VADEMECUM PER VIOLAZIONE OBBLIGO VACCINALE OVER 50
Il vademecum contiene le indicazioni per i cittadini che hanno ricevuto l’avviso di avvio di procedimento sanzionatorio.
👉 link al documento completo https://umanitaeragione.eu/wp-content/uploads/2022/05/VADEMECUM-PROCEDIMENTO-SANZIONATORIO-OVER-50_-04-maggio-22.pdf
👇 Indicazioni rapide
PREVIAMENTE È CONSIGLIATO
1. Oscurare i dati dal fascicolo sanitario elettronico e inviare la richiesta di cancellazione/opposizione al trattamento dati Anagrafe Vaccinale disponibile nella sezione "documenti" del sito https://umanitaeragione.eu/
2. Chiedere al proprio medico di base eventuali esenzioni da guarigione o per patologie e/o esami prevaccinali e/o informazioni sui pericoli per la salute da vaccino, sollecitare una risposta scritta eventualmente utilizzando la richiesta disponibile nella sezione "documenti" del sito https://umanitaeragione.eu/
IN MERITO ALL’AVVISO DI AVVIO DI PROCEDIMENTO SANZIONATORIO
Chi ha ricevuto la raccomandata deve sapere che questa contiene l’avviso dell’avvio del procedimento sanzionatorio.
NON SI TRATTA DELLA SANZIONE, che vi sarà invece notificata in un secondo momento.
A QUESTO AVVISO NON BISOGNA RISPONDERE
in quanto si rischierebbe di dare il proprio implicito consenso al trattamento dei propri dati sanitari sensibili, che ai sensi della Legge sulla Privacy, si ha diritto a non autorizzare.
PER UNA MIGLIORE DIFESA
Prima di opporsi contro la sanzione di 100 euro che arriverà, si può:
a) Impugnare l'avviso di avvio del procedimento proponendo azione (da avviare il prima possibile, a far data dal ricevimento della raccomandata) avanti l'Autorità Giudiziaria Ordinaria per violazione della privacy;
b) Sporgere denuncia-querela da depositarsi presso la Procura della Repubblica del tribunale del proprio luogo di residenza, oppure presso qualsiasi stazione dei carabinieri e/o della polizia con timbro per ricevuta. In tal caso è sempre consigliabile consultare un legale.
Le due opzioni sono assolutamente facoltative e possono essere svolte a scelta in via alternativa (o l'una o l'altra) o in via cumulativa (cioè anche tutte e due).
Per chi fosse interessato a queste opzioni, anche a titolo informativo, può rivolgersi al proprio legale di fiducia oppure ai legali dell’Associazione, senza indugio in considerazione dei tempi molto stretti.
Il vademecum completo e dettagliato è disponibile al link https://umanitaeragione.eu/wp-content/uploads/2022/05/VADEMECUM-PROCEDIMENTO-SANZIONATORIO-OVER-50_-04-maggio-22.pdf
Il vademecum contiene le indicazioni per i cittadini che hanno ricevuto l’avviso di avvio di procedimento sanzionatorio.
👉 link al documento completo https://umanitaeragione.eu/wp-content/uploads/2022/05/VADEMECUM-PROCEDIMENTO-SANZIONATORIO-OVER-50_-04-maggio-22.pdf
👇 Indicazioni rapide
PREVIAMENTE È CONSIGLIATO
1. Oscurare i dati dal fascicolo sanitario elettronico e inviare la richiesta di cancellazione/opposizione al trattamento dati Anagrafe Vaccinale disponibile nella sezione "documenti" del sito https://umanitaeragione.eu/
2. Chiedere al proprio medico di base eventuali esenzioni da guarigione o per patologie e/o esami prevaccinali e/o informazioni sui pericoli per la salute da vaccino, sollecitare una risposta scritta eventualmente utilizzando la richiesta disponibile nella sezione "documenti" del sito https://umanitaeragione.eu/
IN MERITO ALL’AVVISO DI AVVIO DI PROCEDIMENTO SANZIONATORIO
Chi ha ricevuto la raccomandata deve sapere che questa contiene l’avviso dell’avvio del procedimento sanzionatorio.
NON SI TRATTA DELLA SANZIONE, che vi sarà invece notificata in un secondo momento.
A QUESTO AVVISO NON BISOGNA RISPONDERE
in quanto si rischierebbe di dare il proprio implicito consenso al trattamento dei propri dati sanitari sensibili, che ai sensi della Legge sulla Privacy, si ha diritto a non autorizzare.
PER UNA MIGLIORE DIFESA
Prima di opporsi contro la sanzione di 100 euro che arriverà, si può:
a) Impugnare l'avviso di avvio del procedimento proponendo azione (da avviare il prima possibile, a far data dal ricevimento della raccomandata) avanti l'Autorità Giudiziaria Ordinaria per violazione della privacy;
b) Sporgere denuncia-querela da depositarsi presso la Procura della Repubblica del tribunale del proprio luogo di residenza, oppure presso qualsiasi stazione dei carabinieri e/o della polizia con timbro per ricevuta. In tal caso è sempre consigliabile consultare un legale.
Le due opzioni sono assolutamente facoltative e possono essere svolte a scelta in via alternativa (o l'una o l'altra) o in via cumulativa (cioè anche tutte e due).
Per chi fosse interessato a queste opzioni, anche a titolo informativo, può rivolgersi al proprio legale di fiducia oppure ai legali dell’Associazione, senza indugio in considerazione dei tempi molto stretti.
Il vademecum completo e dettagliato è disponibile al link https://umanitaeragione.eu/wp-content/uploads/2022/05/VADEMECUM-PROCEDIMENTO-SANZIONATORIO-OVER-50_-04-maggio-22.pdf
Media is too big
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Proponiamo l'intervento del prof. Marco Cosentino sulla tematica dei vaccini Covid-19 ai guariti e ai bambini.
Solo con una corretta informazione la scelta di ciascuno può essere veramente libera.
Solo con una corretta informazione la scelta di ciascuno può essere veramente libera.
Su Byoblu parla l’avvocato Olga Milanese: “Dopo 5 mesi di lavoro e innumerevoli ore versate nello studio nella ricerca ed elaborazione di questo documento siamo finalmente riusciti a depositare un esposto alla Corte penale internazionale dell’Aia con l’associazione Umanità e ragione nell’interesse dei cittadini italiani.
Abbiamo iniziato a raccogliere testimonianze degli abusi subiti e delle violenze perpetrate negli ultimi due anni: il lockdown, le cure negate, l’autopsie negate, l’obbligo vaccinale, il green pass, la discriminazione subita di cittadini, la privazione del lavoro e della retribuzione...”
Le modalità per aderire all’esposto sono consultabili nel sito https://umanitaeragione.eu/
https://www.byoblu.com/2022/05/08/esposto-alla-corte-penale-internazionale-per-crimini-contro-lumanita/
Abbiamo iniziato a raccogliere testimonianze degli abusi subiti e delle violenze perpetrate negli ultimi due anni: il lockdown, le cure negate, l’autopsie negate, l’obbligo vaccinale, il green pass, la discriminazione subita di cittadini, la privazione del lavoro e della retribuzione...”
Le modalità per aderire all’esposto sono consultabili nel sito https://umanitaeragione.eu/
https://www.byoblu.com/2022/05/08/esposto-alla-corte-penale-internazionale-per-crimini-contro-lumanita/
ByoBlu
UN ESPOSTO ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE PER CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ
È stata depositata alla Corte penale internazionale la denuncia italiana per crimini contro l’umanità e violazione del codice di Norimberga.
"Questo Paese permette di esprimere le proprie opinioni liberamente, anche quando sono palesemente false"
"Non è stata un'intervista, in realtà è stato un comizio...senza nessun contraddittorio"
Queste le dichiarazioni di Draghi alla conferenza stampa del 02 Maggio 2022.
