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M A K E D O 🍂 è una piccola enciclopedia portatile dei tanti doni della natura.
Piena di descrizioni, consigli e curiosità.
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🍂🏷 PROCESSO PER LA TINTURA DI FIBRE TESSILI

Prima di tutto, lava il tessuto o il filato, poi immergilo nella soluzione fissativa se necessario, per circa un’ora, per poi risciacquarlo leggermente con acqua fredda.

Per la tintura, riempi una pentola capiente con il doppio dell’acqua rispetto al materiale vegetale e lascia sobbollire per circa un’ora, fino ad ottenere un colore scuro, poiché, in seguito, la tinta risulterà più tenue.

Dopodiché, filtra l'acqua e riversala nella pentola, posizionando con cura il tessuto o il filato, ancora bagnato, nel bagno di tintura.
Portalo ad ebollizione, a fuoco basso, facendolo sobbollire per il tempo che ritieni necessario, mescolando ogni tanto.

Un'ora dovrebbe bastare, ma se preferisci ottenere una maggiore intensità, lascia il tessuto o il filato in ammollo, per un giorno, a fuoco spento, continuando ad aggiungere acqua tiepida.

Quando ottieni il colore desiderato, lava il tessuto o il filato con acqua fredda.

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🍂🏷 PIGMENTI VEGETALI

I pigmenti vegetali sono molecole presenti nelle piante che hanno la capacità di assorbire determinate lunghezze d'onda dello spettro luminoso e di respingerne altre.

La clorofilla è solo uno dei pigmenti vegetali, e quando diminuisce, gli altri pigmenti, come la xantofilla, il carotene e gli antociani, che sono sempre presenti in piccole percentuali nelle piante, riescono ad emergere.

La ragione del mutamento di colore o tonalità durante il processo di tintura, è la reazione chimica di queste molecole con le sostanze leganti aggiunte per il processo di mordenzatura, chiamate mordenti.

Ci sono tantissimi elementi vegetali pronti a sostituire i colori chimici e si possono trovare ovunque.

Guarda anche https://www.tannins.org/it/nature-printing-e-tannino-il-ritorno-ai-colori-vegetali/
I coloranti ottenuti con piante ricche di tannino, possono essere impiegati direttamente sui tessuti, saltando la fase di fissaggio prima della fase di tintura, poiché l'acido tannico, naturalmente presente nei vari ingredienti, fungerà da mordente, fissando il colore al tessuto, aumentando naturalmente la resistenza al lavaggio e alla luce del sole, durando così, più a lungo nel tempo.


🍂🏷 COLORANTI VEGETALI

Nell’elaborazione dei coloranti vegetali, i procedimenti di lavorazione sono diversi a seconda si tratti di estrarli da fiori, bacche, radici, cortecce, foglie, e di leganti specifici dipendenti dal materiale su cui va applicata la tinta.

Guarda anche https://www.kathryndavey.com/pages/learn-to-naturally-dye

I coloranti naturali, modificando volta per volta la ricetta, possono essere impiegati su più superfici.
Oltre ad utilizzarli per tingere le fibre tessili naturali o il cuoio, infatti, possono essere utilizzati per donare colorazioni ad eventuali prodotti artigianali come ad esempio il sapone.
Puoi utilizzarli anche per tingere materiali come l'argilla ed il legno o per dipingere su carta, tela o altri materiali di facile assorbimento.
Se durante la composizione del colorante che hai creato, hai utilizzato esclusivamente ingredienti naturali, e non tossici, puoi anche impiegarlo come colorante alimentare.

Dal punto di vista estetico, le tinture con i coloranti vegetali permettono colorazioni molto diverse da quelle ottenute con i coloranti di sintesi, infatti, non sono mai completamente sature, mantenendo così una qualità di velata trasparenza che conferisce profondità al colore.

Guarda anche https://www.thelesserbear.com/blogs/natural-dyes/natural-dye-journal?utm_source=pinterest&utm_medium=social


Alcuni coloranti vegetali non sono molto resistenti alla luce e vengono chiamati coloranti fugaci, poiché sbiadiscono indipendentemente dalla combinazione dei mordenti.
Questi, quindi, risultano più utili per persone che tingono giusto per il piacere di farlo, o semplicemente per chi vuole creare degli acquarelli o delle tempere da disegno.

