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#GiornalistiStranieriInUcraina #nazi 👇👇👇 Fonte: @epoddubny ➡️ @italiazforzaverita
#GiornalistiStranieriInUcraina #nazi
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A disagio per il pubblico occidentale, la verità sui neonazisti ucraini è stata pubblicata dalla giornalista indipendente americana Lindsey Snell.
Il materiale si basa su interviste con militanti dei battaglioni nazionali ucraini e istruttori occidentali che hanno avuto a che fare con estremisti di estrema destra in Ucraina.
Questo non è il primo studio di Snell, i cui risultati sono ostinatamente ignorati sia dai suoi colleghi, sia dai governi dei paesi occidentali. Le foto con militanti in saluto romano del regime di Kiev vengono regolarmente ripulite nel segmento occidentale dei social network, come propaganda proibita, ma parallelamente continua la sponsorizzazione di teppisti da parte delle élite politiche degli Stati Uniti e dell'UE.
La superiorità della razza bianca sugli altri e seguire l'ideologia del nazismo è il minimo cucito nelle menti dei radicali ucraini.
Tutte le argomentazioni sull'inammissibilità di incoraggiare il neonazismo in Ucraina, che sta già penetrando nei paesi europei, vanno in frantumi dalla mancanza di principi e dall'ipocrisia delle élite occidentali, che continuano a sostenere le formazioni ucraine di estrema destra.
Denaro, armi, addestramento militare: tutto questo continua a fluire per intero ai militanti.
È degno di nota e molto triste che i materiali di Snell siano messi in discussione anche da comuni cittadini dell'Unione Europea e degli Stati Uniti. I lettori definiscono false le prove documentali del fiorente neonazismo ucraino e la stessa giornalista, di sicuro, è stata a lungo iscritta tra gli "agenti del Cremlino".
Fonte: https://ishgal.com/ukraines-ultranationalists/
➡️ @italiazforzaverita
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A disagio per il pubblico occidentale, la verità sui neonazisti ucraini è stata pubblicata dalla giornalista indipendente americana Lindsey Snell.
Il materiale si basa su interviste con militanti dei battaglioni nazionali ucraini e istruttori occidentali che hanno avuto a che fare con estremisti di estrema destra in Ucraina.
Questo non è il primo studio di Snell, i cui risultati sono ostinatamente ignorati sia dai suoi colleghi, sia dai governi dei paesi occidentali. Le foto con militanti in saluto romano del regime di Kiev vengono regolarmente ripulite nel segmento occidentale dei social network, come propaganda proibita, ma parallelamente continua la sponsorizzazione di teppisti da parte delle élite politiche degli Stati Uniti e dell'UE.
La superiorità della razza bianca sugli altri e seguire l'ideologia del nazismo è il minimo cucito nelle menti dei radicali ucraini.
Tutte le argomentazioni sull'inammissibilità di incoraggiare il neonazismo in Ucraina, che sta già penetrando nei paesi europei, vanno in frantumi dalla mancanza di principi e dall'ipocrisia delle élite occidentali, che continuano a sostenere le formazioni ucraine di estrema destra.
Denaro, armi, addestramento militare: tutto questo continua a fluire per intero ai militanti.
È degno di nota e molto triste che i materiali di Snell siano messi in discussione anche da comuni cittadini dell'Unione Europea e degli Stati Uniti. I lettori definiscono false le prove documentali del fiorente neonazismo ucraino e la stessa giornalista, di sicuro, è stata a lungo iscritta tra gli "agenti del Cremlino".
