♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Cosa mangiare a Sutera
Il piatto tipico è il maccu di fave e sono sicuramente da assaggiare li virciddata (biscotti deliziosi). Tra i prodotti tipici di questo territorio vi sono mandorle, olio d’oliva e formaggi, contenuti nel tradizionale panaru fatto di rami intrecciati artigianalmente.

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Hai mai visto lo stretto di Messina da questa prospettiva?

Scilla, ninfa dalla bellezza sconvolgente, viene trasformata dalla maga Circe in un orrendo mostro ed infesta le acque dello Stretto insieme a Cariddi, devastante creatura marina creata da Zeus, capace di ingoiare e rigettare l’acqua del mare causando mortali vortici.

A spezzare la bellezza di Scilla è la gelosia di Circe con un sortilegio che dà vita ad uno dei miti che più alimentano il fascino e il mistero dello Stretto.

La leggenda narra che vicino agli scogli di Zancle, Scilla incontrò Glauco, pescatore trasformato in una divinità marina per aver mangiato l’erba che ridava vita ai suoi pesci e poi istruito all’arte della profezia da Oceano e Teti. La ninfa, terrorizzata dall’essere per metà umano e per metà pesce, scappò via, nonostante i tentativi di Glauco di spiegarle la sua vicenda.

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La vendetta di Circe e la nascita del mito.

In preda alla disperazione, Glauco si rivolse alla maga Circe, dea figlia di Elio e della ninfa Perseide, famosa per i suoi incantesimi in grado di cambiare le sembianze degli uomini. Egli desiderava un bell’aspetto per attrarre l’amata Scilla a sé. Ma l’unico risultato che Glauco ottenne fu quello di scatenare la gelosia della maga che tentò di sedurre l’uomo-pesce. Rifiutata da Glauco, Circe scatenò la sua furia su Scilla trasformandola in un feroce mostro munito di sei teste di cane latranti.

La punizione di Cariddi

Secondo la leggenda, in preda alla disperazione Scilla si rifugiò in una grotta sotto la Rocca dove sorge il Castello e che esiste ancora oggi. In prossimità di alcuni scogli, a pochi chilometri da Cariddi che abita la sponda Sicula. Prima di essere un mostro, Cariddi era una naiade, figlia di Poseidone e Gea, dedita alle rapine e famosa per la sua voracità. Un giorno rubò a Eracle i buoi di Gerione e ne mangiò alcuni. Così Zeus la fulminò, gettandola poi in mare, dove mutò in un gigantesco mostro marino spaventoso. Cariddi divenne così la creatura più temuta, infestando le acque della sponda messinese con la sua furia.

La leggenda ha da sempre spaventato marinai i viaggiatori, rendendo lo stretto tra Reggio e Messina famoso in tutto il Mediterraneo. Visitando le località è possibile ammirare gli scogli e le grotte in cui si nascondono i mostri marini e apprezzare la magia e il brivido della leggenda. Ma non solo, in queste zone è possibile godere della vista di un mare stupendo e di un entroterra ricco di sorprese e bellezze da visitare. Non lasciatevi spaventare, godetevi la bellezza di questi posti incredibili diventati leggenda già nell’antichità.

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🗓️ 21 NOVEMBRE

📖Proverbiu du jionnu

"Jetta simenza ca Diu ci penza".

🗞Videmu chi succidiu na vota di sti tempi.

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🎼 UN DIAVOLO NORMANNO A PALERMO

Il 21 novembre 1831 esordiva con enorme successo all’Opéra di #Parigi il “Robert le Diable” di Giacomo Meyerbeer, considerato uno dei primissimi esempi della “Grand Opéra”. Il titolo ed il libretto, scritto da Germain Delavigne ed Eugène Scribe (librettista de “I Vespri Siciliani” di Giuseppe Verdi), si rifanno alla misteriosa leggenda medievale di Roberto il diavolo, che gli autori dell’opera ambientarono a #Palermo.

Le origini della leggenda di Roberto il diavolo sono avvolte dal mistero. Il primo documento in cui vi si fa riferimento è un testo in latino scritto dall’inquisitore domenicano Stefano di Borbone attorno al 1250. Anche in questo documento sono tuttavia pochi i dettagli sull’identità di questo fantomatico Roberto, il quale avrebbe scoperto di essere figlio di Satana.

Secondo la variante più classica della leggenda la figura di Roberto il diavolo sarebbe ispirata al Duca di #Normandia Roberto il Magnifico, padre di Guglielmo il Conquistatore, primo Re normanno d’#Inghilterra. Un’altra ipotesi lega invece il personaggio della leggenda al Conte Roberto II di Bellême, noto alle cronache del suo tempo per la spiccata crudeltà. In Normandia peraltro esistono ancora le rovine del cosiddetto Castello di Roberto il diavolo.