Purtroppo però, come riportato da Reporters Sans Frontières nell'annuale classifica mondiale della libertà di stampa, nel 2022 l'Italia ha perso ben 17 posizioni rispetto all'anno precedente, passando dal 41° al 58° posto, confermandosi tra i peggiori Paesi d'Europa.
Nello specifico i giornalisti italiani "a volte cedono alla tentazione di autocensurarsi, o per conformarsi alla linea editoriale della propria testata giornalistica, o per evitare una denuncia per diffamazione o altre forme di azione legale, o per paura di rappresaglie da parte di gruppi estremisti o criminalità organizzata."
Il rapporto sottolinea inoltre come durante la pandemia la società italiana si sia spaccata, di fatto polarizzandosi.
"Non è stata un'intervista, in realtà è stato un comizio...senza nessun contraddittorio"
Queste le dichiarazioni di Draghi alla conferenza stampa del 02 Maggio 2022.
Purtroppo però, come riportato da Reporters Sans Frontières nell'annuale classifica mondiale della libertà di stampa, nel 2022 l'Italia ha perso ben 17 posizioni rispetto all'anno precedente, passando dal 41° al 58° posto, confermandosi tra i peggiori Paesi d'Europa.
Nello specifico i giornalisti italiani "a volte cedono alla tentazione di autocensurarsi, o per conformarsi alla linea editoriale della propria testata giornalistica, o per evitare una denuncia per diffamazione o altre forme di azione legale, o per paura di rappresaglie da parte di gruppi estremisti o criminalità organizzata."
Il rapporto sottolinea inoltre come durante la pandemia la società italiana si sia spaccata, di fatto polarizzandosi.
Importante pronuncia del Tribunale di Brescia sez. lavoro per l'avv. Luca Iuliano, dell'associazione Umanità e Ragione.
Il G.L. ha riconosciuto il diritto al sostentamento, quale diritto fondamentale del sanitario sospeso, ed il pericolo allo stesso derivante dalla sottrazione della retribuzione per un periodo di tempo considerevole, quale quello stabilito dalla normativa vigente, imponendo la corresponsione dell'assegno alimentare per l'intera durata della sospensione, nell'attesa della pronuncia della Corte Costituzionale.
Il G.L. ha riconosciuto il diritto al sostentamento, quale diritto fondamentale del sanitario sospeso, ed il pericolo allo stesso derivante dalla sottrazione della retribuzione per un periodo di tempo considerevole, quale quello stabilito dalla normativa vigente, imponendo la corresponsione dell'assegno alimentare per l'intera durata della sospensione, nell'attesa della pronuncia della Corte Costituzionale.
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Intervento dell'avv. Olga Milanese, presidente dell'associazione Umanità e Ragione, all'Assemblea pubblica "Chi controlla i controllori?" organizzata lo scorso 23 Aprile a Napoli da Resistenza Radicale con Davide Tutino, che ringraziamo per l'invito.
Un estratto del nuovo articolo pubblicato su umanitaeragione.eu
"DIRITTO PENALE MINIMO E STATO COSTITUZIONALE DI DIRITTO" di Oὔτις γέγραφε
Testo integrale qui 👉 https://umanitaeragione.eu/wp-content/uploads/2022/05/Diritto-penale-minimo-e-Stato-costituzionale-di-diritto.pdf
Una riflessione sulla pena e, in generale sulle conseguenze sanzionatorie prevedute da norme statuali comporta una disamina sul ruolo e sui limiti della sanzione, non soltanto penale, in una società democratica, la qual disamina richiede una precisazione iniziale su ciò che si intende per “società democratica”. Come rammenta il Ferrajoli nell’opera citata (segnatamente nella parte V, al capitolo relativo a “Il garantismo come politica del diritto penale”), tal locuzione allude a un parametro assiologico (valoriale) di carattere generico: il dover essere del diritto penale (e sanzionatorio) in una società informata ai valori della democrazia. Il rapporto tra quest’ultima e il diritto penale è assai significativo, in quanto lo stesso diritto penale rappresenta il terreno sul quale si manifestano i limiti della “democrazia politica”, intesa quale senso di potere o volontà del popolo e, quindi, della maggioranza. Se questo fosse l’unico ed esclusivo significato di democrazia, un diritto penale “democratico” s’orienterebbe, inevitabilmente, verso forme di diritto penale massimamente repressivo, privo di limiti e di garanzie. Per due motivi: 1) perché il punto di vista della maggioranza induce a concepire il diritto penale come strumento di difesa sociale – cioè di prevenzione dei reati, e difesa degli interessi, della maggioranza non deviante – contro gli attentati alla sicurezza (vagamente intesa) recati dalla minoranza dei devianti. Diceva in proposito Francesco Carrara che l’idea della difesa sociale ha come esito inevitabile il terrorismo penale.
2) In secondo luogo, perché la devianza sollecita sempre la mobilitazione della maggioranza, che si auto-percepisce come conforme e non deviante, contro la minoranza dei devianti, da essa avvertiti come diversi e, per tal motivo, portatori d’oscuri pericoli. Risultano qui facili i parallelismi con la situazione attuale: l’odio è tanto più feroce quanto più oscuro è il pericolo che viene percepito provenire dalla minoranza dei devianti.
Tuttavia, v’è una seconda accezione o dimensione della “democrazia”, complementare a quella della “democrazia politica”, che consente d’intendere i fondamenti assiologici e insieme i limiti del diritto penale e della pena: si tratta della dimensione che connota la democrazia come “democrazia costituzionale o di diritto”, e riguarda non già il chi è abilitato a decidere (la maggioranza), bensì il che cosa non è lecito né legittimo decidere a nessuna maggioranza, neppure all’unanimità. Questa sfera del non decidibile- il “che cosa” non è lecito decidere- rappresenta ciò che, in virtù della Costituzione, s’è preventivamente deciso di sottrarre all’arbitrio di qualsivoglia maggioranza....
"DIRITTO PENALE MINIMO E STATO COSTITUZIONALE DI DIRITTO" di Oὔτις γέγραφε
Testo integrale qui 👉 https://umanitaeragione.eu/wp-content/uploads/2022/05/Diritto-penale-minimo-e-Stato-costituzionale-di-diritto.pdf
Una riflessione sulla pena e, in generale sulle conseguenze sanzionatorie prevedute da norme statuali comporta una disamina sul ruolo e sui limiti della sanzione, non soltanto penale, in una società democratica, la qual disamina richiede una precisazione iniziale su ciò che si intende per “società democratica”. Come rammenta il Ferrajoli nell’opera citata (segnatamente nella parte V, al capitolo relativo a “Il garantismo come politica del diritto penale”), tal locuzione allude a un parametro assiologico (valoriale) di carattere generico: il dover essere del diritto penale (e sanzionatorio) in una società informata ai valori della democrazia. Il rapporto tra quest’ultima e il diritto penale è assai significativo, in quanto lo stesso diritto penale rappresenta il terreno sul quale si manifestano i limiti della “democrazia politica”, intesa quale senso di potere o volontà del popolo e, quindi, della maggioranza. Se questo fosse l’unico ed esclusivo significato di democrazia, un diritto penale “democratico” s’orienterebbe, inevitabilmente, verso forme di diritto penale massimamente repressivo, privo di limiti e di garanzie. Per due motivi: 1) perché il punto di vista della maggioranza induce a concepire il diritto penale come strumento di difesa sociale – cioè di prevenzione dei reati, e difesa degli interessi, della maggioranza non deviante – contro gli attentati alla sicurezza (vagamente intesa) recati dalla minoranza dei devianti. Diceva in proposito Francesco Carrara che l’idea della difesa sociale ha come esito inevitabile il terrorismo penale.
