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L’UE ha rivelato le direttive per rafforzare la sicurezza delle elezioni europee del 2024. Enfatizzando la moderazione dei contenuti e la lotta ai deepfake sulle piattaforme digitali.

Con l’avvicinarsi delle elezioni europee – 6-9 giugno 2024 -, l’Unione Europea ha annunciato un nuovo progetto normativo per sensibilizzare le principali piattaforme digitali riguardo a questo fondamentale appuntamento elettorale.

L’UE ha rivelato un progetto di direttive per garantire la sicurezza nelle elezioni, rivolto alle piattaforme digitali con almeno 45 milioni di utenti mensili attivi a livello regionale.

Queste piattaforme, regolate dal Digital Services Act -#DSA , sono obbligate a contrastare rischi sistematici come la creazione di deepfake politici, garantendo allo stesso tempo i diritti fondamentali come la libertà di espressione e la privacy.

L’impatto del DSA sulle elezioni europee 2024
Le piattaforme coinvolte dal provvedimento comprendono Facebook, Google, Instagram, LinkedIn, TikTok, YouTube e X.

L’Unione Europea ha identificato le elezioni come un momento critico nell’ambito dell’applicazione del DSA per le grandi piattaforme online (VLOP) e i motori di ricerca online (VLOSE).

Queste aziende sono chiamate ad individuare e a limitare rischi sistematici, inclusa la manipolazione delle informazioni che potrebbero influenzare i processi democratici. Sempre nel rispetto dell’intera normativa sulla moderazione dei contenuti e sulla governance digitale.

Richiamo ai colossi tecnologici per i processi democratici
Secondo le direttive dell’UE sulla sicurezza elettorale, ci si aspetta che i colossi tecnologici rafforzino le loro misure di protezione dei processi democratici. Questo include l’impiego di risorse per la moderazione dei contenuti in tutte le lingue ufficiali dell’UE

Inoltre si richiede la disponibilità di personale sufficiente per rispondere efficacemente ai rischi emergenti dalle informazioni sulle loro piattaforme.

Oltre a rispondere alle segnalazioni dei fact-checker indipendenti.

In caso di mancato rispetto, potrebbero incorrere in ingenti sanzioni.

L’importanza della moderazione dei contenuti
Le piattaforme dovranno bilanciare attentamente la moderazione dei contenuti politici, distinguendo tra satira, che dovrebbe restare libera come forma di libertà di parola, e la disinformazione politica nociva, che potrebbe influenzare gli elettori e alterare il risultato delle elezioni.

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#socialmedia #UE2024
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#UE2024, ecco le linee guida per aziende tech e #socialmedia

L’UE ha rivelato le direttive per rafforzare la sicurezza delle elezioni europee del 2024. Enfatizzando la moderazione dei contenuti e la lotta ai #deepfake sulle piattaforme digitali.

Con l’avvicinarsi delle #ElezioniEuropee – 6-9 giugno 2024 -, l’Unione Europea ha annunciato un nuovo progetto normativo per sensibilizzare le principali piattaforme digitali riguardo a questo fondamentale appuntamento elettorale.

L’UE ha rivelato un progetto di direttive per garantire la sicurezza nelle elezioni, rivolto alle piattaforme digitali con almeno 45 milioni di utenti mensili attivi a livello regionale.

Queste piattaforme, regolate dal Digital Services Act #DSA, sono obbligate a contrastare rischi sistematici come la creazione di deepfake politici, garantendo allo stesso tempo i diritti fondamentali come la libertà di espressione e la privacy.

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L’UE ha avviato un’indagine su Facebook e Instagram per il rischio di #disinformazione russa in vista delle elezioni europee del 2024. L’indagine si concentra sulle politiche di Meta e anche sulla mancanza di sostituti per Crowd Tangle.

L’attenzione verso la disinformazione in #UE è sempre molto alta, soprattutto in questo periodo.

Le piattaforme di Meta, Facebook e Instagram, sono finite sono indagine dall’UE. Il motivo di questa indagine è che a Bruxelles si teme che Meta non riesca a eliminare del tutto la disinformazione russa. Un pericolo questo che l’UE non vuole correre in vista delle prossime #ElezioniEuropee2024 dell’8 e 9 giugno 2024.

L’indagine prende di mira la cosiddetta campagna #Doppelganger.

Si tratta di un’operazione pro-Russia che tenta di replicare nella forma l’aspetto dei siti di informazione tradizionali. Ma, in realtà, è un modo per creare contenuti a favore delle politiche del presidente russo Vladimir Putin.

Meta sotto indagine in relazione al #DSA

La Commissione Europea ha dichiarato in una nota che l’indagine, aperta nell’ambito del Digital Services Act, prenderà in esame le politiche e le pratiche che Meta prevede in relazione alla pubblicità ingannevole e ai contenuti politici sui suoi servizi.

Le potenziali violazioni oggetto di indagine riguardano proprio l’approccio della società di Mark Zuckerberg nell’affrontare le campagne di disinformazione e il “comportamento coordinato non autentico” nell’UE.

Questo insieme alla mancanza di strumenti di terze parti efficaci per monitorare l’andamento delle elezioni. Particolare preoccupazione desta il fatto che Meta sta abbandonando Crowd Tangle senza prevedere un sostituto adeguato.

