La moneta non è una risorsa naturale, ma un’invenzione umana, creata da banche centrali e governi. La sua quantità in circolazione non è fissa: è una decisione politica, come scegliere quanta acqua versare in un bicchiere. Più se ne crea, più ce n’è nell’economia; meno se ne crea, meno circola. La spesa pubblica è il primo passo: lo Stato spende per pagare stipendi, servizi, infrastrutture, immettendo moneta nel sistema. Solo dopo, con le tasse, ne recupera una parte. È come se lo Stato accendesse una fontana per far scorrere l’acqua: senza quel flusso iniziale, non ci sarebbe nulla da raccogliere. Quindi, le tasse non finanziano la spesa pubblica; è la spesa che rende possibili le tasse, perché prima deve esistere la moneta da tassare.”
Per Mattarella l’esercito europeo è un’evoluzione naturale dell’Ue…
Direi che è vero, la morte della Repubblica italiana è la naturale evoluzione dell’Ue.
Il problema è che la cosa continua ad essere leggermente eversiva nel silenzio generale…
Direi che è vero, la morte della Repubblica italiana è la naturale evoluzione dell’Ue.
Il problema è che la cosa continua ad essere leggermente eversiva nel silenzio generale…
Vi aspetto alle 15 su Money. Non mancate! “Psicoreati e innocenti in carcere” https://www.youtube.com/live/CmDExtnDnQQ?si=sHv6q-VIGKsGgwKj
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PSICOREATI E INNOCENTI IN CARCERE - MARCO MORI - Memento Mori
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Una piazza contro la sovranità italiana non solo fa ribrezzo, ma è eversiva. Se esistesse ancora un minimo di legalità nel Paese chi vuole distruggere la Repubblica starebbe in galera, non in piazza.
https://x.com/sabrysocial/status/1901953445134757931?s=52&t=ZOJ6js4ANW_sKcKuIcrKEQ
Draghi più eversivo che mai in Parlamento…
Draghi più eversivo che mai in Parlamento…
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🚨⚠️⚠️⚠️⚠️⚠️
Il discorso più eversivo della storia italiana è stato portato oggi in Parlamento dall’emissario di sua maestà, Mario Draghi:
“Occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei per lingua, metodi, armamenti…
Il discorso più eversivo della storia italiana è stato portato oggi in Parlamento dall’emissario di sua maestà, Mario Draghi:
“Occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei per lingua, metodi, armamenti…
La parte finale del discorso di Draghi, dove si lancia nell’eversione più pura, trascritta:
“Il Rapporto nella sua terza parte affronta le maggiori vulnerabilità a cui è esposta l’Unione Europea e, tra queste, la difesa. Occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei per lingua, metodi, armamenti e che sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali operando come sistema della difesa continentale. Dal punto di vista industriale ed organizzativo questo vuol dire favorire le sinergie industriali europee concentrando gli sviluppi su piattaforme militari comuni (aerei, navi, mezzi terresti, satelliti) che consentano l’interoperabilità e riducano la dispersione e le attuali sovrapposizioni nelle produzioni degli Stati membri. Nelle ultime settimane, la Commissione ha dato il via a un ingente piano di investimenti nella difesa dell’Europa. Mentre si pianificano nuove risorse, occorrerebbe che l’attuale procurement europeo per la difesa – pari a circa 110 miliardi di euro nel 2023 – fosse concentrato su poche piattaforme evolute invece che su numerose piattaforme nazionali, nessuna delle quali veramente competitiva perché essenzialmente dedicata ai mercati domestici.
L’effetto del frazionamento è deleterio: a fronte di investimenti complessivi comunque elevati, i Paesi europei alla fine acquistano gran parte delle piattaforme militari dagli Stati Uniti. Tra il 2020 e il 2024, gli Stati Uniti hanno fornito il 65% dell’importazione di sistemi di difesa degli Stati Europei aderenti alla NATO. Nello stesso periodo l’Italia ha importato circa il 30% dei suoi apparati di difesa dagli Stati Uniti.
