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IRAN, KHAMENEI: " VEDREMO ESTIRPATO TUMORE SIONISMO"

La Guida Suprema della rivoluzione islamica, l'ayatollah Ali Khamenei, ha detto che il mondo islamico sarà testimone dell'annientamento del tumore canceroso del sionismo. L'ayatollah Khamenei - scrive l'agenzia iraniana Irna - ha espresso queste osservazioni in un incontro con alcuni partecipanti alla 40esima edizione del Concorso Internazionale del Sacro Corano della Repubblica Islamica dell'Iran.

Intervenendo all'incontro, la Guida Suprema ha sottolineato che la Striscia di Gaza è oggi la grande questione del mondo islamico, esortando i leader delle nazioni musulmane ad annunciare la fine del sostegno al regime sionista. "Dio Onnipotente chiederà alle nazioni musulmane di interrompere il sostegno al regime sionista", ha detto, riferendosi ai versetti del Sacro Corano. Il mondo islamico è decisamente in lutto per i palestinesi di Gaza, ha detto, aggiungendo che "anche le nazioni non musulmane amanti della libertà in tutto il mondo sono in lutto per il popolo oppresso di Gaza. I combattenti della Resistenza palestinese e soprattutto di Gaza obbediscono alle direttive del Corano quando combattono il malvagio nemico sionista; quindi, per grazia di Dio, la nazione palestinese vincerà in questa battaglia", ha osservato.

Testo | la Repubblica

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LONDRA VIETATA AGLI EBREI | di Giulio Meotti

Nel 2014 George Galloway dichiarò Bradford, dove aveva vinto le elezioni, “zona libera da Israele”. Il deputato di Respect disse che i turisti israeliani non erano i benvenuti a Bradford: “Abbiamo dichiarato Bradford una zona libera da Israele. Non vogliamo nessun bene israeliano, non vogliamo nessun servizio israeliano, non vogliamo nessun accademico israeliano, non vogliamo nessun turista israeliano”. Ora che Galloway, vincitore nel seggio di Rochdale, torna a Westminster, a Londra lo segue quello spirito malefico.

Le proteste filo palestinesi stanno trasformando Londra in “una zona vietata agli ebrei”, ha denunciato lo zar dell’antiestremismo, Robin Simcox, consigliere indipendente del ministero dell’Interno, che ha avvertito: “Diventeremo uno stato autoritario se sarà consentito a Londra di trasformarsi in zona interdetta agli ebrei”. Anche Suella Braverman, l’ex ministro dell’Interno, ha fatto appello a un linguaggio simile a Simcox: “Parti di Londra sono diventate zone interdette agli ebrei, ciò è totalmente inaccettabile. Abbiamo visto l’antisemitismo salire alle stelle”. Una paura confessata anche dal deputato conservatore Lord Wolfson, che alla Camera dei Lord ha detto di essere più preoccupato per la sicurezza di sua figlia che indossa una stella di David nella metropolitana di Londra che per la sicurezza di suo figlio, che serve nell’esercito israeliano. Provocazione, ma per molti è cronaca londinese.

Poi Wolfson ha rivelato: “Le società ebraiche universitarie non rendono più pubblico il luogo in cui si riuniscono. Il discorso viene distribuito poco prima dell’incontro. Questo non è un gruppo clandestino nella Russia sovietica, ma una società ebraica in questo paese nel 2024”.

Tre persone sono state aggredite a Leicester Square, una delle piazze dello shopping londinese, dopo essere state sentite “parlare ebraico”. “Ci hanno sentito parlare e hanno detto: ‘Sei ebreo?’”, ha detto Tehilla, che vive a Londra da quando aveva 13 anni. “Ho detto ‘sì, sono ebrea’, e poi hanno iniziato a cantare ‘Palestina libera’, e ‘dannati ebrei’. In 15-20 hanno iniziato ad attaccarci fisicamente”. Intanto un video di “morte agli ebrei” arrivava da un altro angolo della capitale inglese, le scuole ebraiche di Londra dispensavano gli allievi dal portare la divisa perché li identificava come ebrei e le case ebraiche toglievano le mezuzah.