2) In secondo luogo, perché la devianza sollecita sempre la mobilitazione della maggioranza, che si auto-percepisce come conforme e non deviante, contro la minoranza dei devianti, da essa avvertiti come diversi e, per tal motivo, portatori d’oscuri pericoli. Risultano qui facili i parallelismi con la situazione attuale: l’odio è tanto più feroce quanto più oscuro è il pericolo che viene percepito provenire dalla minoranza dei devianti.
Tuttavia, v’è una seconda accezione o dimensione della “democrazia”, complementare a quella della “democrazia politica”, che consente d’intendere i fondamenti assiologici e insieme i limiti del diritto penale e della pena: si tratta della dimensione che connota la democrazia come “democrazia costituzionale o di diritto”, e riguarda non già il chi è abilitato a decidere (la maggioranza), bensì il che cosa non è lecito né legittimo decidere a nessuna maggioranza, neppure all’unanimità. Questa sfera del non decidibile- il “che cosa” non è lecito decidere- rappresenta ciò che, in virtù della Costituzione, s’è preventivamente deciso di sottrarre all’arbitrio di qualsivoglia maggioranza....
"La guerra ha cambiato fisionomia. Inizialmente era una guerra in cui si pensava ci fosse un Golia e un Davide. Quindi la guerra era una guerra essenzialmente di difesa disperata che sembrava anche non riuscire. Oggi il panorama si è completamente capovolto, certamente non c'è più un Golia, certamente quella che sembrava una potenza invincibile sul campo e per quanto riguarda una guerra fatta con le armi convenzionali, si è dimostrata una potenza non invincibile.
Questo porta tutte le parti a fare una riflessione su quelli che sono gli obiettivi della guerra. Quali obiettivi ci si propone, da entrambe le parti? Con la riflessione a chiedersi che tipo di pace si vuole?”
Così Draghi in conferenza stampa dopo l'incontro con Biden alla Casa Bianca.
Se l'obiettivo è la pace è certo che non può essere perseguito fomentando l'odio e il conflitto tra le parti ma solo con un ritorno al dialogo e alla vera diplomazia, per evitare che altri civili perdano inutilmente la vita, per evitare l’ennesima crisi economica e alimentare, per evitare che gli scontri si inaspriscano ulteriormente, per evitare la minaccia di armi non convenzionali.
Solo in questo modo potremo raggiungere l’unica pace possibile, quella che prevede il cessate il fuoco e il rispetto reciproco tra i popoli e le nazioni.
Questo porta tutte le parti a fare una riflessione su quelli che sono gli obiettivi della guerra. Quali obiettivi ci si propone, da entrambe le parti? Con la riflessione a chiedersi che tipo di pace si vuole?”
Così Draghi in conferenza stampa dopo l'incontro con Biden alla Casa Bianca.
Se l'obiettivo è la pace è certo che non può essere perseguito fomentando l'odio e il conflitto tra le parti ma solo con un ritorno al dialogo e alla vera diplomazia, per evitare che altri civili perdano inutilmente la vita, per evitare l’ennesima crisi economica e alimentare, per evitare che gli scontri si inaspriscano ulteriormente, per evitare la minaccia di armi non convenzionali.
Solo in questo modo potremo raggiungere l’unica pace possibile, quella che prevede il cessate il fuoco e il rispetto reciproco tra i popoli e le nazioni.
Forwarded from Marco Cosentino
QUARANTA VOLTE 🌺🌺🌺
Il numero di gravi complicazioni dopo le vaccinazioni Covid è 40 volte superiore a quanto precedentemente registrato dal Paul Ehrlich Institute (l’Aifa tedesca). È uno dei risultati dello studio dell’ospedale universitario Charité di Berlino. I sistemi di sorveglianza “passiva” (segnalazione è su base volontaria) dimostrano tutti i loro limiti, solo attraverso una sorveglianza “attiva” (gli […] https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/05/13/in-germania-effetti-avversi-40-volte-piu-alti-dei-dati-ufficiali/6589978/
Il numero di gravi complicazioni dopo le vaccinazioni Covid è 40 volte superiore a quanto precedentemente registrato dal Paul Ehrlich Institute (l’Aifa tedesca). È uno dei risultati dello studio dell’ospedale universitario Charité di Berlino. I sistemi di sorveglianza “passiva” (segnalazione è su base volontaria) dimostrano tutti i loro limiti, solo attraverso una sorveglianza “attiva” (gli […] https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/05/13/in-germania-effetti-avversi-40-volte-piu-alti-dei-dati-ufficiali/6589978/
"Diario della discriminazione" - Giorno 43 - Anonimo
Ricevere la e-mail da parte dell’Ordine Professionale a cui appartengo per notificarmi la sospensione temporanea per inadempimento obbligo vaccinale non è stato piacevole. Anzi, mi ha provocato emozioni negative in un primo momento, poi gestite con serenità ed equilibrio interiore, in seguito. Nessun vaccino obbligatorio ed imposto con qualsiasi tipo di intimidazione cancellerà la mia identità professionale di Fisioterapista, professione che ho svolto per ben 26 anni con amore, passione, dedizione e competenza. Non potrò lavorare per adesso, ma sarò sempre un punto di riferimento per i miei cari pazienti che continuerò a seguire con orgoglio e stima: saranno loro la mia gratifica personale.
Anonimo
08 Aprile 2022
#diariodelladiscriminazione #ionondiscrimino #umanitàeragione #nogreenpass #italycallsforhelp #rescueitaly
Ricevere la e-mail da parte dell’Ordine Professionale a cui appartengo per notificarmi la sospensione temporanea per inadempimento obbligo vaccinale non è stato piacevole. Anzi, mi ha provocato emozioni negative in un primo momento, poi gestite con serenità ed equilibrio interiore, in seguito. Nessun vaccino obbligatorio ed imposto con qualsiasi tipo di intimidazione cancellerà la mia identità professionale di Fisioterapista, professione che ho svolto per ben 26 anni con amore, passione, dedizione e competenza. Non potrò lavorare per adesso, ma sarò sempre un punto di riferimento per i miei cari pazienti che continuerò a seguire con orgoglio e stima: saranno loro la mia gratifica personale.
Anonimo
08 Aprile 2022
#diariodelladiscriminazione #ionondiscrimino #umanitàeragione #nogreenpass #italycallsforhelp #rescueitaly
La Morte del Talk, di Carlo Freccero
La propaganda mediatica sulla pandemia ha funzionato alla grande. Soprattutto nella prima fase, la tv generalista ha aumentato gli ascolti, e, cosa più importante, si è guadagnata la fiducia incondizionata dei suoi spettatori che, ancora oggi, con il progressivo venire meno delle restrizioni sanitarie, continuano per prudenza a circolare con una mascherina non più richiesta. Questo profondo mutamento delle abitudini precedenti è la testimonianza vivente che la propaganda ha creato una nuova normalità.
La propaganda sulla guerra dà invece del filo da torcere al servizio pubblico perché genera censura e non fa che creare scandalo e reazioni stizzite da parte dei partiti di governo più ortodossi che, con un’attenzione morbosa e parossistica alla programmazione quotidiana, chiedono continuamente alla Rai provvedimenti censori e allontanamento degli ospiti considerati filo-putiniani. Ma la prova più lampante che sulla guerra non si può creare una ‘nuova normalità ‘ è data dai sondaggi che testimoniano, nonostante gli sforzi profusi, una maggioranza di italiani contrari al conflitto in tutte le sue forme. Per venire incontro alle richieste del governo, la Commissione di Vigilanza Rai sta lavorando ad un regolamento molto rigido sulla partecipazione di ospiti alle trasmissioni. Nonostante questo, le polemiche sono continuate, in particolare nei confronti del prof. Orsini e del programma Carta Bianca che lo ospita regolarmente.