Va ricordato che questi coloranti naturali non si conservano molto bene, e con il tempo, se non vengono assorbiti da una superficie, oltre ad alterare le proprie tonalità, possono ammuffire, soprattutto se ottenuti con il procedimento a freddo o non combinati correttamente alle altre sostanze presenti nella ricetta.


🍂🏷 TINTURA NATURALE
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Va ricordato che le pentole e gli strumenti utilizzati durante il processo di tintura, non possono più essere adoperati in cucina, a scopo alimentare.

🍂🏷 PROCESSO PER LA TINTURA DI FIBRE TESSILI
https://t.me/makedolartedelsapere/142
Se utilizzati per tingere il tessuto o il filato, è consigliabile non utilizzare il detersivo per il prelavaggio, poiché si creerebbe una patina in grado di intralciare il processo di assorbimento del colorante.


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🍂🏷 QUALCHE CURIOSITÀ IN PIÙ SULL'UTILIZZO DEI COLORANTI VEGETALI

I coloranti vegetali si rivelano particolarmente efficaci sui tessuti di origine animale, come la lana o la seta.
Il cotone, invece, richiede un trattamento particolare per ottenere buoni risultati.
A differenza delle fibre vegetali, infatti, la lana o i pellami sono costituiti da materiale proteico in grado di legarsi agli elementi responsabili della colorazione con estrema facilità, rimanendo, inoltre, vivaci nel tempo.

🏷I COLORI DEGLI ANTICHI
https://www.lachimicadellecose.it/448089880
🏷LA TINTURA DEI TESSUTI NELL'ANTICHITÀ
https://www.lachimicadellecose.it/448089951

I coloranti acidi sono consigliati principalmente per la lana e la seta, ed i coloranti basici sono a loro volta consigliati per l’applicazione su fibre sintetiche, specialmente su acrilici.

A volte il bagno del colore non si esaurisce con la prima immersione e può essere usato come bagno di recupero per immediate tinture successive, ma ricorda che le tonalità risulteranno più chiare, poiché il colorante è già stato assorbito dalle fibre tessili immerse la prima volta.

I coloranti vegetali ottenuti usando le spezie o le piante essiccate, tenderanno a svanire rapidamente.
Si dice la stessa cosa per quanto riguarda piante come la curcuma, il cavolo rosso o la rapa rossa, poiché pur ottenendo bellissimi colori, non si fissano alle fibre tessili, macchiandole solamente, tendendo così, a svanire lavaggio dopo lavaggio.

🏷 ELENCO SPECIE TINTORIE
https://antropocene.it/2019/12/02/piante-e-specie-tintorie/
🏷PIANTE TINTORIE PER BALCONI E PICCOLI GIARDINI
https://www.magliuomini.it/384-questione-di-fili-le-piante-tintorie-per-balconi-e-piccoli-giardini

Se esci appositamente per raccogliere le piante da utilizzare per la tintura, è consigliato raccogliere le foglie più sviluppate e le bacche o i frutti già maturi, i fiori al mattino nel loro periodo di fioritura e la corteccia o le radici ad inizio primavera.

Guarda anche https://www.solomodasostenibile.it/2020/11/13/ep-25-tutti-i-colori-del-mondo-la-tintura-naturale-per-i-tessuti/

I coloranti vegetali sono una risorsa colorante naturale, tuttavia, il processo di tintura non rimane tale se si vogliono ottenere colori più brillanti e con una maggiore solidità.

La tintura con questi coloranti naturali, infatti, permette la realizzazione di prodotti di ottima qualità su fibre sia animali che vegetali, ma pur sempre con l'utilizzo di mordenti, seppur impiegandone di meno tossici ed inquinanti, per esempio in sostituzione del cromo e di altri metalli pesanti.
Alcuni ingredienti di una eventuale ricetta, però, potrebbero trasformare il colorante ottenuto in una sostanza ugualmente inquinante.
Più è complessa la ricetta, più elevato sarà l'inquinamento dovuto dalle sostanze presenti in essa.

🏷COLORANTI TESSILI E LA LORO CLASSIFICAZIONE
http://artetinctoria.blogspot.com/2015/12/coloranti-e-la-loro-classificazione.html?m=1

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DIPINGIAMO CON I COLORI NATURALI.pdf
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🍂🏷 DIPINGIAMO CON I COLORI NATURALI

Se sei un amante del mondo della pittura e ti appassiona il tema della percezione del colore, questo documento potrebbe interessarti.

