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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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La Grotta Mangiapane - Un tuffo nella Sicilia dell'Ottocento.

La Grotta Mangiapane fa parte del preistorico sistema insediativo che a Scurati – frazione del comune di Custonaci in provincia di Trapani – conta un totale di nove cavità, alcune delle quali comprese nella Riserva Naturale Orientata Monte Cofano.

La Mangiapane registra un’altezza di 70 metri, una larghezza di 13 e una profondità di 50, dimensioni tali da porla in cima alla gerarchia delle grotte siciliane.

La visita alla grotta-museo
Soprannominata Grotta degli Uffizi, è piena zeppa di reperti risalenti alla preistoria, denti, ossa animali, selci e svariate pitture rupestri. Non è una semplice grotta bensì una sorta di microcosmo roccioso internamente al quale è stato fondato un vero borgo fatto di poche arcaiche case, abitate dal 1819 fino agli anni 50 e appartenenti alla famiglia Mangiapane.

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Riserva Naturale "Grotta di Carburangeli"

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Avete mai sentito parlare della Grotta di Carburangeli? Si tratta di una riserva naturale nel territorio comunale di Carini (Palermo), che presenta alcune caratteristiche uniche.La formazione della grotta è legata alle forti variazioni del livello del mare,causate da mutamenti climatici,che in quel periodo hanno interessato la Sicilia.I ripetuti spostamenti della linea di riva hanno determinato l’annegamento e la successiva riemersione delle aree costiere,innescando importanti processi geomorfologici.Vi sono stati rinvenuti numerosi resti fossili di animali,ma anche oggetti usati dall’uomo preistorico del Paleolitico superiore e dell’età del Bronzo,come testimonia un disegno a carboncino raffigurante uno stregone,mentre nell’area antistante la grotta numerosi sono i frammenti di terracotta di epoca romana oggi conservati presso il Museo “Gemmellaro” di Palermo.All’interno,la Grotta di Carburangeli si presenta come un suggestivo bosco di rocce risalenti al Pleistocene.

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Sbintàri,“sventare”,“svaporare”. Questo verbo siciliano è abbastanza diffuso e si utilizza soprattutto in riferimento alle bibite gasate,o ai vini frizzanti o alla birra. Una bibita “sbintàta” non è più frizzante, quindi ha perso la sua caratteristica principale. Il verbo sbintàri, così come l’aggettivo sbintàto, significano letteralmente sfiatare, sventare, anche evaporare. Di fatto, il suo utilizzo non è confinato soltanto al mondo delle bibite gassate. Uno dei corrispettivi italiani è sventare, che si utilizza anche in riferimento alle mine che vengono disinnescate. La derivazione è dal latino ex-ventus, cioè “mandare fuori vento”. In Sicilia l’utilizzo in campo bellico non è molto diffuso, ma lo è sicuramente quello legato alle bevande. Al di là di ciò che si beve, in senso metaforico il verbo sbintàri viene utilizzato con il significato di “prendere in giro”. Quando si prende in giro qualcuno, infatti, un po’ lo si sgonfia, gli si fa perdere tutta la sua effervescenza.

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📍Punta Secca, Ragusa.
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Pi San Martinu ogni mustu diventa vinu. L'11 novembre si festeggia San Martino e, come tradizione, si assaggia il vino nuovo! In Sicilia questi giorni di festa trascorrono tra desgustazioni di vini, gastronomia e dolci tipici.
In Sicilia solitamente si mangiano i biscotti di San Martino,tipici biscotti siciliani secchi,duri, aromatizzati con semi di anice nero che si gustano insieme al marsala o a un buon vino moscato.Vengono preparati in questo periodo in occasione dell’estate di San Martino.C’è anche una variante morbida farcita con crema di ricotta.

Festa di San Martino
La festa che celebra il vescovo di Tours, noto come San Martino. Proverbiali la sua umiltà e la sua carità che hanno dato vita ad alcune leggende, una delle quali legata alla cosiddetta estate di San Martino, la quale si manifesta, in senso meteorologico, all'inizio di novembre e dà luogo ad alcune tradizionali feste popolari.

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L'estate di San Martino
La leggenda narra che Martino, figlio di un ufficiale dell'esercito romano, a causa di un'ordinanza dell'epoca divenne anch'egli soldato romano e trovandosi, in una grigia giornata d’autunno, alle porte della città di Amiens con i suoi soldati incontrò un mendicante seminudo. D'impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante. Miracolosamente il freddo si affievolì e comparve il sole: fu quella la prima estate di San Martino.
Le feste e la gastronomia in Sicilia
Questa data, simbolicamente associata alla maturazione del vino nuovo, è quindi un'occasione di ritrovo e festeggiamenti nei quali si brinda stappando il vino novello e molte cantine aprono le loro porte per le degustazioni.
Un altro proverbio, s'ammazza lu porcu e si sazza lu vinu, ci ricorda che in questa ricorrenza molte famiglie siciliane macellavano il maiale per farne prosciutti, salami e salsicce. Questa tradizione è ancora viva in alcuni centri agricoli.
Le feste di San Martino in Sicilia sono l'occasione giusta per gustare le classiche caldarroste e il buon vino novello, ma anche il pane casereccio e i dolci tipici di questa ricorrenza, come i biscotti di San Martino.
Nel palermitano si mangia u viscottu di San Martino abbagnatu, biscotti rotondi aromatizzati con semi d’anice, che vengono gustati bagnati nel vino moscato. Ma i dolci tipici di San Martino sono tanti e diffusi in tutta la Sicilia: il tricotto (croccante e friabile perfetto per l’inzuppo), il rasco (pasta morbida, inzuppata di liquore, ripiena di crema di ricotta) e la versione del biscotto decorato (pasta morbida, scavato e riempito di conserva, glassato e merlettato con zucchero e decorato con un cioccolatino e frangette d’argento).

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