Cᴜᴍ Gʀᴀɴᴏ Sᴀʟɪs 𖦹𖦹𖦹
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ɢʀᴜᴘᴘᴏ ᴅɪ ʟᴀᴠᴏʀᴏ ᴅᴇʟ ᴍᴇᴅɪᴛᴇʀʀᴀɴᴇᴏ ᴏᴄᴄɪᴅᴇɴᴛᴀʟᴇ

🔻Metodologia 🔻Discernimento 🔻Visione alternativa

Mail: cumgranosaliscgs@gmail.com

Sito web: http://www.cumgranosalis.radicicomuni.org

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#cgs #WeAreTheGlitch
#PedagogiaDellAutonomia
#PauloFreire

📖 Insegnare esige che si afferri la realtà

Apprendere per noi è costruire, ricostruire, constatare per cambiare, e questo non lo si fa senza aprirsi al rischio e all'avventura dello spirito.

Specificatamente umana, l'educazione è gnoseologica, è direttiva, per questo politica, è artistica e morale, si serve di mezzi, di tecniche, implica frustrazioni, paure, desideri.
Il mio ruolo fondamentale è quello di contribuire positivamente affinché l'educando diventi artefice della sua formazione...
La mia posizione dev'essere di rispetto nei confronti della persona che vuole cambiare.
O che si rifiuta di farlo.
Non posso negarle o nasconderle la mia posizione, ma non posso non riconoscerle il diritto di rifiutarla.

Il mio ruolo è quello di chi testimonia il diritto a fare dei confronti, a scegliere, a operare delle rotture, a decidere e a stimolare gli educandi a farsi carico di questo diritto.

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📖Un giovane appena entrato all'università mi ha detto con cortesia
"Non capisco perché lei difenda i sem terra, dei facinorosi che creano problemi"
Può darsi che tra i sem terra ci siano dei facinorosi -gli risposi- ma la loro lotta è legittima ed etica
'Facinorosa' è semmai la resistenza reazionaria di chi si oppone a ferro e fuoco alla riforma agraria
L'immoralità e il disordine risiedono nel mantenimento di un 'ordine' ingiusto

È stato importante ch'egli abbia espresso ciò che pensava e che abbia ascoltato da me ciò che mi sembrava giusto dover dire

È così che sto cercando di fare l'insegnante: essendo sensibile alla bellezza insita nella pratica educativa, stimolato dalle sue sfide che non mi permettono di burocratizzarmi, facendomi carico delle mie convinzioni, dei miei limiti, sempre accompagnati dallo sforzo di superarli, limiti che non cerco di nascondere proprio in nome del rispetto che nutro nei confronti dei miei educandi


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📖 Insegnare esige allegria e speranza

Esiste un rapporto tra l'allegria, necessaria all'attività educativa, e la speranza
Camminavamo, Danilson Pinto e io, con l'anima aperta al mondo, curiosi, ricettivi, per i vicoli di una favela dove si apprende presto che soltanto a costo di una grande caparbietà è possibile tesser le trame della vita anche se nella sua quasi assenza -o negazione- con la miseria, con le minacce, con la disperazione, con l'offesa e il dolore

Mentre camminavamo per le vie di quel mondo bistrattato e offeso, mi ricordavo delle mie esperienze giovanili in altre favela di Olinda o di Recife con gente di favela dall'anima a pezzi

Inciampando nel dolore umano ci interrogavamo su un gran numero di problemi
Cosa dovevamo sapere noi cosiddetti educatori, per rendere possibili anche solo i nostri primi incontri con donne, uomini e bambini sporchi, la cui umanità viene negata e tradita, la cui esistenza viene schiacciata?

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📖 Insegnare esige la convinzione che il cambiamento è possibile

Nel constatare, diventiamo capaci di intervenire sulla realtà, un compito incomparabilmente più complesso e capace di creare nuovi saperi del semplice adattarsi alle cose.
Non è nella rassegnazione ma nella ribellione di fronte alle ingiustizie che ci affermiamo.
La ribellione come denuncia deve estendersi fino ad assumere una posizione più radicale e critica, quella rivoluzionaria, che è fondamentalmente propositiva.