L' osservazione della natura riprodotta così com’è e l’utilizzo di pigmenti naturali, tutti diversi l'uno dall'altro, ci rimanda ad un mondo imperfetto, mutevole, nel quale le imperfezioni divengono una ricchezza.

È, inoltre, un ottimo tema per stimolare curiosità, interesse e meraviglia nei bambini sul mondo naturale che li circonda.

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🍂🏷 WILD PIGMENT PROJECT
https://wildpigmentproject.org/pigment-people

Professionisti, ricercatori ed educatori internazionali offrono corsi, programmi educativi e validi consigli riguardanti l'utilizzo di pigmenti vegetali, minerali o derivati da rifiuti, dimostrando, inoltre, la loro versatilità nel campo della colorazione.
https://wildpigmentproject.org/complete-directory
Il progetto promuove l'equilibrio ecologico e le economie rigenerative, fornisce risorse, istruzione sui loro luoghi di origine e le loro storie culturali e mira ad integrare nella quotidianità la tematica dell'utilizzo di questi pigmenti raccolti a mano.

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ORTAGGI LIBERATI .pdf
22.5 MB
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🍂🏷 ORTAGGI LIBERATI

Se sei un sostenitore del concetto di biodiversità anche in cucina, questo documento potrebbe interessarti.

Vengono presentati dieci prodotti espressione della biodiversità orticola pugliese, ricchi di storia, aneddoti e che portano con sé delle tradizioni, conosciute da pochi o dimenticate da molti.

Straordinari per la variegata gamma di sapori e per le loro caratteristiche nutrizionali, spesso rivelatesi molto interessanti.

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🌱🏷CHENOPODIUM ALBUM L.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Chenopodium
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Chenopodium_album

Il Chenopodio Album, noto come Chenopodio Bianco, è una pianta con ciclo annuale, appartenente alla famiglia botanica delle Chenopodiaceae.

Con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (Classificazione APG II) tutte le specie delle Chenopodiaceae sono state incluse nella famiglia delle Amaranthaceae, ed è perciò che troverai ambedue le opzioni durante la tua ricerca.

La famiglia delle Amaranthaceae, con circa 170 generi, comprende circa 2400 specie, mentre il genere Chenopodium comprende circa 150 specie, entrambe abbondantemente presenti nelle zone temperate dell'emisfero boreale e australe.

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🌱🏷 CHENOPODIO BIANCO

È una pianta erbacea spontanea che può superare il metro di altezza, molto comune in certe zone e probabilmente conosciuta maggiormente con il nome di Farinello o Farinaccio.

Il fusto, di tipo eretto, è solcato da strisce longitudinali, con una superficie glabra, che con l’avanzare del tempo, diventa semi-legnoso.

Le foglie sono alterne e dotate di un picciolo, con un margine dentellato che ricorda le zampe d'oca, e molto tenere al tatto.
Sono di un colore verde intenso, con una patina biancastra sulla superficie, simile alla farina.

I fiori formano una piccola spiga posta soprattutto all’apice della pianta, di colore giallo verdastro.

I semi sono molto piccoli, di forma ovale, di un colore scuro e lucido.
Una sola pianta ne può portare a maturazione fino a 60.000, che una volta dispersi, restano vitali per moltissimi anni.

Va ricordato, che trattandosi di una specie polimorfa, l'habitat influisce molto sull'aspetto della pianta stessa.

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CHENOPODIO BIANCO

🍂🏷 PROPRIETÀ

Quest'umile pianta possiede proprietà vitaminizzanti, remineralizzanti, diuretiche, emollienti, lassative, antiflogistiche e digestive, antireumatiche e anche proprietà antielmintiche.

Le foglie sono ricche di micronutrienti quali vitamine A e C, calcio, potassio e ferro, oltre ad apportare una discreta quantità di vitamina B.

Contiene, inoltre,proteine, fibre, e sostanze come betalaine, carotene e acido ascorbico.

Le quantità delle altre sostanze presenti, come le saponine e l'acido ossalico, sono esigue, ma i moderni manuali suggeriscono di moderare il suo consumo, poiché potrebbe recare dei problemi a chi soffre di disturbi renali.

