«Se veniamo attaccati dal nemico, è un bene, poiché ciò dimostra che abbiamo tracciato una linea di demarcazione molto precisa tra noi e il nemico. E se quest'ultimo ci attacca con violenza, dipingendoci a fosche tinte e denigrando tutto ciò che noi facciamo, è meglio ancora, poiché ciò dimostra non soltanto che noi abbiamo tracciato una linea di demarcazione molto precisa tra noi e il nemico, ma anche che abbiamo conseguito un notevole successo nel nostro lavoro» - Mao tse Tung
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Vogliamo ricordare l’ordine 227 del 28 luglio 1942, passato alla storia come parola d’ordine “Non un passo indietro” nei confronti delle armate naziste che avanzavano nel territorio sovietico.
“Non un passo indietro” nella difesa della patria socialista, combattendo strada per strada e casa per casa, dalla rottura dell’assedio di Stalingrado, il 2 febbraio 1943, alla controffensiva che ha portato l’Armata Rossa a issare la bandiera sovietica sul Reichstag il 30 aprile 1945.
Quella parola d’ordine, “non un passo indietro”, incarna la Resistenza al nazifascismo che dalla liberazione di Stalingrado è divampata in tutta Europa, fino alla vittoria. Quella parola d’ordine è stata esempio, ispirazione e guida per milioni di proletari europei, fra cui anche quelli italiani.
Ebbene, far vivere lo spirito di quella parola d’ordine oggi significa organizzare la riscossa! Significa passare dalla difesa e dall’opposizione all’attacco! Non abbiamo “posizioni da difendere”, la le masse popolari hanno solo da conquistare.
“Non un passo indietro” nella difesa della patria socialista, combattendo strada per strada e casa per casa, dalla rottura dell’assedio di Stalingrado, il 2 febbraio 1943, alla controffensiva che ha portato l’Armata Rossa a issare la bandiera sovietica sul Reichstag il 30 aprile 1945.
Quella parola d’ordine, “non un passo indietro”, incarna la Resistenza al nazifascismo che dalla liberazione di Stalingrado è divampata in tutta Europa, fino alla vittoria. Quella parola d’ordine è stata esempio, ispirazione e guida per milioni di proletari europei, fra cui anche quelli italiani.
Ebbene, far vivere lo spirito di quella parola d’ordine oggi significa organizzare la riscossa! Significa passare dalla difesa e dall’opposizione all’attacco! Non abbiamo “posizioni da difendere”, la le masse popolari hanno solo da conquistare.
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è uscito il numero 5/2025 di Resistenza
"Gli effetti della crisi generale, il vortice della Terza guerra mondiale, gli effetti della crisi ambientale e le misure che le Larghe Intese vogliono imporre, spacciandole per “soluzioni”, spingono le masse popolari a mobilitarsi. Il quanto si mobilitano (fino a che punto), il come si mobilitano e l’obiettivo per cui si mobilitano sono questioni che dipendono in tutto e per tutto dalla concezione che guida le organizzazioni politiche e sindacali che appartengono, o hanno l’ambizione di appartenere, al movimento rivoluzionario".
Sfoglia il giornale www.carc.it/2024/12/30/resistenzadelmese/
Gli articoli on line www.carc.it/mensileresistenza/
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"Gli effetti della crisi generale, il vortice della Terza guerra mondiale, gli effetti della crisi ambientale e le misure che le Larghe Intese vogliono imporre, spacciandole per “soluzioni”, spingono le masse popolari a mobilitarsi. Il quanto si mobilitano (fino a che punto), il come si mobilitano e l’obiettivo per cui si mobilitano sono questioni che dipendono in tutto e per tutto dalla concezione che guida le organizzazioni politiche e sindacali che appartengono, o hanno l’ambizione di appartenere, al movimento rivoluzionario".
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Il salto che la mobilitazione popolare ha compiuto nel mese di aprile ha fatto emergere più chiaramente i limiti e le contraddizioni del movimento rivoluzionario (e in particolare del movimento comunista cosciente e organizzato), ciò che non consente alla mobilitazione di svilupparsi, ma la soffoca: in particolare il legalitarismo e l’opportunismo presenti nelle organizzazioni politiche e sindacali anti Larghe Intese.