Superato l’argomento ‘ospite dissidente ‘ è oggi il genere stesso del talk a venire messo in discussione. La censura, per la prima volta, non colpisce il singolo partecipante o un programma particolare, ma si scaglia , contro un genere televisivo tradizionale, il talk, perché la possibile conflittualità del talk non è compatibile con quel pensiero unico che la propaganda deve imporre al pubblico con qualsiasi mezzo. Nella vecchia Unione Sovietica si processavano i dissidenti. Oggi si processa il concetto stesso di dissidio e conflittualità.
Talk show significa intrattenimento tramite conversazione. Perché sia possibile una conversazione ed il talk non di riduca a monologo è necessario mettere in scena interlocutori con tesi diverse. Questo concetto è stato espresso a suo tempo anche da Bianca Berlinguer, quando le è stato chiesto di non pagare più gli ospiti. Il talk ha una struttura ben precisa e la sua spettacolarità nasce dalla contrapposizione di ospiti con idee diverse. L’ospite rappresenta il talk stesso e ne garantisce l’audience.
Ma oggi essendo oramai propaganda il talk rischia di tradursi in monologo. Deve pertanto, per sopravvivere a livello di spettacolo, occultare la sua natura propagandistica fingendosi dialogo. Il ruolo del dissidente viene quindi affidato ad un dissidente parziale, un dissidente che non contesta in toto la versione ufficiale, ma limita la sua critica a dettagli marginali. L’alternativa è data dal dissidente vero che verrà ridicolizzato e bullizzato nel corso del programma diventando così un esempio di cosa possa capitare a chi dissente. Inoltre il dissidente totale ha una difficoltà ad interagire con un pubblico condizionato da due anni di ‘lavaggio del cervello’e rischia di essere percepito da casa come fuori agenda o anacronistico.
Questi sforzi di normalizzazione del talk sembrano non ancora sufficienti a tacitare la censura governativa sulla guerra per cui, dopo la metamorfosi in chiave monotematica del telegiornale, nel caso del talk si pensa di passare direttamente alla soppressione del genere. Non ci crederei se non fossi di fronte all’evidenza. Citerò in proposito le parole dell’Ad Rai Carlo Fuentes, che ha dichiarato in Vigilanza: “ Penso che il talk show per l’approfondimento giornaliero per un’azienda che fa servizio pubblico non sia l’ideale. È un format più adatto all’intrattenimento, ai temi leggeri, non a quelli importanti”. È una dichiarazione perentoria che non può non destare sconcerto in chi ha vissuto l’epoca eroica del talk.
In effetti esiste anche una forma di talk-infotainment, su argomenti
La propaganda mediatica sulla pandemia ha funzionato alla grande. Soprattutto nella prima fase, la tv generalista ha aumentato gli ascolti, e, cosa più importante, si è guadagnata la fiducia incondizionata dei suoi spettatori che, ancora oggi, con il progressivo venire meno delle restrizioni sanitarie, continuano per prudenza a circolare con una mascherina non più richiesta. Questo profondo mutamento delle abitudini precedenti è la testimonianza vivente che la propaganda ha creato una nuova normalità.
La propaganda sulla guerra dà invece del filo da torcere al servizio pubblico perché genera censura e non fa che creare scandalo e reazioni stizzite da parte dei partiti di governo più ortodossi che, con un’attenzione morbosa e parossistica alla programmazione quotidiana, chiedono continuamente alla Rai provvedimenti censori e allontanamento degli ospiti considerati filo-putiniani. Ma la prova più lampante che sulla guerra non si può creare una ‘nuova normalità ‘ è data dai sondaggi che testimoniano, nonostante gli sforzi profusi, una maggioranza di italiani contrari al conflitto in tutte le sue forme. Per venire incontro alle richieste del governo, la Commissione di Vigilanza Rai sta lavorando ad un regolamento molto rigido sulla partecipazione di ospiti alle trasmissioni. Nonostante questo, le polemiche sono continuate, in particolare nei confronti del prof. Orsini e del programma Carta Bianca che lo ospita regolarmente.
Superato l’argomento ‘ospite dissidente ‘ è oggi il genere stesso del talk a venire messo in discussione. La censura, per la prima volta, non colpisce il singolo partecipante o un programma particolare, ma si scaglia , contro un genere televisivo tradizionale, il talk, perché la possibile conflittualità del talk non è compatibile con quel pensiero unico che la propaganda deve imporre al pubblico con qualsiasi mezzo. Nella vecchia Unione Sovietica si processavano i dissidenti. Oggi si processa il concetto stesso di dissidio e conflittualità.
Talk show significa intrattenimento tramite conversazione. Perché sia possibile una conversazione ed il talk non di riduca a monologo è necessario mettere in scena interlocutori con tesi diverse. Questo concetto è stato espresso a suo tempo anche da Bianca Berlinguer, quando le è stato chiesto di non pagare più gli ospiti. Il talk ha una struttura ben precisa e la sua spettacolarità nasce dalla contrapposizione di ospiti con idee diverse. L’ospite rappresenta il talk stesso e ne garantisce l’audience.
Ma oggi essendo oramai propaganda il talk rischia di tradursi in monologo. Deve pertanto, per sopravvivere a livello di spettacolo, occultare la sua natura propagandistica fingendosi dialogo. Il ruolo del dissidente viene quindi affidato ad un dissidente parziale, un dissidente che non contesta in toto la versione ufficiale, ma limita la sua critica a dettagli marginali. L’alternativa è data dal dissidente vero che verrà ridicolizzato e bullizzato nel corso del programma diventando così un esempio di cosa possa capitare a chi dissente. Inoltre il dissidente totale ha una difficoltà ad interagire con un pubblico condizionato da due anni di ‘lavaggio del cervello’e rischia di essere percepito da casa come fuori agenda o anacronistico.
Questi sforzi di normalizzazione del talk sembrano non ancora sufficienti a tacitare la censura governativa sulla guerra per cui, dopo la metamorfosi in chiave monotematica del telegiornale, nel caso del talk si pensa di passare direttamente alla soppressione del genere. Non ci crederei se non fossi di fronte all’evidenza. Citerò in proposito le parole dell’Ad Rai Carlo Fuentes, che ha dichiarato in Vigilanza: “ Penso che il talk show per l’approfondimento giornaliero per un’azienda che fa servizio pubblico non sia l’ideale. È un format più adatto all’intrattenimento, ai temi leggeri, non a quelli importanti”. È una dichiarazione perentoria che non può non destare sconcerto in chi ha vissuto l’epoca eroica del talk.
In effetti esiste anche una forma di talk-infotainment, su argomenti
personali o gossip. Maurizio Costanzo rivendica il primato di aver introdotto il talk in Italia, ed ancor oggi il Maurizio Costanzo Show si muove su questa falsariga. Ma esiste anche un talk che coincide con l’indagine su argomenti di interesse politico ed economico. Ed è piuttosto questa forma che reputo adeguata ad un servizio pubblico.
Non a caso il talk ha vissuto la sua stagione di maggior successo nell’epoca della cosiddetta ‘Tv Verità ‘. Si assisteva in quegli anni ad un cambiamento radicale di paradigma politico, che potrebbe essere valutato anche in maniera negativa, ma che implicava comunque una contrapposizione frontale tra vecchio e nuovo. In quegli anni la televisione pubblica, abbandonata oramai la vocazione pedagogica per cui era stata creata, giustificava con l’informazione la sua sopravvivenza. Un ‘informazione equidistante dagli interessi personali dei grandi gruppi editoriali ed industriali, sembrava una giustificazione sufficiente alla sopravvivenza del servizio pubblico. Nell’immaginario collettivo l’aggettivo ‘pubblico’ non significava allora, come dopo la riforma Renzi, ‘GOVERNATIVO’, ma era al contrario percepito come sinonimo di custode e difensore del bene comune.
