♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Oggi, purtroppo, non abbiamo più la lettera originale, che probabilmente andò perduta durante incendi o terremoti che distrussero più volte la cattedrale di Messina. Così come anche la vasta produzione artistica e letteraria, che sorse intorno alla figura della Madonna della Lettera, ormai non più presente a Messina se non per qualche esempio, oggi sparsa in varie parti d'Italia e del mondo. Tuttavia della Madonna e di quella lettera restano i capelli con cui la Vergine avvolse il rotolo di pergamena su cui era scritta la benedizione per la città; che ancora oggi vengono portati in processione il 3 giungo a Messina, insieme ad una statua in argento della Madonna, posta su una varetta. Inoltre sempre nello stesso giorno viene posta sull'altare della cattedrale un'icona della Madonna, che solo nel giorno della processione indossa una "Manta d'Oro" sbalzato, cesellato e inciso, il pezzo più prezioso del tesoro del duomo di Messina, a differenza degli altri giorni in cui ne indossa una d'argento.

La tradizione della Madonna della Lettera, al di là della veridicità storica della vicenda e dello scritto, mostra un tratto identitario profondamente marcato nella storia ecclesiale e civile della città di Messina, dalle profonde radici cristiane e mariane, da cui attingono alcuni dei valori più nobili del nostro essere messinesi.
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Il presepe vivente di Custonaci è considerato ad oggi il più grande evento di valorizzazione dei mestieri e delle tradizioni popolari siciliane. Un cast composto da oltre 160 fra artisti, artigiani e figuranti. Un tuffo nel passato, il fascino della Sicilia di un tempo. Lo spettacolo ha luogo a Borgo Scurati una realtà di case rurali disseminate come in un presepe a ridosso di un contesto di grotte naturali, primeggia la grotta Mangiapane dove è rappresentata la scena della natività.

La Grotta Mangiapane fa parte del preistorico sistema insediativo che a Scurati – frazione del comune di Custonaci in provincia di Trapani – conta un totale di nove cavità, alcune delle quali comprese nella Riserva Naturale Orientata Monte Cofano. La Mangiapane registra un’altezza di 70 metri, una larghezza di 13 e una profondità di 50, dimensioni tali da porla in cima alla gerarchia delle grotte siciliane.

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Le grotte, abbandonate dai pastori che l'utilizzavano per la lavorazione della ricotta, hanno trovato altro utilizzo. Annualmente, dal 1983, la grotta è diventata sede del suggestivo Presepe vivente di Custonaci, testimonianza della vita contadina dell'agro ericino alla fine dell'Ottocento, meta di turisti e devoti.
Accanto all’evento religioso della Natività vi sono rappresentazioni del lavoro artigiano e rurale che hanno dato vita, con gli anni, a una suggestiva messa in scena. Un evento reso caratteristico anche dalla presenza di suoni, odori e colori che ricostruiscono veri e propri spaccati di vita. La messinscena è accurata come quella di un set cinematografico: i pastori mungono e fabbricano vero formaggio, le massaie preparano la pasta e infornano il pane, con un cast composto da oltre 160 interpreti, tra artigiani-artisti provenienti dall'intera Sicilia e maestranze contadine e figuranti locali. È la Sicilia più antica che interpreta se stessa. Ecco come un intero paese partecipa alla sacra rappresentazione... e diventa museo stabile.
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Basta un attimo per sentirti avvolta da una sensazione nuova e antica, avvolgente e narcotizzante assieme, quell’attimo in cui poggi il piede su quest’isola, appena scesa da un treno o da un aereo. E subito capisci che questa terra, questo paesaggio, questa luce ti appartengono, fanno parte del tuo dna, delle tue radici, della tua anima, di qualcosa che senti tuo…

(Claudia Cardinale)

Buongiorno🌵☀️☕️💋

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L'ORECCHIO DI DIONISIO

L'orecchio di Dionisio è una grotta artificiale, scavata nel calcare, alta circa 23 metri  larga dagli 8 agli 11 e profonda circa 65, dotata di una eccezionale proprietà acustica che amplifica i suoni fino a 16 volte.
La sua particolare forma, simile ad un padiglione auricolare, e le sue caratteristiche acustiche, indussero Michelangelo di Caravaggio a soprannominarla "Orecchio di Dionisio", avvalorando così la leggenda secondo la quale la grotta sarebbe stata fatta costruire da Dionisio,tiranno di Siracusa, per rinchiudervi i prigionieri e poter ascoltare da un'apertura dall'alto le loro parole amplificate dall'eco.
In effetti la particolare forma della grotta è dovuta al fatto che lo scavo iniziò dall'alto andando ad allargarsi verso il basso per seguire una vena di roccia di ottima qualità.

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Situata all'interno della latomia del Paradiso, ancora coperta, vi è la Grotta dei Cordari che, per secoli, grazie alla propria lunghezza e alla presenza dell'acqua, ha ospitato l'arte dei fabbricanti di corde, i cordari appunto. La volta è sostenuta ancora da piloni lasciati dai cavatori di pietre, e si vedono enormi blocchi ben squadrati pendere dal soffitto come colossali stalattiti. Qui si fabbricavano le corde sfruttando l'umidità del posto. Molto suggestiva per la vegetazione di muschi e capelvenere, la Grotta dei Cordari è famosa anche per i giochi di luce che si creano al suo interno. Sulle pareti e sul soffitto, in alcuni punti, si notano i piani di estrazione dei blocchi di calcare.

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Il “Castello Matagriffone”.
Dal nome di “Castello Matagriffone” si risale alla presenza di una fortificazione già intorno al 1061 d.C., con la conquista della Sicilia da parte dei Normanni. Venti anni dopo, nel 1081 d.C., si ricordano le azioni di Ruggero I protese a rafforzare le difese dell’abitato tramite la costruzione di un vero e proprio castello che diverrà Palazzo Reale.
Un secolo dopo (1190 d.C.), prima di partire per la III crociata, sbarca a Messina Riccardo Cuor di Leone, il quale, soggiornando in città per circa sei mesi, impartisce ordini al fine di edificare il castello di “Mategrifon”. Il toponimo, composto da due termini, significa “ammazza-griffoni”, nomignolo quest’ultimo affibbiato dagli europei a greci e levantini. In onore al re guelfo la nuova fortificazione verrà anche chiamata “Roccaguelfonia”, per ricordare colui che la fece costruire.

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