Cambiare il mondo implica la costruzione di una relazione dialettica tra la denuncia della situazione disumanizzante e l'annuncio del suo superamento, in fin dei conti il nostro sogno.

È importante avere sempre chiaro che è parte del potere ideologico dominante inculcare nei dominati la responsabilità della loro situazione.


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📖 Insegnare esige curiosità


Nessuna curiosità si sostiene eticamente sull'esercizio della negazione della curiosità altrui.
La curiosità dei genitori che si è esercitata soltanto nel senso di sapere come e dove va la curiosità dei figli, si burocratizza e appassisce.
La curiosità che mette a tacere quella altrui, si nega anche a se stessa.

Il miglior clima pedagogico-democratico è invece quello in cui l'educando va imparando, grazie alla sua stessa pratica, che la sua curiosità come la sua libertà deve sottostare a dei limiti, ma nel suo permanente esercizio.

La dialogicità non nega la validità di momenti esplicativi, narrativi in cui l'insegnante espone o parla dell'oggetto.
La cosa fondamentale è che insegnate e alunni sappiano che la loro posizione è dialogica, aperta, curiosa, investigativa e non passiva, mentre si parla o mente si ascolta.

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📖 Uno dei saperi fondamentali per la mia pratica educativo-critica é quello che mi avverte della necessità di operare un salto dalla curiosità spontanea alla curiosità epistemologica.

Un altro sapere indispensabile per la pratica educativo-critica è quello di come trattare la relazione libertà-autorità.

La disciplina quale risultato dell'armonia o dell'equilibrio tra
autorità e libertà, implica necessariamente il rispetto dell'una nei confronti dell'altra, un rispetto che si esprime nell'accettazione da parte di entrambe di limiti che non possono essere trasgrediti.
L'autoritarismo e il permissivismo sono rotture dell'equilibrio carico di tensione tra autorità e libertà.
É vivendo criticamente la mia libertà di alunno o alunna, che in buona parte, mi preparo ad assumere o a modificare l'esercizio della mia autorità di insegnante.


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📖Il clima di rispetto che nasce da relazioni giuste, serie, umili, generose, nel cui ambito l'autorità docente e la libertà degli alunni vengono assunte in modo etico, rende autentico il carattere formativo dello spazio pedagogico
L'autorità coerentemente democratica si rifiuta di mettere a tacere la libertà degli educandi, rifiuta di eliminare il processo di costruzione di una buona disciplina
Il suo ruolo non è quello di impartire lezioni di vita trasformando l'esistenza umana in un calendario scolastico tradizionale
È quello di evidenziare con la propria testimonianza che, anche quando ha un contenuto programmatico da proporre, la cosa fondamentale nell'apprendere, è la costruzione della responsabilità della libertà di cui si fa carico

L'essenziale nelle relazioni tra educatore ed educando, tra autorità e libertà, tra padri, madri, figli e figlie è la reinvenzione dell'essere umano nel processo di apprendimento della sua autonomia


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📖 Lo spazio pedagogico è un testo da "leggere" continuamente, da interpretare, da "scrivere" e "riscrivere".
In questo senso, quanto maggiore sarà la solidarietà tra educatore ed educandi nel "trattamento" di questo spazio, maggiori saranno le opportunità di apprendimento democratico che si apriranno nella scuola.

Sono convinto che mai come oggi l'educatore progressista debba stare all'erta nei confronti della scaltrezza con cui l'ideologia dominante insinua la neutralità dell'educazione.
Da questo punto di vista
-che è reazionario-
lo spazio pedagogico, neutrale per eccellenza, è quello in cui gli alunni vengono addestrati a pratiche apolitiche, come se il modo in cui gli uomini stanno nel mondo fosse o potesse essere neutrale.