Due sere fa, all’attrice ebrea Tracy-Ann Oberman la polizia consigliava di non lasciare un teatro londinese dopo uno spettacolo in cui interpretava il ruolo principale, a causa delle manifestazioni filo palestinesi nella zona. Nelle stesse ore, nella metropolitana di Londra, un ebreo con la kippah veniva aggredito al grido di “la tua religione uccide”. Intanto un ebreo ortodosso veniva pugnalato quasi a morte a Zurigo al grido di “Allahu akbar” e un ebreo veniva picchiato fuori da una sinagoga a Parigi.

Sulla Bild ai primi di febbraio, il leader degli ebrei tedeschi Josef Schuster aveva avvertito che ci sono “zone interdette agli ebrei” in Germania. “Uno sviluppo che non mi aspettavo cinque anni fa ed è allarmante”.

Pochi se le aspettavano, le zone vietate agli ebrei in Germania e figuriamoci a Londra. Ma anche se è marzo, i frutti della “diversità multiculturale” in Europa stanno maturando un po’ prima del previsto.

Testo | Il Foglio

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Il presidente dell’Organizzazione sionista mondiale, Yaakov Hagoel, sottolinea che dopo il 7 ottobre , a causa dell’enorme aumento di antisemitismo, «ottomila ebrei sono immigrati in Israele da tutte le parti del mondo»: un dato che impressiona ancor di più se si pensa quanto poco al sicuro sia Israele oggi. E il rapporto di intelligence dello Sdema Group descrive il mese di febbraio appena trascorso nel segno di gravi criticità in tutta Europa, effetto del miscuglio tra l’antico odio antiebraico dell’estrema destra e il nuovo rancore delle seconde e terze generazioni di immigrati d’ascendenza musulmana, soprattutto nelle grandi città (al mix è il caso di aggiungere le pulsioni della sinistra radicale, ancora in scena ieri pomeriggio al corteo di Roma).
Le svastiche

La Germania patria dei neonazisti è un problema nel problema. Il rapporto contiene dodici cartelle fitte di danneggiamenti a memorial ebraici, svastiche su monumenti, manifestazioni violente, aggressioni dirette, da Berlino ai piccoli centri di provincia: come in un tempo lontano, Hitler e l’Islam integralista si prendono a braccetto. Ma dall’Olanda alla Svezia, dal Portogallo alla Svizzera, dalla Lituania alla Spagna, non c’è luogo in Europa non toccato dalla grande ondata antisemita, nel mondo reale come in quello web. Ed è una faccenda tutta prepolitica, a essere onesti. Stia col governo estremista di Netanyahu e Ben Gvir o con la sinistra pacifista (cui appartenevano quasi tutte le vittime del 7 ottobre), non c’è ebreo che non senta sulla pelle oggi il peso delle tre D con cui Nathan Sharansky definiva già vent’anni fa la formula del nuovo e antico odio antisemita: demonizzazione, delegittimazione, doppio standard.

Testo | Corriere della Sera

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11 MARZO 2011: LA STRAGE DI ITAMAR

La notte tra l'11 e il 12 Marzo 2011 due terroristi palestinesi, armati di coltelli, entrarono in casa della famiglia Fogel ad Itamar e sterminarono tutti gli abitanti di quella casa, compreso un neonato di pochi mesi. Dalla carneficina si salvò solamente una figlia, Tamar, 12 anni, che in quel momento era fuori casa in compagnia di amici, e due suoi fratellini, Roi (6 anni) e Shay (2 anni) che riuscirono a nascondersi. Fu proprio rientrando a casa che Tamar a trovò i corpi martoriati dei suoi familiari.

La strage venne festeggiata per le strade della Striscia di Gaza e i due assassini vennero più volte glorificati negli anni successivi dalla tv ufficiale dell'ANP guidata da Abu Mazen, l'angelo della pace.

I dettagli della strage forniti dai due terroristi una volta scovati dall'esercito israeliano furono raccapriccianti.

Indegna fu la scarsa copertura data dai mass media italiani,

Udi Fogel. Ruth Fogel. Yoav Fogel (11 anni), Elad Fogel (4 anni), Hadas Fogel (3 mesi). Questi erano i nomi delle vittime. Noi li vogliamo ricordare, oggi come ieri e come domani.
PER NON DIMENTICARE.