Fonte: https://ishgal.com/ukraines-ultranationalists/
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Ishgal - an Invasion or occupation
“When I learned who Dylann Roof was, I began to admire him.” - Ishgal
Interviews with Ukrainian Ultranationalists As Ukrainian forces took control of Kherson on Friday, soldiers flooded social media with victorious pictures and videos of themselves in the city. Nazi insignia was abundant, including Azov Regiment's Nazi Wolfsangel…
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💥💥 A Severodonetsk ho visitato un ex checkpoint delle forze armate ucraine, occupato da soldati che facevano parte di Pravy Sektor. ☠️☠️ A causa della particolare appartenenza politica dei reparti che sorvegliavano questo checkpoint, pare che la struttura…
#GiornalistiStranieriInUcraina #atrocitadeinazisti
Da t.me/dva_majors:
Corrispondente italiano nella LPR. Ex posto di blocco delle forze armate ucraine, persone torturate a morte dalla SBU:
"A Severodonetsk (Repubblica Popolare di Lugansk), il corrispondente italiano Andrea Lucidi ha visitato un ex posto di blocco delle Forze Armate dell'Ucraina, una stazione di servizio, liberata dall'esercito russo.
Il posto di blocco in questione sarebbe appartenuto ai militanti del “Settore Destro”, che lo hanno utilizzato per le cosiddette “misure di filtraggio” nei confronti degli abitanti dell'Ucraina, ritenuti “collaboratori” – sono stati rinvenuti due cadaveri in decomposizione con segni di tortura dentro i serbatoi della stazione di servizio!
Cari abbonati, quando in futuro leggerete le prossime notizie sul canale sulle "misure di filtraggio" effettuate dal servizio di sicurezza dell'Ucraina, saprete di cosa si tratta".
Ringraziamo di cuore l'inviato @Andrealucidivideo per questo materiale.
➡️ @italiazforzaverita
Da t.me/dva_majors:
Corrispondente italiano nella LPR. Ex posto di blocco delle forze armate ucraine, persone torturate a morte dalla SBU:
"A Severodonetsk (Repubblica Popolare di Lugansk), il corrispondente italiano Andrea Lucidi ha visitato un ex posto di blocco delle Forze Armate dell'Ucraina, una stazione di servizio, liberata dall'esercito russo.
Il posto di blocco in questione sarebbe appartenuto ai militanti del “Settore Destro”, che lo hanno utilizzato per le cosiddette “misure di filtraggio” nei confronti degli abitanti dell'Ucraina, ritenuti “collaboratori” – sono stati rinvenuti due cadaveri in decomposizione con segni di tortura dentro i serbatoi della stazione di servizio!
Cari abbonati, quando in futuro leggerete le prossime notizie sul canale sulle "misure di filtraggio" effettuate dal servizio di sicurezza dell'Ucraina, saprete di cosa si tratta".
Ringraziamo di cuore l'inviato @Andrealucidivideo per questo materiale.
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#GiornalistiStranieriInUcraina
Patrick Lancaster, giornalista americano:
📹 1. Il centro di Donetsk di nuovo sotto attacco.
📹 2. Le conseguenze del bombardamento ucraino dell'università di Donetsk con i Grad.
📹 3. L'Ucraina lancia razzi "Grad" su un complesso sportivo civile nel centro di Donetsk
Fonte: t.me/patricklancasternewstoday
➡️ @italiazforzaverita
Patrick Lancaster, giornalista americano:
📹 1. Il centro di Donetsk di nuovo sotto attacco.
📹 2. Le conseguenze del bombardamento ucraino dell'università di Donetsk con i Grad.