Devo dimostrare agli alunni la mia capacità di analizzare, di confrontare, di valutare, di fare delle scelte, di effettuare delle rotture.
La mia capacità di rendere giustizia, di non venir meno alla verità.


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📖 Insegnare esige di comprendere che educare è una forma di intervento sul mondo

Intervento che, implica sia lo sforzo di riprodurre l'ideologia dominante sia quello del suo smascheramento.
Dal punto di vista degli interessi dominanti, non vi è dubbio che l'educazione deve essere una pratica che immobilizza e occulta delle verità.

Non posso fare l'insegnante se non comprendo che la mia pratica, per il fatto di non poter essere neutrale, mi impone di definirla.

Faccio l'insegnate a favore dell'onestà contro la spudoratezza, a favore della libertà contro l'autoritarismo, dell'autorità contro la mancanza di regole, della democrazia contro la dittatura di destra o di sinistra...
A favore della lotta costante contro qualsiasi forma di discriminazione, contro il dominio economico degli individui o delle classi sociali.
Contro l'ordine capitalista vigente che ha inventato l'aberrazione a cui siamo di fronte: la miseria nell'abbondanza.


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📖 Insegnare esige libertà e autorità


Il grande problema che si pone all'educatore democratico, è come lavorare perché la libertà riconosca in modo etico la necessità del limite.
La libertà matura nel confronto con altre libertà, nella difesa dei suoi diritti.
Non c'è nessuna decisione a cui non seguano effetti attesi, poco attesi e del tutto disattesi.
Per questo motivo, prendere decisioni è un processo che comporta delle responsabilità.

Uno dei compiti pedagogici dei genitori è di rendere chiaro al figlio che la loro partecipazione all'assunzione delle sue decisioni non è un'intromissione, anzi è un dovere...l'autonomia si va costituendo nell'esperienza delle varie, molteplici decisioni che si devono prendere.
La partecipazione dei genitori deve avvenire soprattutto nella fase dell'analisi, con i figli, delle possibili conseguenze.
Quello che ho sempe rifiutato, in nome della libertà stessa, è stata la sua distorsione in arbitrio.

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📖Insegnare esige l'assunzione cosciente di decisioni

Perché l'educazione non fosse una forma politica di intervenire nel mondo, era indispensabile che il mondo in cui mettere l'educazione in pratica, non fosse umano

Lottare per il diritto che ho di essere rispettato e per il dovere che ho di reagire nei confronti di chi mi maltratta..per il diritto che tu, insegnante o alunno, hai di essere te stesso

L'insegnante democratico, coerente, che dimostra il suo gusto di vivere, la sua speranza in un mondo migliore, che attesta la sua capacità di lotta, il suo rispetto verso le differenze, ogni volta di più si rende conto del valore che assume per cambiare la realtà, la solidità del suo modo di essere presente nel mondo, del modo in cui mette in risalto che l'esperienza a scuola è soltanto un momento, ma un momento importante che ha bisogno di essere vissuto in modo credibile

L'educatore critico [può] dimostrare che cambiare è possibile

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📖 C'è un segno dei tempi, tra gli altri, che mi spaventa: l'insistenza con cui, in nome della democrazia, della libertà e dell'efficienza, si va asfissiando la stessa libertà, e per estensione, la creatività e il gusto dell'avventura dello spirito.
La libertà di muoverci, di assumerci dei rischi sta venendo posta in secondo piano rispetto a una certa padronanza di formule, di modi di essere, sulla base dei quali si viene valutati.
È chiaro che non si tratta di uno strangolamento messo in atto in forma truculenta sui sudditi da un sovrano distopico, da un signore feudale sui vassalli, dai colonizzatori sui colonizzati, da un padrone di fabbrica sugli operai, da uno Stato autoritario sui cittadini.
A metterlo in atto è piuttosto il potere invisibile dell'addomesticamento alienante capace di un'efficienza straordinaria in quella che ho chiamato la "burocratizzazione della mente".
Uno stato di estraniazione, di conformismo dell'individuo.


