Con questa lapide, posta sulla via I settembre all’intersezione con Piazza Duomo, si commemora il primato di Messina come città capitale del Risorgimento italiano. Un anno prima rispetto all’epoca delle ben più note Quattro Giornate di Milano, precisamente l’1 settembre 1847, la città dello Stretto, infatti, fu percorsa, con moto ascendente, da una forte ventata rivoluzionaria che di lì a poco avrebbe investito l’intera penisola.
La sommossa fu preparata nella sede dell’antico Gabinetto di Lettura che sorgeva a Piazza Duomo, ma, a causa dell’esiguo numero dei rivoltosi e della scarsità d’organizzazione, la ribellione non riuscì a sopraffare l’esercito borbonico. Il governo borbonico, avvertito per tempo da un delatore, ebbe così tutto il tempo di organizzare la sua sanguinosa soppressione che nell’arco di un solo pomeriggio spense ogni speranza degli insorti.
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La sommossa fu preparata nella sede dell’antico Gabinetto di Lettura che sorgeva a Piazza Duomo, ma, a causa dell’esiguo numero dei rivoltosi e della scarsità d’organizzazione, la ribellione non riuscì a sopraffare l’esercito borbonico. Il governo borbonico, avvertito per tempo da un delatore, ebbe così tutto il tempo di organizzare la sua sanguinosa soppressione che nell’arco di un solo pomeriggio spense ogni speranza degli insorti.
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I LUOGHI della STREET ART a CATANIA.
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Chi si trova a passeggiare per le vie catanesi non ha potuto far a meno di notare quanto colore e quante nuove opere di street art sono diventate protagonisti di scatti social e tour.
L’urban art, anno dopo anno, prende sempre più piede nelle nostre città, spesso abbellendole e portando anche messaggi etico sociali.
Arte a cielo aperto
Sono ormai lontani i tempi in cui la street art era legata al Graffitismo; oggi bombolette di vernice spray e protesta politico-sociale sono più relegate, hanno quasi lasciato spazio ad una nuova forma di espressione artistica che trasforma la strada in una galleria d’arte vastissima e aperta a chiunque.
Negli ultimi anni, l'”arte di strada” si è sempre più evoluta, raccogliendo il favore degli amministratori locali che hanno voluto colorare, rivalutare e dare nuova vita a molti spazi degradati delle loro città o abbellirle.
Ormai si è convinti che la bruttezza si combatte a colpi di spray, colori, figure simboliche, così avviene anche a Catania, con gli ultimi murales firmati da noti artisti.
I murales di Catania
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L’urban art, anno dopo anno, prende sempre più piede nelle nostre città, spesso abbellendole e portando anche messaggi etico sociali.
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Sono ormai lontani i tempi in cui la street art era legata al Graffitismo; oggi bombolette di vernice spray e protesta politico-sociale sono più relegate, hanno quasi lasciato spazio ad una nuova forma di espressione artistica che trasforma la strada in una galleria d’arte vastissima e aperta a chiunque.
Negli ultimi anni, l'”arte di strada” si è sempre più evoluta, raccogliendo il favore degli amministratori locali che hanno voluto colorare, rivalutare e dare nuova vita a molti spazi degradati delle loro città o abbellirle.
Ormai si è convinti che la bruttezza si combatte a colpi di spray, colori, figure simboliche, così avviene anche a Catania, con gli ultimi murales firmati da noti artisti.
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Catania ama quest’arte, basta pensare al porto, ai silos decorati da artisti internazionali che sono divenuti il murales più grande del mondo. I murales sono ormai diventati strumento dell’urban design.
È dunque evidente come la street art stia diventando qualcosa di più di una semplice forma d’espressione irriverente, dissacrante della società per diventare uno strumento utile per la città e i suoi abitanti.
Il Murales di Poseidone e la Testa di Moro di Ligama
Lo street artist siciliano Ligama, ha realizzato due murales in due zone strategiche della nostra città che hanno ottenuto grandi apprezzamenti. Salvo Ligama si è diplomato in Grafica presso l’Accademia di Belle Arti.
Ha partecipato anche alla decorazione dei muri di Taormina e al Vanedda street art di Valverde. A Catania ha realizzato opere per la riqualificazione del quartiere di San Berillo, realizzando una modernissima interpretazione del famoso “Bacio” di Hayez.