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#socialmedia
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RT @borrillo62: 👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇

L’UE ha avviato un’indagine su Facebook e Instagram per il rischio di #disinformazione russa in vista delle elezioni europee del 2024. L’indagine si concentra sulle politiche di Meta e anche sulla mancanza di sostituti per Crowd Tangle.

L’attenzione verso la disinformazione in #UE è sempre molto alta, soprattutto in questo periodo.

Le piattaforme di Meta, Facebook e Instagram, sono finite sono indagine dall’UE. Il motivo di questa indagine è che a Bruxelles si teme che Meta non riesca a eliminare del tutto la disinformazione russa. Un pericolo questo che l’UE non vuole correre in vista delle prossime #ElezioniEuropee2024 dell’8 e 9 giugno 2024.

L’indagine prende di mira la cosiddetta campagna #Doppelganger.

Si tratta di un’operazione pro-Russia che tenta di replicare nella forma l’aspetto dei siti di informazione tradizionali. Ma, in realtà, è un modo per creare contenuti a favore delle politiche del presidente russo Vladimir Putin.

Meta sotto indagine in relazione al #DSA

La Commissione Europea ha dichiarato in una nota che l’indagine, aperta nell’ambito del Digital Services Act, prenderà in esame le politiche e le pratiche che Meta prevede in relazione alla pubblicità ingannevole e ai contenuti politici sui suoi servizi.

Le potenziali violazioni oggetto di indagine riguardano proprio l’approccio della società di Mark Zuckerberg nell’affrontare le campagne di disinformazione e il “comportamento coordinato non autentico” nell’UE.

Questo insieme alla mancanza di strumenti di terze parti efficaci per monitorare l’andamento delle elezioni. Particolare preoccupazione desta il fatto che Meta sta abbandonando Crowd Tangle senza prevedere un sostituto adeguato.

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#socialmedia
- Franz Russo
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RT @aniramiznat: Pericolo pubblico n. 1: la disinformazione russa!

L’UE ha avviato un’indagine su Facebook e Instagram per il rischio di #disinformazione russa in vista delle elezioni europee del 2024. L’indagine si concentra sulle politiche di Meta e anche sulla mancanza di sostituti per Crowd Tangle.

L’attenzione verso la disinformazione in #UE è sempre molto alta, soprattutto in questo periodo.

Le piattaforme di Meta, Facebook e Instagram, sono finite sono indagine dall’UE. Il motivo di questa indagine è che a Bruxelles si teme che Meta non riesca a eliminare del tutto la disinformazione russa. Un pericolo questo che l’UE non vuole correre in vista delle prossime #ElezioniEuropee2024 dell’8 e 9 giugno 2024.

L’indagine prende di mira la cosiddetta campagna #Doppelganger.

Si tratta di un’operazione pro-Russia che tenta di replicare nella forma l’aspetto dei siti di informazione tradizionali. Ma, in realtà, è un modo per creare contenuti a favore delle politiche del presidente russo Vladimir Putin.

Meta sotto indagine in relazione al #DSA

La Commissione Europea ha dichiarato in una nota che l’indagine, aperta nell’ambito del Digital Services Act, prenderà in esame le politiche e le pratiche che Meta prevede in relazione alla pubblicità ingannevole e ai contenuti politici sui suoi servizi.

Le potenziali violazioni oggetto di indagine riguardano proprio l’approccio della società di Mark Zuckerberg nell’affrontare le campagne di disinformazione e il “comportamento coordinato non autentico” nell’UE.

Questo insieme alla mancanza di strumenti di terze parti efficaci per monitorare l’andamento delle elezioni. Particolare preoccupazione desta il fatto che Meta sta abbandonando Crowd Tangle senza prevedere un sostituto adeguato.

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#socialmedia
- Franz Russo
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RT @fakerepublicTV: Il 30/4 @ThierryBreton e il suo team alla Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione del #DSA contro #Meta 4 giorni prima abbiamo registrato la puntata sulle #Piattaforme con @franzrusso che va in onda stasera alle 21 e anticipa il tema👇👇👇https://t.co/85cXHmEzkA
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È stato per me un gran piacere prendere parte a questa puntata. Il tema #socialmedia e politica è sempre attuale.
Ringrazio di cuore @liviaponzio e @martaottaviani per l'invito.
Seguite l'episodio sul canale #FakeRepublic e iscrivetevi!
👇

Il 30/4 @ThierryBreton e il suo team alla Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione del #DSA contro #Meta 4 giorni prima abbiamo registrato la puntata sulle #Piattaforme con @franzrusso che va in onda stasera alle 21 e anticipa il tema👇👇👇https://t.co/85cXHmEzkA
- Fake Republic
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RT @liviaponzio: Stasera alle 21 va in onda su @fakerepublicTV la puntata sulle #Piattaforme #SocialMedia
Con @martaottaviani nostro ospite gradito è @franzrusso che ci ha illuminato il cammino sullo sconfinato orizzonte di quelle che sono le infrastrutture dell’informazione e del #infowar 👇

