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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Non c’è siciliano che non ami la pasta con le sarde! Un primo piatto questo dal sapore intenso, che fa venire immediatamente l’acquolina in bocca.

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Le origini della pasta con le sarde: tra storia e leggenda

Molte delle ricette nascono quasi per caso, nascono dall’arte di arrangiarsi, dalla necessità cioè di portare in tavola un piatto ricco non solo di gusto ma anche di sostentamento, avendo però a disposizione pochi e semplici ingredienti.

Sono quindi ricette povere, che poi con il passare degli anni sono diventate tradizionali. È il caso della pasta con le sarde.

Si narra che sia stato un cuoco arabo ad inventare questo piatto durante il 1800, per la precisione il cuoco di Eufemio da Messina.

Di fronte ad un intero esercito da sfamare questo cuoco decise di accettare tutti i doni che questa meravigliosa isola offriva, sia quelli del mare che quelli della terra.

Sarde a cui aggiunse del finocchietto fresco così da smorzare un po’ il sapore intenso del pesce e donare freschezza al piatto, pinoli che erano considerati utilissimi per evitare eventuali intossicazioni, zafferano per amalgamare al meglio i sapori: con questi ingredienti dette vita ad un condimento eccezionale per la pasta, rimasto nella storia.

Ricetta:

Ecco la lista di tutti gli ingredienti necessari con le dosi:

320 g di tonnarelli
1 mazzo di finocchio selvatico
300 g di sarde fresche
4 acciughe
1 cipolla
30 g di uvetta
25 g di pinoli
1 bustina di zafferano
Olio extra vergine di oliva q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.

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📍SALEMI

▪️L’usanza del Pane di San Giuseppe a Salemi si tramanda da una generazione all’altra. In strada vi sono altari e cappelle votive, con i pani che richiamano la natura, i fiori, le piante e gli animali, oltre ai simboli della fede.

L’altare solitamente include un quadro con la Sacra Famiglia e, tutto intorno, si dispongono mensole con tovaglie bianche. Tra gli oggetti simbolici che si includono, vi sono brocche con il vino, lumini e vasi con pesciolini rossi. Ai piedi dell’altare c’è un tappeto, oltre ai piatti con i germogli di frumento.

❗️Una piccola curiosità: vi sono anche mazzi di finocchi verdi, un simbolo di abbondanza.

▪️Il pane di San Giuseppe si poggia sull’altare, mentre altri piccoli pani si appendono.

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🎉 La festa di S. Giuseppe in Sicilia è una festa che tradizionalmente occupa un posto di tutto rispetto sia come festa religiosa sia come rituale accompagnato da specialità gastronomiche.

😇 La figura di S. Giuseppe, sposo di Maria e padre putativo di Gesù, è molto venerata in Sicilia, ed è legato al profondo sentimento religioso diffuso in Sicilia e che si evince anche dalla diffusione del nome Giuseppe e tutti i suoi derivati: Peppe, Peppino, Pippineddu, Pino, Pippo, Giuseppa, Giuseppina, Pinuzzu, Peppina, Pina, Giusy, ecc…

La festa di San Giuseppe è caratterizzata da feste religiose con caratteristiche tipiche nei diversi comuni come diverse le specialità culinarie che si possono gustare in questa ricorrenza.

🍞 Dal punto di vista gastronomico la Sicilia è ricca di piatti tipici per il giorno di San Giuseppe.
Tipiche pietanze che venivano anche offerte dai più benestanti alle persone più disagiate erano il minestrone di San Giuseppe, il pane di San Giuseppe, la pasta con le sarde e il dolce tipico della ricorrenza è la famosa sfincia di San Giuseppe.

🏢 Nella città di #Caccamo si organizzano ben due manifestazioni per la festa di San Giuseppe, entrambe organizzate dalla Chiesa della SS Annunziata. La prima manifestazione è la domenica prima del 19.
In questa primo evento si svolge ‘A Retina che è una sfilata di muli bardati a festa accompagnati dalla banda musicale, che fa il giro del paese raccogliendo offerte in natura, le cosiddette prumisioni che i devoti fanno al Santo. Già due domeniche prima della festa, alla chiesa dell’Annunziata, viene accesa ‘A Scalunata di San Giuseppe. In queste giornate vengono accesi dei ceri lungo la scalinata in cima alla quale si trova la statua di S. Giuseppe col Bambino.

