Simone Alecci
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Reggio Calabria 🇮🇹

Studente di Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali presso @unime 📚

Direttivo @saturna_it 🔴

Co-referente @bdsreggiocalabria 🇵🇸
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L'ennesimo WhatsApp down ci ricorda che possiamo sempre valutare Telegram, abbandonare la moda dinnanzi a una piattaforma oggettivamente più sicura ed efficiente, con un numero già elevato di iscritti.

E così vorremmo "combattere il sistema" e affermare qualche vago principio rivoluzionario, ma non siamo in grado di cambiare un'app nel telefono, la nostra banca, i nostri consumi neppure a parità di funzioni?

Non lo trovo molto coerente.
Deumanizzare il nemico, da annientare.
Deumanizzare i Paesi ostili, da distruggere.
Deumanizzare il diverso, che se l'è cercata.
Deumanizzare il migrante, che diventa "carico residuale".

Parola d'ordine: deumanizzare.
Forwarded from Comitato Centrale
Non solo la Reggina, è Reggio Calabria una città di serie D 🔴

Accettate il nuovo corso della Reggina, perché la nuova condizione della squadra rappresenta spietatamente bene le condizioni in cui versa la Città.

La Reggina è lo specchio dei fallimenti di una Città non pericolosa né in stato di calamità, ma che non ha più nulla da raccontare e dove i quotidiani disservizi divengono l'ordinario, la risoluzione degli stessi lo straordinario.

La Reggina non trova chi sia disposto ad accollarsi i propri debiti, Reggio Calabria non trova un'amministrazione comunale degna di tale nome per assenza di classe dirigente.

"Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra" a Reggio Calabria?
È il compromesso verso il centro, il neoliberalismo conservatore dei facenti funzione che preservano lo status quo.

Ci siamo ad oggi privati dell'opportunità di un ambizioso Polo Civico per egoismi e scarsa cooperazione - del resto ne sono direttamente testimone se penso all'esperienza delle Comunali 2020 - quando quel soggetto con cui allearsi "era troppo di sinistra" e nel mentre quel soggetto "troppo di sinistra" non trovava intesa con soggetti trasversali e ha progressivamente scelto anch'esso la via del centro non ideologico, divenendo sempre più succursale del Partito Democratico, partito nonostante tutto "buono" e "da migliorare" (e solite litanie che riconfermano l'egemonia del PD anche da soggetti radicali) perché il peccato originale delle forze di sinistra dialoganti con la falsa sinistra è duro a morire.

Il mio riferimento non può che essere al Movimento 5 Stelle reggino e a La Strada, ma anche alla destra sedicente sociale sotto copertura tra le liste di Angela Marcianò, ad altri piccoli soggetti civici con buone intenzioni ma impotenti a livello di consenso elettorale.

Ed eccoci qui, con questo spaccato di esperienza diretta su quel che Reggio poteva diventare e ha rinunciato ad essere, al netto di un centrodestra e di un centrosinistra collusi e fintamente in contrapposizione, Reggio Calabria è una città non solo civicamente ma anche sportivamente morta.

E adesso i mediocri che della Reggina non hanno fatto solo una questione di amore e tifo, ma unica ragione di vita per cui valga la pena lottare, che diranno?
Comprenderanno anche loro la condizione di degrado cittadino e di esserne parte in causa?

Con una mano si batteranno il cuore al Granillo, con l'altra si rifiuteranno di chiamare le autorità di fronte a un incendio, di denunciare il pizzo, di andare alle urne e votare diversamente dalle clientele e dalle pressioni della massondrangheta?

Che il fallimento sportivo (non ancora e speriamo mai societario) della Reggina risvegli le coscienze più mediocri, quelle calcio e figa e meno male che Silvio c'è(ra), ricordando anche a queste che c'è una Città da risollevare dagli abissi con l'impegno di tutti.
Dalla parte giusta della storia, non vi sarà nessuna pace senza sovranità e giustizia al popolo palestinese 🇵🇸

La Palestina è un territorio occupato militarmente e la risoluzione ONU 242/1967 (approvata all'unanimità) definisce le regioni di appartenenza: Israele deve ritirare le proprie truppe "da tutti i territori occupati durante la guerra del 5 giugno 1967".
Da questo enunciato possiamo affermare che i territori di sovranità palestinese sono la Striscia di Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est.