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2 MAGGIO 2004: IL BARBARO OMICIDIO DI TALI HATUEL E DELLE SUE BAMBINE, UNA STORIA DIMENTICATA TROPPO IN FRETTA

Tali Hatuel era una giovane assistente sociale. Lei e le sue quattro bambine, Hila di 11 anni, Hadar di 9, Roni di 7 e Merav di 2 furono uccise vicino all’insediamento di Gush Katif, a sud della Striscia di Gaza. Era il 2 maggio 2004. Un commando palestinese fece fuoco contro l’auto su cui viaggiavano. Tali, che aspettava un altro bambino, morì sul colpo. Le bambine furono freddate con calma, una dopo l’altra, da distanza ravvicinata.

Un quotidiano canadese, il Calgary Herald, scrisse in quei giorni: “perché il mondo resta in silenzio di fronte all’uccisione di una donna incinta di otto mesi e delle sue quattro bambine?”

E’ una domanda che ancora attende una risposta. Tali, Hila, Hadar, Roni, Merav e il loro fratellino che non ha mai visto la luce di un giorno sono l’evidenza che in Israele si muore perché si è ebrei, semplicemente. Ed è una realtà incomprensibile e inaccettabile per chi, dalle nostre parti, è abituato a cantare le gesta dei carnefici piuttosto che a versare una lacrima per le loro vittime innocenti.

Thanks to Focus on Israel

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15 MAGGIO 1974: LA STRAGE DI MA'ALOT

Il massacro di Ma’alot avvenne il 15 maggio 1974 per mano del terrorismo palestinese. Un giorno scelto non a caso, visto che coincideva con il 26esimo anniversario della nascita dello Stato d’Israele. Ma’alot è una piccola città nella parte settentrionale di Israele, situata tra le colline della Galilea occidentale, molto vicino al confine con il Libano.

Proprio dal confine con il Libano in quel giorno, che ricordava anche la cosiddetta Nakba palestinese, entrarono in territorio israeliano tre terroristi appartenenti al FDLP (Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina), con indosso divise dell’IDF (Forze di difesa israeliane).

Armati con fucili AK-47 d’assalto, granate ed esplosivi, uccisero subito due donne arabo-israeliane e ne ferirono una terza.

Bussarono a tutte le porte di un condominio fino a quando Fortuna, incinta di sette mesi, e Yosef Cohen aprirono la porta, trovando la morte assieme ai figli Eliahu e Miriam, rispettivamente di 4 e 5 anni.

L’unico sopravvissuto della famiglia fu Yitzhack, terzo figlio di 16 mesi, sordomuto.

I sei omicidi commessi non placarono la sete di morte dei tre terroristi palestinesi, che si diressero verso la scuola elementare di Netiv Meir grazie all’indicazione di Yaakov Kadosh, un lavoratore dei servizi igienico-sanitari, che uccisero dopo aver ricevuto le informazioni.

Giunti alla scuola, la spietatezza e la malvagità di uccidere gli ebrei non si fermò: i tre terroristi palestinesi assassinarono subito il guardiano e alcuni bambini. Gli altri 105 bimbi assieme ai 10 maestri furono presi in ostaggio. All’interno dell’edificio erano presenti anche degli studenti di una scuola superiore in gita. Per il loro rilascio i terroristi-sequestratori chiesero la liberazione di altri 23 terroristi palestinesi, detenuti nelle carceri israeliani, fissando ultimatum alle ore di 18 dello stesso giorno. ..

[Continua a leggere l'articolo sul nostro sito >> https://www.progettodreyfus.com/maalot-terroristi-palestinesi/ ]

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SONDAGGIO PALESTINESE: CIVILI FAVOREVOLI AL MASSACRO DEL 7 OTTOBRE

8 arabo-palestinesi su 10 hanno espresso sostegno al massacro di Hamas contro i civili del sud d’Israele.

Lo rivela un sondaggio del Palestinian Center for Policy and Survey Research, secondo cui, in linee generali, nonostante il pogrom del 7 ottobre, Hamas ha aumentato i consensi anche a discapito di Fatah, il cui crollo sembra la storia di un delitto annunciato.

Sondaggio, condotto dal 26 maggio al primo giugno, che ha mostrato come 3 intervistati su 4 si sono detti contrari a una forza di interposizione araba nella Striscia di Gaza, mentre più della metà è in favore della lotta armata e contraria alla soluzione a due Stati; sostenuta da tanti leader politici internazionali che non si rendono conto della reale situazione all’interno della popolazione arabo-palestinese.

