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L’INDIPENDENTE
La Casa Bianca pubblica le propria versione sull’origine del Covid e le politiche pandemiche

Nel pieno della guerra commerciale che si combatte a colpi di dazi, un’altra battaglia si affronta tramite stoccate in punta di veline e di documenti ufficiali. La Casa Bianca ha trasformato il sito istituzionale Covid.gov, un contenitore di notizie su test e vaccini Covid, in una lavagna digitale da guerra fredda, facendone una pagina intitolata Lab Leak: The True Origins of Covid-19. Per cinque anni, come abbiamo evidenziato spesso su L’Indipendente, la teoria dell’origine artificiale del SARS-CoV-2 è stata liquidata come “complottista” – con i media di massa schierati fin da subito a sostegno dell’ipotesi dell’origine naturale – finendo, con la complicità delle Big Tech, per essere censurata dai social dietro la pressione dell’intelligence e dell’amministrazione Biden.

In un periodo di elezioni, qual era il 2020, la politica è entrata a gamba tesa contro la ricerca della verità: sostenere la tesi della fuga dal laboratorio di Wuhan sarebbe stato un punto a favore di Trump. Ora, il vento è cambiato, il tycoon è tornato a Washington e ha intenzione di smantellare l’informazione dominante, non senza lesinare attacchi ad personam ai suoi vecchi e nuovi nemici. Con Trump di nuovo in sella e armato di tutto punto per la sua crociata contro il Deep State tecnosanitario, si segna un cambio di rotta, con il sostegno alla teoria dell’origine artificiale del virus, presentata dal sito della White House come la spiegazione più plausibile per l’origine della pandemia.

Apriti cielo: le testate mainstream sono tornate a strombazzare titoli in cui si attacca il tycoon, reo di diffondere teorie complottiste sulla pandemia, strizzando l’occhio ai no vax, sebbene con meno vigore rispetto a quando bastava citare Wuhan per essere banditi da YouTube. Sono, infatti, mesi che, come abbiamo già riscontrato in numerosi articoli, la teoria sull’origine artificiale del SARS-CoV-2, da vero proprio tabù, è diventata ormai la tesi dominante, attestata non solo da ammissioni, seppure a denti stretti, di eminenti scienziati, ma accreditata anche da numerose inchieste che riportano come i servizi segreti americani, tedeschi e britannici avessero da subito suffragato questa ipotesi, celandola però all’opinione pubblica.

La Casa Bianca nella pagina denominata «Lab Leak», allega e sintetizza un documento di 557 pagine: si tratta del Rapporto Finale del Comitato Selezionato sulla Pandemia di Coronavirus della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, datato 4 dicembre 2024, che analizza in modo critico la gestione della pandemia di Covid-19, con lo scopo di trarre lezioni e delineare una strategia per il futuro. Il rapporto conclude che il virus SARS-CoV-2 è molto probabilmente emerso a seguito di un incidente di laboratorio presso il Wuhan Institute of Virology (WIV), che il NIH (National Institutes of Health) ha finanziato le ricerche nel campo del guadagno di funzione in collaborazione con WIV, accusa la Cina e alcuni enti scientifici internazionali di aver cercato di coprire le informazioni sull’origine del virus e punta il dito contro il dr. Anthony Fauci (graziato preventivamente da Biden poche ore prima dell’insediamento ufficiale di Trump). Infine, demonizza la gestione della pandemia da parte dell’ex governatore di New York Andrew Cuomo, imputa ad alcuni funzionari, come il dr. David Morens, il reato di distruzione di prove e l’uso di e-mail personali per aggirare la legge e accusa l’amministrazione Biden di aver ostacolato le indagini del comitato, limitando l’accesso a testimoni e docum[...]
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L’INDIPENDENTE La Casa Bianca pubblica le propria versione sull’origine del Covid e le politiche pandemiche Nel pieno della guerra commerciale che si combatte a colpi di dazi, un’altra battaglia si affronta tramite stoccate in punta di veline e di documenti…
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https://cdn.lindipendente.online/wp-content/uploads/2025/04/Anthony-fauci.jpg L’immunologo statunitense Anthony Fauci
Riprendendo il rapporto della Camera dei rappresentanti, secondo la Casa Bianca il virus presenta caratteristiche biologiche non riscontrate in natura, ​(«Secondo quasi tutti i parametri scientifici, se ci fossero state prove di un’origine naturale, sarebbero già emerse. Ma non è successo») e tutti i casi di Covid-19 derivano da un’unica introduzione nell’uomo, contrariamente a precedenti pandemie con eventi di spillover multipli. Inoltre, si evidenzia che il Wuhan Institute of Virology (WIV), situato nella città dove è emerso il virus, ha una storia di ricerche sul guadagno di funzione condotte con livelli di biosicurezza inadeguati.​