Il legalitarismo si può riassumere nella tendenza a voler limitare la mobilitazione, le proteste e le lotte entro i limiti consentiti dalla legge e dalle consuetudini (fare solo ciò che è permesso dalla borghesia e dalle sue istituzioni).
Per definire l’opportunismo prendiamo direttamente le parole di Lenin: “sacrificare gli interessi fondamentali delle masse agli interessi temporanei di un’infima minoranza di operai”. Per attualizzare il concetto alla situazione contingente possiamo dire che l’opportunismo porta a occuparsi solo degli interessi di bottega. Interessi di bottega “di un’infima minoranza di operai contro gli interessi generali delle masse” e anche interessi di bottega di questa o quella area politica e sindacale contro gli interessi generali delle masse popolari.
https://www.carc.it/2025/05/02/liquidare-il-legalitarismo-e-lopportunismo/
Il legalitarismo si può riassumere nella tendenza a voler limitare la mobilitazione, le proteste e le lotte entro i limiti consentiti dalla legge e dalle consuetudini (fare solo ciò che è permesso dalla borghesia e dalle sue istituzioni).
Per definire l’opportunismo prendiamo direttamente le parole di Lenin: “sacrificare gli interessi fondamentali delle masse agli interessi temporanei di un’infima minoranza di operai”. Per attualizzare il concetto alla situazione contingente possiamo dire che l’opportunismo porta a occuparsi solo degli interessi di bottega. Interessi di bottega “di un’infima minoranza di operai contro gli interessi generali delle masse” e anche interessi di bottega di questa o quella area politica e sindacale contro gli interessi generali delle masse popolari.
https://www.carc.it/2025/05/02/liquidare-il-legalitarismo-e-lopportunismo/
Partito dei CARC
Liquidare il legalitarismo e l’opportunismo • Partito dei CARC
Gli effetti della crisi generale, il vortice della Terza guerra mondiale, gli effetti della crisi ambientale e le misure che le Larghe Intese vogliono imporre, spacciandole per “soluzioni”, spingono le masse popolari a mobilitarsi. Il quanto si mobilitano…
In una dichiarazione del 16 aprile l’Alta rappresentante per gli affari esteri dell’Unione Europea Kaja Kallas ha minacciato gravi conseguenze per i capi di Stato e di governo di paesi membri e candidati intenzionati a partecipare il 9 maggio alle celebrazioni per la Giornata della Vittoria.
Manovre come questa sono parte dell’opera di revisionismo storico che i vertici della Ue promuovono a piene mani: dalle mozioni del parlamento europeo che hanno equiparato il comunismo al nazismo fino alle dichiarazioni che identificano Putin con Hitler e la Federazione Russa di oggi con la Germania degli anni Trenta. Revisionismo che non passa ovviamente solo da dichiarazioni e mozioni, ma anche da film, libri, videogiochi che contribuiscono a costruire una narrazione che raffigura la Seconda guerra mondiale come un conflitto tra democrazia e dittatura e gli Usa come i salvatori del mondo. Ma la realtà storica è ben diversa. https://www.carc.it/2025/05/02/il-nazismo-e-stato-sconfitto-dallunione-sovietica/
Manovre come questa sono parte dell’opera di revisionismo storico che i vertici della Ue promuovono a piene mani: dalle mozioni del parlamento europeo che hanno equiparato il comunismo al nazismo fino alle dichiarazioni che identificano Putin con Hitler e la Federazione Russa di oggi con la Germania degli anni Trenta. Revisionismo che non passa ovviamente solo da dichiarazioni e mozioni, ma anche da film, libri, videogiochi che contribuiscono a costruire una narrazione che raffigura la Seconda guerra mondiale come un conflitto tra democrazia e dittatura e gli Usa come i salvatori del mondo. Ma la realtà storica è ben diversa. https://www.carc.it/2025/05/02/il-nazismo-e-stato-sconfitto-dallunione-sovietica/
Partito dei CARC
Il nazismo è stato sconfitto dall’Unione Sovietica • Partito dei CARC
Dovremmo ricordarci che senza Stalin ora saremmo tutti nazisti Mario Monicelli In una dichiarazione del 16 aprile l’Alta rappresentante per gli affari esteri dell’Unione Europea Kaja Kallas ha minacciato gravi conseguenze per i capi di Stato e di governo…
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Forwarded from L'AntiDiplomatico
Siamo sette lavoratori dello spettacolo, tra registi e attori, e un ingegnere.
