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Calligramme, Guillaume Apollinaire, 1915

Riconosciti
Questa adorabile persona sei tu
Sotto il grande cappello da canottiere
Occhio
Naso
La bocca
Ecco l’ovale del tuo viso
Il tuo collo bellissimo
Ecco infine l’immagine non completa del tuo busto adorato visto come attraverso una nuvola
Un po’ più basso è il tuo cuore che batte.

#poesia #francia
Le rime petrose, Dante Alighieri, 1296

«Non trovo scudo ch'ella non mi spezzi»

#poesia #italia
Essere rinomati non è bello, Boris Pasternak, 1931

#poesia #russia

Essere rinomati non è bello,
non è così che ci si leva in alto.
Non c'è bisogno di tenere archivi,
di trepidare per i manoscritti.

Scopo della creazione è il restituirsi,
non il clamore, non il gran successo.
È vergognoso, non contando nulla,
essere favola in bocca di tutti.

Ma occorre vivere senza impostura,
viver così da cattivarsi in fine
l'amore dello spazio, da sentire
il lontano richiamo del futuro.

Ed occorre lasciare le lacune
nel destino, non già fra le carte,
annotando sul margine i capitoli
e i luoghi di tutta una vita.

Ed occorre tuffarsi nell'ignoto
e nascondere in esso i propri passi,
come si nasconde nella nebbia
un luogo, quando vi discende il buio.

Altri, seguendo le tue vive tracce,
faranno la tua strada a palmo a palmo,
ma non sei tu che devi sceverare
dalla vittoria tutte le sconfitte.

E non devi recedere d'un solo
briciolo dalla tua persona umana,
ma essere vivo, nient'altro che vivo,
vivo e nient'altro sino alla fine.

www.youtube.com/watch?v=iXJ5Bn94ySc
Il vento, Arsenij Tarkovskij, 1959

La mia anima si rattristò di notte.

Ma io amavo l’oscurità fatta a pezzi, sferzata dal vento
e le stelle che brillano d’estate
sui giardini bagnati di settembre,
come farfalle dagli occhi ciechi
e sull’untuoso fiume zigano
il ponte oscillante e la donna col fazzoletto
che scendeva dalle spalle sulla lenta acqua
e queste mani, come innanzi ad una sciagura.

E sembra che lei sia viva,
viva come prima ma le sue parole
dalle umide elle adesso non esprimevano
né felicità né desideri né dolori
ed il pensiero non le collegava più
come usava al mondo tra i viventi.

Le parole ardevano come candele al vento
e si spegnevano come se sulle sue spalle si stendesse
tutto il dolore di tutti i tempi. Noi camminavamo vicini
ma questo dolore come assenzio della terra
lei già non sfiorava più con i piedi
e a me sembrava più viva.

Un tempo aveva un nome.

Il vento di settembre sulla mia casa
si precipiterà –
a volte sferraglia nelle serrature
a volte mi sfiora i capelli con la mani.


#poesia #ucraina #russia
L'agave su lo scoglio, Eugenio Montale, 1925

O rabido ventare di scirocco
che l'arsiccio terreno gialloverde
bruci;
e su nel cielo pieno
di smorte luci
trapassa qualche biocco
di nuvola, e si perde.
Ore perplesse, brividi
d'una vita che fugge
come acqua tra le dita;
inafferrati eventi,
luci-ombre, commovimenti
delle cose malferme della terra;
oh alide ali dell'aria
ora son io
l'agave che s'abbarbica al crepaccio
dello scoglio
e sfugge al mare da le braccia d'alghe
che spalanca ampie gole e abbranca rocce;
e nel fermento
d'ogni essenza, coi miei racchiusi bocci
che non sanno più esplodere oggi sento
la mia immobilità come un tormento.


#poesia #italia
Sotto il volto, Giovanni Giudici, 1992
-Estratto-

Misero è l’uomo che ha bisogno di soccorso
Misero chi si accorge
Quanto non vale ricchezza
Di immagini maestà di pensieri
Versata in libri di storia:
Avessi io gli atti infiniti
Del tuo lavoro a castigare la mia boria
«Io non sto bene ancora, non starò
Mai più bene» – è tardi per entrare
Dentro ogni gesto tuo di quarant’anni
Dove fu amore vero il trafficare
Ad accudirmi a farmi cena e pranzo
Tenuti a bada i figli per lasciarmi recitare
A me stesso una vita di romanzo
Io che pietà e conforto
Invoco adesso – io
Trascorso accanto a te come da morto
Vecchia moglie spremuta
Che interrogavi la tua angoscia muta:
Perché fossero mie
Tutte le tue poesie.


#poesia #italia
Vento, Arsenij Tarkovskij

#poesia #ucraina #russia
Desiderio, Paul Verlaine,1888

#poesia #francia
Sera d’autunno, Rainer Maria Rilke, 1907

#poesia #francia
La notte, Alejandra Pirzarnik, 1958

#poesia #argentina
La Courbe De Tes Yeux, Paul Éluard, 1926

La curva dei tuoi occhi intorno al cuore
Ruota un moto di danza e di dolcezza,
Nimbo del tempo, arca notturna e fida,
E se non so piú tutto quello che vissi
È che non sempre i tuoi occhi m’hanno visto.