La pubblicazione The Proximal Origin of SARS-CoV-2 sarebbe stata sollecitata da Fauci per screditare la teoria della fuga da laboratorio e indottrinare la stampa mainstream. Per quanto sia ormai nota la controversa condotta di Fauci e la sua opera di insabbiamento, il documento della Casa Bianca è chiaramente un pretesto per attaccare i nemici storici di Trump. Proprio Fauci e i suoi collaboratori vengono messi sotto accusa per aver ostacolato le indagini sul Covid della sottocommissione del Congresso.

La Casa Bianca, inoltre, punta il dito anche contro la EcoHealth Alliance, guidata dal dr. Peter Daszak, rea di aver utilizzato fondi pubblici statunitensi per facilitare ricerche pericolose sul guadagno di funzione a Wuhan, violando i termini del finanziamento del National Institutes of Health (NIH).​ Su questo punto erano emersi interessanti documenti quando il DOGE, su iniziativa di Elon Musk, aveva iniziato l’opera di smantellamento dell’USAID. Con un post su X, l’imprenditore sudafricano aveva incolpato l’Agenzia di aver finanziato indagini su armi biologiche e di essere coinvolta nella diffusione del Covid-19, citando indirettamente il programma PREDICT, poi soppiantato dal Global Virome Project (GVP), ideato proprio da Daszak per scoprire e catalogare migliaia di nuovi virus che potrebbero diffondersi in natura o rappresentare un rischio per la biosicurezza globale.

Tornando al Lab Leak, non mancano gli attacchi anche all’OMS, da cui gli Stati Uniti hanno deciso di sganciarsi: ed è proprio questo l’alibi per accusare la Cina, il nuovo nemico degli USA sullo scacchiere geopolitico: «La risposta dell’OMS alla pandemia di COVID-19 è stata un fallimento totale perché ha ceduto alle pressioni del Partito Comunista Cinese e ha anteposto gli interessi politici della Cina ai suoi doveri internazionali». Infine, si afferma che le raccomandazioni sul distanziamento sociale e l’uso delle mascherine non erano basate su prove scientifiche conclusive, e che i lockdown prolungati hanno causato danni incalcolabili alla salute mentale e fisica degli americani, «con un effetto particolarmente negativo sui cittadini più giovani».

Sebbene il Lab Leak non sia altro che un epico regolamento di conti in salsa MAGA – un modo elegante per decapitare (retoricamente) Fauci, delegittimare l’OMS, e addossare milioni di morti alla Cina – ripropone cruciali interrogativi sulla gestione della pandemia e sull’origine del virus, che sono stati troppo a lungo occultati. Dietro i riflettori puntati su Fauci, Daszak, EcoHealth e le e-mail notturne tra burocrati in camice e funzionari in doppiopetto, rimane il vero paradosso: non sappiamo con certezza da dove sia arrivato il virus, ma sappiamo esattamente chi ha fatto di tutto per non farcelo scoprire. E questa, più che una teoria del complotto, somiglia a un teorema dell’opportunismo. Tuttavia, anziché affrontare i dilemmi aperti con spirito critico, il dibattito resta impantanato tra l’accusa di “disinformazione” e il dogma della “scienza ufficiale” – come se la verità fosse una farfalla che si può acchiappare col retino dei fact-checkers.
L’INDIPENDENTE
Bosnia, proteste dei trasportatori: centinaia di camion in piazza

Oltre 500 camion hanno occupato le strade della capitale bosniaca, Sarajevo, protestando contro quella che ritengono l’incapacità del governo di aiutare il settore dei trasporti. In particolare, i lavoratori criticano le eccessive barriere amministrative e le tasse troppo alte. I lavoratori chiedono il rimborso delle accise sul petrolio e procedure amministrative più snelle alla frontiera, da realizzare attraverso la digitalizzazione, per ridurre la burocrazia e le lunghe code.

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