Fiorenza Tessari
Paolo Grimaldi
Antonella Collevecchio
Chiara Baschetti
Pierpaolo Palladino
Michela Occhipinti
Federico Greco
Seguiamo la vicenda del conflitto palestinese da sempre e riteniamo sia in corso un genocidio, soprattutto dell'accelerazione avvenuta nell'ottobre 2023 e dalle ultime dichiarazioni di Netanyahu. Siamo davanti a Cinecittà con una bandiera palestinese e le nostre bocche tappate da cerotti, simbolo del silenzio e del sangue che scorre in diretta streaming.
La speranza è quella di ricordare ai nostri colleghi presenti alla cerimonia di premiazione dei David di Donatello, che hanno un enorme megafono, che
la Palestina grida, il silenzio del cinema italiano assorda.
Fiorenza Tessari
Paolo Grimaldi
Antonella Collevecchio
Chiara Baschetti
Pierpaolo Palladino
Michela Occhipinti
Federico Greco
Seguiamo la vicenda del conflitto palestinese da sempre e riteniamo sia in corso un genocidio, soprattutto dell'accelerazione avvenuta nell'ottobre 2023 e dalle ultime dichiarazioni di Netanyahu. Siamo davanti a Cinecittà con una bandiera palestinese e le nostre bocche tappate da cerotti, simbolo del silenzio e del sangue che scorre in diretta streaming.
La speranza è quella di ricordare ai nostri colleghi presenti alla cerimonia di premiazione dei David di Donatello, che hanno un enorme megafono, che
la Palestina grida, il silenzio del cinema italiano assorda.
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Il 2 aprile, battezzato trionfalmente da Trump “il giorno della liberazione”, l’amministrazione Usa ha dichiarato una guerra commerciale al mondo intero, imponendo dazi a tutti i paesi del mondo, con tariffe diversificate per ognuno, a eccezione di Federazione Russa, Bielorussia, Cuba e Repubblica Popolare Democratica di Corea già sottoposti a sanzioni.
La mossa ha prodotto immediatamente un terremoto in borsa, con perdite enormi, soprattutto a Wall Street. Fermiamoci un attimo su questo punto.
Perché il governo Usa vara misure protezionistiche che vanno a sconvolgere il sistema economico mondiale di cui gli Usa sono perno e principale beneficiario?
https://www.carc.it/2025/05/02/imperialisti-usa-al-tappeto-la-repubblica-popolare-cinese-ha-vinto-la-guerra-dei-dazi/
La mossa ha prodotto immediatamente un terremoto in borsa, con perdite enormi, soprattutto a Wall Street. Fermiamoci un attimo su questo punto.
Perché il governo Usa vara misure protezionistiche che vanno a sconvolgere il sistema economico mondiale di cui gli Usa sono perno e principale beneficiario?
https://www.carc.it/2025/05/02/imperialisti-usa-al-tappeto-la-repubblica-popolare-cinese-ha-vinto-la-guerra-dei-dazi/
Partito dei CARC
Imperialisti Usa al tappeto. La Repubblica Popolare Cinese ha vinto la guerra dei dazi • Partito dei CARC
Il 2 aprile, battezzato trionfalmente da Trump “il giorno della liberazione”, l’amministrazione Usa ha dichiarato una guerra commerciale al mondo intero, imponendo dazi a tutti i paesi del mondo, con tariffe diversificate per ognuno, a eccezione di Federazione…
Il 5 aprile si è svolta a Roma la manifestazione contro la guerra e il riarmo promossa dal M5s. La grande partecipazione l’ha fatta diventare qualcosa di diverso da ciò che doveva essere originariamente: una manifestazione “di partito” si è trasformata in una “manifestazione di popolo” man mano che si avvicinava la data del suo svolgimento.
