose aziende ma l’Ente Nazionale degli Idrocarburi la fa ancora da padrone e, come racconta un attivista, a Ravenna “ciò che propone ENI è accettato senza fiatare

Negli anni 50, in pieno boom economico, il #metano era considerato una grande alternativa a petrolio e carbone: presente in grandi quantità nella zona aumentava la scarsa indipendenza energetica dell’Italia.
Purtroppo però, dopo 70 anni, migliaia di studi scientifici sulla crisi climatica, eventi meteorologici estremi crescenti e, soprattutto, abbassamento dei costi delle energie rinnovabili, non può non stupire il fatto che le istituzioni locali e i sindacati considerino ancora il metano un fonte energetica necessaria alla transizione ecologica.

Si tratta di un combustibile fossile a tutti gli effetti che non fa altro che tardare la decarbonizzazione e renderci ancora dipendenti da infrastrutture e aziende desuete che non permetteno di rispettare gli Accordi di Parigi.

E, mentre ENI chiede a gran voce fondi pubblici per realizzare il mega progetto di cattura della #CO2 (CCS) e la produzione di idrogeno dal metano, i progetti per la costruzione di impianti di energia rinnovabile come l’eolico off shore restano impigliati per anni tra le maglie della burocrazia.

Solo un movimento costruito dal basso può far cambiare direzione.

🗞️ Ne parla Marina Forti su Internazionale, raccontando il contesto in cui si inserisce la proposta di #Eni di costruire a Ravenna il primo impianto per la cattura e lo stoccaggio della CO2 in #Italia.
Un grazie speciale per aver ascoltato le voci delle e degli attivist@ della nostra campagna.

Puoi leggere l'articolo completo a questo link: https://www.internazionale.it/reportage/marina-forti/2021/04/13/ravenna-eni-energia
Ci vediamo il 12 maggio a Ravenna, in Piazza del Popolo dalle ore 17 🔥

#noccs #ilfuturononsistocca #ciavveleni
Cara Eni, la CO2 non va emessa!

💥 Il 12 Maggio sarà mobilitazione nazionale a Ravenna 💥