Rojava Resiste
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Canale di informazione sul Vicino e Medio Oriente e solidarietà con la rivoluzione confederale in Siria del Nord
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"Nessuno dovrebbe permettersi di associare il nome e la bandiera delle #YPG e delle #YPJ al terrorismo. Il fatto che accada denota la degenerazione culturale del mondo di oggi e dell’Europa in particolare": http://www.15121.it/2018/10/11/terrorismo-davide-grasso/

Verso l'incontro a Piano Terra del prossimo 8 novembre: "Noi, combattenti internazionali Ypj e Ypg": https://www.facebook.com/events/2183619535259344/?ti=cl

#rojavaresiste #foreignfighters
❗️Ultimi aggiornamenti #Sdf dalla campagna militare #CezireStorm (dal combattente italiano Paolo Pachino).

Dopo giorni di duri combattentimenti le Sdf riescono a penetrare nel villaggio di #Sousa.
Attacchi da più fronti, da Est e da Sud.
Dopo un violento contrattacco da parte dell'Isis a Nord della città di #Hajin, i compagni hanno rinforzato le linee di difesa, dopo di che è partito un attacco da parte delle #Sdf e le unità sono avanzate di 600 metri dal Nord della città di #Hajin.

🏴Com'era prevedibile, la resistenza dei migliaia di miliziani e molto forte, nonostante ciò decine di membri dello #StatoIslamico sono stati uccisi e molte armi sono state recuperate.
Dopo giorni di attesa e attacchi le #Sdf hanno avanzato e da più fronti, con molte difficoltà e a causa della presenza di molte mine e autobomba, l'operazione procede.

👁L'ultima battaglia contro lo Stato Islamico è in corso: teniamo alta l'attenzione, per tutti coloro i quali stanno continuando a combattere nel silenzio generale dei media e delle cancellerie occidentali.
Cosa sappiamo della maxi operazione repressiva di settimana scorsa nel #Kurdistan turco?

🚔 1.Nella principale città curda di Amed (Diyarbakir), la polizia ha fatto irruzione in più di cento abitazioni a partire da mezzanotte. Il giornalista Abdurrahman Gök ed il co-presidente provinciale dell'HDP Mehmet Şerif Çamçı, sono tra le dozzine di persone prese in custodia.

2. La polizia ha fatto irruzione nell'appartamento del giornalista curdo Gök con fucili d'assalto ha effettuato perquisizione sequestrando libri, riviste e attrezzature professionali. Nell'ambito della stessa operazione, la giornalista Semiha Alankuş è stata arrestata a Istanbul.

3. Inoltre la polizia ha fatto irruzione all'interno del DTK (Congresso per la società democratica), devastandolo e sequestrando documenti con nomi e indirizzi, mentre i veicoli blindati della polizia hanno circondato l'ufficio HDP ad Amed.

🚷 4. Nei precedenti 3 giorni altre 140 persone erano state arrestate. Erdogan aveva annunciato una nuova stretta repressiva: "Se quelle persone coinvolte nel terrore (riferendosi ai membri dei partiti curdi) vincono alle urne, faremo ciò che è necessario e nomineremo commissari“.

5. Si calcola che negli ultimi 2 anni Erdogan abbia fatto arrestare circa 11.000 membri dell'#HDP, di cui 4.500 in carcere.

6. Il processo contro il leader HDP Demirtsas conferma una persecuzione e una condanna che supererebbe i 130 anni di carcere, con l'accusa di "terrorismo" e legami con il Pkk.

✌️L'obiettivo è chiaro: fiaccare e terrorizzare una forza politica che, nonostante l'aspra repressione degli ultimi 3 anni, ha confermato la sua solidità e capacità di raccogliere un consenso che oscilla tra l'80 e il 95% nel sud est turco e che ha raggiunto il 15% a Istanbul.
✌️#Raqqa: un anno fa la liberazione della città da parte della coalizione multietnica e rivoluzionaria delle Forze democratiche siriane-SDF

🏗145mila persone sono rientrate in città dopo la fine del dominio di Daesh: in maggioranza arabi, ma con una consistente presenza di curdi, assiri, caldmeni e persino turcomanni.