Qualsiasi organizzazione laica, islamica, socialista, progressista, conservatrice palestinese che conduce una lotta armata contro Israele sta rispondendo a un'occupazione militare straniera, oltre che a un regime di apartheid verso i cittadini della propria etnia sottoposti a ogni vessazione.

Ovviamente va ribadita massima condanna a qualsiasi attacco contro civili da entrambe le fazioni, quel che quotidianamente avviene ad opera delle Forze di Difesa Israeliane e dei coloni israeliani, nella generale impunità e nel silenzio dei nostri asserviti organi di stampa.

Niente ipocrisia e nessuna frase preconfezionata sulla pace, quando non sussistono i presupposti con un governo sionista ancora più repressivo dei precedenti.

Non applichiamo a Paesi con storie diverse - e alle volte autoritarismi necessari - i criteri di un'Italia e di un'Europa che hanno vissuto due guerre mondiali e la resistenza partigiana, che manifestano comunque il proprio autoritarismo in forme ibride e implicite (vedi caso Assange).

La mia vuole essere una visione spietatamente lucida su una pace impossibile a queste condizioni, che potrà attuarsi soltanto con il riconoscimento della soluzione "due popoli due Stati": fin quando non si raggiungerà questo obiettivo, al popolo palestinese va il nostro sostegno incondizionatamente dal prezzo da pagare.

Ai sostenitori della soluzione "due popoli uno Stato" dico che la situazione Israele-Palestina è sì di apartheid, ma imparagonabile al Sudafrica segregazionista: c'è uno squilibrio demografico tra popolazione di etnia arabo-palestinese ed ebraica creato artificiosamente dai governi israeliani a vantaggio di quest'ultima, pertanto la cultura arabo-palestiense verrebbe sradicata come nei migliori sogni erotici di Netanyahu.

Restiamo dunque dalla parte giusta della storia, usciamo dalla nostra zona confort occidentale e immedesimiamoci in un popolo condannato da quasi un secolo alla sofferenza, costretto a vedere i propri amici e i propri cari imprigionati o uccisi deliberatamente dall'entità sionista.

Sulle posizioni assunte da molti esponenti politici nostrani mi astengo dal commentare, provo grande vergogna e non mi sorprende che ancora una volta tra gli avanguardisti del suprematismo occidentale vi siano i traditori del Partito Democratico (altro che rinnovamento politico con Elly Schlein).
Forwarded from Patria Socialista
LA BANDIERA PALESTINESE ILLUMINA I MONUMENTI DI ROMA

Alla vigilia della manifestazione nazionale contro il genocidio in corso in Palestina per mano di Israele, il Colosseo, simbolo di Roma e della sua Storia, e la Piramide Cestia, sotto cui iniziò la Lotta di Liberazione italiana e da cui partirà il corteo di oggi, sono state illuminate coi colori della bandiera palestinese. Quei monumenti che videro l'internazionalismo della Roma antica, che videro la Roma risorgimentale combattere l'oppressione, che videro il Popolo resistere al fascismo, che videro liberare il paese dal nazismo, celebrano oggi la riscossa per la liberazione del Popolo palestinese.
Mentre i potenti insozzano i palazzi che occupano con le effigi della bandiera sionista, il Popolo colora i propri monumenti con il vessillo del Popolo palestinese che resiste. Perché crediamo ci sia una naturale continuità, non dei governi, ma del nostro popolo, dei nostri popoli, i cui valori della giustizia e della libertà ci hanno cresciuto fino ad oggi.
Per questo il popolo romano ha voluto celebrare il suo appoggio alla Resistenza palestinese, contro un barbaro genocidio, per il trionfo della patria palestinese e per il riscatto e l'autodeterminazione dei figli della Palestina.

