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Comunicazioni ufficiali dell'Associazione PeaceLink www.peacelink.it
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Comunicato stampa
Il nuovo rapporto ONU sul clima è allarmante ed è il più dettagliato mai presentato fino a ora. Afferma che i cambiamenti climatici sono "inequivocabilmente" causati dalle attività umane e stanno provocando disastrosi effetti "senza precedenti". Gli esperti dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dell'ONU nel loro rapporto hanno documentato lo scioglimento dei ghiacci che sta causando l'immissione di miliardi di tonnellate di acqua negli oceani provocando il contemporaneo innalzamento del livello dei mari. L'ultimo decennio, secondo gli esperti dell'ONU, è stato il periodo più caldo probabilmente degli ultimi 125 mila anni e i livelli di anidride carbonica, a causa delle attività umane, sono i più alti degli ultimi due milioni di anni. Se non si interviene subito si va verso un futuro in cui milioni di persone saranno costrette a migrare dalle zone costiere sommerse dalle acque e dalle aree inaridite del pianeta. L'ONU parla apertamente di "codice rosso per l'umanità".
Di fronte a questo crescente disastro in atto, Greta Thunberg ha dichiarato che "siamo in una situazione di emergenza" e che "sta a noi prendere decisioni basate sulle prove scientifiche fornite in questi rapporti".
In Italia il simbolo dell'emergenza climatica sono gli altoforni a carbone e le cokerie dell'ILVA di Taranto, gli unici impianti di questo genere ancora rimasti nella nostra nazione. Tali impianti raddoppiano le emissioni climalteranti alimentando anche le centrali termoelettriche dello stabilimento che bruciano gas siderurgici in continuazione. Per questo imponente rilascio complessivo di CO2 l'ILVA è stato definito un "climate monster" in quanto ha un impatto sul clima superiore persino rispetto alle centrali a carbone. PeaceLink in questi anni ha più volte sostenuto la necessità di fermare l'area a caldo dello stabilimento ILVA di Taranto per il disastro ambientale documentato dalla magistratura con la recente condanna in primo grado. Da quella condanna occorre partire nella consapevolezza che abbiamo di fronte, oltre al disastro ambientale, anche il disastro climatico. Siamo di fronte a due disastri ecologici, uno locale e uno globale.
Quello di Taranto è un ciclo siderurgico insostenibile per gli uomini e per il clima. Non potrà continuare così. E' ragionevole attendersi una ulteriore perdita di competitività di quello stabilimento sotto i colpi di una futura "carbon tax". Lo stabilimento di Taranto ha perciò gli anni contati e comunque non ha più futuro. Toglie speranza al pianeta oltre che alle persone. Hanno gli anni contati tutte le attività basate sul carbone. Il carbone è una ormai ferita all'ambiente e al futuro. E l'ILVA è oggi un gigantesco divoratore di carbone.
I governi, di fronte al rapporto ONU, dovranno necessariamente anticipare l'eliminazione del carbone dai cicli produttivi. E per il governo italiano questo significa azioni immediate per la transizione ecologica e quindi per l'eliminazione degli unici altoforni a carbone che sono rimasti in Italia: quelli dell'ILVA.
Chi si opporrà alla eliminazione del carbone sarà moralmente ed economicamente corresponsabile del disastro climatico in atto. Un disastro su cui i governi perderanno il controllo con effetti catastrofici.
PeaceLink invierà al ministro Cingolani una richiesta di cronoprogramma per chiedere la pianificazione della riduzione dell'uso del carbone dell'ILVA, con una quantificazione oggettiva e certa delle riduzione programmate di emissioni di CO2 nei prossimi 48 mesi.
Il tempo degli indugi amletici è finito e sicuramente quello che il governo non potrà autorizzare è il ritorno alla produzione a 6 milioni di tonnellate/anno di acciaio che - oltre ad un rischio sanitario inaccettabile - comporterebbe una totale insensibilità rispetto al grido di allarme dell'ONU e degli scienziati. Un governo decente non può più autorizzare aumenti dell'uso di carbone nell'ILVA.
PeaceLink chiede al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani un programma di reimpiego dei lavoratori dell'ILVA in esubero nell'ambito di programma di riforestaz
ione e di riassorbimento della CO2, compensando ciò che lo stabilimento in questi anni ha fatto, inquinando e rendendosi corresponsabile del cambiamento climatico in atto.
Taranto è maglia nera delle città italiane con solo 9 metri quadri di verde urbano per abitante. Sarebbe straordinario vedere i lavoratori dell'ILVA in esubero ripagare la città dei danni inferti con un programma di riforestazione per compensare la CO2 prodotta dallo stabilimento. Le dimensioni della riforestazione necessaria a ottenere la compensazione della CO2 dell'area a caldo sono mastodontiche e forse oggi irrealizzabili, ma cominciare a far piantare alberi agli operai degli altoforni sarebbe un grande segnale di svolta, simbolico ma profetico, per porre fine a Taranto all'età del carbone. E sarà importante far piantare gli alberi giusti. Esistono infatti avanzate sperimentazioni su alberi che sono in grado di disinquinare il suolo e che possono bonificare i terreni contaminati dai metalli pesanti e dagli inquinanti persistenti. All'assorbimento della CO2 può essere associato quest'ulteriore e virtuoso assorbimento delle sostanze contaminanti. Non solo. Un progetto di questo tipo porterebbe a Taranto una nuova filiera economica, basata sui polimeri naturali, sui biocarburanti e sull'economia circolare. I nuovi polimeri naturali, capaci di sostituire la filiera della plastica - altra grande emergenza ambientale - si ottengono ad esempio dai pioppi che sommano le interessanti prospettive di disinquinamento dei terreni alla produzione di fibre naturali alternative alla plastica.
Gli alberi sono il futuro. Il carbone è il passato. Occorre scegliere e progettare uno sviluppo sostenibile mentre il disastro ambientale ci sovrasta.