A questa ricerca della verità attraverso il confronto tra tesi molteplici pose fine il famoso editto bulgaro berlusconiano che definiva l’informazione come “uso criminale del mezzo televisivo”. Ci fu allora un’epurazione delle voci più scomode ed una trasformazione dell’informazione in infotainment, schema al quale ancora oggi sembra far riferimento Fuentes.
La propaganda rappresenta l’atto finale di questa progressiva separazione tra televisione e informazione. Ci chiedevamo agli inizi perché la propaganda, che ha funzionato così bene con la pandemia , non funzioni oggi altrettanto bene con la guerra. La risposta è molto semplice : per ottenere consenso, non sono importanti le idee in sé, ma la possibilità di creare paura nel pubblico. La paura genera obbedienza . Nel caso della pandemia la paura della morte per malattia è stata un movente molto forte all’accettazione di qualsiasi provvedimento,anche se contraddittorio. Nel caso della guerra è la guerra stessa a generare paura. Non si può sfruttare la paura per spingere il pubblico alla guerra quando è proprio la guerra a fare paura. Ed oggi di più per la presenza del pericolo atomico .
La propaganda deve quindi arrampicarsi sugli specchi per trovare una motivazione plausibile per appoggiare una guerra che non ci riguarda direttamente e che non mette a rischio la nostra sicurezza . Al contrario è, la guerra stessa a metterci di fronte allo spettro della catastrofe atomica. Gli argomenti possibili di propaganda si restringono categoricamente e diventano puerili. Prima di tutto la demonizzazione del nemico, poi il silenzio sulle cause reali del conflitto convertito nella missione morale di castigare il cattivo. Alla fine l’unica motivazione resta la cattiveria di Putin.
Non a caso il talk ha vissuto la sua stagione di maggior successo nell’epoca della cosiddetta ‘Tv Verità ‘. Si assisteva in quegli anni ad un cambiamento radicale di paradigma politico, che potrebbe essere valutato anche in maniera negativa, ma che implicava comunque una contrapposizione frontale tra vecchio e nuovo. In quegli anni la televisione pubblica, abbandonata oramai la vocazione pedagogica per cui era stata creata, giustificava con l’informazione la sua sopravvivenza. Un ‘informazione equidistante dagli interessi personali dei grandi gruppi editoriali ed industriali, sembrava una giustificazione sufficiente alla sopravvivenza del servizio pubblico. Nell’immaginario collettivo l’aggettivo ‘pubblico’ non significava allora, come dopo la riforma Renzi, ‘GOVERNATIVO’, ma era al contrario percepito come sinonimo di custode e difensore del bene comune.
A questa ricerca della verità attraverso il confronto tra tesi molteplici pose fine il famoso editto bulgaro berlusconiano che definiva l’informazione come “uso criminale del mezzo televisivo”. Ci fu allora un’epurazione delle voci più scomode ed una trasformazione dell’informazione in infotainment, schema al quale ancora oggi sembra far riferimento Fuentes.
La propaganda rappresenta l’atto finale di questa progressiva separazione tra televisione e informazione. Ci chiedevamo agli inizi perché la propaganda, che ha funzionato così bene con la pandemia , non funzioni oggi altrettanto bene con la guerra. La risposta è molto semplice : per ottenere consenso, non sono importanti le idee in sé, ma la possibilità di creare paura nel pubblico. La paura genera obbedienza . Nel caso della pandemia la paura della morte per malattia è stata un movente molto forte all’accettazione di qualsiasi provvedimento,anche se contraddittorio. Nel caso della guerra è la guerra stessa a generare paura. Non si può sfruttare la paura per spingere il pubblico alla guerra quando è proprio la guerra a fare paura. Ed oggi di più per la presenza del pericolo atomico .
La propaganda deve quindi arrampicarsi sugli specchi per trovare una motivazione plausibile per appoggiare una guerra che non ci riguarda direttamente e che non mette a rischio la nostra sicurezza . Al contrario è, la guerra stessa a metterci di fronte allo spettro della catastrofe atomica. Gli argomenti possibili di propaganda si restringono categoricamente e diventano puerili. Prima di tutto la demonizzazione del nemico, poi il silenzio sulle cause reali del conflitto convertito nella missione morale di castigare il cattivo. Alla fine l’unica motivazione resta la cattiveria di Putin.
E chiunque tenti di portare il discorso sull’opportunità della guerra diventa tout court filo putiniano. Nei dibattiti non si usa la logica, ma la mozione degli affetti. La televisione sembra aver rimosso l’evidenza che una guerra non si fa mai per punizione contro il male, ma ha sempre motivazioni di carattere economico e geopolitico. La guerra si fa a fini strategici e con obiettivi spesso inconfessabili, come nel caso odierno in cui siamo obbligati dagli STATI UNITI a farci la guerra da soli. Cito come precedente la guerra di Libia. Per interessi francesi e americani siamo intervenuti in Libia contro i nostri stessi interessi economici decretando la fine di un nostro protettorato di fatto. Lo stesso vale per la guerra contro la Russia, attualmente portata avanti a livello di sanzioni e di invio di armamenti, sottraendo risorse al bilancio dello Stato e danneggiando, insieme ai rapporti con la Russia, le nostre forniture di gas. I risultati delle sanzioni sono catastrofici per noi, basta vederne le conseguenze. In un solo mese l’export dell’Italia verso la Russia si è dimezzato mentre l’export russo in Italia è cresciuto del 153% ( Fonte : Il Sole 24 Ore del 28 aprile).
Per l’Italia la guerra è inopportuna. Questa verità così semplice non può essere detta perché distruggerebbe in un attimo la contrapposizione tra buoni e cattivi che la propaganda ci impone. In questo clima di terrore mediatico interviene a sorpresa Carlo Debenedetti che, come tessera n.1 del partito democratico italiano, può prendere la parola senza rischiare il linciaggio da parte del partito di cui è fondatore. Dichiara De Benedetti a 8 e mezzo e poi al Corriere : ‘ Oggi noi europei non abbiamo alcun interesse a fare la guerra a Putin. Gli interessi degli Stati Uniti d’America e del Regno Unito da una parte e dell’Europa ed in particolare dell’Italia dall’altra , divergono assolutamente. Se Biden vuol fare la guerra alla Russia tramite l’Ucraina è affare suo, noi non possiamo e non dobbiamo seguirlo’. Le parole di De Benedetti sono chiarissime. Questa guerra distrugge le imprese italiane e quindi anche le sue, a favore delle multinazionali americane. Ma solo lui può dirlo.
La pandemia prima e la guerra poi hanno distrutto e stanno distruggendo le piccole e medie imprese italiane . Non avremo materie prime da lavorare. Non potremo riscaldarci. La fase successiva è la carestia per tutti. Solo a costo di un grande masochismo possiamo continuare ad assecondare la propaganda. Ma siamo così condizionati che nessuno ha il coraggio di parlare. E chiudiamo col TALK anche l'ultima sede di un possibile dibattito.