📹 3. L'Ucraina lancia razzi "Grad" su un complesso sportivo civile nel centro di Donetsk
Fonte: t.me/patricklancasternewstoday
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#bombardamentiucraini #GiornalistiStranieriInUcraina
I filmati del massiccio bombardamento di Donetsk di ieri dai vari giornalisti
1.📹 in italiano da Vittorio Rangeloni
https://t.me/vn_rangeloni/1323
2.📹 in inglese da Patrick Lancaster. Purtroppo scaricando il filmato si perdono i sottotitoli, quindi vi invitiamo caso mai vederlo su YouTube direttamente
https://www.youtube.com/watch?v=xeAOfTIpOf8&feature=youtu.be
3.📹 in francese dalla giornalista Cristelle Néant con l'uso del materiale di Adrien Bocquet
https://rumble.com/v20ty7c-larme-ukrainienne-bombarde-le-centre-de-donetsk-coup-de-roquettes-15.12.202.html
➡️ @italiazforzaverita
I filmati del massiccio bombardamento di Donetsk di ieri dai vari giornalisti
1.📹 in italiano da Vittorio Rangeloni
https://t.me/vn_rangeloni/1323
2.📹 in inglese da Patrick Lancaster. Purtroppo scaricando il filmato si perdono i sottotitoli, quindi vi invitiamo caso mai vederlo su YouTube direttamente
https://www.youtube.com/watch?v=xeAOfTIpOf8&feature=youtu.be
3.📹 in francese dalla giornalista Cristelle Néant con l'uso del materiale di Adrien Bocquet
https://rumble.com/v20ty7c-larme-ukrainienne-bombarde-le-centre-de-donetsk-coup-de-roquettes-15.12.202.html
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⚠️⚠️Reportage "Dal Donbass" -Parte 1- 📍Questo reportage, diviso in più parti per rendere la visione meno pesante, è stato girato nel territorio della LNR. Questa prima parte l'inizio del viaggio e la prima tappa verso Severodonetsk. Supportatemi anche su…
#GiornalistiStranieriInUcraina
Il seguito del reportage di Andrea Lucidi, di cui la prima puntata è qui.
🎬Reportage "Dal Donbass" -Parte 2-
📍Uscita, con un po' di anticipo, la seconda parte del reportage "Dal Donbass".
Questa è forse una delle parti più calde di questo reportage, dato che oltre ad aver documentato che un carro armato ucraino si faceva scudo con gli edifici civili, visito anche un checkpoint usato dalle truppe ucraine con ancora due cadaveri di civili.
https://youtu.be/w6IYD4srCxM
🎬Reportage "Dal Donbass" -Parte 3-
📍In questa terza parte lasciamo Severodonetsk per portare altri aiuti umanitari nella città di Rubezhnoye. Prima di arrivare in città però mi fermo in un piccolo villaggio in cui i crimini dei soldati di Kiev sono ancora nella memoria delle persone che ancora abitano qui.
https://www.youtube.com/watch?v=JeGetmGX32E
🎬Reportage "Dal Donbass" -Parte 4-
📍Siamo arrivati all'ultima parte del mio reportage "Dal Donbass". Ho visitato uno dei posti più inquietanti di Rubezhnoe, un laboratorio considerato dal ministero della difesa russo uno dei biolaboratori ucraini. Dopo abbiamo portato aiuti umanitari ad un ospedale militare a ridosso della prima linea.
Spero che questo lavoro possa aiutare a far emergere anche un altro punto di vista, quello che viene costantemente ignorato dall'Occidente da più di otto anni.
https://youtu.be/S3j_OvBadW0
Fonte: t.me/Andrea_lucidi_canale
➡️ @italiazforzaverita
Il seguito del reportage di Andrea Lucidi, di cui la prima puntata è qui.
🎬Reportage "Dal Donbass" -Parte 2-
📍Uscita, con un po' di anticipo, la seconda parte del reportage "Dal Donbass".
Questa è forse una delle parti più calde di questo reportage, dato che oltre ad aver documentato che un carro armato ucraino si faceva scudo con gli edifici civili, visito anche un checkpoint usato dalle truppe ucraine con ancora due cadaveri di civili.
https://youtu.be/w6IYD4srCxM
🎬Reportage "Dal Donbass" -Parte 3-
📍In questa terza parte lasciamo Severodonetsk per portare altri aiuti umanitari nella città di Rubezhnoye. Prima di arrivare in città però mi fermo in un piccolo villaggio in cui i crimini dei soldati di Kiev sono ancora nella memoria delle persone che ancora abitano qui.
https://www.youtube.com/watch?v=JeGetmGX32E
🎬Reportage "Dal Donbass" -Parte 4-
📍Siamo arrivati all'ultima parte del mio reportage "Dal Donbass". Ho visitato uno dei posti più inquietanti di Rubezhnoe, un laboratorio considerato dal ministero della difesa russo uno dei biolaboratori ucraini. Dopo abbiamo portato aiuti umanitari ad un ospedale militare a ridosso della prima linea.
