San Saba si affaccia sul basso Tirreno, uno dei mari più pescosi del Mar Mediterraneo, caratterizzato da temperature più miti di quelle del Mar Ionio. La costa è caratterizzata da numerose spiagge di sabbia e ghiaia.
A Capo Rasocolmo, nell'estrema punta orientale del villaggio, si ergono le Montagne di Sabbia, adagiate sulla roccia e a picco sul mare. Si tratta di piccoli promontori rocciosi ricoperti dalla sabbia sospinta in alto dai venti invernali fin sotto il faro, sono facilmente scalabili e dalla loro sommità si ha uno splendido panorama dell'intera costa. Purtroppo, non ci sono più le famose dune di sabbia che esistevano negli anni '30 - '40 e '50. Il litorale, poi, ha ridotto la sua ampiezza di oltre l'80 per cento, a causa dell'insensata opera di cementificazione e di riduzione in ampiezza, degli alvei dei torrenti limitrofi.
A sud del paese e nelle contrade limitrofe, grazie alla vicinanza dei monti Peloritani, esistono vari spazi verdi, campagne e zone boschive.
Un giorno, un abitante trovò in mare una cassetta, la raccolse, la portò a riva e l'aprì. Vide che conteneva la statuetta di un santo che aveva scritto sotto: "San Saba". Della statuetta si persero le tracce e si racconta che forse venne spedita a Roma per poter essere ricostruita in versione più grande.
A questo ritrovamento, secondo le testimonianze raccolte, sembra risalga la decisione da parte degli abitanti, di chiamare il villaggio con questo nome, eleggendo il Santo a patrono.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
📚#sicil_iaterramia
#Messina
#Sansaba
A Capo Rasocolmo, nell'estrema punta orientale del villaggio, si ergono le Montagne di Sabbia, adagiate sulla roccia e a picco sul mare. Si tratta di piccoli promontori rocciosi ricoperti dalla sabbia sospinta in alto dai venti invernali fin sotto il faro, sono facilmente scalabili e dalla loro sommità si ha uno splendido panorama dell'intera costa. Purtroppo, non ci sono più le famose dune di sabbia che esistevano negli anni '30 - '40 e '50. Il litorale, poi, ha ridotto la sua ampiezza di oltre l'80 per cento, a causa dell'insensata opera di cementificazione e di riduzione in ampiezza, degli alvei dei torrenti limitrofi.
A sud del paese e nelle contrade limitrofe, grazie alla vicinanza dei monti Peloritani, esistono vari spazi verdi, campagne e zone boschive.
Un giorno, un abitante trovò in mare una cassetta, la raccolse, la portò a riva e l'aprì. Vide che conteneva la statuetta di un santo che aveva scritto sotto: "San Saba". Della statuetta si persero le tracce e si racconta che forse venne spedita a Roma per poter essere ricostruita in versione più grande.
A questo ritrovamento, secondo le testimonianze raccolte, sembra risalga la decisione da parte degli abitanti, di chiamare il villaggio con questo nome, eleggendo il Santo a patrono.
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27 photos with the drone to make you fall in love with Sicily 😍❤️
27 foto con il drone per farti innamorare della Sicilia 😍❤️
1. Capo Sant’Alessio (ME)
2. Teatro Greco di Taormina
3. Forza d’Agro (ME)
4. Castello Maniace (SR)
5. Ortigia (SR)
6. Capo Milazzo
7. Spiaggia Mongerbino (PA)
8. Capo Zafferano (PA)
9. Sant’Elia (PA)
10. Palermo
11. Teatro Massimo (PA)
12. Viale Regione Siciliana (PA)
13. Castello alla Zisa (PA)
14. Quattro Canti (PA)
15. Teatro Massimo (PA)
16. Piramide 21º Parallelo (ME)
17. Torre Faro (ME)
18. Mortelle (ME)
19. Cefalù (PA)
20. Etna (CT)
21. Quattro Canti (PA)
22. Caccamo (PA)
23. Bagheria (PA)
24. Mondello (PA)
25. Mondello (PA)
26. Etna (CT)
27. Cala (PA)
🎥 @markus.spatola
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Una vecchia barca
sulla spiaggia
porta con se
l'amato mare
sembra carezzarla
con dolcezza
ad ogni nuova onda.
📸 #marcododisi
✒ #giovannabilleri
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#messina #sicilia
sulla spiaggia
porta con se
i segni del tempo
lacerata dalle onde.
Compagna fedele
di coraggiosi pescatori,
traboccante di sole
venti di tempesta.
Dietro di sel'amato mare
sembra carezzarla
con dolcezza
ad ogni nuova onda.
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Il Monte Zoccolaro é un rilievo di origine vulcanica posto sul versante orientale dell'Etna, all'interno dell'omonimo Parco, nel comune di Zafferana Etnea, in provincia di Catania.
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Esso raggiunge un'altitudine massima di 1739 m e forma, insieme ad altri rilievi, definiti complessivamente con il nome di Schiena dell'Asino, il tratto terminale della parete sudorientale della Valle del Bove.