Il M5s ha avuto il merito di aver dato forma al sentimento sempre più diffuso fra le masse popolari e ha tratto giovamento dalla goffa contromossa delle Larghe Intese che, con l’obiettivo di depotenziare la manifestazione del 5 aprile, avevano fatto indire da Michele Serra il patetico raduno del 15 marzo in Piazza del Popolo, sempre a Roma. Ma l’avversione alla guerra e ai guerrafondai è talmente diffusa che il risultato è stato opposto: il 15 marzo sia Piazza del Popolo che Piazza Barberini, dove si svolgeva in contemporanea una contro manifestazione, erano piene di gente che manifestava contro le politiche di riarmo e altrettanto è avvenuto il 5 aprile. E questo indipendentemente da chi ha chiamato quelle piazze e dall’obiettivo che si poneva.
Tutte le circostanze depongono a favore del fatto che il messaggio è chiaro: tutte le mobilitazioni promosse da chi ha un minimo di autorevolezza raccolgono ampia e convinta adesione perché le masse popolari italiane non vogliono saperne di guerra, economia di guerra e riarmo. Questa è la situazione, estremamente favorevole allo sviluppo di un movimento popolare, plurale e di massa.
La chiarezza della situazione, tuttavia, non impedisce che si presentino ostacoli e difficoltà.
https://www.carc.it/2025/05/02/42875/
Il M5s ha avuto il merito di aver dato forma al sentimento sempre più diffuso fra le masse popolari e ha tratto giovamento dalla goffa contromossa delle Larghe Intese che, con l’obiettivo di depotenziare la manifestazione del 5 aprile, avevano fatto indire da Michele Serra il patetico raduno del 15 marzo in Piazza del Popolo, sempre a Roma. Ma l’avversione alla guerra e ai guerrafondai è talmente diffusa che il risultato è stato opposto: il 15 marzo sia Piazza del Popolo che Piazza Barberini, dove si svolgeva in contemporanea una contro manifestazione, erano piene di gente che manifestava contro le politiche di riarmo e altrettanto è avvenuto il 5 aprile. E questo indipendentemente da chi ha chiamato quelle piazze e dall’obiettivo che si poneva.
Tutte le circostanze depongono a favore del fatto che il messaggio è chiaro: tutte le mobilitazioni promosse da chi ha un minimo di autorevolezza raccolgono ampia e convinta adesione perché le masse popolari italiane non vogliono saperne di guerra, economia di guerra e riarmo. Questa è la situazione, estremamente favorevole allo sviluppo di un movimento popolare, plurale e di massa.
La chiarezza della situazione, tuttavia, non impedisce che si presentino ostacoli e difficoltà.
https://www.carc.it/2025/05/02/42875/
Partito dei CARC
Per un movimento di massa contro la guerra • Partito dei CARC
Il 5 aprile si è svolta a Roma la manifestazione contro la guerra e il riarmo promossa dal M5s. La grande partecipazione l’ha fatta diventare qualcosa di diverso da ciò che doveva essere originariamente: una manifestazione “di partito” si è trasformata in…
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Forwarded from Coordinamento Nazionale No NATO
“Due piazze per il prossimo 21 giugno sarebbero inevitabilmente disgreganti e dispersive per l’ampio e diffuso fermento popolare che cerca un riferimento e momenti di lotta unitari per scendere in piazza contro la guerra. Per questo motivo l’appello esplicito ai promotori delle due mobilitazioni è quello di dialogare e convergere per confluire in una piazza unica che raccolga e valorizzi il malcontento e la volontà di protesta e riscossa di larga parte della popolazione del nostro paese. Una piazza unica che non vuol dire annacquare o modificare le parole d’ordine su cui ogni mobilitazione è stata convocata, ma vuol dire combinarle per promuovere una mobilitazione popolare unitaria e di riscossa, che risponda alle esigenze popolari, in cui ogni organismo di lotta porti la propria identità e le proprie parole d’ordine.”