Il 30/4 @ThierryBreton e il suo team alla Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione del #DSA contro #Meta 4 giorni prima abbiamo registrato la puntata sulle #Piattaforme con @franzrusso che va in onda stasera alle 21 e anticipa il tema👇👇👇https://t.co/85cXHmEzkA
- Fake Republic
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RT @liviaponzio: La nuova puntata di @fakerepublicTV con ospite @franzrusso è online!
30 minuti ricchissimi in cui si parla di #socialmedia #piattaforme e tutto ciò che ne consegue #DataRights #Privacy #DSA #GDPR #TikTok #Ai #Meta #Fediverse e molto altro. Sintonizzatevi e se vi piace iscrivetevi

La Puntata sulle #Piattaforme #SocialMedia con @franzrusso
è online! #TuneInNow 👇👇👇

FAKE REPUBLIC | 5. Social Media: PIATTAFORME
https://t.co/SxLyACClqx
- Fake Republic
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Questa tabella riassume alcuni dati che #LinkedIn è chiamata a fornire in conformità al #DSA - UE.

Sono dati europei che sottolineano un elemento interessante.

Mediamente a livello dei 27 paesi UE, LinkedIn ogni mese registra un traffico di 47,9 milioni di utenti connessi (ad ottobre 2023 erano poco più di 45 milioni). Mentre sono 178,2 milioni gli utenti che mediamente visitano il sito da non connessi.

In Italia gli utenti che visitano il sito da connessi sono 5,6 milioni; mentre sono 15,7 milioni quelli non connessi.

La pratica degli utenti, attratti forse da notizie, informazioni o annunci di lavoro è quella di registrare un traffico molto alto da parte di utenti che non si loggano.

Ora la considerazione che si può fare è che, al netto di tutto, è che il numero interessante per chiunque, utenti e aziende, resta quello degli utenti attivi ogni mese. E dai dati che emergono in UE in relazione con quelli globali sembra emergere un dato del 40%, sul totale, di utenti attivi.

Si può affermare quindi che, a fronte di 1 miliardo di utenti a livello globale, 400 milioni sono quello attivi mensilmente.

L'utilizzo della piattaforma resta quindi inferiore a quello delle altre piattaforme social media, ma resta comunque alto considerando le caratteristiche peculiari di LinkedIn.

Che ne pensate?

________

#socialmedia #DSA2024
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RT @ClaudiaGiuIia: +++ L’#UE alla fine dichiara che #Twitter-X non è conforme a #DSA

👉 confonde gli utenti, non fornisce un archivio pubblicitario adeguato e blocca l'accesso ai dati per i ricercatori

#Musk rischia multe fino al 6% del suo fatturato annuo MONDIALE
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Commissione UE: X viola il #DSA con le spunte blu

https://t.co/knJFGz1P4Y #socialmedia @InTime_Blog
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L’UE ha formalmente avvisato X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica della spunta blu viola il #DSA. La società rischia una multa fino la 6% del fatturato globale annuale. Intanto il numero degli account abbonati è davvero esiguo, ma molto spinto dall’algoritmo.

L’UE ha informato, in maniera formale, X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica in atto su X vìola il DSA (Digital Services Act). Il commissario europeo, Thierry Breton, con un post su X, ha precisato che le “spunte blu”, un tempo utili per indicare l’affidabilità delle informazioni condivise, siano sempre più “ingannevoli” per gli utenti.

In aggiunta a questo, l’attuale sistema che permette di ottenere la spunta blu, aderendo ad una delle versioni Premium, rappresenta una violazione delle norme del DSA.

A seguito dell’indagine portata avanti dalla Commissione UE, è emerso che X non sta rispettando gli obblighi di trasparenza in materia di pubblicità e di fornitura di dati pubblici ai ricercatori.

Come sappiamo bene, una delle prime mosse che Musk ha portato avanti da nuovo proprietario di Twitter è stata quella di stravolgere il senso della spunta blu.

La spunta blu indicava autorevolezza

Come scritto da Breton, prima era utilizzata come modalità per rendere gli account di personalità pubbliche e rilevanti, come personalità politiche, imprenditori, giornalisti, personaggi del mondo dello sport, delle arti e dello spettacolo, autentici e quindi affidabili.

Un sistema che, allo stesso tempo, rendeva autentico e genuino l’account di una personalità. Per dire, era una sorta di bollino di affidabilità. Questo era il messaggio che trasmetteva.

Abbiamo poi raccontato qui su InTime quali sono state le vicissitudini e come è cambiato anche il sistema di assegnazione delle spunte blu nel tempo.

Fatto sta che Musk, appena arrivato, ha cominciato ad instillare il pensiero che quel sistema fosse “corrotto” e non affidabile.

La spunta blu e lo stravolgimento di X
Da quel momento la spunta blu veniva assegnata attraverso l’abbonamento alla versione Premium. Senza presentare alcun documento di riconoscimento, cosa necessaria nel vecchio sistema. Quello che Musk aveva bollato come “corrotto”.

Associare la spunta blu alla versione a pagamento voleva dire una sola cosa. Fare in modo che chiunque potesse abbonarsi e fare cassa.

Tutto questo senza alcun tipo di controllo.

Ricorderete il caso di Lilly, quando un account con spunta blu si spacciò per l’azienda americana sostenendo che l’insulina sarebbe diventata gratis per tutti producendo un danno enorme in termini finanziari.