Se l’Europa decidesse di creare la sua difesa e di aumentare i propri investimenti superando l’attuale frazionamento, invece di ricorrere in maniera così massiccia alle importazioni, essa ne avrebbe certamente un maggior ritorno industriale, nonché un rapporto più equilibrato con l’alleato atlantico anche sul fronte economico. Questa grande trasformazione è in realtà necessaria non solo per le complessità geopolitiche cui stiamo assistendo, ma anche per via della rapidissima evoluzione della tecnologia che ha stravolto il concetto di difesa e di guerra.
Se consideriamo ad esempio i droni, una stima delle forze armate ucraine rivela che dall’inizio del conflitto circa il 65% degli obiettivi centrati è stato colpito da velivoli senza pilota. Non solo i droni, ma anche l’intelligenza artificiale, i dati, la guerra elettronica, lo spazio e i satelliti, la silenziosa cyberguerra hanno assunto un ruolo importantissimo dentro e fuori i campi di battaglia.
La difesa oggi non è più solo armamento ma anche tecnologia digitale. È il concetto stesso di difesa che evolve nel più ampio concetto di sicurezza globale. La convergenza tra tecnologie militari e tecnologie digitali porta alla sinergia dei diversi sistemi di difesa dell’aria, del mare, di terra e dello spazio. Occorre quindi dotarsi di una strategia continentale unificata per il cloud, il supercalcolo e l’intelligenza artificiale, la cyber sicurezza.
Questo sviluppo non può che avvenire su scala europea. La difesa comune dell’Europa diventa pertanto un passaggio obbligato per utilizzare al meglio le tecnologie che dovranno garantire la nostra sicurezza. Persino la nostra valutazione dell’investimento in difesa, oggi basata sul computo delle sole spese militari, andrà modificata per includere gli investimenti su digitale, spazio e cybersicurezza che diventano necessari alla difesa del futuro. Per tutto ciò occorre iniziare un percorso che ci porterà a superare i modelli nazionali e a pensare a livello continentale. Tutto questo riguarda non solo la nostra sicurezza ma anche la presenza dell’Europa tra le grandi potenze. Le decisioni a cui il Rapporto chiama l’Europa sono ancor più urgenti oggi quando la necessità di difendersi e di farlo presto è al centro dell’attenzione e delle preoccupazioni della maggioranza dei cittadini europei.
“Il Rapporto nella sua terza parte affronta le maggiori vulnerabilità a cui è esposta l’Unione Europea e, tra queste, la difesa. Occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei per lingua, metodi, armamenti e che sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali operando come sistema della difesa continentale. Dal punto di vista industriale ed organizzativo questo vuol dire favorire le sinergie industriali europee concentrando gli sviluppi su piattaforme militari comuni (aerei, navi, mezzi terresti, satelliti) che consentano l’interoperabilità e riducano la dispersione e le attuali sovrapposizioni nelle produzioni degli Stati membri. Nelle ultime settimane, la Commissione ha dato il via a un ingente piano di investimenti nella difesa dell’Europa. Mentre si pianificano nuove risorse, occorrerebbe che l’attuale procurement europeo per la difesa – pari a circa 110 miliardi di euro nel 2023 – fosse concentrato su poche piattaforme evolute invece che su numerose piattaforme nazionali, nessuna delle quali veramente competitiva perché essenzialmente dedicata ai mercati domestici.
L’effetto del frazionamento è deleterio: a fronte di investimenti complessivi comunque elevati, i Paesi europei alla fine acquistano gran parte delle piattaforme militari dagli Stati Uniti. Tra il 2020 e il 2024, gli Stati Uniti hanno fornito il 65% dell’importazione di sistemi di difesa degli Stati Europei aderenti alla NATO. Nello stesso periodo l’Italia ha importato circa il 30% dei suoi apparati di difesa dagli Stati Uniti.
Se l’Europa decidesse di creare la sua difesa e di aumentare i propri investimenti superando l’attuale frazionamento, invece di ricorrere in maniera così massiccia alle importazioni, essa ne avrebbe certamente un maggior ritorno industriale, nonché un rapporto più equilibrato con l’alleato atlantico anche sul fronte economico. Questa grande trasformazione è in realtà necessaria non solo per le complessità geopolitiche cui stiamo assistendo, ma anche per via della rapidissima evoluzione della tecnologia che ha stravolto il concetto di difesa e di guerra.