È probabile che i librettisti abbiano scelto di ambientare l’opera a Palermo per via dell’esotica e suggestiva atmosfera della #Sicilia normanno-sveva, che già nei secoli precedenti era stata scenario di leggende ed opere di fantasia quali, per esempio, i poemi medievali francesi “Guillaume de Palerne” e “Floriant et Florete”, la saga islandese di Mírmans, il “Decameron” di #Boccaccio ed “Il racconto d’inverno” di #Shakespeare.
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📖 1885: Nasce a Palermo il filosofo Vito Fazio Allmayer.

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📍Palermo,9 luoghi da visitare nel centro storico.

🔸Palazzo Castrone
🔸Santa Ninfa
🔸Quattro Canti
🔸Chiesa di Santa Maria Dello Spasimo
🔸Porta Nuova
🔸Teatro Massimo
🔸Cattedrale
🔸Chiesa di San Cataldo
🔸Chiesa della Martorana
🔸Teatro Politeama Garibaldi

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Molti di voi si chiedono il significato del toponimo "Femmina Morta" che ricorre in diverse contrade della Nostra Bedda Sicilia 💛❤️

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Esistono, tra gli altri:
🔸 Una Femmina Morta sui Monti Nebrodi, nei pressi di Cesarò (ME)
🔸Una a Barcellona Pozzo di Gotto (ME)
🔸Una sulla costa ionica dalle parti di Riposto (CT)
🔸Una a Gela (CL).

Per ciascuno di questi luoghi aleggiano truci leggende che evocano femminicidi, spettri di fanciulle che appaiono ancora ai viaggiatori che si avventurano nel silenzio della notte.

In realtà l'origine del toponimo è un'altra.
Anticamente si presumeva che le sorgenti fossero espressione di spiriti acquatici femminili, le Ninfe o Munacedde, di vita lunghissima ma non eterna, e qualora una Ninfa morisse, la sorgente in cui ella dimorava era destinata a prosciugarsi.

Così le "Femmine Morte" sono il ricordo di antiche sorgenti che un tempo si trovavano sul territorio.
Una volta disseccate, ovvero morta la Ninfa ("Femmina") di cui costituivano l'involucro fisico, la tradizione popolare si riferiva al luogo della scomparsa come "Femmina Morta".
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La storia della "Via della Seta" siciliana: Messina sfidava la Cina.

La bacocultura è arrivata in Europa grazie ai Bizantini. Dopo la conquista della Sicilia da parte degli Arabi, la regione divenne sede di ingenti coltivazioni di bachi da seta, tanto da diventare l'attività più redditizia di tutta la zona: i prodotti lavorati in Sicilia furono esportati in tutto il mondo e furono molto apprezzati soprattutto dalle classi nobili, soppiantando la supremazia cinese nel settore. Nacque addirittura lo stile "alla siciliana", molto richiesto grazie alla sua bellezza.

La città Siciliana che divenne centrale per la "Via della Seta" dell'epoca fu Messina. Le coltivazioni di baco da seta erano estese in tutta il Val Demone, territorio che copriva quasi per intero l'attuale Provincia di Messina con i rilievi dei Nebrodi e l'Etna. La grande quantità di seta prodotta conquistò anche gli Svevi e gli Aragonesi che si stabilizzarono nel territorio.

L'industria della seta siciliana, fiorente a Messina crollò definitivamente nel 1783 quando, a causa di un terremoto e di una malattia che aveva colpito i bachi da seta siciliani (debellata nel 1874), si decise di rinunciare ad investire ancora nell'attività bachi-sericola.
Il Novecento è segnato da timidi tentativi di far riprendere la "Via della Seta" ma tutte le attività cessarono nel secondo dopoguerra, quando si capì che per Messina non c'era più posto per la seta.

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Post del 👉🏻https://t.me/sicil_iaterramia/7941

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L'Etna ci riprova nuovamente.
Terra, fuoco, ghiaccio.

Nelle foto vediamo l'attività stromboliana che ci regala scenari incredibili 🌋

Appena dopo una settimana di tregua, dopo l'episodio parossistico del 12 novembre, il Cratere di Sud-Est ha ripreso la sua attività eruttiva.

Ecco come si presentava lo scenario il 23 Novembre ed il 24 illuminato dalla luce della luna e reso ancora più magico dalla neve fresca degli ultimi giorni.

Video e foto realizati da 👉🏻🎥@etnawalk📷

Post di👉🏻 @sicil-iaterramia

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🌋#Etna 🌋#Stromboli
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