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📖 Insegnare esige il saper ascoltare


Il totale discredito riservato alla formazione integrale dell'essere umano e la sua riduzione a puro addestramento rafforzano il modo autoritario di rivolgersi all'alunno

Ascoltare comporta la disponibilità permanente da parte di chi ascolta, a essere aperto nei confronti dell'altro

Accettare e rispettare la differenza è una di quelle virtù senza le quali l'ascolto non può esistere

L'umiltà è lo specchio di una delle poche certezze che posso avere: che nessuno è superiore a nessuno

Rispettare la lettura del mondo dell'educando significa prenderla come punto di partenza per capire il ruolo che la curiosità assume in quanto uno degli impulsi fondanti dell'elaborazione della conoscenza

L'insegnamento di contenuti, se svolto criticamente, comprende l'apertura totale dell'insegnante e il tentativo legittimo dell'educando di prendere nelle proprie mani la responsabilità di soggetto della conoscenza

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📖 Insegnare esige di riconoscere che l'educazione è ideologica

Necessaria e urgente l'unità e la ribellione contro la minaccia che ci coinvolge, la negazione di noi stessi come esseri umani, sottomessi alla ferocia del mercato

Per salvaguardarmi dagli artifici dell'ideologia, non posso né devo chiudermi agli altri né rinchiudermi nel cerchio della mia verità

La strada migliore per mantenere viva e vigile la mia capacità di pensare correttamente, osservare con acutezza, ascoltare con rispetto, è quella di espormi alle differenze, rifiutare posizioni dogmatiche, che mi inducano a considerarmi il detentore della verità

Nella mia disponibilità permanente nei confronti della vita a cui mi consegno interamente, apprendo ad essere me stesso nella mia relazione con il contrario di me

Quanto più mi offro all'esperienza di relazionarmi con le differenze, senza paura e pregiudizi, tanto meglio mi conosco e costruisco il profilo di me stesso

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📖
Insegnare esige la disponibilità al dialogo

Come formare senza essere aperti al contesto geografico e sociale degli educandi?
La formazione degli insegnanti dovrebbe insistere sulla costruzione di questo sapere che è necessario e che mi rende sicuro di una cosa ovvia, dell'importanza innegabile che ha su di noi il contesto ecologico, sociale ed economico in cui viviamo
Il sapere che sta alla base dell'attraversamento alla ricerca di una riduzione della distanza tra me e la realtà degli sfruttati, è quel sapere che si fonda sull'etica secondo cui non c'è niente che possa legittimare lo sfruttamento di uomini e donne da parte di altre donne e altri uomini
Più ci sediamo davanti al televisore tanto maggiore è il rischio di ingannarci nella comprensione di fatti e avvenimenti
Discutere quello che viene detto o che viene mostrato e come, mi sembra una cosa ogni volta più importante
[È] lo straordinario potere dei mezzi di comunicazione

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📖 Insegnare esige voler bene agli educandi

L'apertura al voler bene non significa, in realtà, che per il fatto di essere insegnante, sono obbligato a voler bene a tutti gli alunni allo stesso modo.
Significa, di fatto, che non mi spaventa l'affettività né che ho paura di esprimerla.
La mia apertura al voler bene significa che sono disponibile alla gioia di vivere.
La giusta gioia di vivere, che, se assunta pienamente, non permette che mi trasformi in una persona 'sdolcinata' ma neppure in una spigolosa e piena di amarezza.
Insegnare e imparare, come abbiamo visto, non possono avvenire al di fuori della ricerca, della bellezza e dell'allegria.

Ho a che fare con persone e non con cose.
In quanto pratica strettamente umana, non sono mai riuscito a concepire l'educazione come una esperienza fredda, senz'anima, nella quale i sentimenti e le emozioni, i desideri, i sogni dovessero essere repressi da una specie di dittatura razionalista.

@CumGrano_Salis