🏨 La ex capitale siriana dello Stato Islamico è riuscita a tornare in funzione per oltre il 50% di servizi e infrastrutture: un nuovo ospedale è stato inaugurato, in grado di ricevere più di 300 persone al giorno; gli 8 ospedali privati della città sono stati messi a disposizione della popolazione, altrimenti non in grado di permettersi il costo delle cure; 7000 vaccini sono stati distribuiti; nessuna epidemia è scoppiata e 2/3 dei quartieri godono di acqua potabile ed elettricità.

📖 Il 60% della popolazione ha meno di 25 anni: per questo il Raqqa Civil Council-RCC (l'organismo rivoluzionario che amministra secondo i principi del confederalismo democratico la città) punta sull'istruzione come elemento chiave per la ricostruzione e il progresso verso una società egualitaria e non tribale. Due scuole sono state ricostruite e ospitano studenti di età tra i 6 e 12 anni.

🤝 La lotta principale del RCC è contro il tribalismo, che crea tensioni tra arabi e curdi e limita la partecipazione popolare ai consigli, e per la liberazione della donna, cardine della rivoluzione confederale.

❗️Alcuni attentati si sono registrati in città da parte di un fantomatico "fronte popolare di resistenza" vicino ad Assad e di cellule dormienti islamiste. Entrambi cercano di esasperare le tensioni etniche e far leva sul tribalismo che la rivoluzione sta cercando, senza imposizioni e democraticamente, di superare.
🔔 L’anno scolastico si è aperto per le bambine e i bambini di #Afrin nelle regioni di Shehba e Sherawa, dove sono stati costretti a trasferirsi insieme alle loro famiglie a causa dell’invasione turca.
Molte migliaia vivono in campi profughi auto-organizzati. La comunità internazionale e l'UE, mentre sigillano l'alleanza con la Turchia di Erdogan "paese terzo sicuro", si rende complice della violazione di diritti umani e dell'infanzia con il silenzio sull'esodo di massa.

📝 Il Comitato per l’Istruzione della Società Democratica (KPC-D) ha aperto le scuole nel distretto di Shêrawa e a Shehba per garantire la continuità dell’istruzione degli studenti di Afrin: 15 tende al campo di Berxwedan ("Resistenza", in curdo) sono state ora destinate ad ospitare circa 450 studenti delle scuole elementari e 25 insegnanti e dirigenti. Ci sono anche 50 studenti della scuola primaria. Al campo di Serdem ci sono 250 studenti delle scuole elementari e 60 delle medie e delle secondarie. Al campo di Afrin il numero di bambini della scuola primaria è stimato essere 150 e il numero di studenti della scuola primaria e secondaria è di circa 30.

💬 Ad Afrin, prima dell'occupazione, la principale lingua di insegnamento per gli studenti curdi era il curdo, mentre quella dei loro compagni arabi era l’arabo. E' convinzione del movimento confederale che tutti gli studenti abbiano il diritto di apprendere nella loro lingua madre. Quando il curdo è la lingua principale, si è cominciato ad insegnare l’arabo e l’inglese quali lingue secondarie.

📐 Tra le materie scolastiche erano incluse matematica, scienze, storia, geografia, sociologia, inglese, francese, filosofia e biologia. I bambini potevano fare anche sport, seguivano lezioni d’arte e di musica. Al giorno d’oggi sono sfollati oltre 30.000 bambini delle scuole elementari e 7.000 studenti delle medie e delle scuole secondarie. Anche gli studenti universitari richiedono il diritto di proseguire la loro istruzione. Ci sono 1.536 docenti e dirigenti che potrebbero insegnare e formare gli studenti, ma hanno bisogno dei materiali di base per l’insegnamento.

