📌 #SaveTheDate!
📅Lunedì 25 febbraio h20.15 al cinema Plinius (Milano): anteprima nazionale di "I Am The Revolution", il docufilm della giornalista e amica Benedetta Argentieri (promosso da Possibile Film con Cisda).
🗺 Tre paesi, tre testimonianze, una rivoluzione - quella della donna - necessaria ovunque: http://www.movieday.it/event/event_details?event_id=1949&fbclid=IwAR0F2RnU-I0yU_a0eLnC8_muSf6EKNyYchQEY7bcMbZi0yFNYA6HFuudeRs
#Siria #Rojava #Afghanistan #Iraq
📅Lunedì 25 febbraio h20.15 al cinema Plinius (Milano): anteprima nazionale di "I Am The Revolution", il docufilm della giornalista e amica Benedetta Argentieri (promosso da Possibile Film con Cisda).
🗺 Tre paesi, tre testimonianze, una rivoluzione - quella della donna - necessaria ovunque: http://www.movieday.it/event/event_details?event_id=1949&fbclid=IwAR0F2RnU-I0yU_a0eLnC8_muSf6EKNyYchQEY7bcMbZi0yFNYA6HFuudeRs
#Siria #Rojava #Afghanistan #Iraq
Movieday
I am the revolution a Milano | ANTEPRIMA NAZIONALE
I am the revolution promosso da Possibile Film con CISDA Lunedì 25 febbraio 2019 ore 20.15 al cinema Plinius - Sala 3 - 249 posti, Viale Abruzzi 28, Milano
🗣 🇦🇫 A chi nega l'esistenza di una ricca e complessa società civile in Medio Oriente e nel martoriato #Afghanistan, rispondiamo con la voce di Selay Ghaffar سیلی غف: tra le protagoniste di "I Am The Revolution" dell'amica Benedetta Argentieri, questa sera incontriamo entrambe a Milano, spazio Piano Terra (che proprio oggi inizia i festeggiamenti per i suoi primi 7 anni di autogestione e occupazione).
✊ Selay è un esponente del vasto movimento per i diritti delle donne afghane e mediorientali, un esempio anche per il "progressista" Occidente, che ci parla verso le mobilitazioni per lo sciopero globale dell'8 marzo: https://www.facebook.com/events/837405966594875/
✊ Selay è un esponente del vasto movimento per i diritti delle donne afghane e mediorientali, un esempio anche per il "progressista" Occidente, che ci parla verso le mobilitazioni per lo sciopero globale dell'8 marzo: https://www.facebook.com/events/837405966594875/
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Verso l’8 marzo: incontro con Selay Ghaffar
Causes event in Milan, Italy by Ambrosia and 4 others on Thursday, February 28 2019 with 294 people interested and 72 people going.
🇦🇫 #Afghanistan: accordo "di pace" USA-Talebani
🏳 Con l'accordo storico tra #USA e ufficio politico dei #talebani, gli Stati Uniti accettano il ritiro dal paese invaso ormai quasi 19 anni fa.
❗️I termini sono disastrosi: viene di fatto riconosciuto ai talebani il controllo militare di ampie porzioni di territorio nazionale e gli viene concesso il veto sulla formazione del nuovo governo (il paese è senza governo da diversi mesi, in una situazione di commissariamento ripetutasi decine di volte negli ultimi 3 anni) e il controllo del mercato degli oppiacei (di cui il paese detiene il 92% dell'esportazione a livello mondiale).
📝 Con la legittimazione de iure e l'ingresso nelle stanze del governo, i talebani avranno accesso anche alla riforma della costituzione: il crollo dei diritti, in particolare di donne e minoranze, a livello formale e sociale.
📈 Negli anni dell'occupazione il tasso di violenze sulle donne è paradossalmente aumentato rispetto all'epoca talebana, mentre l'analfabetismo è cresciuto anche per una ricostruzione dalla guerra mai avvenuta e l'impossibilità del governo afghano di controllare davvero le zone più remote.
✊ Riportiamo le parole di Selay Ghaffar, portavoce del Partito afghano della solidarietà, ad oggi l'unica formazione politica laica, democratica, interetnica e indipendente esistente in Afghanistan, il cui moto è sempre stato "Contro l'invasione e contro i fondamentalisti":
🗣 "Gli accordi segreti e quelli ufficiali tra gli imperialisti con i loro fantocci non portano mai come risultato la pace. Solo con un movimento unito contro il fondamentalismo e contro i padroni americani, iraniani e pakistani c'è la speranza di salvare il nostro paese dalla miseria, povertà e frantumazione”.
🏳 Con l'accordo storico tra #USA e ufficio politico dei #talebani, gli Stati Uniti accettano il ritiro dal paese invaso ormai quasi 19 anni fa.
