Nonostante la nascita ufficiale di un ministero dedicato, in Italia la #transizione ecologica resta un tema molto sfuggente a un dibattito concreto.
Con “transizione ecologica” si intende la necessità di trasformare il sistema produttivo, muovendosi verso un modello sostenibile per l’ecosistema circostante. Se gli #obiettivi Ue di puntare alla carbon neutralità entro il 2050 sono inferiori rispetto a quelli stabiliti dalla comunità scientifica, che punta al 2030, restano comunque difficili da raggiungere per l’Italia, al quarto posto fra i Paesi europei per quantità di gas a effetto serra immessi nell’atmosfera. I principali settori responsabili dell'80% delle emissioni italiane sono i trasporti (24,4%), il settore residenziale (19,5%), le industrie energetiche (24,0%) e quelle manifatturiere (12,4%).
Ora, il Piano nazionale di ripresa e resilienza permetterà all’Italia di rimettere in moto la propria economia, ma in ambito ambientale il piano presentato dalla #politica dimostra quanto l’impegno non sia ancora sufficiente.
Nell'attuale documento, infatti, l’obiettivo di generazione di #energia da fonti rinnovabili è fermo al 30% entro il 2030, ancora in linea con il precedente Piano energia e clima, mentre gli investimenti restano ridotti, limitati all’agro-voltaico e all’eolico off-shore. In totale, la proposta di aumento della potenza di generazione di energia da rinnovabili si ferma a 4.2 GW in 5 anni, mentre per decarbonizzare più velocemente necessiteremmo di 6 GW annui.
Inoltre, è dato grande spazio al biometano, per sostenere la produzione da allevamenti intensivi, e al fossile, necessario alla filiera dell’idrogeno.
Sebbene ci siano investimenti nel trasporto #pubblico regionale, un’ampia quota dei fondi è destinata all'alta velocità, non prioritaria in un Paese in cui il 50% degli spostamenti avviene entro 50 km.
Analizzando le singole voci, si nota come la composizione dei trasporti sia fondamentale: per esempio, più della metà degli autobus sono previsti a metano.
Infine, i tagli drastici al piano di efficientamento energetico degli edifici e i pochi fondi destinati alla tutela del territorio e dell’acqua pubblica rendono tutti i settori sottofinanziati.
Post in collaborazione con @thevisioncom
Con “transizione ecologica” si intende la necessità di trasformare il sistema produttivo, muovendosi verso un modello sostenibile per l’ecosistema circostante. Se gli #obiettivi Ue di puntare alla carbon neutralità entro il 2050 sono inferiori rispetto a quelli stabiliti dalla comunità scientifica, che punta al 2030, restano comunque difficili da raggiungere per l’Italia, al quarto posto fra i Paesi europei per quantità di gas a effetto serra immessi nell’atmosfera. I principali settori responsabili dell'80% delle emissioni italiane sono i trasporti (24,4%), il settore residenziale (19,5%), le industrie energetiche (24,0%) e quelle manifatturiere (12,4%).
Ora, il Piano nazionale di ripresa e resilienza permetterà all’Italia di rimettere in moto la propria economia, ma in ambito ambientale il piano presentato dalla #politica dimostra quanto l’impegno non sia ancora sufficiente.
Nell'attuale documento, infatti, l’obiettivo di generazione di #energia da fonti rinnovabili è fermo al 30% entro il 2030, ancora in linea con il precedente Piano energia e clima, mentre gli investimenti restano ridotti, limitati all’agro-voltaico e all’eolico off-shore. In totale, la proposta di aumento della potenza di generazione di energia da rinnovabili si ferma a 4.2 GW in 5 anni, mentre per decarbonizzare più velocemente necessiteremmo di 6 GW annui.
Inoltre, è dato grande spazio al biometano, per sostenere la produzione da allevamenti intensivi, e al fossile, necessario alla filiera dell’idrogeno.
Sebbene ci siano investimenti nel trasporto #pubblico regionale, un’ampia quota dei fondi è destinata all'alta velocità, non prioritaria in un Paese in cui il 50% degli spostamenti avviene entro 50 km.
Analizzando le singole voci, si nota come la composizione dei trasporti sia fondamentale: per esempio, più della metà degli autobus sono previsti a metano.
Infine, i tagli drastici al piano di efficientamento energetico degli edifici e i pochi fondi destinati alla tutela del territorio e dell’acqua pubblica rendono tutti i settori sottofinanziati.
Post in collaborazione con @thevisioncom
Oggi momento della verità e si capisce se il @MiTE_IT è ministero della #transizione o della #finzione ecologica. Ore 13.45 scopriremo ufficialmente se l'Italia entra in #BOGA, vietando nuove licenze e concessioni per nuove esplorazioni oil/gas su suolo italiano.
#COP26
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E tu hai trovato il senso logico di queste affermazioni?
Scrivicelo nei commenti 🤫
#transizione #gas #crisiclimatica
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#transizione #gas #crisiclimatica
Lanciamo insieme al Collettivo di Fabbrica Gkn due giornate di mobilitazioni convergenti: lo Sciopero Globale del 25 marzo per la giustizia climatica e la Mobilitazione Nazionale “Insorgiamo” del 26 marzo a Firenze.
Sfidiamo insieme ogni tentativo di contrapporre questione sociale e questione ambientale, attraverso due date esplicitamente collegate dal fil rouge della transizione ecologica e lavorativa.
E poichè non esiste processo più inquinante della #guerra -per il suo impatto ambientale e per come ridefinisce le priorità economiche e sociali dei paesi- non potrà che essere anche una scadenza contro la guerra.