📕 È interesse e dovere della comunità internazionale evitare una situazione in cui a più di 30.000 bambini di Afrin è negato l’accesso all'istruzione e la possibilità di svolgere un ruolo positivo nell'eventuale ricostruzione della Siria. Per aiutare i profughi di Afrin a Shahba: https://buonacausa.org/cause/aiutaafrin
🇹🇷 Dopo 8 mesi di occupazione di Afrin il controllo della Turchia sulla regione curda si mantiene saldo con un governo che risponde ad Ankara e con l’insediamento di popolazione araba attraverso una operazione di pulizia etnica.

🏴 Dopo aver saccheggiato le abitazioni, i miliziani jihadisti vi si sono stabiliti con le loro famiglie. Ankara li ha premiati con la cittadinanza turca e ha aiutato nel facilitare un passaggio sicuro dentro Afrin dei combattenti di Jaysh al-Islam e altre forze di opposizione in fuga da posti come Ghouta Est. A causa della “politica di re-insediamento” del governo turco, migliaia di rifugiati siriani vengono trasferiti nel cantone.

Questa politica di redistribuzione ha avuto un impatto su quello che una volta era il cantone preminentemente curdo di Afrin. Le case curde si stanno riempiendo di famiglie arabe in quello che sembra essere uno tentativo orchestrato dal governo turco per cambiare la demografia della regione.

🛂 Il nazionalismo turco non si è fermato entro i confini della nazione, ma si è esteso ai fronti di guerra. Erdoğan ha legittimato la violenza contro gli oppositori riunendo gli ultranazionalisti e aggravando le leggi sulla censura. Il progetto "neo-ottomano" mostra, in patria e in Rojava, tutto il suo carattere genocida e guerrafondaio.
#Manbji: un funzionario USA ha confermato scontri armati tra le forze della Coalizione e gruppi armati, sospettati essere fazioni ribelli sostenute dalla #Turchia.

✌️ La città fu liberata nell'estate 2016 dalle Forze democratiche siriane a guida curda, tagliando la famosa "autostrada della jihad", attraverso la quale la Turchia garantiva il passaggio di ISIS e gruppi jihadisti verso la Siria.

🇹🇷 Dopo 2 anni di governo del Consiglio civile di Manbji (CCM, l'organismo rivoluzionario multietnico e multireligioso della Federazione della Siria del Nord-Rojava), le pressioni da parte di Ankara perché gli USA lascino la zona sono aumentate.

🇺🇸 La nuova amministrazione Trump ha avviato la costituzione di pattuglie congiunte USA-Turchia per il "pattugliamento" della zona, che progressivamente puntano a sostituire l'autogoverno del CCM con il controllo turco.

💣 Tuttavia, Erdogan ha ripetutamente minacciato gli Stati Uniti che era pronto ad attaccare Manbij "per eliminare i terroristi" se gli Stati Uniti fossero stati "riluttanti a farlo". Gli scontri del 15 ottobre scorso rappresentano dunque una prova di forza da parte del Sultano.

👎 Erdogan e Trump non fanno i conti con un elemento centrale: le forze curdo-siriane e i loro alleati, sia civili che militari, non disposti a veder tornare il controllo jihadista sulla città, che rappresenterebbe anche una boccata d'ossigeno per il Califfato nero prossimo al collasso.
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🇮🇶 #Iraq: momento cruciale di svolta nel paese.

👥 Le elezioni politiche del maggio scorso hanno segnato il passo: con la maggioranza a un candidato presidente sciita che proviene dal Partito comunista e il voto determinante al partito curdo PUK (Partito dell'unione patriottica), che controlla il sud del Kurdistan irakeno. Tuttavia l'impasse politica prosegue per assenza di una maggioranza.

Non solo il voto: in estate è riesplosa la protesta sociale al grido di "Vogliamo servizi, pane e lavoro!". Scioperi, manifestazioni di piazza e diversi episodi di rivolta con morti e feriti si sono propagati dall'epicentro Bassora a tutto il sud, le zone più colpite dalla guerra contro ISIS e dalla crisi.

