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News dal mondo finanziario e dai mercati.
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Il Fondo sovrano del #Qatar ha appena annunciato la vendita di quasi la metà della sua partecipazione in #Barclays. Obiettivo circa 650 milioni. Insomma, il Fondo sovrano del Qatar vuole farci credere che necessita di vendere assets per fare cassa. Qualcosa non torna. Soprattutto quando, in contemporanea, la Banca per i Regolamenti Internazionali pubblica - out of the blue - un report nel quale mette in guardia dal rischio di una spirale globale di margin calls che schianti le valutazioni e prenda il via dalle clearing houses centralizzate (#CCP). E le cifre per una crisi ci sono tutte. Circa 1 trilione di dollari in assets liquidi e circa 600 miliardi in bond governativi. Ma cosa si teme? Il fatto che - in tempi di stress finanziario - le CCP alzino i requisiti di margine inizialmente fissati per i propri membri. Di fatto, il prodromo a furiose fire sales nei mercati sia cash che dei derivati, poiché i soggetti interessati scaricheranno assets per racimolare i fondi necessari. Una dinamica autoalimentante per la volatilità che porterà con sé inevitabili, nuovi rialzi. Come un domino. Ancora più alto il rischio legato ai bonds, questo per la loro natura duale di collaterale a garanzia di un trade e asset sottostante a transazioni su derivati. La #BIS definisce questo possibile cortocircuito un "wrong way risk", ovvero la dinamica in base alla quale il calo del valore di collaterale durante una sell-off incoraggia nuove vendite. Le CCP sovraintendono a un pool di assets liquidi il cui scopo è quello di garantire dai rischi sulla controparte. Per miliardi e miliardi. Al 30 giugno scorso, il collaterale totale in capo alle CCP ammontava a 1,3 trilioni di dollari, soprattutto sotto forma di cash. Ovvero, riserve delle Banche centrali e contratti di reverse repo. Di fatto, un controvalore pari al 10% di tutti gli assets liquidi high-quality delle banche sistemiche globali. Di cui Barclays fa parte. Ma attenzione, perché oggi la BIS ha fatto gli straordinari. In un paper separato, ha messo in guardia le società assicurative dal rischio sempre più presente di dover riconoscere le unrealized losses finora ignorate. La ragione? Necessità di finanziamento. Un qualcosa che ricorda molto la crisi bancaria USA di marzo. Quella talmente risolta da vedere la facility della FED erogare ancora oggi 114 miliardi alla settimana. Solo per garantire la sopravvivenza del Sistema. Il Fondo del Qatar vende per uno sgarbo all'Occidente? Reali necessità di cash, ancorché per un ammontare che - se non nella disponibilità di un soggetto simile - creerebbe davvero allarme? Oppure alcuni soggetti continuano a ballare ma si spostano volteggiando verso l'uscita di sicurezza, prima che la calca si ammassi? Una cosa è certa: per quanto volteggiante, la mossa del Qatar non è per nulla passata inosservata. E l'attivismo allarmato della BIS, neppure. Iniziano davvero tempi senza precedenti.

Mauro Bottarelli - Giornalista Freelance