Carlo Freccero
Per l’Italia la guerra è inopportuna. Questa verità così semplice non può essere detta perché distruggerebbe in un attimo la contrapposizione tra buoni e cattivi che la propaganda ci impone. In questo clima di terrore mediatico interviene a sorpresa Carlo Debenedetti che, come tessera n.1 del partito democratico italiano, può prendere la parola senza rischiare il linciaggio da parte del partito di cui è fondatore. Dichiara De Benedetti a 8 e mezzo e poi al Corriere : ‘ Oggi noi europei non abbiamo alcun interesse a fare la guerra a Putin. Gli interessi degli Stati Uniti d’America e del Regno Unito da una parte e dell’Europa ed in particolare dell’Italia dall’altra , divergono assolutamente. Se Biden vuol fare la guerra alla Russia tramite l’Ucraina è affare suo, noi non possiamo e non dobbiamo seguirlo’. Le parole di De Benedetti sono chiarissime. Questa guerra distrugge le imprese italiane e quindi anche le sue, a favore delle multinazionali americane. Ma solo lui può dirlo.
La pandemia prima e la guerra poi hanno distrutto e stanno distruggendo le piccole e medie imprese italiane . Non avremo materie prime da lavorare. Non potremo riscaldarci. La fase successiva è la carestia per tutti. Solo a costo di un grande masochismo possiamo continuare ad assecondare la propaganda. Ma siamo così condizionati che nessuno ha il coraggio di parlare. E chiudiamo col TALK anche l'ultima sede di un possibile dibattito.
Carlo Freccero
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🌹🌹🌹 Il 16/05/2022, Umanità e Ragione ha presentato le proprie opinioni amici curiae alla Corte Costituzionale in relazione alla questione di legittimità dell'obbligo vaccinale sollevata dal CGA Regione Sicilia.
In tal senso hanno provveduto numerosi altri gruppi di giuristi, medici e professionisti, grazie ad un'azione di congiunta e coesa tesa ad evidenziare, sotto il profilo giuridico e scientifico, la palese illegittimità dell'obbligo di vaccinazione Covid-19.
Di seguito alcuni punti salienti dell'opinione di U&R e l'Ansa che riporta la notizia.
(Un grazie particolare all'avv. Susanna Cavallina il cui interesse ed impegno hanno reso possibile questa partecipazione.) 🌹🌹🌹
************
⚖️⚖️⚖️
"Le limitazioni al principio di autodeterminazione dell’individuo devono essere proporzionate e ragionevoli, oltre che congruamente giustificate dall’impossibilità di tutelare altrimenti interessi di pari rango.
Allorché il cittadino, titolare del diritto alla salute, oltre che all’integrità fisica, e al lavoro, eccepisca la lesione dei propri diritti naturali inviolabili, l’onere di sostenere e provare in modo rigoroso e inequivoco la ‘giustezza’ e l’inevitabilità della compressione (che giammai può tramutarsi in totale elisione, come nel caso all’esame della CGA Sicilia) di tali diritti grava su chi quel diritto ha compresso.
Parimenti l’onere di dimostrare l’efficacia, ma soprattutto la sicurezza di un dato trattamento sanitario grava su chi ne ha disposto l’obbligo, non potendosi di certo riversare sul cittadino obbligato il compito di dimostrare la pericolosità del trattamento imposto.
Nel caso dei vaccini anti-Covid NON SUSSISTONO I PRESUPPOSTI SANCITI dalla Costituzione per poter imporre un trattamento sanitario ai cittadini. E anche qualora tutti i requisiti fossero soddisfatti non sarebbe conforme ai principi costituzionali la coartazione mediante ricatto e privazione del diritto all’istruzione, al lavoro, alla libertà personale, allo sviluppo della personalità nelle formazioni sociali e così via.".
"Perché la legge impositiva di un trattamento sanitario sia compatibile con l'art. 32 è necessario che il trattamento sia diretto “a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato”: a questo profilo attiene la necessità della concreta utilitas del trattamento sanitario in considerazione delle condizioni dell’individuo e della situazione epidemiologica.
In secondo luogo, il trattamento sanitario deve “preservare lo stato di salute degli altri”: perché possa legittimamente imporre un farmaco è necessario che esso sia idoneo a preservare (in modo diretto e non mediato!) anche la salute degli altri.
Aggiunge la Corte che: “un trattamento sanitario può essere imposto solo nella previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle sole conseguenze, che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiano normali di ogni intervento sanitario, e pertanto tollerabili.” e, con riferimento alla vaccinazione obbligatoria, continua osservando che la circostanza che ciascuno possa essere obbligato ad un dato trattamento sanitario “non postula il sacrificio della salute di ciascuno per la tutela della salute degli altri.
Da ciò si evince che, se un rischio specifico (e ben individuato) è ammissibile, esso non può superare comunque il limite della tollerabilità, considerato che non è degno di un paese civile consentire il sacrificio della salute di un individuo anche qualora si trattasse di salvare tutti gli altri.
In sintesi, per ammettersi un obbligo vaccinale sono necessarie:
A) una duplice efficacia del farmaco:
nei confronti del singolo e nei confronti dei terzi
B) la sicurezza del farmaco:
in modo che non incida negativamente sulla salute del singolo,
🌹🌹🌹 Il 16/05/2022, Umanità e Ragione ha presentato le proprie opinioni amici curiae alla Corte Costituzionale in relazione alla questione di legittimità dell'obbligo vaccinale sollevata dal CGA Regione Sicilia.
In tal senso hanno provveduto numerosi altri gruppi di giuristi, medici e professionisti, grazie ad un'azione di congiunta e coesa tesa ad evidenziare, sotto il profilo giuridico e scientifico, la palese illegittimità dell'obbligo di vaccinazione Covid-19.
Di seguito alcuni punti salienti dell'opinione di U&R e l'Ansa che riporta la notizia.
(Un grazie particolare all'avv. Susanna Cavallina il cui interesse ed impegno hanno reso possibile questa partecipazione.) 🌹🌹🌹
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⚖️⚖️⚖️
"Le limitazioni al principio di autodeterminazione dell’individuo devono essere proporzionate e ragionevoli, oltre che congruamente giustificate dall’impossibilità di tutelare altrimenti interessi di pari rango.
Allorché il cittadino, titolare del diritto alla salute, oltre che all’integrità fisica, e al lavoro, eccepisca la lesione dei propri diritti naturali inviolabili, l’onere di sostenere e provare in modo rigoroso e inequivoco la ‘giustezza’ e l’inevitabilità della compressione (che giammai può tramutarsi in totale elisione, come nel caso all’esame della CGA Sicilia) di tali diritti grava su chi quel diritto ha compresso.
Parimenti l’onere di dimostrare l’efficacia, ma soprattutto la sicurezza di un dato trattamento sanitario grava su chi ne ha disposto l’obbligo, non potendosi di certo riversare sul cittadino obbligato il compito di dimostrare la pericolosità del trattamento imposto.
Nel caso dei vaccini anti-Covid NON SUSSISTONO I PRESUPPOSTI SANCITI dalla Costituzione per poter imporre un trattamento sanitario ai cittadini. E anche qualora tutti i requisiti fossero soddisfatti non sarebbe conforme ai principi costituzionali la coartazione mediante ricatto e privazione del diritto all’istruzione, al lavoro, alla libertà personale, allo sviluppo della personalità nelle formazioni sociali e così via.".
"Perché la legge impositiva di un trattamento sanitario sia compatibile con l'art. 32 è necessario che il trattamento sia diretto “a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato”: a questo profilo attiene la necessità della concreta utilitas del trattamento sanitario in considerazione delle condizioni dell’individuo e della situazione epidemiologica.
In secondo luogo, il trattamento sanitario deve “preservare lo stato di salute degli altri”: perché possa legittimamente imporre un farmaco è necessario che esso sia idoneo a preservare (in modo diretto e non mediato!) anche la salute degli altri.
Aggiunge la Corte che: “un trattamento sanitario può essere imposto solo nella previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle sole conseguenze, che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiano normali di ogni intervento sanitario, e pertanto tollerabili.” e, con riferimento alla vaccinazione obbligatoria, continua osservando che la circostanza che ciascuno possa essere obbligato ad un dato trattamento sanitario “non postula il sacrificio della salute di ciascuno per la tutela della salute degli altri.