🗣 Bassora è stato il centro della resistenza anti-americana nel 2003-04 e il cuore dell'opposizione al regime razziale di Al-Maliki nel 2014.

❗️ Nel frattempo, almeno tre elementi di instabilità permangono:
🏴 1. la presenza residuale di ISIS che anche dove sconfitto continua con cellule dormienti la strategia terroristica, in particolare a Mosul
🇮🇷 2. lo scontro interno alle forti milizie sciite irakene, tra filo-Iran e Moqtad al-Sadr, sostenitore del presidente irakeno che Teheran guarda con diffidenza
🇹🇷 3. la ormai stabile presenza di truppe turche nel nord in funzione anti-PKK, con continui bombardamenti e operazioni via terra, ad alto costo in termini economici e militari per Ankara
🇸🇾 #Siria: vertice Germania-Russia-Francia in Turchia. Su Idlib (roccaforte jihadista sostenuta da Ankara e Parigi), nessun accordo strappato, mentre Erdogan preme per offensiva contro il Rojava e le Forze democratiche siriane (SDF), continua azioni a bassa intensità verso Kobane e i villaggi curdo-siriani al confine".

🇹🇷 La guerra del Sultano contro i curdi prosegue anche in casa: la guerriglia del PKK cresce di intensità nel sud-est proprio come la repressione militare contro i civili. "La visita di Merkel e Macron è una giustificazione del fascismo di Erdogan", dice il KCK (Unione delle comunità curde).

Dopo giorni di silenzio le SDF sono uscite con un comunicato sull'operazione Deir Er Zor (Siria orientale): “La guerra è feroce in questi giorni. È una delle offensive più difficili, perché questa è l’ultima sacca per i jihadisti, ma negli ultimi 50 giorni siamo stati in grado di avanzare continuamente.
Dopo che la regione è stata pulita dagli jihadisti, la consegneremo all’amministrazione civile, così come successo in altre regioni, tra cui Raqqa, Tabqa e Manbij".

Per questo Erdogan ha fretta di concludere lo scambio "Idlib per il Rojava"?
✌️ Ieri era il #WorldKobaneDay, a 4 anni dalla liberazione della città.

🏗 La popolazione festeggia il ritorno alla vita dopo l'occupazione islamista del 2014-2015, la morte e la distruzione. E lo fa anche ricostruendo. Da allora, dalla liberazione di Kobane, tanti progetti sono stati realizzati per permettere il ritorno degli sfollati, dei civili che fuggirono dai combattimenti, per ripulire la città dalle mine e gli ordigni lasciati dall’Isis al momento del ritiro, per rimettere in piedi le strutture e le infrastrutture, per l’80% distrutte dalla guerra.

👥 Oltre 350mila persone sono rientrate a Kobane e nei villaggi vicini, un numero che è cresciuto con l’arrivo di sfollati da Manbij, nel 2015 e nel 2016, e poi da Afrin. A gestire le operazioni è stato il Comitato per la Ricostruzione. 

💣 Da Kobane in queste ore arrivano video molto simili a quando la città siriana in mano ai curdi veniva attaccata da Isis. Questa volta però le bombe sono sganciate dalla Turchia, il secondo esercito della Nato. Di nuovo ieri l’artiglieria turca ha colpito i villaggi di Selim e Kor Ali, ad ovest di Kobane uccidendo – secondo i media turchi – quattro combattenti curdi. A Tal Abyad e Gire Spi (villaggi a maggioranza araba alleati dei curdi) sono stati bombardati luoghi di ritrovo pubblici, uccidendo diversi civili

🇹🇷 L’ultima minaccia di Erdogan è di martedì: “Distruggeremo la struttura terroristica a est dell’Eufrate. Abbiamo completato la fase preparatoria e il programma in merito”. L’obiettivo dichiarato di Ankara è l’occupazione totale del nord della Siria, Rojava, da Afrin al confine con l’Iraq nell’idea di creare una zona cuscinetto sotto il controllo turco che divida fisicamente il Kurdistan turco da quello siriano.