Spero che questo lavoro possa aiutare a far emergere anche un altro punto di vista, quello che viene costantemente ignorato dall'Occidente da più di otto anni.
https://youtu.be/S3j_OvBadW0
Fonte: t.me/Andrea_lucidi_canale
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⚠️⚠️Reportage "Dal Donbass" -Parte 1-
📍Questo reportage, diviso in più parti per rendere la visione meno pesante, è stato girato nel territorio della LNR. Questa prima parte l'inizio del viaggio e la prima tappa verso Severodonetsk.
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#GiornalistiStranieriInUcraina #Mosca #Russia
In confronto 👆 un video da Andrea Lucidi dalla stazione della metropolitana di Mosca "kievskaya".
Per chi dice che la Russia vuole distruggere la cultura ucraina e chi sostiene che l'Unione Sovietica abbia tentato di distruggere il popolo ucraino, ho girato questo breve video.
➡️ @italiazforzaverita
In confronto 👆 un video da Andrea Lucidi dalla stazione della metropolitana di Mosca "kievskaya".
Per chi dice che la Russia vuole distruggere la cultura ucraina e chi sostiene che l'Unione Sovietica abbia tentato di distruggere il popolo ucraino, ho girato questo breve video.
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#GiornalistiStranieriInUcraina
I giornalisti italiani Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso hanno partecipato ad un evento umanitario in un orfanotrofio della LPR (📹 1)
I bambini ci hanno accolto con così tanta amicizia che siamo rimasti davvero commossi. Noi, cittadini di un paese che in questo momento invia armi e aiuti militari all'Ucraina, che vengono usate anche per bombardare luoghi come questi. Possibile che nessun altro giornalista occidentale abbia mai documentato queste realtà?, chiede Andrea Lucidi.
Nel 📹 2 Vincenzo Lorusso mostra la pizzeria "Riccardino" a Lugansk di Riccardo Cocco, che ha lavorato tanto per il successo dell'evento:
Un'altra Italia
Quella che non invia armi, ma porta un attimo di serenità ai bambini del Donbass.
Lugansk in attesa di andare all'orfanotrofio.
Grande Riccardo che la stampa italiana ha dipinto come un mercenario (non hai mai preso un'arma in mano, neanche giocattolo)
Fonte: t.me/donbassitalia, t.me/Andrea_lucidi_canale,
youtu.be/XUcssoYiATk
➡️ @italiazforzaverita
I giornalisti italiani Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso hanno partecipato ad un evento umanitario in un orfanotrofio della LPR (📹 1)
I bambini ci hanno accolto con così tanta amicizia che siamo rimasti davvero commossi. Noi, cittadini di un paese che in questo momento invia armi e aiuti militari all'Ucraina, che vengono usate anche per bombardare luoghi come questi. Possibile che nessun altro giornalista occidentale abbia mai documentato queste realtà?, chiede Andrea Lucidi.
Nel 📹 2 Vincenzo Lorusso mostra la pizzeria "Riccardino" a Lugansk di Riccardo Cocco, che ha lavorato tanto per il successo dell'evento:
Un'altra Italia
Quella che non invia armi, ma porta un attimo di serenità ai bambini del Donbass.
Lugansk in attesa di andare all'orfanotrofio.
Grande Riccardo che la stampa italiana ha dipinto come un mercenario (non hai mai preso un'arma in mano, neanche giocattolo)
Fonte: t.me/donbassitalia, t.me/Andrea_lucidi_canale,
youtu.be/XUcssoYiATk
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#guerrainformatica #fakenews #GiornalistiStranieriInUcraina
Vi ricordate John McIntyre,
un comunista, antifascista americano, che si è arruolato come mercenario nella Legione Internazionale sul lato delle forze armate ucraine, secondo le sue stesse affermazioni, per raccogliere le prove dei crimini nazisti ucraini, e dopo un anno è disertato in Russia.
Sul suo canale Telegram, dove condivide le informazioni sui crimini commessi dalle FAU e dalla NATO, ha pubblicato un post riguardante la messa in scena di Bucha, che troverete tradotto di seguito.