🏙️ In molti paesi vengono allestiti gli Altari di San Giuseppe e vengono imbandite le Tavolate di S. Giuseppe, in cui intere famiglie, in virtù di una promessa fatta al santo, contribuiscono nella preparazione di cibi e pietanze tipiche da offrire ai poveri. Questo rito si conserva in molti comuni, ma negli ultimi anni a Salemi è diventato un vero e proprio evento turistico.
Anche nell’agrigentino la festa è sentita e partecipata, in particolare a Ribera dove i festeggiamenti iniziano dalla domenica precedente.
Nella città sfilano uomini a cavallo che portano per le vie della città dei rami d’ulivo con al seguito un carro che porta una torre di varie forme di pane benedetto sormontata dal quadro di San Giuseppe.

🏬 Il centro storico di Palermo, invece si illumina con le spettacolari Vampe di S. Giuseppe, degli immensi falò dove vengono bruciati anche vecchi oggetti. Le vampe sono da tempo vietate, ma la tradizione è così forte che la sera del 18 le cataste di legna si illuminano in diverse piazze del centro.
Anche nel Ragusano, a #Scicli la notte del 16 marzo, fin dal medioevo si ripete la Cavalcata di S. Giuseppe nella quale uomini a cavallo accendono i fuochi benedetti lungo la città.

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Festa di San Giuseppe – Nicolosi (CT)

E’ un'antica tradizione della cittadina di Nicolosi che, seppur improntata sulla massima semplicità, rappresenta un momento di tradizione e fede immancabile per i cittadini nicolositi.

Particolarmente sentito è l'appuntamento con la tradizionale distribuzione della minestra di ceci che avviene, come da consuetudine, nella mattinata di giorno 18, grazie all'impegno e alla bravura di tante donne del paese e dei membri della Commissione.

Altro immancabile appuntamento tradizionale è l'asta dei numerosi doni raccolti durante la festa, il cui ricavato viene utilizzato per finanziare la realizzazione della festa.

Nei giorni della festa il Simulacro del Patriarca viene stato svelato dalla sua cameretta, portato a spalla fuori dalla Chiesa e collocato sulla vara per essere portato in processione lungo le vie del paese.

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📚Tradizioni Messinesi
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Marzo è arrivato! Il mese della primavera, della festa del papà e di San Giuseppe ed è proprio per questa festa che in Sicilia si preparano le Sfinci di San Giuseppe.

Con lo stesso nome potete trovare su tutta l’isola dolci simili ma mai perfettamente identici.
Se siete della zona orientale dell’isola (Messina, Catania e Siracusa) le Sfinci di san giuseppe sono molto semplici o arricchite con del riso, mentre nella zona occidentale (Palermo e Trapani) le sfinci di San Giuseppe vengono farcite con un composto di ricotta come quello dei classici Cannoli Siciliani e decorate con crema di ricotta, granella di pistacchi e canditi.

Oggi vi proponiamo quella delle sfinci Messinesi, piccoli bocconcini di pasta lievitata fritti in olio bollente e arricchiti da pepite di uva passa.
Dal latino "spongia", che significa spugna, queste piccole dolcezze devono il loro nome proprio alla forma rotonda irregolare e all'irresistibile morbidezza. Grazie ad una pioggia di zucchero semolato diventano così ghiotte che una tira l'altra... con moderazione.

Come tutte le ricette popolari esistono diverse varianti, noi ci siamo innamorati di questa versione più semplice con un impasto solo a base di farina, acqua, olio, zucchero, lievito di birra e uva passa.

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📚Tradizioni Messinesi
#19marzofestadelpapá
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INGREDIENTI PER 40 SFINCI

Zucchero 60 g
Farina 00 500 g
Acqua tiepida 500 g
Lievito di birra 1 cubetto
Sale fino 2 g
Uva sultanina 200 g

PER FRIGGERE

Olio di semi 

PER COSPARGERE

Zucchero semolato

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📍Stazione di Taormina

Con i suoi particolari é considerata la più bella d'Italia. Inaugurata nel 1866 ha interni riccamenti decorati e l'esterno liberty.

