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Israele non accetterà alcuna tregua con Hamas: una fonte diplomatica di alto livello ha respinto la proposta di un cessate il fuoco di 5 anni.

Sabato 26 aprile un funzionario di Hamas aveva dichiarato che il gruppo aveva espresso la propria volontà di raggiungere un accordo per porre fine al genocidio a Gaza, che includeva il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti in cambio di un cessate il fuoco di 5 anni.

"Alcuni Paesi arabi stanno avanzando proposte, come la cessazione della guerra per cinque anni", ha detto la fonte. "Non accetteremo mai una tregua con Hamas che gli permetterà solo di riarmarsi, riprendersi e continuare la sua guerra con ancora più potenza. Stiamo ancora cercando di fare del nostro meglio per liberare gli ostaggi attraverso un accordo, ma la nostra pazienza non è infinita."

La fonte ha anche criticato il ruolo del Qatar nei negoziati, affermando: "In questa fase, i qatarioti hanno avuto un'influenza tutt'altro che positiva sui negoziati".

#gazagenocide #palestine #israel #idf
"Tutti i soldati israeliani sono criminali di guerra. Non vi vogliamo qui”.

Così recita il cartello scritto in inglese ed ebraico in un caffè ad Atene, Grecia, che dice ai soldati israeliani, colpevoli di genocidio, di stare alla larga dal locale.

L’annuncio è un messaggio di solidarietà con Gaza e una chiara condanna pubblica verso i crimini di guerra di Israele.

#gazagenocide #israel #idf
Il maxi-blackout che ieri ha paralizzato per ore Spagna e Portogallo ha impressionato l’Europa intera e messo sotto stress la capacità di reazione dei governi di Madrid e Lisbona, chiamati a gestire in condizioni d’incertezza, mentre le infrastrutture apparivano estremamente rallentate dall’interruzione dell’energia elettrica.

Il blackout iberico mostra la necessità di sviluppare capacità di gestione delle infrastrutture critiche in grado di garantire sicurezza e resilienza anche in condizioni d’incertezza e mostra la vulnerabilità delle reti alle operazioni di guerra ibrida oggi sempre al centro del dibattito degli strateghi.

Ne abbiamo parlato con l’ingegnere Giuseppe Lucci, collaboratore di ricerca dell’Osservatorio per la Sicurezza del Sistema Industriale Strategico Nazionale (OSSISNa)

Leggi tutta l’intervista al link

https://it.insideover.com/energia/giuseppe-lucci-le-lezioni-sulla-sicurezza-dal-black-out-in-spagna-e-portogallo.html

#energia #infrastructures #spain #supplychain
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Amnesty International accusa Israele di condurre un "genocidio trasmesso in diretta streaming” contro i palestinesi di Gaza, attraverso attacchi mirati alle infrastrutture civili, sfollamenti forzati e la creazione deliberata di una catastrofe umanitaria continua e senza sosta.

Nel suo rapporto annuale, Amnesty International afferma a chiare lettere che Israele agisce con "intento specifico di distruggere i palestinesi a Gaza, commettendo così un genocidio".
Non sembra esserci pace per la Siria: dopo il sanguinario regime di Bashar al-Assad, una nuova ondata di violenza si è infranta sul Paese.

Da dicembre 2024 un elevato numero di rapimenti e uccisioni di giovani donne sta sconvolgendo il Paese, riportando alla luce le sofferenze mai sopite della guerra. Il bersaglio principale? Le donne alawite.

Le vittime vengono catturate e condotte a Idlib, dove sono costrette a vivere in condizione di schiavitù sessuale. Le milizie armate che si occupano di questo traffico umano sono affiliate al nuovo governo di fatto imposto da HTS, che ha preso il controllo della regione.

Karolis Nahla, giovane donna drusa di Damasco, scompare il 2 febbraio 2024 mentre si reca all’università.


https://it.insideover.com/criminalita/siria-con-gli-uomini-di-al-jolani-decine-di-rapimenti-di-donne-alawite-ogni-giorno.html
Più di 50 operatori umanitari di UNRWA, l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, sono stati abusati, torturati, umiliati, privati del sonno, picchiati e usati come scudi umani dall’esercito israeliano.

A raccontarlo è direttamente Philippe Lazzarini, Commissario generale delle Nazioni Unite, in un post su X che riportiamo di seguito.

<<Mi hanno detto “Desideravo che la morte ponesse fine all'incubo che stavo vivendo”. Ho ricevuto questa terribile testimonianza da un collega che è stato arrestato a #Gaza, torturato durante la sua detenzione in Israele e infine rilasciato. Dall'inizio della guerra nell'ottobre 2023, oltre 50 membri del personale dell'UNRWA, tra cui insegnanti, medici e assistenti sociali, sono stati detenuti e hanno subito abusi. Sono stati sottoposti a privazione del sonno, umiliazioni, minacce di violenza a loro e alle loro famiglie, oltre ad attacchi da parte dei cani>>.

#gazagenocide #unrwa #israel #palestine