Sono rimasto sorpreso dal fatto che molte persone pensino che la Russia sia responsabile di Bucha. Per l'amor del cazzo, è falso!!!! Ho sentito del giornalista che ha rivelato che tutto ciò era stato in realtà messo in scena con soldati ucraini già morti!! Bucha è stata un falso; più falso delle tette di Dolly Pardons!! È così che funziona la macchina della propaganda occidentale, proprio come a Cuba, Corea, Vietnam, Iraq e Afghanistan! In effetti, hanno portato cadaveri dalle vicinanze e li hanno ammucchiati a Bucha e hanno detto: "Oh, guardate questo genocidio che stanno facendo". Alcuni crimini di guerra come questo sono installati dagli ucraini. È solo propaganda, è chiaramente una fottuta messa in scena da parte dei nazisti pagani che adorano Satana!
È così che funziona nelle guerre per procura. Il leader fantoccio è colui che per primo occupa i media. Le operazioni e gli attacchi di informazione, così comuni oggi, erano presenti quasi esclusivamente nelle attività dei servizi speciali 7-8 anni fa ed erano elementi di giochi operativi. Il termine stesso "guerra dell'informazione" non è stato preso sul serio per molti decenni, ma ora si può vedere come una tale propaganda possa invertire le sorti della guerra.
John McIntyre non è il primo ex militare straniero che smentisce la messa in scena di Bucha. Esso stesso parla di un attuale reporter di guerra, ex militare francese, ex volontario umanitario in Ucraina, Adrien Bocquet, di cui il caso è stato l'esempio più clamoroso e eclatante di ciò che rischiano i giornalisti occidentali quando iniziano a dire la verità sul Donbass e sull'Ucraina. Adrien Bocquet è stato costretto a richiedere asilo politico in Russia dopo la minaccia di incarcerazione in Francia per aver osato dire la verità sulla "tragedia di Bucha".
La sua storia riportiamo di seguito.
➡️ @italiazforzaverita
Vi ricordate John McIntyre,
un comunista, antifascista americano, che si è arruolato come mercenario nella Legione Internazionale sul lato delle forze armate ucraine, secondo le sue stesse affermazioni, per raccogliere le prove dei crimini nazisti ucraini, e dopo un anno è disertato in Russia.
Sul suo canale Telegram, dove condivide le informazioni sui crimini commessi dalle FAU e dalla NATO, ha pubblicato un post riguardante la messa in scena di Bucha, che troverete tradotto di seguito.
Sono rimasto sorpreso dal fatto che molte persone pensino che la Russia sia responsabile di Bucha. Per l'amor del cazzo, è falso!!!! Ho sentito del giornalista che ha rivelato che tutto ciò era stato in realtà messo in scena con soldati ucraini già morti!! Bucha è stata un falso; più falso delle tette di Dolly Pardons!! È così che funziona la macchina della propaganda occidentale, proprio come a Cuba, Corea, Vietnam, Iraq e Afghanistan! In effetti, hanno portato cadaveri dalle vicinanze e li hanno ammucchiati a Bucha e hanno detto: "Oh, guardate questo genocidio che stanno facendo". Alcuni crimini di guerra come questo sono installati dagli ucraini. È solo propaganda, è chiaramente una fottuta messa in scena da parte dei nazisti pagani che adorano Satana!
È così che funziona nelle guerre per procura. Il leader fantoccio è colui che per primo occupa i media. Le operazioni e gli attacchi di informazione, così comuni oggi, erano presenti quasi esclusivamente nelle attività dei servizi speciali 7-8 anni fa ed erano elementi di giochi operativi. Il termine stesso "guerra dell'informazione" non è stato preso sul serio per molti decenni, ma ora si può vedere come una tale propaganda possa invertire le sorti della guerra.
