Briciole di teologia
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Briciole per nutrire il YouTube 📹 bit.ly/Robertube 📚Libri di Robert Cheaib bit.ly/cheaibook 📱 Social: Fb.com/robertcheaib; theologhia.com ☦️ #rispostalvolo #pregareinbriciole #scuoladipreghiera #pregolaParola📬 per contattarmi: bit.ly/connesso
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Mi commuove questa parola di Gesù perché l'ho sperimentata e l'ho vista realizzarsi in persone che hanno rinunciato per il Signore. A ben vedere, sarebbe stato troppo facile per Gesù promettere solo la vita eterna... Della serie: quando saremo lì, se ne riparla. Ma Gesù promette il centuplo in questa vita. E questa abbondanza, questa eccedenza, l'ho vista e la vedo nella vita di chi lascia per il Signore. Non bisogna cedere a inganni del tipo: «Lascio, così avrò». Perché proprio questa mentalità mostra che la persona non ha rinunciato a nulla. Possiamo ingannare noi stessi, ma non Dio. Chi lascia, non nota nemmeno più l'abbondanza materiale, perché il suo cuore è altrove. È con il Signore. È nel Signore.
#pregolaParola
(Mt 19,27-29)https://www.theologhia.com/2019/07/abbandono-e-abbondanza-pregolaparola.html
«Nulla anteporre all’amore di Cristo» /
«Nihil amori Christi praeponere»

🙏
Un ricordo in preghiera 🛐 per tutte le amiche e tutti gli amici del canale nella festa del Patrono d'Europa, San Benedetto da Norcia
La vita spirituale inizia quando capisci che la vita con Dio non è un'impresa tua, ma un dono suo. Finché non sei arrivato lì, guarderai a tutte le sfide del cammino spirituale e ti sentirai piccolo e impotente. E fai bene. Perché sei piccolo e sei impotente a navigare nel mare della vita spirituale esattamente quanto sei impotente di volare sbattendo le tue braccia. Il segreto è qui: è capire che la vita spirituale è la vita nello Spirito. Detto più chiaramente: è lo Spirito che diventa la tua vita, la tua forza, la tua luce. E tu che devi fare? Togliere gli ostacoli. Non perseguitare l'opera di Dio in te.
#pregolaParola
(Mt 10,16-23)
Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un'altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo.
​​Come non essere grato al Signore e a voi?