Da ciò si evince che, se un rischio specifico (e ben individuato) è ammissibile, esso non può superare comunque il limite della tollerabilità, considerato che non è degno di un paese civile consentire il sacrificio della salute di un individuo anche qualora si trattasse di salvare tutti gli altri.
In sintesi, per ammettersi un obbligo vaccinale sono necessarie:
A) una duplice efficacia del farmaco:
nei confronti del singolo e nei confronti dei terzi
B) la sicurezza del farmaco:
in modo che non incida negativamente sulla salute del singolo,
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in un giudizio di previsione ex ante gli effetti collaterali devono essere temporanei e di scarsa entità e quindi tollerabili. (...) Il primo requisito è la duplice efficacia, nei confronti del singolo e della collettività: possiamo pacificamente affermare che i vaccini anti-Covid non inibiscono l’infezione; semmai possono aiutare a proteggere dalle forme gravi della malattia Covid-19, in casi specifici, non certo predeterminabili. (...) Il secondo requisito necessario affinché la legge possa legittimamente imporre un trattamento sanitario nell’interesse collettivo è la sicurezza del farmaco: la somministrazione non deve in nessun caso incidere negativamente sulla salute del singolo. In un giudizio di previsione ex ante gli effetti collaterali devono essere temporanei e di scarsa entità e quindi tollerabili. (...) nel caso che ci occupa non è dimostrato che i vaccini anti-Covid-19 si limitino a procurare effetti avversi banali e comunque tollerabili e transitori tali per cui la somministrazione sarebbe ininfluente in pejus sulla salute del soggetto obbligato. Al contrario vi è prova per tabulas, che gli effetti avversi siano molti, gravi e ancora poco indagati.
A fronte di rischi non misurabili un farmaco non può essere imposto, nemmeno in via surrettizia, se non a scapito del principio che pone le risultanze scientifiche alla base delle scelte di politica sanitaria: dal momento che sono assenti riscontri oggettivi e indipendenti circa la sicurezza a medio e lungo termine, né vi possono essere a meno di non possedere una macchina del tempo, il vizio di legittimazione dell’intervento delle istituzioni si traduce in vizio di legittimità.
Ne discende che la mera autorizzazione all’immissione in commercio non è garanzia di sicurezza del farmaco per il singolo, l’onere della prova della sicurezza del trattamento imposto non può dirsi assolto e pertanto non sussistono i presupposti per imporre il trattamento sanitario avente ad oggetto codesti farmaci.
(...) I vaccini Covid-19 non prevengono l’infezione, hanno efficacia relativa nel contrasto alla malattia Covid-19 e offrono una copertura limitata nel tempo (pochi mesi), il tutto a fronte di rischi per la salute non ponderabili nella loro effettiva portata. Difetta, dunque, il presupposto di efficacia della protezione del singolo.
Parimenti manca il presupposto del beneficio per la collettività essendo ormai pacifico che i vaccini non prevengono l’infezione, mentre la loro presunta efficacia nell’attenuare la severità della malattia e nel ridurre la pressione sugli ospedali è di fatto smentita dagli stessi report ISS.
Ad ogni modo, tale finalità è ultronea rispetto alla portata dell’art. 32 Costituzione.
Parimenti è assente il requisito della sicurezza. I possibili effetti avversi a breve, medio e lungo termine non sono oggi scrutinabili sia in considerazione dell’inadeguatezza della farmacovigilanza in atto e dei criteri utilizzati per accertare la correlazione degli eventi avversi al vaccino, sia per la mancanza e poca trasparenza degli studi condotti, sia perché difetta il dato temporale, l’unico in grado di rivelare se i soggetti inoculati corrono un maggior rischio di contrarre malattie autoimmuni, o cancro o altre patologie sistemiche: di qui la rilevanza della mancanza di studi sulla genotossicità e cancerogenicità.
In mancanza dei requisiti di efficacia e di sicurezza anche l’invocato principio di solidarietà sociale non vale a reprimere il diritto di autodeterminazione del singolo e di inviolabilità del corpo.
Sia consentito rammentare da ultimo che il cuore pulsante del nostro ordinamento è dato dai principi fondamentali sanciti dai primi 12 articoli della Costituzione, considerati immutabili in quanto rappresentano lo spirito stesso della Carta.
in un giudizio di previsione ex ante gli effetti collaterali devono essere temporanei e di scarsa entità e quindi tollerabili. (...) Il primo requisito è la duplice efficacia, nei confronti del singolo e della collettività: possiamo pacificamente affermare che i vaccini anti-Covid non inibiscono l’infezione; semmai possono aiutare a proteggere dalle forme gravi della malattia Covid-19, in casi specifici, non certo predeterminabili. (...) Il secondo requisito necessario affinché la legge possa legittimamente imporre un trattamento sanitario nell’interesse collettivo è la sicurezza del farmaco: la somministrazione non deve in nessun caso incidere negativamente sulla salute del singolo. In un giudizio di previsione ex ante gli effetti collaterali devono essere temporanei e di scarsa entità e quindi tollerabili. (...) nel caso che ci occupa non è dimostrato che i vaccini anti-Covid-19 si limitino a procurare effetti avversi banali e comunque tollerabili e transitori tali per cui la somministrazione sarebbe ininfluente in pejus sulla salute del soggetto obbligato. Al contrario vi è prova per tabulas, che gli effetti avversi siano molti, gravi e ancora poco indagati.
A fronte di rischi non misurabili un farmaco non può essere imposto, nemmeno in via surrettizia, se non a scapito del principio che pone le risultanze scientifiche alla base delle scelte di politica sanitaria: dal momento che sono assenti riscontri oggettivi e indipendenti circa la sicurezza a medio e lungo termine, né vi possono essere a meno di non possedere una macchina del tempo, il vizio di legittimazione dell’intervento delle istituzioni si traduce in vizio di legittimità.
Ne discende che la mera autorizzazione all’immissione in commercio non è garanzia di sicurezza del farmaco per il singolo, l’onere della prova della sicurezza del trattamento imposto non può dirsi assolto e pertanto non sussistono i presupposti per imporre il trattamento sanitario avente ad oggetto codesti farmaci.
(...) I vaccini Covid-19 non prevengono l’infezione, hanno efficacia relativa nel contrasto alla malattia Covid-19 e offrono una copertura limitata nel tempo (pochi mesi), il tutto a fronte di rischi per la salute non ponderabili nella loro effettiva portata. Difetta, dunque, il presupposto di efficacia della protezione del singolo.
Parimenti manca il presupposto del beneficio per la collettività essendo ormai pacifico che i vaccini non prevengono l’infezione, mentre la loro presunta efficacia nell’attenuare la severità della malattia e nel ridurre la pressione sugli ospedali è di fatto smentita dagli stessi report ISS.
Ad ogni modo, tale finalità è ultronea rispetto alla portata dell’art. 32 Costituzione.
Parimenti è assente il requisito della sicurezza. I possibili effetti avversi a breve, medio e lungo termine non sono oggi scrutinabili sia in considerazione dell’inadeguatezza della farmacovigilanza in atto e dei criteri utilizzati per accertare la correlazione degli eventi avversi al vaccino, sia per la mancanza e poca trasparenza degli studi condotti, sia perché difetta il dato temporale, l’unico in grado di rivelare se i soggetti inoculati corrono un maggior rischio di contrarre malattie autoimmuni, o cancro o altre patologie sistemiche: di qui la rilevanza della mancanza di studi sulla genotossicità e cancerogenicità.