Il sistema quindi è cambiato, chiunque può ottenere la spunta blu con requisiti di accesso minimi. E i risultati sono questi che in tanti avevamo già notato ma che ora la Commissione UE mette in evidenza. In quanto questo sistema ha provocato un numero di account verificati, senza alcun controllo, che spesso diffondono disinformazione.

UE: spunta blu ingannevole

Nel suo richiamo formale, la Commissione rileva che il sistema attuale è ingannevole per gli utenti.

“Poiché chiunque può abbonarsi per ottenere tale status “verificato”, ciò incide negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni libere e informate in merito all’autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono. Vi sono prove di attori malevoli motivati che abusano dell’ “account verificato” per ingannare gli utenti.”

Si tratta della prima volta che un’azienda viene richiamata formalmente per una violazione del DSA. E non è un caso che questa azienda sia proprio X.

Ma quante sono le spunte blu su X?

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#socialmedia #tech
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RT @jaakon_: Del tutto inaspettato tutto ciò.

L’UE ha formalmente avvisato X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica della spunta blu viola il #DSA. La società rischia una multa fino la 6% del fatturato globale annuale. Intanto il numero degli account abbonati è davvero esiguo, ma molto spinto dall’algoritmo.

L’UE ha informato, in maniera formale, X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica in atto su X vìola il DSA (Digital Services Act). Il commissario europeo, Thierry Breton, con un post su X, ha precisato che le “spunte blu”, un tempo utili per indicare l’affidabilità delle informazioni condivise, siano sempre più “ingannevoli” per gli utenti.

In aggiunta a questo, l’attuale sistema che permette di ottenere la spunta blu, aderendo ad una delle versioni Premium, rappresenta una violazione delle norme del DSA.

A seguito dell’indagine portata avanti dalla Commissione UE, è emerso che X non sta rispettando gli obblighi di trasparenza in materia di pubblicità e di fornitura di dati pubblici ai ricercatori.

Come sappiamo bene, una delle prime mosse che Musk ha portato avanti da nuovo proprietario di Twitter è stata quella di stravolgere il senso della spunta blu.

La spunta blu indicava autorevolezza

Come scritto da Breton, prima era utilizzata come modalità per rendere gli account di personalità pubbliche e rilevanti, come personalità politiche, imprenditori, giornalisti, personaggi del mondo dello sport, delle arti e dello spettacolo, autentici e quindi affidabili.

Un sistema che, allo stesso tempo, rendeva autentico e genuino l’account di una personalità. Per dire, era una sorta di bollino di affidabilità. Questo era il messaggio che trasmetteva.

Abbiamo poi raccontato qui su InTime quali sono state le vicissitudini e come è cambiato anche il sistema di assegnazione delle spunte blu nel tempo.

Fatto sta che Musk, appena arrivato, ha cominciato ad instillare il pensiero che quel sistema fosse “corrotto” e non affidabile.

La spunta blu e lo stravolgimento di X
Da quel momento la spunta blu veniva assegnata attraverso l’abbonamento alla versione Premium. Senza presentare alcun documento di riconoscimento, cosa necessaria nel vecchio sistema. Quello che Musk aveva bollato come “corrotto”.

Associare la spunta blu alla versione a pagamento voleva dire una sola cosa. Fare in modo che chiunque potesse abbonarsi e fare cassa.

Tutto questo senza alcun tipo di controllo.

Ricorderete il caso di Lilly, quando un account con spunta blu si spacciò per l’azienda americana sostenendo che l’insulina sarebbe diventata gratis per tutti producendo un danno enorme in termini finanziari.

Il sistema quindi è cambiato, chiunque può ottenere la spunta blu con requisiti di accesso minimi. E i risultati sono questi che in tanti avevamo già notato ma che ora la Commissione UE mette in evidenza. In quanto questo sistema ha provocato un numero di account verificati, senza alcun controllo, che spesso diffondono disinformazione.

UE: spunta blu ingannevole

Nel suo richiamo formale, la Commissione rileva che il sistema attuale è ingannevole per gli utenti.

“Poiché chiunque può abbonarsi per ottenere tale status “verificato”, ciò incide negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni libere e informate in merito all’autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono. Vi sono prove di attori malevoli motivati che abusano dell’ “account verificato” per ingannare gli utenti.”

Si tratta della prima volta che un’azienda viene richiamata formalmente per una violazione del DSA. E non è un caso che questa azienda sia proprio X.

Ma quante sono le spunte blu su X?

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L’UE ha formalmente avvisato X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica della spunta blu viola il #DSA. La società rischia una multa fino la 6% del fatturato globale annuale. Intanto il numero degli account abbonati è davvero esiguo, ma molto spinto dall’algoritmo.

L’UE ha informato, in maniera formale, X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica in atto su X vìola il DSA (Digital Services Act). Il commissario europeo, Thierry Breton, con un post su X, ha precisato che le “spunte blu”, un tempo utili per indicare l’affidabilità delle informazioni condivise, siano sempre più “ingannevoli” per gli utenti.

In aggiunta a questo, l’attuale sistema che permette di ottenere la spunta blu, aderendo ad una delle versioni Premium, rappresenta una violazione delle norme del DSA.

A seguito dell’indagine portata avanti dalla Commissione UE, è emerso che X non sta rispettando gli obblighi di trasparenza in materia di pubblicità e di fornitura di dati pubblici ai ricercatori.

