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Le " Nduppatedde"- 3 Febbraio - Pescheria di Catania
Le " Nduppatedde " erano donne che ai tempi di Sant' Agata giravano con il volto coperto per non svelare la loro identità.
Stamattina erano in giro per mantenere la tradizione.
🎥 @lecreazionidifra
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
💡@voglia_di_sapere
🌅@cartolinesiciliaterramia
⚜@paesietnei
#3febbraio #catania #pescheriadicatania #festadisantagata2024
#3febbraio #nduppatedde #catania #santagata2024
Le " Nduppatedde " erano donne che ai tempi di Sant' Agata giravano con il volto coperto per non svelare la loro identità.
Stamattina erano in giro per mantenere la tradizione.
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La tradizione delle ‘Ntuppatedde dal 1600 al 1800
Si tratta di una tradizione legata alla Festa di Sant’Agata, attuata a Catania dal 1600 fino al 1870, quando venne soppressa per questioni morali e di sicurezza.
Le donne velate erano malviste perchè considerate pericolose e rimandavano alle streghe della tradizione popolare siciliana.
Nella Sicilia di quel tempo, che dava ogni potere decisionale al padre o al marito, la donna aveva poche occasioni di svago e divertimento.
In occasione della festa di Sant’Agata, le donne potevano uscire con il vestito più bello che avevano chiedendo in giro doni e stuzzicando altri uomini per affermare la propria libertà e i propri diritti, libere dal controllo maschile.
Indossavano dei domino euna maschera
successivamente sostituita da un cappuccio con due buchi per gli occhi, liberi di guardare, ammiccare e sedurre.
Si coprivano con abiti neri e lasciavano scoperto solo qualche particolare, libere di andare in giro da sole. Non c’era distinzione fra loro: erano nubili, sposate, signore e popolane.
Per Sant’Agata scelgono le donne, con un ribaltamento dei classici ruoli sociali e delle convenzioni.
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Si tratta di una tradizione legata alla Festa di Sant’Agata, attuata a Catania dal 1600 fino al 1870, quando venne soppressa per questioni morali e di sicurezza.
Le donne velate erano malviste perchè considerate pericolose e rimandavano alle streghe della tradizione popolare siciliana.
Nella Sicilia di quel tempo, che dava ogni potere decisionale al padre o al marito, la donna aveva poche occasioni di svago e divertimento.
In occasione della festa di Sant’Agata, le donne potevano uscire con il vestito più bello che avevano chiedendo in giro doni e stuzzicando altri uomini per affermare la propria libertà e i propri diritti, libere dal controllo maschile.
Indossavano dei domino euna maschera
successivamente sostituita da un cappuccio con due buchi per gli occhi, liberi di guardare, ammiccare e sedurre.
Si coprivano con abiti neri e lasciavano scoperto solo qualche particolare, libere di andare in giro da sole. Non c’era distinzione fra loro: erano nubili, sposate, signore e popolane.
Per Sant’Agata scelgono le donne, con un ribaltamento dei classici ruoli sociali e delle convenzioni.
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