Se consideriamo ad esempio i droni, una stima delle forze armate ucraine rivela che dall’inizio del conflitto circa il 65% degli obiettivi centrati è stato colpito da velivoli senza pilota. Non solo i droni, ma anche l’intelligenza artificiale, i dati, la guerra elettronica, lo spazio e i satelliti, la silenziosa cyberguerra hanno assunto un ruolo importantissimo dentro e fuori i campi di battaglia.
La difesa oggi non è più solo armamento ma anche tecnologia digitale. È il concetto stesso di difesa che evolve nel più ampio concetto di sicurezza globale. La convergenza tra tecnologie militari e tecnologie digitali porta alla sinergia dei diversi sistemi di difesa dell’aria, del mare, di terra e dello spazio. Occorre quindi dotarsi di una strategia continentale unificata per il cloud, il supercalcolo e l’intelligenza artificiale, la cyber sicurezza.
Questo sviluppo non può che avvenire su scala europea. La difesa comune dell’Europa diventa pertanto un passaggio obbligato per utilizzare al meglio le tecnologie che dovranno garantire la nostra sicurezza. Persino la nostra valutazione dell’investimento in difesa, oggi basata sul computo delle sole spese militari, andrà modificata per includere gli investimenti su digitale, spazio e cybersicurezza che diventano necessari alla difesa del futuro. Per tutto ciò occorre iniziare un percorso che ci porterà a superare i modelli nazionali e a pensare a livello continentale. Tutto questo riguarda non solo la nostra sicurezza ma anche la presenza dell’Europa tra le grandi potenze. Le decisioni a cui il Rapporto chiama l’Europa sono ancor più urgenti oggi quando la necessità di difendersi e di farlo presto è al centro dell’attenzione e delle preoccupazioni della maggioranza dei cittadini europei.
Un’Europa che cresce finanzierà più facilmente un fabbisogno finanziario che ormai supera le previsioni del Rapporto.
Un’Europa che riforma il suo mercato dei servizi e dei capitali vedrà il settore privato partecipare a questo finanziamento. Ma l’intervento dello Stato resterà necessario. Gli angusti spazi di bilancio non permetteranno ad alcuni Paesi significative espansioni del deficit, né sono pensabili contrazioni nella spesa sociale e sanitaria: sarebbe non solo un errore politico, ma soprattutto la negazione di quella solidarietà che è parte dell’identità europea, quell’identità che vogliamo proteggere difendendoci dalla minaccia dell’autocrazia. Il ricorso al debito comune è l’unica strada.
Per attuare molte delle proposte presenti nel rapporto, l’Europa dovrà dunque agire come se fosse un solo Stato. Questo può voler dire o una maggiore centralizzazione delle decisioni e delle capacità di spesa, oppure un coordinamento più rapido ed efficace tra i Paesi che, condividendo gli indirizzi di fondo, riusciranno a raggiungere i compromessi necessari per una strada comune. In ogni momento di questo processo i Parlamenti nazionali ed europeo avranno un ruolo essenziale.
Le scelte che ci sono davanti sono di grande momento come forse non mai dalla fondazione dell’Unione Europea.
La politica – e in particolare la politica interna di ogni Stato membro – ne sarà al centro. Voi parlamentari ne sarete protagonisti rispondendo con le vostre decisioni alle aspirazioni, ma anche alle preoccupazioni dei cittadini. Così costruiremo un’Europa forte e coesa perché ogni suo Stato è forte solo se è insieme agli altri e solo se è coeso al suo interno. Grazie”
Un’Europa che riforma il suo mercato dei servizi e dei capitali vedrà il settore privato partecipare a questo finanziamento. Ma l’intervento dello Stato resterà necessario. Gli angusti spazi di bilancio non permetteranno ad alcuni Paesi significative espansioni del deficit, né sono pensabili contrazioni nella spesa sociale e sanitaria: sarebbe non solo un errore politico, ma soprattutto la negazione di quella solidarietà che è parte dell’identità europea, quell’identità che vogliamo proteggere difendendoci dalla minaccia dell’autocrazia. Il ricorso al debito comune è l’unica strada.