Come sappiamo bene, una delle prime mosse che Musk ha portato avanti da nuovo proprietario di Twitter è stata quella di stravolgere il senso della spunta blu.

La spunta blu indicava autorevolezza

Come scritto da Breton, prima era utilizzata come modalità per rendere gli account di personalità pubbliche e rilevanti, come personalità politiche, imprenditori, giornalisti, personaggi del mondo dello sport, delle arti e dello spettacolo, autentici e quindi affidabili.

Un sistema che, allo stesso tempo, rendeva autentico e genuino l’account di una personalità. Per dire, era una sorta di bollino di affidabilità. Questo era il messaggio che trasmetteva.

Abbiamo poi raccontato qui su InTime quali sono state le vicissitudini e come è cambiato anche il sistema di assegnazione delle spunte blu nel tempo.

Fatto sta che Musk, appena arrivato, ha cominciato ad instillare il pensiero che quel sistema fosse “corrotto” e non affidabile.

La spunta blu e lo stravolgimento di X
Da quel momento la spunta blu veniva assegnata attraverso l’abbonamento alla versione Premium. Senza presentare alcun documento di riconoscimento, cosa necessaria nel vecchio sistema. Quello che Musk aveva bollato come “corrotto”.

Associare la spunta blu alla versione a pagamento voleva dire una sola cosa. Fare in modo che chiunque potesse abbonarsi e fare cassa.

Tutto questo senza alcun tipo di controllo.

Ricorderete il caso di Lilly, quando un account con spunta blu si spacciò per l’azienda americana sostenendo che l’insulina sarebbe diventata gratis per tutti producendo un danno enorme in termini finanziari.

Il sistema quindi è cambiato, chiunque può ottenere la spunta blu con requisiti di accesso minimi. E i risultati sono questi che in tanti avevamo già notato ma che ora la Commissione UE mette in evidenza. In quanto questo sistema ha provocato un numero di account verificati, senza alcun controllo, che spesso diffondono disinformazione.

UE: spunta blu ingannevole

Nel suo richiamo formale, la Commissione rileva che il sistema attuale è ingannevole per gli utenti.

“Poiché chiunque può abbonarsi per ottenere tale status “verificato”, ciò incide negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni libere e informate in merito all’autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono. Vi sono prove di attori malevoli motivati che abusano dell’ “account verificato” per ingannare gli utenti.”

Si tratta della prima volta che un’azienda viene richiamata formalmente per una violazione del DSA. E non è un caso che questa azienda sia proprio X.

Ma quante sono le spunte blu su X?

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RT @padovani_gigi: Io non sono più abbonato, avevo la spunta blu gratuita di Twitter

L’UE ha formalmente avvisato X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica della spunta blu viola il #DSA. La società rischia una multa fino la 6% del fatturato globale annuale. Intanto il numero degli account abbonati è davvero esiguo, ma molto spinto dall’algoritmo.

L’UE ha informato, in maniera formale, X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica in atto su X vìola il DSA (Digital Services Act). Il commissario europeo, Thierry Breton, con un post su X, ha precisato che le “spunte blu”, un tempo utili per indicare l’affidabilità delle informazioni condivise, siano sempre più “ingannevoli” per gli utenti.

In aggiunta a questo, l’attuale sistema che permette di ottenere la spunta blu, aderendo ad una delle versioni Premium, rappresenta una violazione delle norme del DSA.

A seguito dell’indagine portata avanti dalla Commissione UE, è emerso che X non sta rispettando gli obblighi di trasparenza in materia di pubblicità e di fornitura di dati pubblici ai ricercatori.

Come sappiamo bene, una delle prime mosse che Musk ha portato avanti da nuovo proprietario di Twitter è stata quella di stravolgere il senso della spunta blu.

La spunta blu indicava autorevolezza

Come scritto da Breton, prima era utilizzata come modalità per rendere gli account di personalità pubbliche e rilevanti, come personalità politiche, imprenditori, giornalisti, personaggi del mondo dello sport, delle arti e dello spettacolo, autentici e quindi affidabili.

Un sistema che, allo stesso tempo, rendeva autentico e genuino l’account di una personalità. Per dire, era una sorta di bollino di affidabilità. Questo era il messaggio che trasmetteva.

Abbiamo poi raccontato qui su InTime quali sono state le vicissitudini e come è cambiato anche il sistema di assegnazione delle spunte blu nel tempo.

Fatto sta che Musk, appena arrivato, ha cominciato ad instillare il pensiero che quel sistema fosse “corrotto” e non affidabile.

La spunta blu e lo stravolgimento di X
Da quel momento la spunta blu veniva assegnata attraverso l’abbonamento alla versione Premium. Senza presentare alcun documento di riconoscimento, cosa necessaria nel vecchio sistema. Quello che Musk aveva bollato come “corrotto”.

Associare la spunta blu alla versione a pagamento voleva dire una sola cosa. Fare in modo che chiunque potesse abbonarsi e fare cassa.

Tutto questo senza alcun tipo di controllo.

Ricorderete il caso di Lilly, quando un account con spunta blu si spacciò per l’azienda americana sostenendo che l’insulina sarebbe diventata gratis per tutti producendo un danno enorme in termini finanziari.