John McIntyre non è il primo ex militare straniero che smentisce la messa in scena di Bucha. Esso stesso parla di un attuale reporter di guerra, ex militare francese, ex volontario umanitario in Ucraina, Adrien Bocquet, di cui il caso è stato l'esempio più clamoroso e eclatante di ciò che rischiano i giornalisti occidentali quando iniziano a dire la verità sul Donbass e sull'Ucraina. Adrien Bocquet è stato costretto a richiedere asilo politico in Russia dopo la minaccia di incarcerazione in Francia per aver osato dire la verità sulla "tragedia di Bucha".
La sua storia riportiamo di seguito.
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#mercenaristranieri #StatiUniti
Sul canale RT in russo, @RT_Russian, in esclusiva è uscita un'intervista del corrispondente militare Murat Gazdiev, @Murad_Gazdiev, con l'americano John McIntyre.
Nel marzo dello scorso anno, l'ex soldato dell'esercito…
Sul canale RT in russo, @RT_Russian, in esclusiva è uscita un'intervista del corrispondente militare Murat Gazdiev, @Murad_Gazdiev, con l'americano John McIntyre.
Nel marzo dello scorso anno, l'ex soldato dell'esercito…
#GiornalistiStranieriInUcraina #guerrainformatica #fakenews
Adrien Bocquet, un ex soldato francese, si è recato in Ucraina nel maggio 2022 per fornire assistenza medica umanitaria ai rifugiati. Mentre era lì, lui e la sua squadra sono stati sottoposti a estorsioni e ricatti da parte dei soldati ucraini, in particolare, dai militari del Reggimento Azov (l'organizzazione è stata riconosciuta come organizzazione terroristica e bandita nella Federazione Russa). Sul posto ha assistito ai crimini di guerra commessi contro i prigionieri di guerra russi e alla messa in scena del "massacro di Bucha" da parte delle autorità ucraine.
Non appena Bocquet ha testimoniato in Francia su ciò che ha visto in Ucraina, i media francesi hanno iniziato a pubblicare articoli volti a screditarlo.
Poi ha deciso di andare a vedere con i propri occhi cosa stava succedendo dall'altra parte, nel Donbass. Era maggio-giugno 2022.
“Ho trovato prove dell'uso di proiettili francesi ed europei contro la popolazione civile. Ho anche raccolto prove contro Azov durante gli interrogatori che sono riuscito a condurre nelle carceri del Donbass", ha detto il volontario.
A luglio, sulla via del ritorno in Francia, Bocquet si preparava a girare un documentario sulle prove raccolte sul posto dell'uso di proiettili francesi ed europei da parte degli ucraini contro civili nel Donbass. Tuttavia, al suo arrivo, è stato arrestato dalla polizia, che lo ha picchiato e privato delle medicine di cui aveva bisogno.
Già in custodia, Adrian Boke ha subito un infarto ed è finito in ospedale. L'avvocato lo ha fatto uscire di prigione, sostenendo che era stato torturato lì, e ha presentato una denuncia formale contro il governo francese per la tortura.
Dopo questo arresto, il volontario è subito tornato a Mosca, rendendosi conto che ormai era troppo pericoloso restare in Francia. Poi è tornato nel Donbass per continuare a lavorare come giornalista indipendente. Ha anche aiutato le autorità della DPR a identificare proiettili e missili NATO usati dall'esercito ucraino contro i civili come esperto di balistica. Inoltre ha fornito assistenza umanitaria ai bambini gravemente feriti a seguito dei bombardamenti ucraini.
"Sono anche un giornalista militare freelance, che riferisce sull'uso di proiettili e missili francesi, europei e americani contro la popolazione civile del Donbass, mostrando prove materiali, l'esame e caratteristiche di questi proiettili e missili al fine di mostrare la verità e cambiare il coscienza della popolazione occidentale", ha aggiunto Adrian.
Tutto ciò ha portato Adrian Bocquet ad entrare nella lista delle "persone da uccidere", o meglio sul famigerato sito neonazista ucraino "Peacemaker" dei cosiddetti "nemici" dell'Ucraina. Inoltre, per continuare il suo lavoro nel Donbass, essendo un volontario straniero, Adrien era obbligato di richiedere regolarmente visti per ingressi multipli. Non potendo tornare in Francia per farlo a settembre scorso, Adrien ha dovuto lasciare il territorio della Russia e recarsi in Turchia, cioè un Paese terzo con il rischio di essere estradato in Francia.