Per questo colpisce solo chi non ha voluto vedere per decenni, che soprattutto nella West Bank – ma anche a Gaza – alle domande “chi preferirebbero che mantenesse il controllo” e “quale scenario preferirebbero per il dopo guerra”, la risposta è stata sempre la stessa: Hamas.

Il gruppo terrorista arabo-palestinese assieme al suo leader nella Striscia Sinwar godono di un consenso che dà la misura dell’aria che si respira presso i gazawi, i quali considerano gli Houthi il miglior partner arabo contemporaneo.

Sempre secondo i partecipanti al sondaggio, Hamas vincerà la guerra contro Israele e continuerà a gestire Gaza.

Non arrivano notizie confortanti neanche in merito per la leadership dei macellai del 7 ottobre: per gli intervistati la guida di Ismail Haniyeh può essere messa in discussione solo dal noto sanguinario Marwas Barghouti.

Il sondaggio parla chiara: la popolazione civile esprime pieno sostegno ad Hamas, al suo terribile attacco contro i civili israeliani di otto mesi fa e la tendenza è quella di sostenere dei gestori di Gaza sempre più sanguinari.

Il sondaggio parla chiaro a tutti quei governanti del mondo, secondo cui la strada da percorrere per la pace è quella della soluzione a due stati.

I gazawi l’hanno detto: a esistere deve solo lo stato palestinese, quello d’Israele non è contemplato nel loro immaginario futuro…

[Continua a leggere l'articolo sul nostro sito >> https://www.progettodreyfus.com/sondaggio-palestinesi-7-ottobre/ ]

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AMBASCIATORE ISRAELIANO: "IN ITALIA ABBIAMO PAURA DI DICHIARARCI ISRAELIANI"

"Non so se si possa parlare di 'minaccia', ma penso che le persone siano meno serene nel mostrare apertamente la propria identità ebraica o israeliana in Italia". A dirlo in una intervista a @Il Messaggero è l'ambasciatore di Gerusalemme in Italia, Alon Bar, che alla fine del prossimo mese lascerà l'incarico.

"Penso che in tutto il mondo occidentale le forti critiche e proteste abbiano creato un ambiente meno sicuro per gli studenti israeliani e per gli israeliani portando, in alcuni casi, anche ad attacchi di stampo antisemita", sottolinea, spiegando di non essere "più certo di sapere quale sia il modo migliore per affrontare questa situazione, perché di solidarietà ne abbiamo vista tanta in Italia dopo i fatti del 7 ottobre. Ritengo che si tratti non di gente che ignori le atrocità di quel giorno, ma che preferisce non sapere oltre, confrontarsi con l'evidenza. Non importa cosa mostri loro (video o immagini), non vogliono ascoltare. Non esiste spazio per il dissenso: per le personalità italiane esprimere un'opinione diversa è impossibile. Vengono bloccate e criticate. Come ambasciata abbiamo fatto molti sforzi per dare informazioni sull'assistenza umanitaria israeliana, sullo sforzo per evitare vittime civili, sul fatto che il numero dei decessi civili fornito da Hamas è inattendibile e sovrastimato perché include per oltre la metà combattenti e membri attivi. Spero che a un certo punto le persone si sveglino e capiscano che non è tutto in bianco e nero. Ma siamo in un mondo di polarizzazione: o sei pro Israele o pro Palestina, mentre si potrebbe essere per entrambi".

Testo | @Sky tg24

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ROMA, ANTISEMITISMO AL MERCATO DI PORTA PORTESE: FANNO CALPESTARE TALLED (MANTO DI PREGHIERA EBRAICO) AGLI IGNARI PASSANTI

Lo scialle che gli uomini indossano durante la preghiera ebraica, il talled, calpestato ieri tra i Banchi di Porta Portese. La notizia è stata pubblicata oggi
nelle pagine de la Repubblica.

E' accaduto a poca distanza da uno degli ingressi del mercato, in piazza Ippolito Nievo. In mezzo a due banchetti gestiti da un gruppo di arabi, scrive il quotidiano, viene disteso in terra un mantello bianco a strisce azzurre con incisa una scritta in ebraico.

I frequentatori del mercato, ignari, ci passano sopra tra le risate degli autori dello sfregio. Poi qualcuno se ne accorge. Sul posto è intervenuta la polizia, allertata da altri agenti presenti in zona. Avviati accertamenti sull'atto di antisemitismo.

Testo | ANSA.it

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