Il sistema quindi è cambiato, chiunque può ottenere la spunta blu con requisiti di accesso minimi. E i risultati sono questi che in tanti avevamo già notato ma che ora la Commissione UE mette in evidenza. In quanto questo sistema ha provocato un numero di account verificati, senza alcun controllo, che spesso diffondono disinformazione.

UE: spunta blu ingannevole

Nel suo richiamo formale, la Commissione rileva che il sistema attuale è ingannevole per gli utenti.

“Poiché chiunque può abbonarsi per ottenere tale status “verificato”, ciò incide negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni libere e informate in merito all’autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono. Vi sono prove di attori malevoli motivati che abusano dell’ “account verificato” per ingannare gli utenti.”

Si tratta della prima volta che un’azienda viene richiamata formalmente per una violazione del DSA. E non è un caso che questa azienda sia proprio X.

Ma quante sono le spunte blu su X?

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RT @insopportabile: Un personaggio imbarazzante, egoriferito e pericoloso. E non si può concedere sempre l’attenuante del supposto genio, che non basta per permettergli di condizionare l’opinione pubblica impunemente.

L’UE ha formalmente avvisato X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica della spunta blu viola il #DSA. La società rischia una multa fino la 6% del fatturato globale annuale. Intanto il numero degli account abbonati è davvero esiguo, ma molto spinto dall’algoritmo.

L’UE ha informato, in maniera formale, X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica in atto su X vìola il DSA (Digital Services Act). Il commissario europeo, Thierry Breton, con un post su X, ha precisato che le “spunte blu”, un tempo utili per indicare l’affidabilità delle informazioni condivise, siano sempre più “ingannevoli” per gli utenti.

In aggiunta a questo, l’attuale sistema che permette di ottenere la spunta blu, aderendo ad una delle versioni Premium, rappresenta una violazione delle norme del DSA.

A seguito dell’indagine portata avanti dalla Commissione UE, è emerso che X non sta rispettando gli obblighi di trasparenza in materia di pubblicità e di fornitura di dati pubblici ai ricercatori.

Come sappiamo bene, una delle prime mosse che Musk ha portato avanti da nuovo proprietario di Twitter è stata quella di stravolgere il senso della spunta blu.

La spunta blu indicava autorevolezza

Come scritto da Breton, prima era utilizzata come modalità per rendere gli account di personalità pubbliche e rilevanti, come personalità politiche, imprenditori, giornalisti, personaggi del mondo dello sport, delle arti e dello spettacolo, autentici e quindi affidabili.

Un sistema che, allo stesso tempo, rendeva autentico e genuino l’account di una personalità. Per dire, era una sorta di bollino di affidabilità. Questo era il messaggio che trasmetteva.

Abbiamo poi raccontato qui su InTime quali sono state le vicissitudini e come è cambiato anche il sistema di assegnazione delle spunte blu nel tempo.

Fatto sta che Musk, appena arrivato, ha cominciato ad instillare il pensiero che quel sistema fosse “corrotto” e non affidabile.

La spunta blu e lo stravolgimento di X
Da quel momento la spunta blu veniva assegnata attraverso l’abbonamento alla versione Premium. Senza presentare alcun documento di riconoscimento, cosa necessaria nel vecchio sistema. Quello che Musk aveva bollato come “corrotto”.

Associare la spunta blu alla versione a pagamento voleva dire una sola cosa. Fare in modo che chiunque potesse abbonarsi e fare cassa.

Tutto questo senza alcun tipo di controllo.

Ricorderete il caso di Lilly, quando un account con spunta blu si spacciò per l’azienda americana sostenendo che l’insulina sarebbe diventata gratis per tutti producendo un danno enorme in termini finanziari.

Il sistema quindi è cambiato, chiunque può ottenere la spunta blu con requisiti di accesso minimi. E i risultati sono questi che in tanti avevamo già notato ma che ora la Commissione UE mette in evidenza. In quanto questo sistema ha provocato un numero di account verificati, senza alcun controllo, che spesso diffondono disinformazione.

UE: spunta blu ingannevole

Nel suo richiamo formale, la Commissione rileva che il sistema attuale è ingannevole per gli utenti.

“Poiché chiunque può abbonarsi per ottenere tale status “verificato”, ciò incide negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni libere e informate in merito all’autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono. Vi sono prove di attori malevoli motivati che abusano dell’ “account verificato” per ingannare gli utenti.”

Si tratta della prima volta che un’azienda viene richiamata formalmente per una violazione del DSA. E non è un caso che questa azienda sia proprio X.

Ma quante sono le spunte blu su X?

Continua la lettura su @InTime_Blog

#socialmedia #tech
- Franz Russo
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RT @Frab451: La spunta blu di #ElonMusk viola la normativa sui servizi digitali. Ora ci facciamo un bel po' di risate

L’UE ha formalmente avvisato X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica della spunta blu viola il #DSA. La società rischia una multa fino la 6% del fatturato globale annuale. Intanto il numero degli account abbonati è davvero esiguo, ma molto spinto dall’algoritmo.

L’UE ha informato, in maniera formale, X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica in atto su X vìola il DSA (Digital Services Act). Il commissario europeo, Thierry Breton, con un post su X, ha precisato che le “spunte blu”, un tempo utili per indicare l’affidabilità delle informazioni condivise, siano sempre più “ingannevoli” per gli utenti.