Non permetteremo più di giustificare delocalizzazioni, licenziamenti, precariato con la scusa della crisi climatica.
Non permetteremo di giustificare con la difesa dei posti di lavoro una deviazione nella transizione ecologica.
La #transizione ecologica, se reale, deve misurare la propria efficacia anche sui tempi, e non è più concepibile alcun rallentamento.
Il pianeta è in fiamme, da ogni punto di vista, e ogni secondo sprecato è un crimine.
In una reale transizione ecologica il #lavoro inquinante cessa gradualmente di esistere: non si lavorerà più a discapito dei diritti, dell’ambiente, della salute e della pace, ma si passerà per una ridefinizione democratica di cosa è realmente necessario produrre.
E’ possibile lavorare meno e meglio, e lavorare tutti, ed è un diritto che ogni lavoratrice e lavoratore, di oggi o di domani, dovrebbe rivendicare.
Non è possibile portare avanti una vera transizione climatica mentre milioni di persone -per povertà salariale o per precarietà- sono concentrate sulla propria sopravvivenza economica.
La vicenda #Gkn ci insegna che essere salariati sotto ricatto limita la nostra possibilità come persone e cittadini di dedicarci alle lotte a cui teniamo, nonché di essere attivamente partecipi del cambiamento.
Liberarci dal ricatto significa riappropriarci del diritto di incidere sulla politica del paese e acquisire nuovo potere decisionale sulle nostre vite.
🔥 Invitiamo tutte e tutti allo Sciopero Globale per il clima del 25 marzo e invitiamo le stesse forze a partecipare al corteo di Firenze del 26 marzo.
👉👉Leggi il comunicato completo cliccando qua👈👈
#PeopleNotProfit
Sfidiamo insieme ogni tentativo di contrapporre questione sociale e questione ambientale, attraverso due date esplicitamente collegate dal fil rouge della transizione ecologica e lavorativa.
E poichè non esiste processo più inquinante della #guerra -per il suo impatto ambientale e per come ridefinisce le priorità economiche e sociali dei paesi- non potrà che essere anche una scadenza contro la guerra.
Non permetteremo più di giustificare delocalizzazioni, licenziamenti, precariato con la scusa della crisi climatica.
Non permetteremo di giustificare con la difesa dei posti di lavoro una deviazione nella transizione ecologica.
La #transizione ecologica, se reale, deve misurare la propria efficacia anche sui tempi, e non è più concepibile alcun rallentamento.
Il pianeta è in fiamme, da ogni punto di vista, e ogni secondo sprecato è un crimine.
In una reale transizione ecologica il #lavoro inquinante cessa gradualmente di esistere: non si lavorerà più a discapito dei diritti, dell’ambiente, della salute e della pace, ma si passerà per una ridefinizione democratica di cosa è realmente necessario produrre.
E’ possibile lavorare meno e meglio, e lavorare tutti, ed è un diritto che ogni lavoratrice e lavoratore, di oggi o di domani, dovrebbe rivendicare.
Non è possibile portare avanti una vera transizione climatica mentre milioni di persone -per povertà salariale o per precarietà- sono concentrate sulla propria sopravvivenza economica.
La vicenda #Gkn ci insegna che essere salariati sotto ricatto limita la nostra possibilità come persone e cittadini di dedicarci alle lotte a cui teniamo, nonché di essere attivamente partecipi del cambiamento.
Liberarci dal ricatto significa riappropriarci del diritto di incidere sulla politica del paese e acquisire nuovo potere decisionale sulle nostre vite.
🔥 Invitiamo tutte e tutti allo Sciopero Globale per il clima del 25 marzo e invitiamo le stesse forze a partecipare al corteo di Firenze del 26 marzo.
👉👉Leggi il comunicato completo cliccando qua👈👈
#PeopleNotProfit
Fridays For Future Italia
Fridays For Future e il Collettivo di Fabbrica GKN annunciano due giornate di mobilitazioni convergenti: lo Sciopero Globale del…
🌱 È possibile un #lavoro a impatto zero?
Da oggi al 2023, ogni 5 nuovi posti di lavoro creati dalle imprese attive in Italia, 1 sarà generato da aziende eco-sostenibili.
Possiamo fare ancora tanto, e anche i sindacati hanno il compito di indicare la strada migliore.
E allora perchè il Mainsponsor del concerto del Primo Maggio sarà #Eni?
L'azienda opera in 69 paesi, compresi Stati accusati di abusi e violazioni sistematiche dei diritti umani (senza contare i disastri ambientali causati dal colosso del gas nel Delta del Niger).
Ricollocare i suoi 80.000 dipendenti può essere un ottimo punto di partenza per una vera #transizione ecologica ;)
#PrimoMaggio
Crediti foto 1: Moira Spitoni
Da oggi al 2023, ogni 5 nuovi posti di lavoro creati dalle imprese attive in Italia, 1 sarà generato da aziende eco-sostenibili.
Possiamo fare ancora tanto, e anche i sindacati hanno il compito di indicare la strada migliore.
E allora perchè il Mainsponsor del concerto del Primo Maggio sarà #Eni?
L'azienda opera in 69 paesi, compresi Stati accusati di abusi e violazioni sistematiche dei diritti umani (senza contare i disastri ambientali causati dal colosso del gas nel Delta del Niger).
Ricollocare i suoi 80.000 dipendenti può essere un ottimo punto di partenza per una vera #transizione ecologica ;)
#PrimoMaggio
Crediti foto 1: Moira Spitoni