La sua origine sarebbe coeva alla formazione della Valle del Bove, a seguito del collasso dei centri eruttivi.
Un percorso naturalistico di circa due chilometri, praticabile esclusivamente a piedi, consente di praticare un'escursione altimetrica di circa 330 metri, da quota 1472 m s.l.m. a quota 1739 m s.l.m. Per raggiungere il luogo di partenza é necessario percorrere la strada provinciale Zafferana - Rifugio Sapienza, e deviare al km 6 in direzione di monte Pomiciaro.
Lasciata l'automobile in un largo piazzale con vista sulla Val Calanna, dopo un breve tratto di strada sterrata, si seguono le indicazioni del Parco dell'Etna.
Il sentiero é piuttosto ripido e non bisogna mai allontanarsi dal percorso perchè a breve distanza si trova uno scosceso dirupo.
Lungo il sentiero é possibile osservare diverse forme di vegetazione, dai pioppi ai faggi, alle ginestre, e giunti al primo punto panoramico si puó ammirare la Val Calanna interamente coperta dalle lave dell'eruzione del 1991-'93.
Percorrendo l'ultimo tratto del sentiero si arriva alla meta, segnalata da una croce; da questo punto si gode di un panorama a trecentosessanta gradi, dall'Etna e la Valle del Bove a nord, alla baia di Giardini Naxos, Taormina e la Calabria a est, alla costa jonica a sud.
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La sua origine sarebbe coeva alla formazione della Valle del Bove, a seguito del collasso dei centri eruttivi.
Un percorso naturalistico di circa due chilometri, praticabile esclusivamente a piedi, consente di praticare un'escursione altimetrica di circa 330 metri, da quota 1472 m s.l.m. a quota 1739 m s.l.m. Per raggiungere il luogo di partenza é necessario percorrere la strada provinciale Zafferana - Rifugio Sapienza, e deviare al km 6 in direzione di monte Pomiciaro.
Lasciata l'automobile in un largo piazzale con vista sulla Val Calanna, dopo un breve tratto di strada sterrata, si seguono le indicazioni del Parco dell'Etna.
Il sentiero é piuttosto ripido e non bisogna mai allontanarsi dal percorso perchè a breve distanza si trova uno scosceso dirupo.
Lungo il sentiero é possibile osservare diverse forme di vegetazione, dai pioppi ai faggi, alle ginestre, e giunti al primo punto panoramico si puó ammirare la Val Calanna interamente coperta dalle lave dell'eruzione del 1991-'93.
Percorrendo l'ultimo tratto del sentiero si arriva alla meta, segnalata da una croce; da questo punto si gode di un panorama a trecentosessanta gradi, dall'Etna e la Valle del Bove a nord, alla baia di Giardini Naxos, Taormina e la Calabria a est, alla costa jonica a sud.
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1. Castello Chiaramonte a Palma di Montechiaro
Edificato a picco sul mare, il Castello è il luogo dove Giuseppe Tomasi di Lampedusa scrisse e ambientò il grande romanzo del “Gattopardo”.
2. Il Giardino della Kolymbetra ad Agrigento
La città è intimamente legata alla figura di Luigi Pirandello, che qui nacque (nella contrada denominata “Caos”) e che oggi accoglie le sue ceneri dopo essere passate attraverso varie peripezie.
3. Favara
Oggi è molto nota per la presenza del Farm Cultural Park, una galleria a cielo aperto che pervade la città e che le ha dato risonanza nazionale, ma Favara è anche il luogo di nascita di Antonio Russello, un autore che ha fatto della Sicilia sua materia di scrittura prediletta.
4. Racalmuto
Un luogo amato e odiato, come Leonardo Sciascia ha più volte affermato parlando della Sicilia. Il paese, quasi equidistante tra gli aeroporti di Catania e Palermo, ospita alcuni dei luoghi che si ritrovano negli scritti dell'autore, come il santuario della Madonna del Monte o il Teatro Regina Margherita, che definì “il più bel teatro della mia vita”.
5. Porto Empedocle
Alcuni la chiamano “Vigata”, in onore del residente per eccellenza Andrea Camilleri che qui ha ambientato le vicende del suo personaggio più noto. La via Roma, arteria principale della città, ospita dal 2009 una statua del celebre Commissario Montalbano ritratto nei romanzi.
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Edificato a picco sul mare, il Castello è il luogo dove Giuseppe Tomasi di Lampedusa scrisse e ambientò il grande romanzo del “Gattopardo”.
2. Il Giardino della Kolymbetra ad Agrigento
La città è intimamente legata alla figura di Luigi Pirandello, che qui nacque (nella contrada denominata “Caos”) e che oggi accoglie le sue ceneri dopo essere passate attraverso varie peripezie.
3. Favara
Oggi è molto nota per la presenza del Farm Cultural Park, una galleria a cielo aperto che pervade la città e che le ha dato risonanza nazionale, ma Favara è anche il luogo di nascita di Antonio Russello, un autore che ha fatto della Sicilia sua materia di scrittura prediletta.