In aggiunta a questo, l’attuale sistema che permette di ottenere la spunta blu, aderendo ad una delle versioni Premium, rappresenta una violazione delle norme del DSA.

A seguito dell’indagine portata avanti dalla Commissione UE, è emerso che X non sta rispettando gli obblighi di trasparenza in materia di pubblicità e di fornitura di dati pubblici ai ricercatori.

Come sappiamo bene, una delle prime mosse che Musk ha portato avanti da nuovo proprietario di Twitter è stata quella di stravolgere il senso della spunta blu.

La spunta blu indicava autorevolezza

Come scritto da Breton, prima era utilizzata come modalità per rendere gli account di personalità pubbliche e rilevanti, come personalità politiche, imprenditori, giornalisti, personaggi del mondo dello sport, delle arti e dello spettacolo, autentici e quindi affidabili.

Un sistema che, allo stesso tempo, rendeva autentico e genuino l’account di una personalità. Per dire, era una sorta di bollino di affidabilità. Questo era il messaggio che trasmetteva.

Abbiamo poi raccontato qui su InTime quali sono state le vicissitudini e come è cambiato anche il sistema di assegnazione delle spunte blu nel tempo.

Fatto sta che Musk, appena arrivato, ha cominciato ad instillare il pensiero che quel sistema fosse “corrotto” e non affidabile.

La spunta blu e lo stravolgimento di X
Da quel momento la spunta blu veniva assegnata attraverso l’abbonamento alla versione Premium. Senza presentare alcun documento di riconoscimento, cosa necessaria nel vecchio sistema. Quello che Musk aveva bollato come “corrotto”.

Associare la spunta blu alla versione a pagamento voleva dire una sola cosa. Fare in modo che chiunque potesse abbonarsi e fare cassa.

Tutto questo senza alcun tipo di controllo.

Ricorderete il caso di Lilly, quando un account con spunta blu si spacciò per l’azienda americana sostenendo che l’insulina sarebbe diventata gratis per tutti producendo un danno enorme in termini finanziari.

Il sistema quindi è cambiato, chiunque può ottenere la spunta blu con requisiti di accesso minimi. E i risultati sono questi che in tanti avevamo già notato ma che ora la Commissione UE mette in evidenza. In quanto questo sistema ha provocato un numero di account verificati, senza alcun controllo, che spesso diffondono disinformazione.

UE: spunta blu ingannevole

Nel suo richiamo formale, la Commissione rileva che il sistema attuale è ingannevole per gli utenti.

“Poiché chiunque può abbonarsi per ottenere tale status “verificato”, ciò incide negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni libere e informate in merito all’autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono. Vi sono prove di attori malevoli motivati che abusano dell’ “account verificato” per ingannare gli utenti.”

Si tratta della prima volta che un’azienda viene richiamata formalmente per una violazione del DSA. E non è un caso che questa azienda sia proprio X.

Ma quante sono le spunte blu su X?

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RT @sono_francesca: Un sopravvalutato tra i tanti sopravvalutati di quest’epoca. Mi riferisco a Elon Musk, chiaramente.

L’UE ha formalmente avvisato X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica della spunta blu viola il #DSA. La società rischia una multa fino la 6% del fatturato globale annuale. Intanto il numero degli account abbonati è davvero esiguo, ma molto spinto dall’algoritmo.

L’UE ha informato, in maniera formale, X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica in atto su X vìola il DSA (Digital Services Act). Il commissario europeo, Thierry Breton, con un post su X, ha precisato che le “spunte blu”, un tempo utili per indicare l’affidabilità delle informazioni condivise, siano sempre più “ingannevoli” per gli utenti.

In aggiunta a questo, l’attuale sistema che permette di ottenere la spunta blu, aderendo ad una delle versioni Premium, rappresenta una violazione delle norme del DSA.

A seguito dell’indagine portata avanti dalla Commissione UE, è emerso che X non sta rispettando gli obblighi di trasparenza in materia di pubblicità e di fornitura di dati pubblici ai ricercatori.

Come sappiamo bene, una delle prime mosse che Musk ha portato avanti da nuovo proprietario di Twitter è stata quella di stravolgere il senso della spunta blu.

La spunta blu indicava autorevolezza

Come scritto da Breton, prima era utilizzata come modalità per rendere gli account di personalità pubbliche e rilevanti, come personalità politiche, imprenditori, giornalisti, personaggi del mondo dello sport, delle arti e dello spettacolo, autentici e quindi affidabili.

Un sistema che, allo stesso tempo, rendeva autentico e genuino l’account di una personalità. Per dire, era una sorta di bollino di affidabilità. Questo era il messaggio che trasmetteva.

Abbiamo poi raccontato qui su InTime quali sono state le vicissitudini e come è cambiato anche il sistema di assegnazione delle spunte blu nel tempo.

Fatto sta che Musk, appena arrivato, ha cominciato ad instillare il pensiero che quel sistema fosse “corrotto” e non affidabile.

La spunta blu e lo stravolgimento di X
Da quel momento la spunta blu veniva assegnata attraverso l’abbonamento alla versione Premium. Senza presentare alcun documento di riconoscimento, cosa necessaria nel vecchio sistema. Quello che Musk aveva bollato come “corrotto”.

