Rojava Resiste
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Canale di informazione sul Vicino e Medio Oriente e solidarietà con la rivoluzione confederale in Siria del Nord
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#Climatechange e guerra dell'acqua in Medio Oriente/1.
🇮🇶 Secondo l'ONU ogni anno l'#Iraq perde circa 250 kmq di terre fertili a causa della desertificazione. Le paludi della Mesopotamia si sono ridotte della metà rispetto al 2017 (1200 kmq) e la scorsa estate 4000 persone hanno lasciato i loro villaggi per andare in città.

🏘 Con il 30% della popolazione irachena concentrata nelle zone rurali, si stimano 4 milioni di sfollati interni nei prossimi 8 anni, destinati a ingrossare le fila dei disoccupati urbani; mentre il paese è destinato a un aumento dell'importazione di prodotti agricoli per il fabbisogno interno.

🚰 La situazione è resa più pericolosa dall'assenza di un sistema fognario nazionale (mai ricostruito dopo l'invasione USA del 2003) e dal grave inquinamento delle fonti idriche: a settembre-ottobre oltre 100mila persone sono state ricoverate in pochi giorni a Bassora per contaminazione delle acque (scarichi industriali e aumento salinità nel Golfo Persico).

🗣 Una delle ragioni della rivolta della popolazione, stremata da fame e assenza di lavoro e servizi, repressa dall'esercito, con 14 morti e decine di feriti.
❗️#ClimateChange e guerra dell'acqua in Medio Oriente/2.
🚱 La ormai ex "mezzaluna fertile" è colpita dalla desertificazione, ma anche e soprattutto dalle numerose dighe costruite dagli Stati della regione.

🇹🇷 10 sull’Eufrate e 6 sul Tigri solo in #Turchia, parte del progetto di irrigazione e di energia elettrica di Ankara, il Southeastern Anatolia Project (GAP). Il piano prevede 22 dighe totali e 19 impianti idroelettrici sui due fiumi al confine con Siria e Iraq. Il GAP è una pistola puntata alla testa non solo per i vicini, ma anche e soprattutto per la popolazione curda del sud-est.

📉 La scorsa estate il livello dell’Eufrate si è abbassato ancora, mezzo metro di profondità, la metà del livello di aprile. Per l’Iraq è un dramma: il 70% dell’acqua che utilizza la portano i due fiumi. Le dighe significano prima che irrigazione ed energia, controllo dell'acqua.

🇮🇷 Non solo Ankara: anche l'Iran e il governo del Kurdistan iracheno usano l'acqua come strumento militare e politico.

🤝 I movimenti sociali si oppongono per trasformare la risorsa in elemento di pace e cooperazione: per questo è nato il Mesopotamian Water Forum in Iraq, Turchia, Iran e Siria, in relazione con la rivoluzione confederale in #Rojava e il movimento di liberazione curdo.
❗️ #ClimateChange e guerra dell'acqua in Medio Oriente/3.
👥 La resistenza di Hasankeyf e il progetto GAP in #Turchia.

🇹🇷 Il Southeastern Anatolia Project (GAP) è il megaprogetto approvato dalla giunta militare al potere nel 1982, con l'obiettivo di controllare le principali risorse idriche del Medio Oriente. Ankara ha sempre rifiutato ingerenze esterne considerando il GAP una questione di sovranità nazionale.

🚩 Hasankeyf si trova in Bakur (Kurdistan turco) al confine con la Siria e sulle rive del fiume Tigri. È uno dei siti archeologici più antichi del mondo, oltre ad essere al centro di una rete di villaggi curdi. Entro il 2019 (quando saranno le ultime 4 dighe delle 22 previste) si prevede che il sito e il villaggio saranno sommersi dalle acque del Tigri, deviate dalla diga di Ilisu.

Qui è nato il movimento ecologista curdo e l'ecologia sociale, uno dei capisaldi della liberazione popolare e della resistenza contro lo Stato turco. Chi si oppone al GAP sostiene che dietro alla costruzione della diga di Ilisu ci sia l’idea di controllare l'acqua per controllare la popolazione curda e di indebolire il PKK, svuotando le campagne dove la guerriglia è più forte.