Ligama si sta affermando anche nel panorama nazionale e internazionale, esponendo le sue opere a Palermo, Napoli, Caserta, Perugia, Roma, Torino, Milano, Budapest e Bucarest; a Matera, per celebrare la festa dell’Europa, ha realizzato un bellissimo murales dedicato alla “città dei sassi“. Oggi si sta dedicando alla riqualificazione dei ruderi della Piana di Catania.
A maggio, sul muretto dell’ingresso del borgo di San Giovanni Li Cuti, l’artista ha dato vita a un coloratissimo Poseidone, ispirandosi ad un’opera di Antoine Coysevox intitolata “Neptune”, inaugurato in occasione del Lungomarefest dello scorso 2 giugno, in presenza dell’amministrazione comunale che lì ha affisso anche una targa.
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È dunque evidente come la street art stia diventando qualcosa di più di una semplice forma d’espressione irriverente, dissacrante della società per diventare uno strumento utile per la città e i suoi abitanti.
Il Murales di Poseidone e la Testa di Moro di Ligama
Lo street artist siciliano Ligama, ha realizzato due murales in due zone strategiche della nostra città che hanno ottenuto grandi apprezzamenti. Salvo Ligama si è diplomato in Grafica presso l’Accademia di Belle Arti.
Ha partecipato anche alla decorazione dei muri di Taormina e al Vanedda street art di Valverde. A Catania ha realizzato opere per la riqualificazione del quartiere di San Berillo, realizzando una modernissima interpretazione del famoso “Bacio” di Hayez.
Ligama si sta affermando anche nel panorama nazionale e internazionale, esponendo le sue opere a Palermo, Napoli, Caserta, Perugia, Roma, Torino, Milano, Budapest e Bucarest; a Matera, per celebrare la festa dell’Europa, ha realizzato un bellissimo murales dedicato alla “città dei sassi“. Oggi si sta dedicando alla riqualificazione dei ruderi della Piana di Catania.
A maggio, sul muretto dell’ingresso del borgo di San Giovanni Li Cuti, l’artista ha dato vita a un coloratissimo Poseidone, ispirandosi ad un’opera di Antoine Coysevox intitolata “Neptune”, inaugurato in occasione del Lungomarefest dello scorso 2 giugno, in presenza dell’amministrazione comunale che lì ha affisso anche una targa.
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Tutti la amavano poi il dolore se la portò via: la leggenda di Billonia, la popolana di Catania
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Tutti la amavano poi il dolore se la portò via: la leggenda di Billonia, la popolana di Catania
la giovane viene soprattutto ricordata come la fioraia della Villa Bellini che bazzicava da quelle parti per raccogliere una smisurata quantità di fiori da offrire con amore a tutti i passanti "Ragazza che taglia i fiori", dipinto di Otto Scholderer È opinione…
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Biodiversità e inclusione sociale, in Sicilia nascono due frutteti solidali
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Biodiversità e inclusione sociale, in Sicilia nascono due frutteti solidali
Nell'ottica della promozione della biodiversità e dell'inclusione sociale, in Sicilia nascono due frutteti solidali, uno a Modica e uno a Catania, con 120 nuove piante di limoni, fichi e melograni, capaci di assorbire 60 tonnellate di CO2. I frutteti sono…
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Il CRISTO NERO custodito nel DUOMO di S.MARIA LA NUOVA di LICATA in provincia di AGRIGENTO
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Affacciandosi sul mare, Licata ne ha tratto i benefici oltre che le vulnerabilità e nel passato, i rischi maggiori, erano rappresentati dalle invasioni provenienti proprio dal mare.
Per difendere la città si costruirono fortificazioni, castelli e torri di avvistamento, misure non sempre efficaci.
Nel luglio del 1553, una flotta di 104 navi composta da turchi e francesi riuscì ad invadere Licata; diversi furono i morti e i deportati, la città fu saccheggiata e data alle fiamme.
Ingenti furono i danni, alla devastazione non fu risparmiata la chiesa di Santa Maria La Nova (chiesa Madre).
