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#Etiopia | Il primo ministro Abiy Ahmed ha ordinato un’offensiva militare contro il governo del Tigrè, regione a nord del paese e abitata da etiopi di etnia tigrina. La decisione è stata presa dopo tensioni tra il governo federale, che cerca di costruire una forte identità nazionale, e quello locale, che vede perciò minacciata la sua autonomia. A far salire la tensione è stato il taglio dei fondi del governo centrale al Tigrè, che ha definito l'iniziativa "un atto di guerra" e ha annunciato di non riconoscere più l'autorità del governo centrale.
#Kosovo | Il presidente Hashim Thaçi ha annunciato le sue dimissioni dopo essere stato formalmente incriminato per aver compiuto crimini di guerra e crimini contro l’umanità dalla Kosovo Specialist Chambers, l’organo, con sede a L’Aia, incaricato di indagare sui crimini di guerra commessi durante la guerra del Kosovo tra il ’98 e il ‘99. Thaçi e altri nove ex comandanti dell’Esercito di liberazione del Kosovo sarebbero responsabili di un centinaio di omicidi di serbi, albanesi kosovari e oppositori politici.
#Cisgiordania | Il 5 novembre l’esercito israeliano ha demolito le abitazioni di 73 persone, di cui 41 bambini, nel villaggio beduino di Khirbet Humsa, in Cisgiordania. L’accaduto è considerato come la più grande demolizione di un insediamento palestinese avvenuto nell’ultimo decennio. Israele ha giustificato le sue azioni affermando che le case erano state costruite illegalmente. L’ONU ha definito l’accaduto una grave violazione del diritto internazionale.
#Bielorussia | L’ Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha presentato un rapporto in cui chiede l’annullamento, per frodi sistematiche, delle elezioni presidenziali bielorusse del 9 agosto, in cui il presidente Lukashenko avrebbe ottenuto l’80% dei voti. Il relatore del rapporto, Wolfgang Benedek, è in possesso di centinaia di testimonianze che denunciano torture e violazioni dei diritti umani durante la repressione delle manifestazioni di protesta contro il presidente, al potere dal 1994.
Pillola internazionale del 9 novembre 2020 🌍#Etiopia | Il primo ministro Abiy Ahmed ha ordinato un’offensiva militare contro il governo del Tigrè, regione a nord del paese e abitata da etiopi di etnia tigrina. La decisione è stata presa dopo tensioni tra il governo federale, che cerca di costruire una forte identità nazionale, e quello locale, che vede perciò minacciata la sua autonomia. A far salire la tensione è stato il taglio dei fondi del governo centrale al Tigrè, che ha definito l'iniziativa "un atto di guerra" e ha annunciato di non riconoscere più l'autorità del governo centrale.
#Kosovo | Il presidente Hashim Thaçi ha annunciato le sue dimissioni dopo essere stato formalmente incriminato per aver compiuto crimini di guerra e crimini contro l’umanità dalla Kosovo Specialist Chambers, l’organo, con sede a L’Aia, incaricato di indagare sui crimini di guerra commessi durante la guerra del Kosovo tra il ’98 e il ‘99. Thaçi e altri nove ex comandanti dell’Esercito di liberazione del Kosovo sarebbero responsabili di un centinaio di omicidi di serbi, albanesi kosovari e oppositori politici.
#Cisgiordania | Il 5 novembre l’esercito israeliano ha demolito le abitazioni di 73 persone, di cui 41 bambini, nel villaggio beduino di Khirbet Humsa, in Cisgiordania. L’accaduto è considerato come la più grande demolizione di un insediamento palestinese avvenuto nell’ultimo decennio. Israele ha giustificato le sue azioni affermando che le case erano state costruite illegalmente. L’ONU ha definito l’accaduto una grave violazione del diritto internazionale.
#Bielorussia | L’ Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha presentato un rapporto in cui chiede l’annullamento, per frodi sistematiche, delle elezioni presidenziali bielorusse del 9 agosto, in cui il presidente Lukashenko avrebbe ottenuto l’80% dei voti. Il relatore del rapporto, Wolfgang Benedek, è in possesso di centinaia di testimonianze che denunciano torture e violazioni dei diritti umani durante la repressione delle manifestazioni di protesta contro il presidente, al potere dal 1994.