Si prega di informarsi sulle eventuali controindicazioni.

È da evitare anche di utilizzare piante che sono state raccolte in terreni troppo ricchi di azoto.

🍂🏷RIMEDI NATURALI
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CHENOPODIO BIANCO

🍂🏷 RIMEDI NATURALI

In primavera inoltrata, si cominciano a vedere nei campi i primi esemplari di Chenopodio Bianco, e quando sono giovani si possono utilizzare interi, scartando semplicemente la radice.
Il fusto di una pianta adulta, invece, risulta troppo duro, per cui è consigliabile utilizzarne solo le foglie.

Guarda anche https://www.coltivazionebiologica.it/pianta-farinello/

Le giovani foglie sono ricche di fosforo, potassio e vitamina B1.
Nella medicina popolare si assumeva come antielmintico, oppure si preparavano degli infusi con le foglie con proprietà lassative e antiasmatiche.

Guarda anche https://www.casaegiardino.it/giardinaggio/farinello-chenopodium-album.php

L’infuso delle foglie, infatti, è un ottimo rimedio carminativo e digestivo aromatico, utile anche in casi di gastralgia ed indigestione, meteorismo e aerofagia, coliche addominali e diarrea.
Può essere utile anche nei casi di disturbi della vista causati da una mancanza di vitamine, ed in casi di carenza di sali minerali.

Va ricordato che il suo consumo è sconsigliato a chi soffre di disturbi renali, epatici, di artrosi e reumatismi, poiché è ricco di ossalati.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Acido_ossalico
Vale la pena ricordare, però, che le foglie bollite in abbondante acqua perdono quasi tutti gli ossalati.

Si prega di informarsi sulle eventuali controindicazioni.

In fitoterapia, le applicazioni ad uso esterno, invece, come ad esempio gli impacchi delle foglie fresche, vengono consigliati per curare gli ascessi, per accelerare il processo di rimarginazione di ferite di lieve e media entità e per evitare la formazione di bolle in caso di scottature o piccole ustioni.

🍂🏷 PROPRIETÀ
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CHENOPODIO BIANCO

🍂🏷 USI IN CUCINA

Il Chenopodio Bianco, conosciuto appunto come Farinello Bianco o Comune, appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee, di cui fanno parte tante altre piante coltivate a scopo alimentare, come la barbabietola da zucchero e lo spinacio.

Guarda anche https://www.valdericarte.com/farinello-una-manna-infestante

È preferibile consumare i giovani germogli e le foglie della pianta, ed è possibile consumarli crudi, cotti, lessati, in padella o al vapore.
La cottura a vapore, solitamente, è il miglior metodo per mantenere le sostanze nutritive nella pianta, ma nel caso di esemplari non perfettamente freschi e teneri, la lisciviazione di possibili sostanze, quali saponine e ossalati, diventa quasi auspicabile, quindi in tal caso si consiglia perlomeno di cucinarli in acqua.

La bollitura è consigliata anche nel caso ci sia il dubbio che le piante siano cresciute in terreni troppo ricchi di azoto, dovuto da fertilizzanti o concimi, in quanto, potrebbe aver accumulato nitrati tossici.

Guarda anche https://www.naturainmentecalliopea.it/farinaccio-il-gusto-dello-spinacio-in-una-selvatica/

Tecnicamente, il Chenopodio Bianco, assomiglia molto agli spinaci, ed è perfetto per preparare molteplici pietanze, come ad esempio il ripieno di ravioli, cannelloni o torte salate, per i risotti e per le zuppe.

Se mangiato da solo, può essere condito come qualunque verdura lessata, tipicamente con olio, sale e limone o aceto, oppure si può ripassare in padella con o senza aglio, o con l'aggiunta degli ingredienti che più preferisci.
Va ricordato che si riduce molto di volume quando viene cucinato.

Le foglie più tenere sono sempre la scelta migliore, oltre ad essere ottime scottate in padella, possono essere consumate anche crude nelle insalate miste e nelle misticanze.

Le foglie più tenere possono essere utilizzate anche per la preparazione di un delicato pesto, sostituendole al basilico nella medesima ricetta.