In mancanza dei requisiti di efficacia e di sicurezza anche l’invocato principio di solidarietà sociale non vale a reprimere il diritto di autodeterminazione del singolo e di inviolabilità del corpo.
Sia consentito rammentare da ultimo che il cuore pulsante del nostro ordinamento è dato dai principi fondamentali sanciti dai primi 12 articoli della Costituzione, considerati immutabili in quanto rappresentano lo spirito stesso della Carta.
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Essi sanciscono il diritto al lavoro, il principio di eguaglianza, il principio di non discriminazione, il diritto alla pace ed il ripudio della guerra, l’obbligo di tutela delle minoranze, il diritto al sostentamento e alla partecipazione alla vita economica, politica e sociale della nazione; nessuno di tali principi fa riferimento al concetto astratto di “salute collettiva” e men che meno ad un ipotetico “dovere alla salute”.
La Carta fondamentale è chiara: La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Tale divieto va inteso in senso assoluto e pone un argine esplicito ed invalicabile alla possibilità del legislatore e ai giudici costituzionali di bilanciare diritti e doveri: “in nessun caso” esplicitamente non ammette alcuna eccezione o deroga.
Negare ai cittadini il riconoscimento dei diritti contemplati nei principi fondamentali del nostro ordinamento significa tradire la Costituzione e la Repubblica sulla quale non solo le Istituzioni, ma anche gli operatori del diritto hanno prestato solenne giuramento!
Per tali motivi l’unica pronuncia possibile è di illegittimità della normativa esaminata."
Ove si voglia, quindi, restare fedeli al dettato della Carta Costituzionale e dei suoi principi fondamentali, NON PUO' ESSERVI ALTRA PRONUNCIA SE NON QUELLA DI ILLEGITTIMITA' DELL'OBBLIGO VACCINALE.
⚖️⚖️⚖️
*****************************
🅰️
Obbligo vaccinale: comitato, depositate opinioni "amici curiae"
Alla Corte Costituzionale chiamata a pronunciarsi su legittimità
(ANSA) - NAPOLI, 17 MAG - Numerose associazioni, comitati,
gruppi di giuristi, medici e professionisti hanno deciso di
depositare le proprie opinioni, utilizzando la figura giuridica
"amici curiae" (cioè l'intervento in giudizio di un terzo,
autorizzato dal giudice, per fornire pareri su questioni di
fatto o di diritto) alla Corte Costituzionale, chiamata ad
esprimersi sulla questione di legittimità dell'obbligo vaccinale
sollevata dal Consiglio di giustizia amministrativa della
Regione Sicilia. Lo rende noto l'avvocato napoletano Erich
Grimaldi, presidente del Comitato Cura Domiciliare Covid19, che
fa parte di uno dei gruppi aderenti, tra i quali figurano anche
il comitato radicale "Scienza è Coscienza"; "Umanità e Ragione";
"Immuni per Sempre"; "Noi avvocati per la libertà".
"Le diverse formazioni sociali, - spiega Grimaldi - in
rappresentanza delle categorie di cittadini sottoposte
all'obbligo, hanno affrontato la questione sotto differenti
profili (giuridico, medico-scientifico, epidemiologico),
concordando tutte per l'inevitabilità ed imprescindibilità di
una pronuncia di illegittimità costituzionale dell'obbligo".
(ANSA).
🅰️
Essi sanciscono il diritto al lavoro, il principio di eguaglianza, il principio di non discriminazione, il diritto alla pace ed il ripudio della guerra, l’obbligo di tutela delle minoranze, il diritto al sostentamento e alla partecipazione alla vita economica, politica e sociale della nazione; nessuno di tali principi fa riferimento al concetto astratto di “salute collettiva” e men che meno ad un ipotetico “dovere alla salute”.
La Carta fondamentale è chiara: La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Tale divieto va inteso in senso assoluto e pone un argine esplicito ed invalicabile alla possibilità del legislatore e ai giudici costituzionali di bilanciare diritti e doveri: “in nessun caso” esplicitamente non ammette alcuna eccezione o deroga.
Negare ai cittadini il riconoscimento dei diritti contemplati nei principi fondamentali del nostro ordinamento significa tradire la Costituzione e la Repubblica sulla quale non solo le Istituzioni, ma anche gli operatori del diritto hanno prestato solenne giuramento!
Per tali motivi l’unica pronuncia possibile è di illegittimità della normativa esaminata."
Ove si voglia, quindi, restare fedeli al dettato della Carta Costituzionale e dei suoi principi fondamentali, NON PUO' ESSERVI ALTRA PRONUNCIA SE NON QUELLA DI ILLEGITTIMITA' DELL'OBBLIGO VACCINALE.
⚖️⚖️⚖️
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Obbligo vaccinale: comitato, depositate opinioni "amici curiae"
Alla Corte Costituzionale chiamata a pronunciarsi su legittimità
(ANSA) - NAPOLI, 17 MAG - Numerose associazioni, comitati,
gruppi di giuristi, medici e professionisti hanno deciso di
depositare le proprie opinioni, utilizzando la figura giuridica
"amici curiae" (cioè l'intervento in giudizio di un terzo,
autorizzato dal giudice, per fornire pareri su questioni di
fatto o di diritto) alla Corte Costituzionale, chiamata ad
esprimersi sulla questione di legittimità dell'obbligo vaccinale
sollevata dal Consiglio di giustizia amministrativa della
Regione Sicilia. Lo rende noto l'avvocato napoletano Erich
Grimaldi, presidente del Comitato Cura Domiciliare Covid19, che
fa parte di uno dei gruppi aderenti, tra i quali figurano anche
il comitato radicale "Scienza è Coscienza"; "Umanità e Ragione";
"Immuni per Sempre"; "Noi avvocati per la libertà".
"Le diverse formazioni sociali, - spiega Grimaldi - in
rappresentanza delle categorie di cittadini sottoposte
all'obbligo, hanno affrontato la questione sotto differenti
profili (giuridico, medico-scientifico, epidemiologico),
concordando tutte per l'inevitabilità ed imprescindibilità di
una pronuncia di illegittimità costituzionale dell'obbligo".
(ANSA).
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Forwarded from Avv. Erich Grimaldi - UCDL (Erich Grimaldi)
✅ore 19.30 del 17 maggio, diretta sulla mia pagina con l’avv. Olga Milanese
👇👇👇
https://www.facebook.com/avvocatoerichgrimaldi
📌📌Si parlerà dell’opinione amici curiae depositata innanzi alla Corte Costituzionale con riferimento alla questione di legittimità sollevata da Consiglio di Giustizia Amministrativo della regione Sicilia sull’OBBLIGO VACCINALE
👇👇👇
https://www.facebook.com/avvocatoerichgrimaldi
📌📌Si parlerà dell’opinione amici curiae depositata innanzi alla Corte Costituzionale con riferimento alla questione di legittimità sollevata da Consiglio di Giustizia Amministrativo della regione Sicilia sull’OBBLIGO VACCINALE
Forwarded from Avv. Erich Grimaldi - UCDL (Erich Grimaldi)
🔵👇👇👇VIDEO👇👇👇🔵
https://fb.watch/d3Ksyy3O_g/
✅Condividi la diretta del 17 maggio con l’avv. Olga Milanese
📌Opinione amici curiae depositata innanzi alla Corte Costituzionale con riferimento alla questione di legittimità sollevata dal Consiglio di Giustizia Amministrativo della regione Sicilia sull’OBBLIGO VACCINALE
https://fb.watch/d3Ksyy3O_g/
✅Condividi la diretta del 17 maggio con l’avv. Olga Milanese
📌Opinione amici curiae depositata innanzi alla Corte Costituzionale con riferimento alla questione di legittimità sollevata dal Consiglio di Giustizia Amministrativo della regione Sicilia sull’OBBLIGO VACCINALE