♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Il sito prescelto per la scultura di Staccioli è una leggera altura del territorio di Motta d’Affermo: un avamposto in quota sul mare e prospiciente gli scavi di Halaesa, le cui coordinate geografiche centrano esattamente la consistenza matematica del trentottesimo parallelo.

Nominando la propria opera, l’artista traduce l’astrazione della misura terrestre in creativa percezione metafisica e suggella l’intrinseco legame dell’opera alla geografia del luogo, in perfetta sintonia con la poetica che contraddistingue sin dagli anni sessanta le proprie creazioni.

L’opera è un tetraedro titanico cavo realizzato in acciaio corten.
Parzialmente sprofondata nel territorio roccioso, presenta una fessura lungo lo spigolo occidentale che rende ancora più preciso il suo collocarsi nella specificità del luogo e nello spazio cosmico.

Come un faro introverso, testimone consapevole del ciclico e irreversibile scorrere del tempo, cattura la luce solare attraverso la fessura, registrando nel proprio ventre geometrico i riverberi luminosi dallo zenit al tramonto.

Al concetto di immortalità, notoriamente correlato alla piramide faraonica, subentra qui il concetto più responsabile di transitorietà, attraverso il quale l’artista celebra la vita nel suo incessante anelito all’eterno.

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Il Ponte dei Saraceni.

E’ un ponte in pietra probabilmente risalente al periodo romano e ricostruito e modificato nel XII secolo sul fiume Simeto.

Collega il territorio di Adrano (CT) con quello di Centuripe (EN), presso il passo del Pecoraio, e benché sia denominato Ponte dei Saraceni sembra essere stato costruito in epoca medievale normanna.

ATTUALE STATO:

Ad oggi per colpa del grande caldo che ha investito in questi mesi la Sicilia, metà del fiume Simeto sembra essersi prosciugato.

📸 @desireephotographer

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In STILE GOTICO CATALANO, è uno dei palazzi più belli di ENNA: PALAZZO POLLICARINI!

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Di fronte la piazza Colajanni, si può ammirare il Palazzo Pollicarini, dimora fortificata di stile gotico. Un portale barocco immette nel cortile all’interno del quale si possono ammirare il portico, i due piani del palazzo ornati da cornici riccamente sagomate, traforati e arabeschi polibolati, il tutto conferisce un’immagine di raffinatezza alla suggestiva costruzione.

Dimora gentilizia e fortificata risalente al XVI secolo, in stile gotico-catalano. L'imponente portale di ingresso, sormontato da un'elegante cornice, introduce nel cortile, in cui si apre un portico a sesto acuto, coronato a raggiera.

L'edificio si sviluppa su due piani. Una grande scalinata monumentale collega il cortile al piano nobile e alle sale di rappresentanza (tra cui la sala Magna); il piano è illuminato da tre finestre rettangolari a cui si sovrappone una cornice traforata con arabeschi; mentre al piano sottotetto si trovavano ubicati gli alloggi della servitù. A coronamento si trova un cornicione composto da archetti e cornici sagomate aragonesi.

Fu dimora di famiglie illustri e nobili, tra cui Falanga e Petroso, che contribuirono nei secoli a mantenere il decoro e lo splendore di questo edificio, ma ad oggi ingiustamente trascurato.

Dal secolo XIX il Palazzo è di proprietà della famiglia Patelmo, avvocati e latifondisti ennesi, che hanno proceduto al restauro della facciata del piano nobile.

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Caltabellotta Agrigento, Il borgo della Pace, dove il santo uccise il drago.

Caltabellotta è un piccolo paesino, in provincia di Agrigento che conta poco più di 4000 abitanti.

La sua caratteristica peculiare è quella di sorgere a 950 m sopra il livello del mare, offrendo ai suoi visitatori un paesaggio a dir poco incantevole, che rende Caltabellotta simile a un antico presepe.

Visitate questo piccolo gioiello, ricco non solo di un grande patrimonio naturalistico ma anche di importanti risorse storiche e culturali.

Il 31 agosto del 1302 a Caltabellotta fu firmata la pace tra Federico II di Aragona e Carlo di Valois che concluse la guerra del Vespro. Il cuore antico è Terravecchia, stradine tortuose e angoli medievali; dal Calvario si vede in lontananza il mare, all’Eremo le guide vi racconteranno la storia di San Pellegrino e il drago.

Lasciatevi trasportare da questo meraviglioso video e scoprirete quanta bellezza.

🎥 @ignazioaph

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👆Post del 27/05/2021 👇🏻
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P.S diffidate da chi copia in colla i nostri post senza vergogna

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1 settembre 1847: una data fondamentale per la città di Messina e per la Sicilia.

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Una data troppo spesso dimenticata o, ancor peggio, tradita da una narrazione specifica, quella del mito unitario, che elimina o mitiga il carattere eversivo della lotta del popolo siciliano iscrivendola nell’abusata retorica risorgimentale.

L’uno Settembre 1847 i messinesi insorgono contro il re Ferdinando II di Borbone, cogliendo completamente di sorpresa le autorità. In realtà, già nel maggio 1847 Reggio Calabria e Messina stabiliscono di sollevarsi il 2 settembre.

A Messina già il 3 giugno – giorno dei festeggiamenti in onore della Madonna della Lettera – la statua del Re era apparsa sulla piazza con le orecchie tappate e gli occhi bendati, a mettere in evidenza l’incapacità del potere di notare il tumulto sotterraneo di un popolo inascoltato, stremato dalle carestie, dalla fame e dalla miseria a cui un sistema troppo lontano rimaneva inevitabilmente estraneo.

I messinesi decidono di muoversi all’azione un giorno prima del previsto, il primo settembre, approfittando di un’improvvisa riunione di gran parte dello stato maggiore borbonico in uno stesso luogo, l’Hotel Victoria, in occasione della promozione del generale Luadi.
L’obiettivo è colpire in massa i rappresentanti di un potere oppressivo, avvertito dal popolo siciliano come altro, imposto da dominatori sconosciuti, lontani eppure in grado di decidere le sorti del loro territorio e della loro vita.

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