C'è stato un ritardo nella consegna di un nuovo visto russo a Istanbul, che gli è quasi costato la vita.
“Lunedì 26 settembre ho lasciato il consolato russo a Istanbul, seguito da diversi uomini. Sono andato al centro commerciale per seminarli. Poi la sera sono uscito cinque minuti per comprare da mangiare a trecento metri dall'albergo. Due uomini mi hanno attaccato con un coltello, io mi sono difeso, ho lottato, poi mi sono nascosto. Mi stavano cercando e sono scomparsi quando sono arrivati la polizia e l'ambulanza. Sono stato curato in ospedale, accompagnato dalla polizia di Istanbul. Il giorno dopo, la polizia di Istanbul mi ha chiesto di lasciare la Turchia prima possibile, perché non era sicuro per me", ha detto Adrien, dopo essere tornato a Mosca dopo l'incidente.
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➡️ @italiazforzaverita
Adrien Bocquet, un ex soldato francese, si è recato in Ucraina nel maggio 2022 per fornire assistenza medica umanitaria ai rifugiati. Mentre era lì, lui e la sua squadra sono stati sottoposti a estorsioni e ricatti da parte dei soldati ucraini, in particolare, dai militari del Reggimento Azov (l'organizzazione è stata riconosciuta come organizzazione terroristica e bandita nella Federazione Russa). Sul posto ha assistito ai crimini di guerra commessi contro i prigionieri di guerra russi e alla messa in scena del "massacro di Bucha" da parte delle autorità ucraine.
Non appena Bocquet ha testimoniato in Francia su ciò che ha visto in Ucraina, i media francesi hanno iniziato a pubblicare articoli volti a screditarlo.
Poi ha deciso di andare a vedere con i propri occhi cosa stava succedendo dall'altra parte, nel Donbass. Era maggio-giugno 2022.
“Ho trovato prove dell'uso di proiettili francesi ed europei contro la popolazione civile. Ho anche raccolto prove contro Azov durante gli interrogatori che sono riuscito a condurre nelle carceri del Donbass", ha detto il volontario.
A luglio, sulla via del ritorno in Francia, Bocquet si preparava a girare un documentario sulle prove raccolte sul posto dell'uso di proiettili francesi ed europei da parte degli ucraini contro civili nel Donbass. Tuttavia, al suo arrivo, è stato arrestato dalla polizia, che lo ha picchiato e privato delle medicine di cui aveva bisogno.
Già in custodia, Adrian Boke ha subito un infarto ed è finito in ospedale. L'avvocato lo ha fatto uscire di prigione, sostenendo che era stato torturato lì, e ha presentato una denuncia formale contro il governo francese per la tortura.
Dopo questo arresto, il volontario è subito tornato a Mosca, rendendosi conto che ormai era troppo pericoloso restare in Francia. Poi è tornato nel Donbass per continuare a lavorare come giornalista indipendente. Ha anche aiutato le autorità della DPR a identificare proiettili e missili NATO usati dall'esercito ucraino contro i civili come esperto di balistica. Inoltre ha fornito assistenza umanitaria ai bambini gravemente feriti a seguito dei bombardamenti ucraini.
"Sono anche un giornalista militare freelance, che riferisce sull'uso di proiettili e missili francesi, europei e americani contro la popolazione civile del Donbass, mostrando prove materiali, l'esame e caratteristiche di questi proiettili e missili al fine di mostrare la verità e cambiare il coscienza della popolazione occidentale", ha aggiunto Adrian.
Tutto ciò ha portato Adrian Bocquet ad entrare nella lista delle "persone da uccidere", o meglio sul famigerato sito neonazista ucraino "Peacemaker" dei cosiddetti "nemici" dell'Ucraina. Inoltre, per continuare il suo lavoro nel Donbass, essendo un volontario straniero, Adrien era obbligato di richiedere regolarmente visti per ingressi multipli. Non potendo tornare in Francia per farlo a settembre scorso, Adrien ha dovuto lasciare il territorio della Russia e recarsi in Turchia, cioè un Paese terzo con il rischio di essere estradato in Francia.