Associare la spunta blu alla versione a pagamento voleva dire una sola cosa. Fare in modo che chiunque potesse abbonarsi e fare cassa.

Tutto questo senza alcun tipo di controllo.

Ricorderete il caso di Lilly, quando un account con spunta blu si spacciò per l’azienda americana sostenendo che l’insulina sarebbe diventata gratis per tutti producendo un danno enorme in termini finanziari.

Il sistema quindi è cambiato, chiunque può ottenere la spunta blu con requisiti di accesso minimi. E i risultati sono questi che in tanti avevamo già notato ma che ora la Commissione UE mette in evidenza. In quanto questo sistema ha provocato un numero di account verificati, senza alcun controllo, che spesso diffondono disinformazione.

UE: spunta blu ingannevole

Nel suo richiamo formale, la Commissione rileva che il sistema attuale è ingannevole per gli utenti.

“Poiché chiunque può abbonarsi per ottenere tale status “verificato”, ciò incide negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni libere e informate in merito all’autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono. Vi sono prove di attori malevoli motivati che abusano dell’ “account verificato” per ingannare gli utenti.”

Si tratta della prima volta che un’azienda viene richiamata formalmente per una violazione del DSA. E non è un caso che questa azienda sia proprio X.

Ma quante sono le spunte blu su X?

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RT @antpavolini: ho sempre detestato tutti i "bollini blu".
quelli "di prima", e a maggior ragione quelli di adesso, che sono a pagamento.
qui, nel 2009, un giovane Pavolini si scaglia contro l'idea dell'ordine dei giornalisti di prevedere un bollino blu per i blogger.
https://t.co/GjiBK0ZALg

L’UE ha formalmente avvisato X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica della spunta blu viola il #DSA. La società rischia una multa fino la 6% del fatturato globale annuale. Intanto il numero degli account abbonati è davvero esiguo, ma molto spinto dall’algoritmo.

L’UE ha informato, in maniera formale, X, la società di Elon Musk, che il sistema di verifica in atto su X vìola il DSA (Digital Services Act). Il commissario europeo, Thierry Breton, con un post su X, ha precisato che le “spunte blu”, un tempo utili per indicare l’affidabilità delle informazioni condivise, siano sempre più “ingannevoli” per gli utenti.

In aggiunta a questo, l’attuale sistema che permette di ottenere la spunta blu, aderendo ad una delle versioni Premium, rappresenta una violazione delle norme del DSA.

A seguito dell’indagine portata avanti dalla Commissione UE, è emerso che X non sta rispettando gli obblighi di trasparenza in materia di pubblicità e di fornitura di dati pubblici ai ricercatori.

Come sappiamo bene, una delle prime mosse che Musk ha portato avanti da nuovo proprietario di Twitter è stata quella di stravolgere il senso della spunta blu.

La spunta blu indicava autorevolezza

Come scritto da Breton, prima era utilizzata come modalità per rendere gli account di personalità pubbliche e rilevanti, come personalità politiche, imprenditori, giornalisti, personaggi del mondo dello sport, delle arti e dello spettacolo, autentici e quindi affidabili.

Un sistema che, allo stesso tempo, rendeva autentico e genuino l’account di una personalità. Per dire, era una sorta di bollino di affidabilità. Questo era il messaggio che trasmetteva.

Abbiamo poi raccontato qui su InTime quali sono state le vicissitudini e come è cambiato anche il sistema di assegnazione delle spunte blu nel tempo.

Fatto sta che Musk, appena arrivato, ha cominciato ad instillare il pensiero che quel sistema fosse “corrotto” e non affidabile.

La spunta blu e lo stravolgimento di X
Da quel momento la spunta blu veniva assegnata attraverso l’abbonamento alla versione Premium. Senza presentare alcun documento di riconoscimento, cosa necessaria nel vecchio sistema. Quello che Musk aveva bollato come “corrotto”.

Associare la spunta blu alla versione a pagamento voleva dire una sola cosa. Fare in modo che chiunque potesse abbonarsi e fare cassa.

Tutto questo senza alcun tipo di controllo.

Ricorderete il caso di Lilly, quando un account con spunta blu si spacciò per l’azienda americana sostenendo che l’insulina sarebbe diventata gratis per tutti producendo un danno enorme in termini finanziari.

Il sistema quindi è cambiato, chiunque può ottenere la spunta blu con requisiti di accesso minimi. E i risultati sono questi che in tanti avevamo già notato ma che ora la Commissione UE mette in evidenza. In quanto questo sistema ha provocato un numero di account verificati, senza alcun controllo, che spesso diffondono disinformazione.

UE: spunta blu ingannevole

Nel suo richiamo formale, la Commissione rileva che il sistema attuale è ingannevole per gli utenti.

“Poiché chiunque può abbonarsi per ottenere tale status “verificato”, ciò incide negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni libere e informate in merito all’autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono. Vi sono prove di attori malevoli motivati che abusano dell’ “account verificato” per ingannare gli utenti.”

Si tratta della prima volta che un’azienda viene richiamata formalmente per una violazione del DSA. E non è un caso che questa azienda sia proprio X.

Ma quante sono le spunte blu su X?

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