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🔥 Inferno di fuoco a Condrò, dove l’amministrazione ha emanato un messaggio di evacuazione totale delle abitazioni del comune.
Aperta una chiesa per ospitare gli sfollati.
💻@amnotizie
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💡@voglia_di_sapere
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#condro #messina #sicilia #incendi #incendio
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Ma avete pesato che tra poco sará Natale?🎄 Avete già cominciato a pensare ai regali? 🎁
Noi, anche quest’anno, vogliamo donare un sorriso e sappiamo di poter contare sul vostro aiuto. 💪🏻
Lo scorso hanno grazie al vostro prezioso contributo, sono stati donati al reparto di Ematologia e Talassemia dell’ospedale Civico di Palermo, una TV e una Nintendo WII per i nostri cari bambini. 😍
Che dite…regaliamo anche quest’anno una carezza per questi piccoli guerrieri? ❤️🔴❤️
⚜@Femminacomelaguerra
🤡Clown terapy Mrs.Wow ❤🔴❤
👉🏻Teniamoci per mano Onulus distretto Messina
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👉🏻#Temiamoci per mano Onulus
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🗓️ Domenica 22 Ottobre
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✝️ UN MARTIRE DA MAZARA AL GIAPPONE
Il 22 ottobre 1633, a #Nagasaki, il missionario mazarese Giovanni Matteo Adami veniva torturato fino alla morte con la pratica dell’“Ana-tsurushi”, resa famosa in Occidente dal romanzo “Silenzio” di Shūsaku Endō, a cui è ispirato il film “Silence” (2016) del regista siculoamericano Martin Scorsese.
Nato il 17 maggio 1576 a #MazaradelVallo, Giovanni Matteo Adami si trasferì a #Roma quando era ancora adolescente. A dispetto degli auspici della famiglia che ambiva per lui ad un futuro militare, a 16 anni Adami decise di entrare a far parte dei Gesuiti.
Ordinato sacerdote e divenuto predicatore, nel 1602 Adami lasciò l’Italia alla volta dell’Oriente, giungendo a #Macao dopo aver attraversato l’#India. Nel 1604 il missionario siciliano approdò in #Giappone, paese destinato a divenire la terra della sua difficile missione e del suo martirio.
Nel 1612 le autorità di #Edo (l’odierna #Tokyo) promulgarono degli editti volti a contrastare la diffusione del cristianesimo. Sempre più ostacolato nella sua azione, Adami fu esiliato a Macao nel novembre 1614. Dopo 4 anni, nel luglio 1618, riuscì a tornare in Giappone insieme ad un gruppo di religiosi nipponici.
Rifugiatosi a #Inawashiro, città all’epoca governata da un cristiano, Adami riuscì a convertire numerosi locali, ma una volta iniziate le persecuzioni anche lì, fu costretto a scappare. Giunto a Nagasaki nel 1630, fu catturato e martirizzato tre anni dopo, all’età di 57 anni.
Insieme alle storie del nativo di #ChiusaSclafani Giuseppe Chiara, dello stefanese Giacinto Giordano Ansalone e del palermitano Giovanni Battista Sidotti, quella di Giovanni Matteo Adami è la vicenda più nota tra quelle relative ai missionari siciliani vissuti nel Sol Levante a cavallo tra seicento e settecento.
_________
🌟NATI OGGI
🎨 1786: Nasce a #Catania il pittore Giuseppe Zacco.
🥀 SCOMPARSI OGGI
⛰️ 1866: Muore a Catania il geologo Carlo Gemmellaro.
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Il 22 ottobre 1633, a #Nagasaki, il missionario mazarese Giovanni Matteo Adami veniva torturato fino alla morte con la pratica dell’“Ana-tsurushi”, resa famosa in Occidente dal romanzo “Silenzio” di Shūsaku Endō, a cui è ispirato il film “Silence” (2016) del regista siculoamericano Martin Scorsese.
Nato il 17 maggio 1576 a #MazaradelVallo, Giovanni Matteo Adami si trasferì a #Roma quando era ancora adolescente. A dispetto degli auspici della famiglia che ambiva per lui ad un futuro militare, a 16 anni Adami decise di entrare a far parte dei Gesuiti.
Ordinato sacerdote e divenuto predicatore, nel 1602 Adami lasciò l’Italia alla volta dell’Oriente, giungendo a #Macao dopo aver attraversato l’#India. Nel 1604 il missionario siciliano approdò in #Giappone, paese destinato a divenire la terra della sua difficile missione e del suo martirio.
Nel 1612 le autorità di #Edo (l’odierna #Tokyo) promulgarono degli editti volti a contrastare la diffusione del cristianesimo. Sempre più ostacolato nella sua azione, Adami fu esiliato a Macao nel novembre 1614. Dopo 4 anni, nel luglio 1618, riuscì a tornare in Giappone insieme ad un gruppo di religiosi nipponici.