❗️I termini sono disastrosi: viene di fatto riconosciuto ai talebani il controllo militare di ampie porzioni di territorio nazionale e gli viene concesso il veto sulla formazione del nuovo governo (il paese è senza governo da diversi mesi, in una situazione di commissariamento ripetutasi decine di volte negli ultimi 3 anni) e il controllo del mercato degli oppiacei (di cui il paese detiene il 92% dell'esportazione a livello mondiale).
📝 Con la legittimazione de iure e l'ingresso nelle stanze del governo, i talebani avranno accesso anche alla riforma della costituzione: il crollo dei diritti, in particolare di donne e minoranze, a livello formale e sociale.
📈 Negli anni dell'occupazione il tasso di violenze sulle donne è paradossalmente aumentato rispetto all'epoca talebana, mentre l'analfabetismo è cresciuto anche per una ricostruzione dalla guerra mai avvenuta e l'impossibilità del governo afghano di controllare davvero le zone più remote.
✊ Riportiamo le parole di Selay Ghaffar, portavoce del Partito afghano della solidarietà, ad oggi l'unica formazione politica laica, democratica, interetnica e indipendente esistente in Afghanistan, il cui moto è sempre stato "Contro l'invasione e contro i fondamentalisti":
🗣 "Gli accordi segreti e quelli ufficiali tra gli imperialisti con i loro fantocci non portano mai come risultato la pace. Solo con un movimento unito contro il fondamentalismo e contro i padroni americani, iraniani e pakistani c'è la speranza di salvare il nostro paese dalla miseria, povertà e frantumazione”.
🇦🇫 Sull'orrore annunciato in #Afghanistan e la lotta che non si è mai interrotta
Non c'è molto da aggiungere alle molte analisi e agli appelli che, dalla nostra parte, sono state già prodotte negli anni e che continuano tutt'ora.
Metà fallimento ideologico e storico della egemonia euroccidentale, metà risultato dell'accordo voluto da USA/NATO con i talebani in perfetta coerenza con la loro logica di "stabilizzazione per procura" delegata a poteri autoritari locali, questi 20 anni di occupazione hanno solo replicato le modalità occidentali di gestione di guerre e conflitti - dai Balcani in avanti.
A noi gli ultimi 11 anni di rivoluzioni e guerre in Medio Oriente hanno insegnato che l'unica via di uscita - lcome altrove - viene dall'autodeterminazione dei settori oppressi di quelle società, che si sono dimostrate molto più ricche e capaci di rompere gli equilibri tradizionali di noi.
Per questo ora, come hanno dichiarato le Comunità delle donne curde, è nostro dovere sostenere quelle organizzazioni che da quarant'anni lottano contro ingerenze esterne (sovietiche e USA) e fondamentalismi interni.
Sosteniamo RAWA - Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (movimento femminile, fondato nel 1977 a Kabul dalla studentessa universitaria ventunenne, Meena Keshwar Kamal, in seguito assassinata per la sua opposizione sia ai capi tribali jihadisti foraggiati dagli USA e dal Pakistan, sia al governo filo-URSS) e il partito Hambastagi ("della Solidarietà", di Selay Ghaffar). In Italia, sosteniamo il CISDA - Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane, che da sempre sostiene la resistenza necessaria nel paese e le comunità di esuli all'estero.
Non c'è molto da aggiungere alle molte analisi e agli appelli che, dalla nostra parte, sono state già prodotte negli anni e che continuano tutt'ora.
Metà fallimento ideologico e storico della egemonia euroccidentale, metà risultato dell'accordo voluto da USA/NATO con i talebani in perfetta coerenza con la loro logica di "stabilizzazione per procura" delegata a poteri autoritari locali, questi 20 anni di occupazione hanno solo replicato le modalità occidentali di gestione di guerre e conflitti - dai Balcani in avanti.
A noi gli ultimi 11 anni di rivoluzioni e guerre in Medio Oriente hanno insegnato che l'unica via di uscita - lcome altrove - viene dall'autodeterminazione dei settori oppressi di quelle società, che si sono dimostrate molto più ricche e capaci di rompere gli equilibri tradizionali di noi.
Per questo ora, come hanno dichiarato le Comunità delle donne curde, è nostro dovere sostenere quelle organizzazioni che da quarant'anni lottano contro ingerenze esterne (sovietiche e USA) e fondamentalismi interni.
Sosteniamo RAWA - Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (movimento femminile, fondato nel 1977 a Kabul dalla studentessa universitaria ventunenne, Meena Keshwar Kamal, in seguito assassinata per la sua opposizione sia ai capi tribali jihadisti foraggiati dagli USA e dal Pakistan, sia al governo filo-URSS) e il partito Hambastagi ("della Solidarietà", di Selay Ghaffar). In Italia, sosteniamo il CISDA - Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane, che da sempre sostiene la resistenza necessaria nel paese e le comunità di esuli all'estero.