Fino alla vittoria!
https://t.me/patriasocialista/2511?single

@patriasocialista
Simone Alecci
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Tutti a dire della rabbia del fiume in piena, e nessuno della violenza degli argini che lo costringono 🇵🇸

Con questa citazione di Brecht voglio riassumere l'importanza del sit-in che ieri, come Coordinamento Pro Palestina Reggino di individui e realtà plurime del territorio, abbiamo organizzato in sostegno al popolo palestinese.

È stata l'opportunità per ricordare il vergognoso ruolo di complicità che l'Italia, le nostre istituzioni, hanno assunto rispetto alla guerra e al genocidio in atto contro il popolo palestinese: bandiere di Israele issate nei palazzi istituzionali a incominciare dal nostro Consiglio Regionale, manifestazioni in difesa del "diritto a esistere" di uno Stato che ad oggi ha sempre e solo minacciato quello altrui, cooperazione militare ed esportazione di armi in Israele, l'astensione del nostro Paese sulla risoluzione ONU per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

È stata l'opportunità per ricordare che anche Reggio Calabria, nonostante il clima di apatia sociale che conosciamo, è solidale con la causa palestinese e ha risposto bene in termini di partecipazione al sit-in.

C'è un aggressore e un aggredito da 75 anni, corrisponde allo Stato d'Israele che è lo stesso a rappresentare il principale (se non unico) ostacolo alla soluzione due popoli due Stati, a doversi ritenere responsabile delle stesse vittime israeliane del 7 ottobre, poiché quella escalation militare costituisce una controffensiva dai risvolti sicuramente tragici, non un'azione terroristica antisemita finalizzata alla cancellazione di Israele come si vorrebbe far credere.

La società civile non sta con i sostenitori del terrorismo - quello sì - sionista promosso da Netanyahu e una maggioranza bulgara della Knesset, in Italia come nel resto del mondo e purtroppo in maniera ancora troppo timida e contenuta all'interno di Israele.

Restiamo dalla parte giusta della storia, ora e sempre per la sovranità e l'emancipazione dei popoli! ✊🏽
Simone Alecci
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Il 2023 è stato un anno complesso, difficile fare un bilancio.

È stato per me l'anno dell'esperienza in cui ho iniziato ad "essere" insieme agli altri, piuttosto che basarmi su proiezioni avveniristiche delle relazioni, del lavoro e di quel che lascia il segno nella vita di una persona.

È stato un anno in cui ho vissuto e provato sentimenti, con tutte le conseguenze positive e negative che ne derivano.

È stato un anno in cui ho scoperto persone e realtà di cui ignoravo l'esistenza nella mia Città, che mi fanno recuperare speranza nel futuro in questa terra.

È stato senza dubbio un anno importante per capirmi e avvicinarmi vagamente a quell'idea di serenità e stabilità che, sia per indole caratteriale sia per il modello di società precaria e neoliberale in cui viviamo, sembra spesso un'utopia.

Quanto alla situazione mondiale, inizio ad avvertire conflitti a migliaia di chilometri di distanza come una minaccia per il mio stesso futuro e quello dell'umanità intera, oltre che per la "zona comfort" di cittadino italiano ed europeo che forse per la prima volta nella storia contemporanea viene seriamente messa a repentaglio.

C'è uno Stato nel Medio Oriente che rappresenta sotto molti punti di vista la nuova Germania nazista: rivendica un proprio "spazio vitale" con presupposti religiosi (il sionismo), ricorre ad ogni crimine per rivendicarlo e sottrarlo ad altri popoli, attua segregazione razziale e leggi speciali contro l'etnia arabo-palestinese ritenuta inferiore e composta da "animali umani".

I rappresentanti politici del mondo sedicente democratico e civilizzato si rifiutano di prendere posizione quando sono in gioco gli interessi del padrone statunitense e dei suoi più squallidi alleati come Israele, in Italia ci ritroviamo un governo assolutamente inadeguato ad affrontare questa e altre emergenze, come la forte disuguaglianza sociale e la sempre più carente sovranità popolare ed economica.

Abbiamo un governo per cui dico, senza neppure troppa ironia, che al Tribunale vorrei andarci da impiegato e mai da vittima o da imputato.