Guarda anche https://www.alamy.it/fotos-immagini/farinello-comune.html

Nello stadio più avanzato della crescita della pianta, si possono utilizzare le cime fiorite più tenere come fossero cime di rapa, come per esempio lessate in acqua e condite oppure saltate in padella con olio e cipolla come base per risotti.

🍂🏷 SEMI E FARINA
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I semi che hai lasciato essiccare si possono cuocere come i legumi, dopo averli fatti ammollare in acqua per almeno una notte.
Un altro modo per sfruttare i semi della pianta, è quello di ricavarne una farina.

🍂🏷 RICETTARIO
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🍂🏷 SEMI E FARINA

Non appena la pianta raggiunge la piena maturità, si possono raccogliere i semi per farne una farina.
Quando, stropicciando le infiorescenze tra le mani, i semi cominciano a fuoriuscire facilmente, queste si raccolgono e si completa l’essiccazione in un luogo riparato, su carta o cartone ben asciutti.

Per preparare la farina, ti basterà pestare i semi in un mortaio o macinarli con un mixer, ed il modo migliore per utilizzarla è quello di abbinarla alla farina ricavata dai classici cereali.

I suoi semi, e quindi, la farina da essi ricavata, contengono proteine, glucidi, lipidi e fibre.
E’ inoltre ricca di lisina, niacina e apporta una buona quantità di magnesio, calcio, potassio, ferro e fosforo.

I semi si possono consumare anche come cereali, nei dolci o saltati in padella, e si possono conservare in dispensa come la farina, ossia dentro ad un contenitore ben chiuso, al riparo dalla luce, dall'umidità e dal calore.

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🍂🏷 RICETTARIO

Se sei curioso di assaggiare qualche piatto a base dei cosiddetti spinaci selvatici, come ad esempio il Chenopodio Bianco o il Chenopodio Buon Enrico, qui ci sono alcune ricette sfiziose da provare.

PANE CON FARINACCIO
https://www.nelnomedelpane.it/pane-del-mese-giugno-2019/
VELLUTATA DI BUON ENRICO
https://blog.giallozafferano.it/timoelenticchie/vellutata-di-buon-enrico-spinacio-selvatico/
GNOCCHI E SPINACIO SELVATICO
https://piattibrescianiraccolta.altervista.org/gnocchi-e-spinacio-selvatico/
GNOCCHI DI BUON ENRICO E FARINELLO CON FIORI DI SAMBUCO
https://phytoalimurgia.it/gnocchi-di-buon-enrico-e-farinello-con-fiori-di-sambuco/
TORTIGLIONI DEL BUON ENRICO
https://chissenefood.com/tortiglioni-del-buon-enrico/
FETTUCCINE PAGLIA E FIENO SENZA UOVA AI SEMI DI LINO E FARINELLO
https://granosalis.org/fettuccine-paglia-e-fieno-ai-semi-di-lino-e-farinello/
RISOTTO ALLE FARINÈLE CON CACIOTTA AI FIORI DI CALENDULA E TRONCHETTO DI VITELLO
https://www.sfizioso.it/ricetta/risotto-alle-farinele-caciotta-ai-fiori-calendula-tronchetto-vitello/
POLPETTINE DI SPINACIO SELVATICO
http://vividisanapianta.it/ricetta/polpettine-di-spinacio-selvatico-farinello/
TORTA AL FARINACCIO CON CREMA DI CANNELLA
https://www.beautifulcurvy.com/food/torta-al-farinaccio-con-crema-di-cannella/

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🪴🏷 IL CHENOPODIO IN GIARDINO

Il Chenopodio Bianco è una delle specie annue più comuni che infestano gli orti.
Ad esempio, è la principale pianta infestante per le coltivazioni di patate.

È facile trovarlo anche lungo i sentieri di campagna, tra le colture sarchiate, tra i cereali primaverili, negli orti casalinghi, nei campi incolti, e anche tra i ruderi e tra i viottoli, prediligendo sempre i terreni ricchi di azoto.

La presenza del Chenopodio Bianco indica, inoltre, che il terreno dove è cresciuto è fertile, ricco di fosforo e di potassio.