Alessandro MarescottiPresidente di PeaceLink www.peacelink.it
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#mediawatch

In questi venti anni sono state manipolate le informazioni sull'#Afghanistan.
E' il momento di far capire come è stata sistematicamente ingannata l'opinione pubblica.
I Pentagon Papers erano i documenti top-secret contenenti le bugie raccontate sul Vietnam (7.000 pagine). Con gli Afghanistan Papers emergono le prime menzogne (2.000 pagine).
Intanto gli USA si oppongono ad un'inchiesta della Corte Penale Internazionale sui crimini di guerra.
https://www.peacelink.it/mediawatch/a/48690.html
In Afghanistan l'occupazione delle truppe USA e Nato aveva tollerato la pratica del Bacha Bazi, i bambini stuprati, i "bambini per gioco", minori, maschi, costretti a indossare abiti femminili ed essere sfruttati sessualmente da uomini molto più grandi di loro. https://www.peacelink.it/conflitti/a/48697.html
Quali progressi erano stati fatti sul piano civile dal 2002 al 2010 in #Afghanistan mentre D'Alema diceva che stavamo salvando gli afghani e che i pacifisti dovevano essere "orgogliosi" della missione militare? Nessuno, anzi, la guerra aveva fatto regredire gli indicatori statistici più delicati relativi alla speranza di vita e alla scuola: "L’aspettativa di vita è scesa da 46,6 a 44,6 anni. L’alfabetizzazione è diminuita dal 36 al 28%". Questo diceva la CIA nei suoi archivi consultabili pubblicamente. In crescita c'erano gli indicatori negativi: "La mortalità infantile è aumentata del 4,6% tra il 2002 e il 2010. Tra il 2002 e il 2009 la popolazione sotto la soglia di povertà è cresciuta dal 23 al 36%".
Ma i governi USA/NATO dicevano l'opposto.
La CIA diceva la verità e i governi le menzogne. Dato che i politici venivano smentiti dalle statistiche della CIA, i governi hanno manipolato i dati. E hanno costruito bugie con statistiche fasulle. Tutto documentato negli "Afghanistan Paper" che il Washington Post sta pubblicando in questi giorni a puntate. Duemila pagine di documenti top-secret che raccontano le bugie di guerra che adesso dobbiamo conoscere. Soldati mandati a morire per nulla, per una guerra drogata dalle menzogne sugli aiuti ai civili. Se avessimo conosciuto la verità, tante persone non sarebbero morte in venti anni di fallimenti militari e civili. La guerra è stata un colossale fallimento ma ancora maggiore è stato il fallimento civile che è stato mascherato manipolando i dati statistici afghani. Condividete questo messaggio di #PeaceLink. La verità è importante. La gente deve sapere che è stata ingannata in questi venti anni di #guerra.
Domani alle 22 facciamo una videoconferenza per avviare una campagna per l'abolizione del carcere di Guantanamo. Link www.peacelink.it/riunione
Parte da oggi, 31 agosto 2021, la Campagna Guantanamo e chiunque può firmare la lettera che invieremo al Presidente del Consiglio Mario Draghi. L'obiettivo è fare pressione sul governo italiano perché richieda al presidente USA Joe Biden la chiusura della prigione americana di Guantanamo, luogo di torture e di violazioni dei diritti umani, oltre che delle Convenzioni di Ginevra. Guantanamo si trova geograficamente nella base USA dell'isola di Cuba.


Per firmare il link è https://www.peacelink.it/guantanamo

Per favore, diffondi questo messaggio, mandalo ad almeno tre tuoi amici e condividilo sui social.
Grazie!

