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UNIVERSITA', PACIFINTI E CATTIVI MAESTRI: TORINO BOICOTTA GERUSALEMME | di Daniele Priori

Il Senato accademico dell’ Università degli Studi di Torino si lascia okkupare dagli studenti pro Palestina e decide di conseguenza di boicottare Israele votando quasi all’unanimità, con un solo voto contrario e due astenuti, la decisione di non partecipare al bando 2024 del ministero degli Affari esteri e della Coperazione internazionale perla raccolta di progetti di collaborazione tra le istituzioni di ricerca italiane e israeliane. Una decisione presa praticamente sotto dettatura, quella degli accademici riuniti nelle stanze del rettorato, all’interno del quale si è riversata una delegazione del gruppo studentesco neocomunista Cambiare rotta e di Progetto Palestina, entrambi con posizioni palesemente pro Hamas.

Nell’edificio universitario era in corso la riunione del massimo organo accademico.

Così, in maniera decisamente poco ortodossa, i giovani dottorandi con tanto di lenzuolo-striscione con su scritte frasi anti-Israele e ben due bandiere palestinesi, si sono introdotti nell’aula interrompendo di fatto i lavori dell’assemblea. Ciò che lascia ancor più basiti nell’intera vicenda è come tutto sia avvenuto con il consenso del rettore Stefano Geuna che dirigeva la riunione il quale, anzi, neanche fossero entrati gli ospiti d’onore, si è affrettato a dare la parola a una rappresentante degli studenti in protesta per fare in modo che potessero spiegare meglio il loro punto di vista: «A fine febbraio – hanno detto i manifestanti- il ministero degli Affari esteri ha annunciato il bando per progetti congiunti di ricerca, che si possono presentare entro il 10 aprile. Non è difficile immaginare per quali fini verranno utilizzati: tecnologia civile e militare».

La prima conseguenza del bando è stata una lettera, datata 29 febbraio scorso, nella quale docenti universitari di tutta Italia (dei quali una sessantina dell’ateneo torinese) chiedevano proprio la sospensione del bando. Perentoria e ammessa a poche possibili trattative, dunque la richiesta, sottolineata da un temerario memorandum. «Vogliamo ricordare che colpevole di un genocidio non è solo chi materialmente lo compie ma anche tutti coloro che contribuiscono al suo dotarsi dei mezzi necessari per farlo sia materialmente sia tramite la ricerca».

Tanto è bastato perché il Senato si ritirasse in sede deliberante e nel pomeriggio votasse compatto sulla linea degli studenti estremisti che, non casualmente, hanno cantato vittoria grande rilanciando l’impegno su tutto il territorio nazionale. «Una vittoria importante che proveremo ad ottenere anche negli altri atenei dei Paese per smontare pezzo a pezzo la complicità delle università italiane con l’entità sionista».

È bene ricordare, in tal senso, come proprio i rappresentanti di Cambiare rotta fossero quelli che nella manifestazione a Roma dello scorso febbraio spinsero senza fortuna la piazza a condurre un non previsto corteo verso il Viminale.

Ieri all’Università di Torino è andata diversamente. Gli estremisti si sono presi di fatto l’università portando avanti una strana idea di pacifismo in cui, con le buone o con le cattive, a vincere debbono essere sempre loro.

Testo | Liberoquotidiano.it

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ANNI TRENTA: I PROFESSORI DI TORINO CHE SI UMILIANO AI DIKTAT DEI NEMICI DELLO STATO EBRAICO | di Pierluigi Battista

C’è una fotografia deprimente, che galleggia tra il grottesco e il patetico, e che riflette esattamente lo stato di coma culturale in cui versa l’Università italiana (vero, ministro Bernini?). La foto ritrae un gruppo di membri del Senato Accademico dell’Università degli Studi di Torino umiliato da una squadraccia di fanatici che sta imponendo loro, con successo, la decisione di sospendere i rapporti di collaborazione scientifica con lo Stato di Israele. Anzi, con “l’entità sionista”, come lo definiscono gli squadristi ricalcando lo stereotipo antisemita e antisionista di Hamas che nega l’esistenza stessa dello Stato di Israele.

Tremebondi e intimiditi, quei professori hanno stracciato con un colpo di penna alcuni valori essenziali della comunità accademica. La libertà di ricerca. La cooperazione scientifica. Il pluralismo culturale. La necessità degli scambi culturali e scientifici. E inoltre, se vogliamo, un atteggiamento mediamente dignitoso nei confronti dei prepotenti. Un minimo di fermezza nei confronti di palesi manifestazioni di odio antiebraico. Niente di tutto questo, hanno firmato un atto inverecondo mentre i prepotenti, lo si vede nella foto, avevano stampato in volto il ghigno della vittoria. Mi sono sempre chiesto come sia stato possibile che alla fine degli anni Trenta gli italiano avessero accettato per viltà e accondiscendenza la liceità di cartelli in cui si dichiarava “non si compra in questo negozio di ebrei”.

Ecco, con la foto di Torino, ho capito come mai è potuto accadere.

Testo | HuffPost Italia

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ATENEI E ANTISEMITISMO | di Ruben della Rocca

E' un'onda carsica di antisemitismo quella che si sta abbattendo come un terremoto sugli atenei italiani. Un sisma con scosse sempre più lunghe e violente che rischia di far crollare quei luoghi che dovrebbero essere la culla del sapere, del confronto e del dialogo.

Dopo le scene penose dell' Università degli Studi di Torino, dove il Senato Accademico si è trovato invaso da un gruppo di studenti con bandiere e striscioni colmi di odio per Israele e costretto quasi fisicamente a votare una mozione di boicottaggio accademico contro le università israeliane, le immagini di pochi giorni da della Sapienza Roma e di Genova con lo stesso clichè di violenza verbale e gli stessi tentativi di mettere pressione a docenti riuniti in sessione.

Qualche giorno ga altre pagine tristi, le censure nei confronti di Maurizio Molinari e David Parenzo, colpevoli di esserre ebrei e quindi "sionisti", termine che in questo momento è diventato per una fascia di popolazione nel nostro paese l'insulto peggiore sda rivolgere al passato.

Siamo probabilmente al punto più basso della storia delle università italiane dal 1938 ad oggi...

[Leggi tutto l'articolo su OFCS Report >> https://www.ofcs.it/sociale/atenei-e-antisemitismo/#gsc.tab=0 ]

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