https://www.noguerranonato.org/coordinamentonazionale/2025/05/13/il-21-giugno-a-roma-e-necessaria-una-mobilitazione-unitaria-contro-la-guerra-il-riarmo-e-la-nato/
https://www.noguerranonato.org/coordinamentonazionale/2025/05/13/il-21-giugno-a-roma-e-necessaria-una-mobilitazione-unitaria-contro-la-guerra-il-riarmo-e-la-nato/
Coordinamento Nazionale No NATO
Il 21 giugno a Roma è necessaria una mobilitazione unitaria contro la guerra, il riarmo e la NATO! - Coordinamento Nazionale No…
Appello a Potere al Popolo e ai promotori della campagna “Stop rearm Europe” La Nato ha iniziato ufficialmente la discussione sui nuovi obiettivi di spesa militare dei paesi membri e quanto sta discutendo è perfettamente in linea con i più che ventilati piani…
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Da quasi ottant’anni la Resistenza palestinese parla alle masse popolari e ai popoli del mondo.
Molte volte è stata data per sconfitta e altrettante volte ha dimostrato di non poter essere sconfitta. Molte volte è stata denigrata e criminalizzata e altrettante volte ha dimostrato di essere avanguardia del movimento antimperialista e democratico.
Oggi contro il popolo palestinese è in corso un genocidio dispiegato che, prima volta nella storia, avviene “in diretta mondiale” e la Resistenza palestinese parla ancora alle masse popolari e ai popoli del mondo.
Per tutti i popoli oppressi dall’imperialismo il messaggio è che possono liberarsi combattendo, quali che siano le condizioni della lotta imposte dal nemico.
Per le masse popolari dei paesi imperialisti il messaggio è che la loro mobilitazione incide direttamente sulle condizioni in cui il popolo palestinese combatte. Questo perché lo Stato illegittimo d’Israele esiste solo grazie al sostegno della Comunità Internazionale degli imperialisti Usa e Ue.
L’Italia è uno dei paesi imperialisti che contribuisce all’esistenza dello Stato illegittimo d’Israele, cioè contribuisce all’occupazione della Palestina, all’oppressione del popolo palestinese e al genocidio in corso.
Il più alto ed efficace contributo che le masse popolari italiane possono dare alla lotta del popolo palestinese è spezzare la catena del sostegno e della complicità fra Italia e Stato illegittimo d’Israele. Non ci sono scorciatoie e non ci sono “terza vie”.
Del resto, in termini di realismo delle prospettive, un movimento popolare che riuscisse a imporre la sospensione della collaborazione fra Italia e Stato illegittimo d’Israele NON deve limitarsi a usare la sua forza per le rivendicazioni. Deve usare la sua forza, tutta e fino in fondo, per installare in Italia un governo partigiano della liberazione della Palestina.
https://www.carc.it/2025/05/14/organizzarsi-ovunque-per-imporre-un-governo-partigiano-della-palestina-libera/
Molte volte è stata data per sconfitta e altrettante volte ha dimostrato di non poter essere sconfitta. Molte volte è stata denigrata e criminalizzata e altrettante volte ha dimostrato di essere avanguardia del movimento antimperialista e democratico.
Oggi contro il popolo palestinese è in corso un genocidio dispiegato che, prima volta nella storia, avviene “in diretta mondiale” e la Resistenza palestinese parla ancora alle masse popolari e ai popoli del mondo.
Per tutti i popoli oppressi dall’imperialismo il messaggio è che possono liberarsi combattendo, quali che siano le condizioni della lotta imposte dal nemico.
Per le masse popolari dei paesi imperialisti il messaggio è che la loro mobilitazione incide direttamente sulle condizioni in cui il popolo palestinese combatte. Questo perché lo Stato illegittimo d’Israele esiste solo grazie al sostegno della Comunità Internazionale degli imperialisti Usa e Ue.
L’Italia è uno dei paesi imperialisti che contribuisce all’esistenza dello Stato illegittimo d’Israele, cioè contribuisce all’occupazione della Palestina, all’oppressione del popolo palestinese e al genocidio in corso.
Il più alto ed efficace contributo che le masse popolari italiane possono dare alla lotta del popolo palestinese è spezzare la catena del sostegno e della complicità fra Italia e Stato illegittimo d’Israele. Non ci sono scorciatoie e non ci sono “terza vie”.