Il crocifisso in legno presente nella chiesa, e risalente alla seconda metà del XV secolo, secondo la leggenda, non fu sottratto alla “tradizione” dei turchi di distruggere i simboli delle altre religioni, e sarebbe stato dato alle fiamme, non fu distrutto dal rogo ma ne rimase solamente annerito.
In realtà, il crocifisso è nero per una tendenza artistica dell’epoca, dei fratelli Matinali, sarebbe dunque già stato concepito di questo colore.
La Cappella del Cristo Nero sarebbe quindi stata costruita dai fedeli come segno di devozione per il “miracolo” accaduto al crocifisso.
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Per difendere la città si costruirono fortificazioni, castelli e torri di avvistamento, misure non sempre efficaci.
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Ingenti furono i danni, alla devastazione non fu risparmiata la chiesa di Santa Maria La Nova (chiesa Madre).
Il crocifisso in legno presente nella chiesa, e risalente alla seconda metà del XV secolo, secondo la leggenda, non fu sottratto alla “tradizione” dei turchi di distruggere i simboli delle altre religioni, e sarebbe stato dato alle fiamme, non fu distrutto dal rogo ma ne rimase solamente annerito.
In realtà, il crocifisso è nero per una tendenza artistica dell’epoca, dei fratelli Matinali, sarebbe dunque già stato concepito di questo colore.
La Cappella del Cristo Nero sarebbe quindi stata costruita dai fedeli come segno di devozione per il “miracolo” accaduto al crocifisso.
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CATANIA - VIA ETNEA - SICILY
_________________________
Potenza di un aggettivo, come dire, vulcanico. “Etneo” viene detto tutto ciò che sta sopra e sotto le pendici dell'enorme vulcano siciliano, ma quando si parla di “città etnea” e di “via etnea” il pensiero va in una sola direzione: quella del capoluogo e della sua splendida strada principale, ovvero di Catania e di quella meraviglia urbanistica e artistica che è la sua, appunto, Via Etnea.
Una strada senza uguali in Italia: tre chilometri rettilinei e in leggera salita, lungo cui scorrono le varie anime di una città fiera e operosa, mordace e fantasiosa, collegando idealmente il mare alla Muntagna.
E pazienza se questa arteria longitudinale in principio si chiamava via Duca di Uzeda, e in seguito pure via Stesicorea.
📸 @pioandreaperi
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Una strada senza uguali in Italia: tre chilometri rettilinei e in leggera salita, lungo cui scorrono le varie anime di una città fiera e operosa, mordace e fantasiosa, collegando idealmente il mare alla Muntagna.
E pazienza se questa arteria longitudinale in principio si chiamava via Duca di Uzeda, e in seguito pure via Stesicorea.
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Sant'Agata di Militello (Sant'Àita di Militieddu in siciliano) è un comune italiano di 12 228 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia. Dista circa 100 km da Messina e 130 da Palermo.
Su 108 comuni è il settimo della città metropolitana per popolazione dopo Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Capo d'Orlando, Patti e Lipari.
Centro a prevalente vocazione turistica e commerciale del comprensorio dei Nebrodi, del quale è uno dei poli, insieme a Patti e Capo d'Orlando. Il borgo divenne comune autonomo nel 1857.
È un comune del Parco dei Nebrodi.
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Su 108 comuni è il settimo della città metropolitana per popolazione dopo Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Capo d'Orlando, Patti e Lipari.
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🇮🇹 Lo scoglio Palumbo, a Trapani, si trova di fronte l’isola della colombaia e ospita un faro ad ottica fissa.
🇬🇧 The Palumbo rock, in Trapani, is located in front of the dovecote island and houses a fixed optic lighthouse.
📸 @markus.spatola
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Riparo Cassataro, il rifugio dei misteri: la storia dell'umanità è scritta nella roccia siciliana
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Riparo Cassataro, il rifugio dei misteri: la storia dell'umanità è scritta nella roccia siciliana
27 Ago 2021 Aree archeologiche Sicilia segreta: un sito da scoprire. Riparo Cassataro a Centuripe, un luogo ricco di mistero. In questa paleo-chiesa ci sono grandi blocchi simili ai dolmen, ma non solo. Il Rifugio include le uniche pitture rupestri a oggi…