«Nella maturazione del rapporto con l’altro nella sua diversità passiamo per tre fasi: illusione, delusione e dedizione. Ci illudiamo che una persona rispecchi la nostra idea, i nostri ideali e i nostri sogni. L’altro, però, altera i nostri sogni e il nostro umore. In una parola ci delude. È qui che inizia veramente la possibilità dell’amore, che è una scelta; la scelta di amare l’altro nella sua diversità e di dedicarsi alla persona amata, anzi, all’edificazione insieme di una bella costruzione d’amore fondata sull’amicizia».
Tratto da l’ABC dell’amore di Robert Cheaib pubblicato da Tau Editrice che è stato il libro più venduto nelle librerie religiose la settimana scorsa secondo le statistiche di Rebecca libri.
Oltre alle librerie fisiche, trovi il libro anche online 📕 bit.ly/abcdellamore
📚
«Più un uomo è santo, meno è compreso dagli uomini del mondo. Tutti quelli che possiedono la minima scintilla di fede viva lo comprenderanno in una certa misura, e più egli è santo, più essi saranno, in generale, attirati da lui;ma quelli che servono il mondo saranno accecati al suo riguardo, lo disprezzeranno e lo detestereranno. È proprio ciò che è accaduto al nostro Signore. Egli era il tutto santo, ma “la luce brilla nelle tenebre e le tenebre non l'hanno riconosciuta”». Penso che queste parole di John Henry Newman non abbiano bisogno nemmeno di un assist per farci capire meglio il vangelo di oggi. Il cuore mondano è cieco alle cose di Dio. Chi è contagiato dalla luce di Dio, è osteggiato dalle tenebre del mondo. Ma non è questa l'ultima parola. La parola ultima è più significativa è la predilezione singolare e personale di Dio verso ognuno dei suoi prediletti.
#pregolaParola
(Mt 10,24-33)
Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
In salita ci si da la mano, in salita si smette di parlare di cose futili e non necessarie e si apprezza il silenzio, perché si è impegnati a gestire la fatica e il fiatone. Quando saliamo pensiamo alla salita di Gesù, a quella faticosa salita sotto il peso della croce e alla piaga della sua spalla. Non sarà stato per nulla facile. Ma pensiamo anche a Simone di Cirene e alla Veronica, l’uno lo aiuta portando la sua croce per un po’ e l’altra gli asciuga il volto visibilmente sofferente: credo che sia un’immagine efficace e viva da prendere a modello per nostre salite!
Ed allora, un bel respiro e forza! Ci rivediamo in cima!
Maria Marzolla
https://www.theologhia.com/2019/07/che-fatica-la-salita-sesta-passeggiata.html
Le relazioni non ci arrivano preconfezionate. Non esistono amori a prima vista, amicizie con un clic, legami che si consolidano dal giorno alla notte. Una relazione richiede tempo, dedizione, attenzione e costanza. Ciò che vale per le relazioni naturali, vale anche per le relazioni soprannaturali, per le amicizie spirituali, per le opere di carità. Chi è il mio prossimo? È colui e colei a cui mi faccio prossimo, mi avvicino, mi impegno di conoscere e di cui condivido la passione e la fatica, le gioie e i dolori. Il cristianesimo è reale quando è un sano connubio tra divino e umano, tra tensione eterna e attenzione storica. Tra ricerca del Volto e rivolgersi ai volti.
#pregolaParola
(Lc 10,25-37)Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno». Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».
Il nostro annuncio rimarrà senza autorità finché non recuperiamo la radicalità di Gesù, di cui gli stessi avversari riconoscevano l'autorità unica. La radicalità evangelica dice che non devi anteporre nulla e nessuno alla chiamata di Dio. Quante persone sanno che queste parole sono carne della loro carne e ossa delle loro ossa? Quante persone hanno scoperto la gioia proprio nel momento in cui non hanno permesso alla possessività umana di bloccare in loro una chiamata al dono totale di sé? E quanti genitori si sono trovati a ringraziare dopo perché il figlio o la figlia hanno ascoltato più il richiamo di Dio che i loro borbottii? La chiamata di Dio costa, ma è l'unico investimento che conta. L'unico dono che non impoverisce ma diventa ricchezza del donatore.
#pregolaParola
(Mt 10,34-11,1) Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l'uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Il pericolo nel leggere questo vangelo è quello di pensare a guai lanciate a città antiche che non ci dicono nulla. La postazione giusta per leggere questo vangelo è invece quella di soffermarsi per fare memoria delle meraviglie, dei prodigi e delle illuminazioni che il Signore ci ha dato lungo il cammino con lui. Alt! Non dire non hai ricevuto nulla. Bisogna far memoria, riportare il cuore a sé stesso prima di aprire bocca. Saepndo poi che il Signore parla, anche tacendo.
#pregolaParola
(Mt 11,20-24) Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Ho avuto modo di esplorare alcune modalità di preghiera e di meditazione di altre religioni. Ciò mi ha permesso di cogliere maggiormente la ricchezza della preghiera cristiana. La meditazione cristiana (sì, anche il cristianesimo ha una sua veneranda tradizione meditativa e contemplativa!) si distingue dalle altre forme di meditazione per la sua concretezza, per la sua incarnazione, per il suo contribuire a dare dei lineamenti personali e reali alla figura di Dio. E ciò è possibile grazie alla figura storica e concreta di Gesù Cristo. «Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». Meditando le gesta di Gesù scorgiamo qualcosa dell'intimità di Dio. Chi cammina per Cristo uomo vero, giunge a conoscere la verità di Dio.
#pregolaParola
(Mt 11,25-27)

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
La domanda di oggi potrebbe risultare strana. è di una persona che segue il canale e che in seguito a un video sul problema del male, aveva posto questa domanda: Io mi chiedo perché agli altri capitano le disgrazie e a me no. Non mi reputo degna di essere "privilegiata".
La domanda meriterebbe una riflessione più lunga, ma i limiti di una rispostalvolo mi hanno permesso di dare questa prospettiva... voi come rispondereste?
Vi consiglio, per questa questione complessa del dolore la lettura di un breve saggio di Paul Ricoeur sul male. Il saggio si trova qui: https://amzn.to/2XQcoJR
Se abbiamo l'abitudine di tradurre subito il vangelo in chiave morale (e moralizzante), questa pagina ci disarma. Questa pagina ci invita ad accogliere la nostra piccolezza, la nostra fragilità, la nostra povertà. E come accoglierla? Sapendo che è il nostro biglietto d'ingresso nelle grazie di Cristo. Io, proprio io, esausto ed esaurito come sono, sono infinitamente amato da Cristo. E perché mai parla di giogo? Per vari motivi, ma mi piace sottolinearne uno, forse molto sottile e non immediato. È un “giogo” essere amati senza motivi, o, di più, essere amati quando non ci amiamo e non ci sentiamo degni dell'amore... Ma accogliendo questo giogo sperimentiamo la gioia più grande, quella dell'Amore come grazia e non come merito.
#pregolaParola
(Mt 11,28-30)