Del resto, in termini di realismo delle prospettive, un movimento popolare che riuscisse a imporre la sospensione della collaborazione fra Italia e Stato illegittimo d’Israele NON deve limitarsi a usare la sua forza per le rivendicazioni. Deve usare la sua forza, tutta e fino in fondo, per installare in Italia un governo partigiano della liberazione della Palestina.
https://www.carc.it/2025/05/14/organizzarsi-ovunque-per-imporre-un-governo-partigiano-della-palestina-libera/
Partito dei CARC
Organizzarsi ovunque per imporre un governo partigiano della Palestina libera • Partito dei CARC
Da quasi ottant’anni la Resistenza palestinese parla alle masse popolari e ai popoli del mondo.Molte volte è stata data per sconfitta e altrettante volte ha dimostrato di non poter essere sconfitta. Molte volte è stata denigrata e criminalizzata e altrettante…
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Nella seduta del 14 maggio Giuseppe Conte ha invitato il parlamento tutto ad alzarsi in piedi in segno di rispetto per le vittime del genocidio a Gaza. I deputati del M5S e pochi altri si sono alzati in piedi, quelli del centrodestra sono rimasti seduti. A quel punto Conte ha incalzato Meloni “presidente lei rimane seduta”? Alla conferma di Meloni, il leader del M5S abbassa il microfono “ho concluso”. Sono scene da teatrino della politica borghese, che dimostrano, comunque, che il governo Meloni non si pone neppure la questione di “salvare le forme”: sostiene il genocidio in Palestina e vi collabora. Senza vergogna.
https://www.carc.it/2025/05/15/continua-il-commercio-di-armi-tra-italia-e-israele-chi-semina-guerre-raccoglie-rivoluzioni/
https://www.carc.it/2025/05/15/continua-il-commercio-di-armi-tra-italia-e-israele-chi-semina-guerre-raccoglie-rivoluzioni/
Partito dei CARC
Continua il commercio di armi tra Italia e Israele. Chi semina guerre raccoglie rivoluzioni • Partito dei CARC
Nella seduta del 14 maggio Giuseppe Conte ha invitato il parlamento tutto ad alzarsi in piedi in segno di rispetto per le vittime del genocidio a Gaza. I deputati del M5S e pochi altri si sono alzati in piedi, quelli del centrodestra sono rimasti seduti.…
https://www.carc.it/2025/05/17/organizzare-la-resistenza-soffiare-sul-fuoco-della-rivolta/
Ai comunisti ovunque collocati, ai lavoratori, ai giovani e alle donne d’avanguardia
Ai comunisti ovunque collocati, ai lavoratori, ai giovani e alle donne d’avanguardia
Partito dei CARC
Organizzare la resistenza, soffiare sul fuoco della rivolta • Partito dei CARC
Ai comunisti ovunque collocati, ai lavoratori, ai giovani e alle donne d’avanguardia Il mese di aprile è stato caratterizzato dal salto compiuto dalla mobilitazione popolare. Dallo sciopero dei metalmeccanici del 28 marzo fino alla grande giornata di mobilitazione…
Un grande movimento di massa contro la guerra sta muovendo i primi passi nel nostro paese. Esiste già e ce ne sono mille manifestazioni, ma fatica a dispiegarsi in ragione di alcune particolari cause. Una fra di esse è che coloro che godono di una certa autorevolezza fra le ampie masse non vi si sono messi chiaramente alla testa, non si sono messi a promuoverlo con continuità, dedizione e forza. https://www.carc.it/2025/05/22/il-5-aprile-eravamo-in-tanti-il-21-giugno-dobbiamo-esserci-tutti/
Partito dei CARC
Il 5 aprile eravamo in tanti, il 21 giugno dobbiamo esserci tutti • Partito dei CARC
Un grande movimento di massa contro la guerra sta muovendo i primi passi nel nostro paese. Esiste già e ce ne sono mille manifestazioni, ma fatica a dispiegarsi in ragione di alcune particolari cause. Una fra di esse è che coloro che godono di una certa autorevolezza…
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