Per attuare molte delle proposte presenti nel rapporto, l’Europa dovrà dunque agire come se fosse un solo Stato. Questo può voler dire o una maggiore centralizzazione delle decisioni e delle capacità di spesa, oppure un coordinamento più rapido ed efficace tra i Paesi che, condividendo gli indirizzi di fondo, riusciranno a raggiungere i compromessi necessari per una strada comune. In ogni momento di questo processo i Parlamenti nazionali ed europeo avranno un ruolo essenziale.
Le scelte che ci sono davanti sono di grande momento come forse non mai dalla fondazione dell’Unione Europea.
La politica – e in particolare la politica interna di ogni Stato membro – ne sarà al centro. Voi parlamentari ne sarete protagonisti rispondendo con le vostre decisioni alle aspirazioni, ma anche alle preoccupazioni dei cittadini. Così costruiremo un’Europa forte e coesa perché ogni suo Stato è forte solo se è insieme agli altri e solo se è coeso al suo interno. Grazie”
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“Ma questo vuol dire cedere sovranità?” Il verme risponde “certo…”
Art. 243 cp “Chiunque tiene intelligenze con lo straniero affinche' uno Stato estero muova guerra o compia atti di ostilita' contro lo Stato italiano, ovvero commette altri fatti diretti allo stesso scopo, e' punito con la reclusione non inferiore a dieci anni”.
Atti di ostilità sono proprio tutti quegli atti, diversi dalla guerra, che comprimono la sovranità e l’indipendenza di un Stato.
Draghi non è solo un vile affarista come ci ricordava Cossiga, è un criminale a piede libero.
“Ma questo vuol dire cedere sovranità?” Il verme risponde “certo…”
Art. 243 cp “Chiunque tiene intelligenze con lo straniero affinche' uno Stato estero muova guerra o compia atti di ostilita' contro lo Stato italiano, ovvero commette altri fatti diretti allo stesso scopo, e' punito con la reclusione non inferiore a dieci anni”.
Atti di ostilità sono proprio tutti quegli atti, diversi dalla guerra, che comprimono la sovranità e l’indipendenza di un Stato.
Draghi non è solo un vile affarista come ci ricordava Cossiga, è un criminale a piede libero.
Vi aspetto alle 16 in diretta su Money https://www.youtube.com/live/oL0QGN7iQ0o?si=lc2kdmJ38y_Dtopd
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LE ARMI SVELANO L'INGANNO DEL DEBITO - MARCO MORI - Memento Mori
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Ora in diretta, eccezionalmente su temi legati alla mia professione: https://www.youtube.com/watch?v=lNfV63nkZi8
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Delitto di Garlasco, Alberto Stasi è innocente? - MARCO MORI - Avvocato
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A tutte le sole che pontificano, a sproposito, di economia incensando il libero mercato…
La bilancia dei pagamenti tra Stati deve stare in equilibrio. È inammissibile che si forzino le esportazioni come se non ci fosse un domani. Si deve produrre per i propri cittadini, non per inondare i mercati esteri.
Chi importa va aiutato, chi esporta va contenuto. I dazi sono un primo passo in assenza di regolamentazioni internazionali organiche (penso ad esempio al modello keynesiano proposto a Bretton e scartato dagli affaristi anglo americani).
La bilancia dei pagamenti tra Stati deve stare in equilibrio. È inammissibile che si forzino le esportazioni come se non ci fosse un domani. Si deve produrre per i propri cittadini, non per inondare i mercati esteri.
Chi importa va aiutato, chi esporta va contenuto. I dazi sono un primo passo in assenza di regolamentazioni internazionali organiche (penso ad esempio al modello keynesiano proposto a Bretton e scartato dagli affaristi anglo americani).
I dazi? Sono un’ottima cosa, ecco il perché.
https://youtu.be/_6CprSMTOmc?si=jyCLqByslHZPumjT
Aiutatemi a diffondere!
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I dazi? Sono un’ottima cosa, ecco il perché.
Al netto della propaganda liberista che sentite su media e televisioni vi spiego perché i dazi di Trump sono un’ottima notizia anche per tutti noi
#dazi #ue
#dazi #ue
Un esempio di come i media strumentalizzano la realtà per scopi politici o più spesso solo per acchiappare click. Nulla di meglio per i click della cronaca nera.