Rifugiatosi a #Inawashiro, città all’epoca governata da un cristiano, Adami riuscì a convertire numerosi locali, ma una volta iniziate le persecuzioni anche lì, fu costretto a scappare. Giunto a Nagasaki nel 1630, fu catturato e martirizzato tre anni dopo, all’età di 57 anni.
Insieme alle storie del nativo di #ChiusaSclafani Giuseppe Chiara, dello stefanese Giacinto Giordano Ansalone e del palermitano Giovanni Battista Sidotti, quella di Giovanni Matteo Adami è la vicenda più nota tra quelle relative ai missionari siciliani vissuti nel Sol Levante a cavallo tra seicento e settecento.
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Tutto della nostra terra meravigliosa..
La Sicilia! ❤️
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🌋 Sua maestà l'Etna🌋
~Spettacolo della natura ad alta quota~ 🌋
22/07/23 (9:15 It)
Sequenza di "vortex ring" con conseguente formazione di spettacolari "anelli di vapore" dal cratere "Bocca Nuova"
Uno spettacolo unico al mondo ; visibile anche ad occhio nudo.
📸 @etnanewslive.it👈🏻
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🌋#etna
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Forwarded from News e Info CULINARIA (👑🇶 🇺 🇪 🇪 🇳👑)
👨🏼🍳 La Pasta con i Broccoli al forno)
📸 @ilpastaiomatto👈🏻
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🍽#mangiaresiciliano
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Forwarded from News e Info CULINARIA (👑🇶 🇺 🇪 🇪 🇳👑)
🗒 Ingredienti per 2 persone:
✅ 200 g Rigatoni di Grano Duro
✅ Olio Evo q.b
✅ 1/2 Cipolla
✅ 1 Spicchio di Aglio
✅ 1/2 Carota piccola
✅ 2 Filetti di Acciughe
✅ Pinoli (a piacimento)
✅ 300 g Broccoli
✅ 80 g Pangrattato
✅ 100 Caciocavallo Palermitano a dadini
✅ Sale q.b
✅ Pepe Mix q.b
🔪 PROCEDIMENTO:
✳️ In una padella mettete l’olio evo e l’aglio, lasciate soffriggere per pochi secondi quindi aggiungete i filetti di acciughe e con un cucchiaio di legno pestateli.
✳️ Un volta sciolti i filetti di acciughe nell’olio,
togliete l’aglio, quindi aggiungete la cipolla tagliata fine e la carota tagliata a cubetti piccolissimi, rosolate per 2-3 minuti.
✳️ A questo punto aggiungete i broccoli precedentemente lavati e tagliati, aggiungete un pizzico di sale, pepate a piacimento, rosolate, quindi mettete un mestolo di acqua calda della pentola della pasta. Coprite con un coperchio, quindi cuocete per circa 15 minuti. Naturalmente capirete la cottura del broccolo dalla sua morbidezza.
✳️ In un boccale mettere tutto il condimento dei broccoli, aggiungete i pinoli quindi frullate finché non avete ottenuto una crema densa e compatta. Versate la crema nella padella.
✳️ Quando l’acqua della pentola bolle, salate, quindi calate la pasta.
✳️ A metà dalla cottura della pasta, trasferitela nella padella con il condimento dei broccoli, quindi aggiungete il caciocavallo precedentemente tagliato a cubetti, amalgamate a fuoco spento.
✳️ Oleate la teglia, cospargete di pangrattato(anche i bordi), quindi disponete la pasta.
✳️ Infornate a 200°C per circa 10-15 minuti. Prima di sfornare utilizzate la funzione grill per abbrustolire bene la superficie. Lasciate raffreddare qualche minuto, quindi impiattate.
👨🍳 @ilpastaiomatto👈🏻
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togliete l’aglio, quindi aggiungete la cipolla tagliata fine e la carota tagliata a cubetti piccolissimi, rosolate per 2-3 minuti.
✳️ A questo punto aggiungete i broccoli precedentemente lavati e tagliati, aggiungete un pizzico di sale, pepate a piacimento, rosolate, quindi mettete un mestolo di acqua calda della pentola della pasta. Coprite con un coperchio, quindi cuocete per circa 15 minuti. Naturalmente capirete la cottura del broccolo dalla sua morbidezza.
✳️ In un boccale mettere tutto il condimento dei broccoli, aggiungete i pinoli quindi frullate finché non avete ottenuto una crema densa e compatta. Versate la crema nella padella.
✳️ Quando l’acqua della pentola bolle, salate, quindi calate la pasta.
✳️ A metà dalla cottura della pasta, trasferitela nella padella con il condimento dei broccoli, quindi aggiungete il caciocavallo precedentemente tagliato a cubetti, amalgamate a fuoco spento.