Il mio augurio per il 2024 è innanzitutto che le persone "siano", a prescindere da quel che detta l'establishment neoliberale e il contesto in cui vivono, che manifestino liberamente la propria personalità e le proprie idee, la propria visione di società, i propri gusti sessuali in una società fintamente progressista.

Il mio secondo - e non per importanza - augurio per il 2024 è che i nuovi nazisti sionisti vengano consegnati alla giustizia internazionale e isolati dall'Italia e dai Paesi europei, ma affinché ciò avvenga serve il rovesciamento dell'attuale classe politica.

Non è necessario passare per rivoluzioni violente quando la principale causa della situazione vigente è l'elevato astensionismo e l'annichilimento delle coscienze: serve una nuova consapevolezza collettiva, serve un'egemonia culturale alternativa alle destre ipocrite e alla falsa sinistra neoliberista e atlantista a guida Partito Democratico.

Benvenuto 2024 e che sia un anno decisivo ❤️
"Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola."

Primo Levi, parole più attuali che mai.
Grazie Teheran bombardaci Tel Aviv, qui lo possiamo dire? 🇮🇷💥🇮🇱

Vorrei non dover sostenere ciò e ripudiare sempre la guerra, se solo ci fossero le condizioni e la comunità internazionale riuscisse a fermare Netanyahu e portarlo a processo.

Mentre ci si indigna per affermazioni del genere, Israele rade al suolo Gaza e stermina indistintamente i suoi abitanti, persino operatori umanitari e personale ONU.

Il bombardamento di un'ambasciata straniera su territorio straniero è un atto di gravità inaudita che potrebbe aprire pericolosi precedenti, se l'Iran non risponde militarmente e in modo efficace si rafforzerà ulteriormente il senso di impunità di Netanyahu e dei criminali sionisti che lo circondano.

Non ho simpatie per una teocrazia ultraconservatrice, ma in questo momento è l'unico Paese del Medio Oriente che può dare una lezione a questi criminali e metterli in seria difficoltà.
Il 25 aprile è una data storica che dovrebbe essere riconosciuta all'unanimità come patrimonio del Paese, invece puntualmente si ripropongono dibattiti (soprattutto con l'attuale governo in carica) sulla presunta divisività di questa ricorrenza.

Essere antifascisti non significa opporsi a un'ideologia ma alla morte di tutte le ideologie, in nome della venerazione di un capo o un'oligarchia indiscussa che si afferma tramite la violenza e si consolida attraverso la propaganda e una trasformazione totalitaria della società.

Essere antifascisti richiede tuttavia uno sforzo di modernità: i vecchi rituali privi di contestualizzazione con il presente allontanano gli italiani e soprattutto le ultime generazioni, che già percepiscono storicamente distanti gli anni della Resistenza.

Essere antifascisti significa riconoscere che esistono nuove forme di fascismo da affrontare con nuovi strumenti come la protesta, il voto antisistema anziché l'astensionismo, l'occupazione degli spazi pubblici anziché la rassegnazione collettiva.

Essere antifascisti significa celebrare e sostenere la resistenza di altri popoli come quello palestinese e curdo, senza applicare doppi standard atlantisti-sionisti, senza cedere alla retorica faziosa sul "terrorismo" e alla strumentalizzazione dell'antisemitismo, poiché per par condicio dovremmo delegittimare anche le azioni dei nostri partigiani.

E sì, va riconosciuto, anche i partigiani hanno compiuto e possono compiere dei crimini dai quali dobbiamo prendere le distanze, ma bisogna restare vigili affinché gli errori dei singoli individui non siano il pretesto per vanificare la nobile causa della liberazione dei popoli.

La becera destra né sociale né liberale al governo fa revisionismo sulla Resistenza, ne stravolge la retorica e si fa promotrice essa stessa di nuove forme di fascismo: la censura, l'annullamento di ogni spazio di dissenso nella Rai, la stigimatizzazione e la derisione dell'avversario, l'indebolimento della magistratura, l'aumento della repressione delle Forze dell'Ordine contro i manifestanti.

È contro queste nuove forme di fascismo che bisogna combattere.

Viva la Resistenza, viva ogni forma di Resistenza ✊🏽🇮🇹🇵🇸