Materiale informativo lo trovi qui:
Cosa è Guantanamo https://lists.peacelink.it/dirittiglobali/2021/08/msg00011.html
Planning della campagna https://lists.peacelink.it/dirittiglobali/2021/08/msg00010.html

Per la Campagna Guantanamo
Alessandro Marescotti
Stasera alle ore 22 videoincontro della Campagna Guantanamo. Vorremmo allargare la nostra attività alla campagna Assange. Inoltre le pacifiste americane di Codepink hanno lanciato una campagna di solidarietà per Daniel Hale, in carcere perché ha rivelato le uccisioni di civili con i droni USA. Il filo conduttore della nostra campagna è quello dei crimini compiuti in nome della lotta al terrorismo, dalle torture di Guantanamo, alle uccisioni di civili con i droni fino alla persecuzione di tutti quelli che hanno rivelato i crimini violando segreti militari. Link per collegarsi stasera alle ore 22: www.peacelink.it/riunione
COMUNICATO STAMPA


Questo è il link della recente pubblicazione scientifica su Environmental Research del lavoro di ricerca sulla mortalità di Taranto, che ha certificato, con significatività statistica, 1020 decessi in eccesso dal 2011 al 2019, nei 3 quartieri nord della città (i più vicini al polo industriale), rispetto ai valori attesi calcolati su base regionale.


"Use of official municipal demographics for the estimation of mortality in cities suffering from heavy environmental pollution"

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0013935121013025


su Environmental Research 9/9/2021



Dichiarazione di PeaceLink: "Questa ricerca pubblicata su una rivista internazionale di alto profilo scientifico conferma un eccesso di mortalità nei tre quartieri più vicini all'area industriale di Taranto. E ci spinge a chiedere azioni risolutive perché è evidente, dai dati pubblicati, che ogni anno che passa muoiono troppe persone che hanno la sola colpa di vivere troppo vicine alla ciminiere. Una palese violazione del diritto alla vita che lo Stato avrebbe il dovere di proteggere".



Alessandro Marescotti


Presidente di PeaceLink  
Nasce la campagna "Italiani per Hale".

Da ieri è stata costituito il gruppo Facebook https://www.facebook.com/groups/italianiperhale
L’obiezione di coscienza di Daniel Hale
Italiani per Hale
L’ex analista dell'intelligence Usa è in carcere perché ha svelato i danni collaterali dei droni. Ha detto: "Abbiamo ucciso persone che non c’entravano nulla con l’11 settembre". Alex Zanotelli aderisce a questa campagna e dice: “Daniel Hale è un eroe del nostro tempo, è un dovere sostenerlo".
https://www.peacelink.it/peacelink/italianiperhale
Nasce la campagna "Italiani per Hale".

Da ieri è stata costituito il gruppo Facebook https://www.facebook.com/groups/italianiperhale
L’obiezione di coscienza di Daniel Hale
Italiani per Hale
L’ex analista dell'intelligence Usa è in carcere perché ha svelato i danni collaterali dei droni. Ha detto: "Abbiamo ucciso persone che non c’entravano nulla con l’11 settembre". Alex Zanotelli aderisce a questa campagna e dice: “Daniel Hale è un eroe del nostro tempo, è un dovere sostenerlo".
https://www.peacelink.it/peacelink/italianiperhale
Foto da Alessandro Marescotti
Disegno di Gianluca Costantini
#ILVA

Transizione ecologica, necessario un nuovo blocco sociale
I tempi nuovi richiedono un sindacato che, facendosi carico del destino dei lavoratori, si faccia carico anche del destino degli “altri”, di quelli che sono fuori del muro di cinta della fabbrica. Un tempo gli studenti andavano ai cancelli delle fabbriche per unirsi agli operai. Oggi a Taranto vanno a quei cancelli apponendo dei lucchetti e scrivendoci sopra “chiusura”.
L'articolo integrale su https://www.terzogiornale.it/2021/10/04/ex-ilva-necessario-un-nuovo-blocco-sociale/
Condividi la mobilitazione contro l'estradizione di Assange negli Stati Uniti e per la sua libertà. La detenzione di Assange è illegale. Clicca su questo link che contiene i collegamenti alle informazioni più importanti per partecipare alla campagna per Assange https://canyon-silence-597.notion.site/Free-Assange-dfbf6b75b2694abcb85e248e19e84076
Forwarded from Economia disarmata
"Il caso Taranto" è il cuore dei problemi ambientali italiani. Città Nuova continua il suo percorso per contribuire al dibattito in vista della Settimana sociale "Il Pianeta che speriamo". Vi aspettiamo al dialogo on line sul canale YouTube di Città Nuova: https://youtu.be/LCDWZPMPyd0