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✳️ Infornate a 200°C per circa 10-15 minuti. Prima di sfornare utilizzate la funzione grill per abbrustolire bene la superficie. Lasciate raffreddare qualche minuto, quindi impiattate.
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🇷🇺 I ROMANOV DA SAN PIETROBURGO A PALERMO
«Quanto distante è la #Neva dal fiume #Oreto, tanto forse più lontano era da noi il pensiero che un discendente di Rurik, un #Romanov, lo zar, l’autocrate di tutte le Russie fosse venuto con gran parte della sua famiglia a dimorare per un po’ di tempo fra noi…». Con queste parole un giornale locale annunciava l’arrivo della famiglia imperiale russa a #Palermo, il 23 ottobre 1845.
A motivare il soggiorno dei Romanov in #Sicilia fu la cagionevole salute dell’Imperatrice Aleksandra Fёdorovna - forse affetta da tubercolosi - a cui alcuni dei più noti medici d’Europa consigliarono di trascorrere qualche mese a Palermo, luogo ritenuto ideale dal punto di vista climatico al fine di evitare il freddo dell’inverno di #SanPietroburgo.
Tra coloro i quali caldeggiarono la scelta è da ricordare anche la Principessa russa Varvara Schehovskaja, sposata al palermitano Giorgio Wilding, proprietario di Villa Butera all’Olivuzza, dove l’Imperatrice andò a risiedere.
Il 23 ottobre giunsero a Palermo, oltre alla Zarina, l’Imperatore Nicola I, la figlia Olga, il principe Alberto di #Prussia, fratello dell’imperatrice, e il Conte Nesselrode, gran Cancelliere dell’Impero Russo. Nei mesi successivi altri membri della famiglia imperiale approderanno a Palermo.
I mesi trascorsi dall’Imperatrice nella città siciliana, tra passeggiate ed escursioni nelle località limitrofe, le consentirono di ritemprare la propria salute. Il 16 marzo 1846 Aleksandra e con lei la corte imperiale lasciarono Palermo, imbarcandosi sulla fregata russa “Kamchatka”.
Di quel lungo soggiorno però né la famiglia imperiale russa né la città di Palermo persero la memoria. Ed al loro ritorno a San Pietroburgo i sovrani russi vollero che nel parco imperiale di Peterhof venisse costruito un pittoresco edificio chiamato “Arenella”, in tutto simile ai “Quattro Pizzi” della famiglia #Florio nella borgata marinara omonima.
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🌟 NATI OGGI
📖 1753: Nasce a Palermo lo storico Rosario Gregorio.
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⚜Eventi
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«Quanto distante è la #Neva dal fiume #Oreto, tanto forse più lontano era da noi il pensiero che un discendente di Rurik, un #Romanov, lo zar, l’autocrate di tutte le Russie fosse venuto con gran parte della sua famiglia a dimorare per un po’ di tempo fra noi…». Con queste parole un giornale locale annunciava l’arrivo della famiglia imperiale russa a #Palermo, il 23 ottobre 1845.
A motivare il soggiorno dei Romanov in #Sicilia fu la cagionevole salute dell’Imperatrice Aleksandra Fёdorovna - forse affetta da tubercolosi - a cui alcuni dei più noti medici d’Europa consigliarono di trascorrere qualche mese a Palermo, luogo ritenuto ideale dal punto di vista climatico al fine di evitare il freddo dell’inverno di #SanPietroburgo.
Tra coloro i quali caldeggiarono la scelta è da ricordare anche la Principessa russa Varvara Schehovskaja, sposata al palermitano Giorgio Wilding, proprietario di Villa Butera all’Olivuzza, dove l’Imperatrice andò a risiedere.
Il 23 ottobre giunsero a Palermo, oltre alla Zarina, l’Imperatore Nicola I, la figlia Olga, il principe Alberto di #Prussia, fratello dell’imperatrice, e il Conte Nesselrode, gran Cancelliere dell’Impero Russo. Nei mesi successivi altri membri della famiglia imperiale approderanno a Palermo.
I mesi trascorsi dall’Imperatrice nella città siciliana, tra passeggiate ed escursioni nelle località limitrofe, le consentirono di ritemprare la propria salute. Il 16 marzo 1846 Aleksandra e con lei la corte imperiale lasciarono Palermo, imbarcandosi sulla fregata russa “Kamchatka”.
Di quel lungo soggiorno però né la famiglia imperiale russa né la città di Palermo persero la memoria. Ed al loro ritorno a San Pietroburgo i sovrani russi vollero che nel parco imperiale di Peterhof venisse costruito un pittoresco edificio chiamato “Arenella”, in tutto simile ai “Quattro Pizzi” della famiglia #Florio nella borgata marinara omonima.
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