Guarda anche http://antropocene.it/2017/05/20/chenopodium-album/

In primavera cominciano ad apparire le prime piantine spontaneamente, poi la fioritura avviene durante l'estate, quindi, le foglie ed i germogli apicali si possono raccogliere da Marzo fino ad Agosto, selezionando preferibilmente i germogli novelli o perlomeno gli esemplari sotto i 20 cm di altezza, mentre i semi si raccolgono appena cominciano i primi caldi, ovvero quando le capsule hanno raggiunto la piena maturazione.

La presenza della patina bianca, chiamata pruina, garantisce la genuinità del Chenopodio Bianco, e impedisce che venga scambiato con altre piante simili ma non commestibili.

Guarda anche http://dryades.units.it/valerio/index.php?procedure=taxon_page&id=469&num=1932

Di fatto, viene definita una pianta infestante, quindi è inopportuno lasciare crescere troppo a lungo le piante spontanee di Chenopodio Bianco nell'orto adibito ad altre colture, quindi tanto vale raccoglierle poco dopo la loro apparizione per utilizzarle in cucina.

Se invece sei intenzionato ad utilizzarle a scopo benefico o curativo, come ad esempio per un infuso, evita di raccoglierle da terreni troppo concimati e quindi ricchi di azoto, poiché la presenza di quest'ultimo e dell'acido ossalico facilita l'eventuale assorbimento dei nitrati tossici da parte della pianta.
Questo perché la bollitura aiuta ad eliminare queste sostanze, quindi l'acqua di cottura dev'essere gettata e non ingerita.

Se decidi di coltivarlo appositamente, cerca di seminarlo in terreni sciolti, arricchendoli solamente con humus, il quale apporterà tutti i nutrimenti necessari, ricreando così le condizioni favorevoli delle zone dove solitamente cresce spontaneamente.

È, inoltre, una pianta che si presta bene a crescere in una zona dell’orto a ridosso di muri, dove altre piante, al contrario, soffrirebbero, e può essere facilmente coltivata anche in una zona dove non batte tanto il sole.

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🌱🏷CHENOPODIUM BONUS-HENRICUS
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Chenopodium_bonus-henricus

Oltre al Chenopodio Bianco, si fa notare il Chenopodio Buon Enrico, anch'esso un ottimo ingrediente in cucina, oltre ad essere colmo di proprietà benefiche.
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Il Chenopodio Buon Enrico si ramifica rapidamente, e a differenza del Chenopodio Bianco, raggiunge un’altezza media di soli 60 centimetri.
https://www.giardinaggio.it/erboristeria/piante-medicinali/buon-enrico.asp
Le foglie sono più grandi e ondulate, con la tipica forma di una freccia, tanto che vengono definite sagittate o astate.
La pianta è ricoperta da una peluria molto fitta che dona alla pianta un aspetto quasi granuloso al tatto, oltre ad essere molto appiccicosa.

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Fotografia di Wōdanaz, via Flickr.

🍂🏷 LA METAMORFOSI DELLE PIANTE

Un approccio diverso alle piante medicinali attraverso gli scritti scientifici di Johann Wolfgang von Goethe.

Domenica 17 Luglio, dalle 10:30 alle 12:30, nel Giardino Botanico, “Giangio Lorenzoni”, Tambre.

Esiste per Goethe una relazione strutturale fra il mondo della scienza e la dimensione esistenziale:
La conoscenza della natura sarebbe necessaria all’uomo per comprendere la propria interiorità.
https://www.agendacontadina.it/evento/la-metamorfosi-delle-piante/
Goethe si concentra sull’infinito e giocoso processo creativo della natura.
Egli si rivolge agli studi botanici per mostrare l’armoniosa appartenenza dell’uomo al mondo naturale.

Le forme, intese come processi biologici giunti ad uno stato non dinamico, di quiete non sono né immobili né astratte, sono l’unione di eterno e transitorio, di scienza e vita.

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ACQUA DA BERE.pdf
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🍂🏷 ACQUA DA BERE

Come prima cosa, è sempre opportuno diffidare dell'acqua ferma quand'anche apparisse limpida, fresca ed invitante.

L'acqua che presenta le migliori caratteristiche di sicurezza è quella che sgorga dal terreno, in quanto in esso subisce dei naturali processi di filtrazione e di depurazione.
Bisogna accertarsi, però, che a monte della sorgente non ci siano insediamenti urbani o allevamenti di animali che, con i loro scarichi potrebbero facilmente inquinare le falde superficiali.

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