Ma diamo due dati.
Nel 2024 sono stati commessi 309 omicidi di cui 113 donne… ma i media sparlano di emergenza femminicidi.
L’incidenza degli omicidi complessiva è stata di 0,54 morti ogni 100.000 abitanti.
Nello stesso periodo gli incidenti stradali hanno avuto un’incidenza di 1,8 morti ogni 100.000 abitanti.
Se proprio si dovesse fantasticare di emergenze allora non si dovrebbe parlare di educazione sentimentale e #patriarcato (🤦♂️), ma di scuola guida.
Ma diamo due dati.
Nel 2024 sono stati commessi 309 omicidi di cui 113 donne… ma i media sparlano di emergenza femminicidi.
L’incidenza degli omicidi complessiva è stata di 0,54 morti ogni 100.000 abitanti.
Nello stesso periodo gli incidenti stradali hanno avuto un’incidenza di 1,8 morti ogni 100.000 abitanti.
Se proprio si dovesse fantasticare di emergenze allora non si dovrebbe parlare di educazione sentimentale e #patriarcato (🤦♂️), ma di scuola guida.
Vi aspetto alle 15:00 in diretta su Money, “I dazi sono una cosa buona!”
https://www.youtube.com/live/6pAGTJPPaTA?si=w3-N-S_FsQCQ6NSM
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I DAZI SONO UNA COSA BUONA - MARCO MORI - Memento Mori
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Al Presidente Mattarella va augurata pronta guarigione come a qualsiasi altro essere umano.
Dal punto di vista Istituzionale lasciatemi però ribadire la sua totale inadeguatezza al ruolo di PdR. Da sempre è una parte politica anziché un arbitro super partes e neppure si può sorvolare sulle sue dimenticanze costituzionali.
Le invocazioni sulle cessioni di sovranità da compiere e il suo sì alla discriminazione nel periodo Covid sono atti palesemente incompatibili con la Costituzione repubblicana.
Dal punto di vista Istituzionale lasciatemi però ribadire la sua totale inadeguatezza al ruolo di PdR. Da sempre è una parte politica anziché un arbitro super partes e neppure si può sorvolare sulle sue dimenticanze costituzionali.
Le invocazioni sulle cessioni di sovranità da compiere e il suo sì alla discriminazione nel periodo Covid sono atti palesemente incompatibili con la Costituzione repubblicana.
Per i genovesi interessati alle imminenti comunali la lista a cui dare una mano è certamente quella composta da DSP e Indipendenza con Francesco Toscano come candidato Sindaco.
Ecco dove firmare per consentirgli di esserci:
studio legale avv. Daniele Granara, via Bartolomeo Bosco 31
🕙 da lunedì a venerdì h 10-19
👉🏻 Comune di Genova - Ufficio elettorale, corso Torino 11, 1º piano
⏱️ lunedì e mercoledì h 8.10- 15.30
martedì, giovedì, venerdì h 8.10-12.30
BANCHETTI (in aggiornamento)
Mercoledì 16 aprile h 16.30-20 via XX Settembre altezza civico 24 (davanti profumeria Charme)
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Onestamente non riesco ad avere un’opinione così negativa di Papa Francesco.
Mi è sempre sembrata una persona che aveva un suo pensiero. Ci sono state anche dichiarazioni molto forti contro il pensiero dominante.
Ad esempio ha sempre avuto un forte approccio critico verso il modello liberista, ha ipotizzato che il conflitto tra Russia e Ucraina derivi dall’abbaiare della NATO alle porte della Russia e parlò di genocidio sulla Palestina.
Il mio giudizio quindi è complessivamente positivo. Una persona che nel bene o nel male pensava autonomamente.
Mi è sempre sembrata una persona che aveva un suo pensiero. Ci sono state anche dichiarazioni molto forti contro il pensiero dominante.
Ad esempio ha sempre avuto un forte approccio critico verso il modello liberista, ha ipotizzato che il conflitto tra Russia e Ucraina derivi dall’abbaiare della NATO alle porte della Russia e parlò di genocidio sulla Palestina.
Il mio giudizio quindi è complessivamente positivo. Una persona che nel bene o nel male pensava autonomamente.