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Ricordati...
Non sei il Messaggio...
Sei un messaggero...
Ed è bellissimo così...
«Fatta la legge. Trovato l'inganno». Forse ci sfiora il pensiero al vedere come cambiano le norme e i precetti dall'Antico al Nuovo Testamento. Ma è proprio così? Se guardiamo la pedagogia del Signore, notiamo invece una coerente evoluzione che tiene al centro non le norme, ma i due volti che devono incontrarsi nella e oltre la norma: il Signore e l'essere umano. Non è allora questione di elusione della legge, ma di delucidazione del suo cuore palpitante, della sua essenza più profonda: l'incontro nuziale tra il Creatore e la creatura. Tutto il resto è un contorno che acquisisce la sua importanza dalla preparazione delle nozze divine.
#pregolaParola
(Mt 12,1-8)
In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato».
Hai presente quando pensi di non riuscire a farcela al passo successivo? Gli ultimi metri sono sempre così, i più faticosi, eppure sono quelli più vicini alla meta. Sembra assurdo ma non di rado battiamo in ritirata proprio prima di compiere quegli ultimi passi. Quando il buio fitto della foresta inizia a farsi attraversare dai raggi di luce, quando sentiamo il cinguettio degli uccelli sempre più vicino, quando le gambe fanno sempre più male e il respiro diventa affannoso, chiudendo ognuno in un proprio piccolo mondo, attraversato da mille pensieri, immagini, ricordi e silenzi che ci raccontano tutta un’altra storia, è lì che dobbiamo mettercela tutta, perché stiamo arrivando in cima. E che sete! Una sete che pensi di non aver mai provato fino a quel momento tanto da rivelarti in un attimo il senso dell’esistenza dell’acqua.
Maria Marzolla
A voi la Settimana e penultima passeggiata 👇
https://www.theologhia.com/2019/07/hai-sete-ce-acqua-e-acqua-la-settima.html
A un'epoca come la nostra, la risposta di Gesù à Marta potrebbe forse urtare. Quante volte si guarda alle vocazioni contemplative come vite sprecate, come braccia tolte al lavoro della carità? Quante volte preferiamo fare per il Signore piuttosto che stare con lui? Il comportamento di Gesù è chiaro in questo vangelo. Esso sottolinea il primato e l'importanza della contemplazione, della preghiera, dell'ascolto orante e innamorato della sua parola. Anche se stona con il nostro attivismo, ricordiamoci di fare sufficiente spazio alla preghiera. Perché le opere grandi non nascono dai grandi sforzi, ma dal fare spazio nella nostra piccolezza alla grande opera del Signore.
#pregolaParola

(Lc 10,38-42)
Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Non mandarmi messaggeri. La mia anima ha sete di te, del Dio vivente. Non mandare messaggeri, parlami tu. Di' all'anima mia: «Sono la tua salvezza, sono l'acqua viva, sono lo Sposo ». Parlami e toccami perché la vita qua vale solo se è colma della presenza della tua vita. Fammi percepire la tua voce che chiama, il tuo amore che avvolge poiché «il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode».
#pregolaParola
(Gv 20,1-2.11-18)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Maria invece stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: «Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro»». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
«Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto». A primo acchito, la sorte del tralcio che non porta frutto e di quello che lo porta sembrano uguali. C'è comunque un taglio. Ma i due tagli sono diversi. Uno è un taglio per la morte, l'altro è per la vita. Chi cammina con Dio non è risparmiato dalle difficoltà e dalle croci della vita, ma il suo atteggiamento nei loro confronti, la traduzione di queste croci nella trama generale della propria esistenza, fa la differenza. Non è ciò che sopporti che conta, ma come, perché e per chi lo sopporti che fa la differenza. Per questo l'appello fondamentale è rimanere in lui, perché il senso della nostra esistenza è lì, nella dimora, nell'Unione nuziale dove lui sarà tutto in tutti.
#pregolaParola
(Gv 15,1-8)

«Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Care amiche e cari amici, in esclusiva per gli iscritti al canale Telegram, allego un estratto del libro Educare i figli alla fede... In occasione dell'uscita della versione portoghese. Il link con il pdf (vedi sopra) si autodistruggerà in 48 ore, quindi chi volesse scaricarlo lo faccia presto 🔜 😘

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