4. Racalmuto
Un luogo amato e odiato, come Leonardo Sciascia ha più volte affermato parlando della Sicilia. Il paese, quasi equidistante tra gli aeroporti di Catania e Palermo, ospita alcuni dei luoghi che si ritrovano negli scritti dell'autore, come il santuario della Madonna del Monte o il Teatro Regina Margherita, che definì “il più bel teatro della mia vita”.
5. Porto Empedocle
Alcuni la chiamano “Vigata”, in onore del residente per eccellenza Andrea Camilleri che qui ha ambientato le vicende del suo personaggio più noto. La via Roma, arteria principale della città, ospita dal 2009 una statua del celebre Commissario Montalbano ritratto nei romanzi.
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Ci sono certe mete che rimangono indissolubilmente legate alle vicende cui fanno da sfondo, ed entrano di diritto nel cuore di chi prima li immagina, e poi li visita di persona.
È il caso “Strada degli Scrittori”, in Sicilia , che si snoda nell'agrigentino tra Porto Empedocle e Caltanissetta e che abbiamo percorso proprio alla ricerca dei luoghi legati ad alcuni grandi nomi della letteratura italiana.
📸 @alfiog
📸 @bellitalia_magazine
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Ora è inùtili certa genti nun cància,
s'addìverti, futti e mància.
Còlliri un ti n'ha pigghiàri,
a vita è troppu curta, un t'angustiàri,
Accùssi me nannu mi ricìa,
quannu era nicu e ghièu chiancìa.
Si chiànci pì cosi cchiù 'mpurtànti,
e no pì certa genti ch'è tutta vacànti.
Futtitìnni quannu ti pìgghianu di mira,
tantu a vita è 'na rota chi gira.
Certa genti havi malàta la menti,
e nun farà mai nenti, pì nenti.
I cristiàni boni pì furtùna asìstinu,
t'aiùtanu, t'attèntanu e t'assìstinu.
Da genti tinta e fàvusa ti n'ha fùttiri,
sulu vuccùna amàri ti fannu agghiùttiri.
Crirìtimi, lu beni è cchiù forti di lu mali,
futtitivìnni, si certa genti è pèggiu di l'armàli.
Futtirisìnni è chiddu chi s'havi a fari,
calàri a testa e un ci pinsàri.
di Giuseppe Lodato
🖌 @lodatino
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📚#sicil_iaterramia
#futtitinni
#sicilia
s'addìverti, futti e mància.
Còlliri un ti n'ha pigghiàri,
a vita è troppu curta, un t'angustiàri,
Accùssi me nannu mi ricìa,
quannu era nicu e ghièu chiancìa.
Si chiànci pì cosi cchiù 'mpurtànti,
e no pì certa genti ch'è tutta vacànti.
Futtitìnni quannu ti pìgghianu di mira,
tantu a vita è 'na rota chi gira.
Certa genti havi malàta la menti,
e nun farà mai nenti, pì nenti.
I cristiàni boni pì furtùna asìstinu,
t'aiùtanu, t'attèntanu e t'assìstinu.
Da genti tinta e fàvusa ti n'ha fùttiri,
sulu vuccùna amàri ti fannu agghiùttiri.
Crirìtimi, lu beni è cchiù forti di lu mali,
futtitivìnni, si certa genti è pèggiu di l'armàli.
Futtirisìnni è chiddu chi s'havi a fari,
calàri a testa e un ci pinsàri.
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Pineta Monti Rossi.
I Monti Rossi nacquero nel marzo 1669, uno dopo l’altro, dopo una violenta crisi sismica che diede via a una delle più spaventose eruzioni laterali dell’Etna.
In pochi mesi – tutto terminò nel luglio di quell’anno – la lava scese fino a Catania e raggiunse il mare, percorrendo 15 km e cancellando paesi e la piccola economia rurale del tempo.
I Monti Rossi oggi sono “esausti”, ovvero spenti per sempre. E la foresta di pini che li ha trasformati nei secoli ne è la prova.
Oggi la pineta è una località organizzata per essere usata dagli abitanti e dai turisti. Aree pic nic, percorsi, sentieri da trekking, percorsi per la mountain bike, ma anche tiro con l’arco, bar, zone barbecue e un bellissimo Parco Avventura.
🎥 @desireephotographer
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I Monti Rossi nacquero nel marzo 1669, uno dopo l’altro, dopo una violenta crisi sismica che diede via a una delle più spaventose eruzioni laterali dell’Etna.
In pochi mesi – tutto terminò nel luglio di quell’anno – la lava scese fino a Catania e raggiunse il mare, percorrendo 15 km e cancellando paesi e la piccola economia rurale del tempo.
I Monti Rossi oggi sono “esausti”, ovvero spenti per sempre. E la foresta di pini che li ha trasformati nei secoli ne è la prova.
Oggi la pineta è una località organizzata per essere usata dagli abitanti e dai turisti. Aree pic nic, percorsi, sentieri da trekking, percorsi per la mountain bike, ma anche tiro con l’arco, bar, zone barbecue e un bellissimo Parco Avventura.
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