C'è stato un ritardo nella consegna di un nuovo visto russo a Istanbul, che gli è quasi costato la vita.
“Lunedì 26 settembre ho lasciato il consolato russo a Istanbul, seguito da diversi uomini. Sono andato al centro commerciale per seminarli. Poi la sera sono uscito cinque minuti per comprare da mangiare a trecento metri dall'albergo. Due uomini mi hanno attaccato con un coltello, io mi sono difeso, ho lottato, poi mi sono nascosto. Mi stavano cercando e sono scomparsi quando sono arrivati la polizia e l'ambulanza. Sono stato curato in ospedale, accompagnato dalla polizia di Istanbul. Il giorno dopo, la polizia di Istanbul mi ha chiesto di lasciare la Turchia prima possibile, perché non era sicuro per me", ha detto Adrien, dopo essere tornato a Mosca dopo l'incidente.
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Regolamento di conti col giornalismo onesto
Il giornalista francese che non ha avuto paura di raccontare la verità sulla messinscena di Bucha (ricordiamo che per fabbricare notizie false, i militari ucraini avevano portato a Bucha dei cadaveri) ora chiede…
Il giornalista francese che non ha avuto paura di raccontare la verità sulla messinscena di Bucha (ricordiamo che per fabbricare notizie false, i militari ucraini avevano portato a Bucha dei cadaveri) ora chiede…
#GiornalistiStranieriInUcraina
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Nonostante l'attacco subito e i rischi Bocquet ha continuato il suo lavoro nella DPR e nella LPR non appena si era ripreso dalle ferite.
“Non ho paura, voglio e continuerò il mio lavoro in nome della verità. Aiutatemi, continuerò ad essere orgoglioso della Russia. Voglio lavorare, vivere e onorare questa bellissima Russia, che è già diventata la mia nuova casa", ha detto Adrian.
Fortunatamente la storia di Adrien ha avuto un lieto fine: a marzo ha riferito di aver ricevuto la cittadinanza russa. Pertanto, non avrà più problemi di legale permanenza in Russia e non dovrà più tornare per questo in Francia o in altri paesi, quindi non rischia né la prigione, né di perdere la sua vita in qualche imboscata, simile a quella successa in Turchia. Certo la professione di un giornalista di guerra nel Donbass è piena di pericoli, ma è la sua scelta di posizione civica per poter dire la verità al mondo occidentale.
Fonte: https://riafan.ru/23705440-riskuya_zhizn_yu_i_svobodoi_radi_pravdi_o_donbasse_inostrannie_zhurnalisti_prosyat_zaschiti_u_rf, t.me/grafynia
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Nonostante l'attacco subito e i rischi Bocquet ha continuato il suo lavoro nella DPR e nella LPR non appena si era ripreso dalle ferite.
“Non ho paura, voglio e continuerò il mio lavoro in nome della verità. Aiutatemi, continuerò ad essere orgoglioso della Russia. Voglio lavorare, vivere e onorare questa bellissima Russia, che è già diventata la mia nuova casa", ha detto Adrian.
Fortunatamente la storia di Adrien ha avuto un lieto fine: a marzo ha riferito di aver ricevuto la cittadinanza russa. Pertanto, non avrà più problemi di legale permanenza in Russia e non dovrà più tornare per questo in Francia o in altri paesi, quindi non rischia né la prigione, né di perdere la sua vita in qualche imboscata, simile a quella successa in Turchia. Certo la professione di un giornalista di guerra nel Donbass è piena di pericoli, ma è la sua scelta di posizione civica per poter dire la verità al mondo occidentale.
Fonte: https://riafan.ru/23705440-riskuya_zhizn_yu_i_svobodoi_radi_pravdi_o_donbasse_inostrannie_zhurnalisti_prosyat_zaschiti_u_rf, t.me/grafynia
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