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La stazione di "Taormina-Giardini" consiste di un pregevole fabbricato in stile neogotico con un corpo centrale elevato a due piani, affiancato da due corpi laterali allungati. La facciata esterna è arricchita nel corpo centrale da due torri merlate simmetricamente disposte rispetto al corpo centrale. L'ingresso è protetto da una tettoia artistica in ferro battuto. Il disegno riprende elaborandoli i motivi architettonici del demolito castello di Villagonia. Le finestrature ad arco e sesto acuto riprendono motivi del passato medievale riconducibili al gotico catalano-siculo

Il fabbricato viaggiatori è architettonicamente uno dei più belli e pregevoli d'Italia: in stile liberty, si presenta su due livelli, con un corpo centrale, che permette l'accesso ai vani interni, protetto da due torri merlate e due corpi laterali, sempre a due piani, ma di fattura più semplice.

Le sale interne sono arredate con mobili in legno scuro in stile siciliano di fine Ottocento. Le pareti e i soffitti degli ambienti della stazione sono impreziositi da affreschi e decorazioni a rilievo del palermitano Salvatore Gregorietti che ne curò anche la realizzazione di vetrate e arredi in ferro battuto.

La stazione è posta quasi a metà percorso tra Messina e Catania, sul tratto a semplice binario dell'importante collegamento ferroviario della regione. Il fabbricato viaggiatori è posto in posizione quasi simmetrica rispetto al fascio binari dal lato monte rispetto ad esso. Sono presenti due colonne idrauliche per il rifornimento delle macchine a vapore.

Il fascio binari comprende tre binari per servizio viaggiatori; i marciapiedi sono collegati da sottopassaggio e muniti di pensiline tipicamente ferroviarie in ferro con colonne portanti in ghisa con capitello. Il primo binario è quello di corretto tracciato; da esso diramano successivamente il secondo, il terzo e un fascio di binari per servizio merci e di ricovero.

Esiste anche un fascio di binari tronchi per carico e scarico posto a nord del fabbricato dotato di magazzino merci e ponte a bilico da 40 t e 6 m di lunghezza; il piazzale è in parte utilizzato come parcheggio scambiatore.
Vi hanno sempre avuta fermata tutte le categorie di treni viaggiatori.

Nel 1938 la stazione era sede di fermata di 9 treni accelerati provenienti da Messina, di 3 treni diretti con carrozze provenienti dal continente e di 3 treni rapidi effettuati con automotrici ALn 56 di cui due in prosecuzione fino alla stazione di Siracusa Marittima; in senso inverso vi fermavano 4 treni accelerati provenienti da Catania e 2 provenienti da Siracusa, 4 treni diretti di cui 3 in prosecuzione verso il continente e 3 treni rapidi di cui uno originario da Catania centrale. Nella stazione di Taormina-Giardini avevano origine due treni accelerati e un treno rapido per Messina e un accelerato serale per Siracusa; vi terminavano la corsa due accelerati, un misto e un rapido provenienti da Messina.

L'orario ufficiale del 1975 riportava ancora la fermata di 10 treni in servizio locale, di 10 espressi (dei quali 3 periodici) e di 2 diretti provenienti dal continente o coincidenti ma aventi origine a Messina e di un treno rapido proveniente da Roma Termini. In senso inverso i treni aventi fermata erano 7 locali, uno diretto e 7 di categoria espresso (di questi 3 erano periodici). Avevano origine a Taormina-Giardini, 4 treni locali per Messina e 2 per Catania.

Nel 2014 nell'impianto fermano i treni viaggiatori regionali operati da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio previsto per la Regione Siciliana: il servizio offre la fermata di 20 treni regionali feriali provenienti da Messina e in prosecuzione e vi hanno origine 2 treni per Catania. In senso inverso i treni regionali che vi effettuano fermata sono 20. Vi fermano anche due coppie di Intercity e tre coppie di ICN in arrivo dal continente e in prosecuzione per Catania e Siracusa e viceversa

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