Foglie di luce e spuma di rugiada
Canne del vento, risa profumate,
Ali che il mondo coprono di luce,
Navi che il cielo recano ed il mare,
Caccia dei suoni e fonti dei colori,

Profumi schiusi da cova di aurore
Sempre posata su paglia degli astri,
Come il giorno vive d’innocenza
Il mondo vive dei tuoi occhi puri
E va tutto il mio sangue in quegli sguardi.

#poesia #francia
Pena, Majakovskij, 1920

#poesia #russia #georgia
Disincatenamento, Mario Lo Tasso

Del tuo pallino di fare il solitario
Oggi
Non saprei che farmene
Della tua vena autolesionista
Lo ammetto
Ancora mi piace
Pensarti nel tuo lento
Letto di suicidio
Ma
In definitiva
Quello che ci legava
Era il tuo fiato randagio
La tua barca assonnata
Il tuo carico pallido di lagrime
Persi questi talenti con la tua dipartita
Annegato il tuo fare il solitario suicida
Perché dovresti mancarmi anche dopo morta quando
So perfettamente che non potrai mai più tornare
In quanto sei morta?
Perché doverei tenderti, se potessi, la nervosa mano per farti
Tornare dall’aldilà all’aldiqua come tirandoti su dacché sei caduta,
magari in fondo ad un pozzo estremo
al tuo ghetto di morte?
Perché dovrei allungarti un barlume di bastone mentre scendi
Incautamente
i gradini delle scale?
Scale su scale,
moglie amata,
una montagna di scale
come una montagna di sedie
da bruciare
in piazza.
Il meglio è andato,
il pendolo suona un rintocco di cenetta,
il meglio è andato, vecchia amata,
oggi ho dalla mia la badante rumena
e la devozione dei miei parenti prossimi

vivo aspettando la pensione
e ho molto riguardo per la mia libertà
che è il bene più profondo che ho
dopo averti lasciata in balia della costipazione celeste,
dei messi paradisiaci… delle messe infernali…
ti ho lasciata nel catafalco che pesavi un quintale,
profumavi di gesso di lavagna,
ti trovo oggi in una scheggia di muro
incarnata in una fantasia di farfalla
brava
fai progressi

ama anche tu,
lassù,
chi vuoi…
ama più che puoi!
dove sta scritto che l’amore debba durare
in tutti i gironi,
in tutti i meandri
per tutte le vite?

anche la mia attuale amata
la badante
trova opportuno come me
che ognuno
si tenga
i suoi
spazi
ovunque
esso
sia….

e io sto spesso solo
ma felice
con questo nuovo amore letterario
d’appendice..


#poesia #italia
La collera che spezza l’uomo in bambini, César Vallejo, 1937

La collera che spezza l’uomo in bambini,
che spezza il bambino in uccelli eguali
e l’uccello, poi, in piccole uova;
la collera del povero
ha un olio contro due aceti.
La collera che l’albero spezza in foglie,
la foglia in germogli diseguali,
e il germoglio, in fessure telescopiche;
la collera del povero
ha due fiumi contro molti mari.
La collera che spezza il bene in dubbi,
il dubbio, in tre archi somiglianti,
e l’arco, quindi, in impreviste tombe;
la collera del povero
ha un acciaio contro due pugnali.
La collera che spezza l’anima in corpi,
il corpo, in organi dissomiglianti,
l’organo, in ottavi pensamenti;
la collera del povero
ha un fuoco in centro contro due crateri.


#poesia #perù
Il saggio, Hafez, XIV secolo.

Ero perso con lo sguardo verso il mare
Ero perso con lo sguardo nell’orizzonte,
tutto e tutto appariva come uguale;
poi ho scoperto una rosa in un angolo di mondo,
ho scoperto i suoi colori e la sua disperazione
di essere imprigionata fra le spine
non l’ho colta ma l’ho protetta con le mie mani,
non l’ho colta ma con lei ho condiviso e il profumo e le spine tutte quante.
Ah, stenderei il mio cuore come un tappeto sotto i tuoi passi,
ma temo per i tuoi piedi le spine di cui lo trafiggi.
“L’idioma dell’Amore non si può veicolare con la lingua:
versa il vino, coppiere, e smetti quest’insulso parlare”.


#poesia #iran
Spleen, Charles Baudelaire, 1857

Quando il cielo basso e oppressivo pesa come un coperchio
sull’anima che geme in preda a lunghi affanni,
e versa, abbracciando l’intero giro dell’orizzonte,
una luce nera più triste di quella delle notti;
quando la terra si è trasformata in un’umida prigione,
dove la Speranza, come un pipistrello,
va sbattendo contro i muri la sua ala timida
e picchiando la testa sui soffitti marciti;
quando la pioggia distendendo le sue immense strisce,
imita le sbarre di una grande prigione,
e un popolo muto d’infami ragni
tende le sue reti in fondo ai nostri cervelli,
a un tratto delle campane sbattono con furia
e lanciano verso il cielo un urlo orrendo,
simili a spiriti erranti e senza patria,
che si mettono a gemere ostinatamente.

– E lunghi funerali, senza tamburi né musica,
sfilano lentamente nella mia anima;
vinta, la Speranza piange; e l’atroce Angoscia, dispotica,
pianta sul mio cranio chinato il suo vessillo nero.


#poesia #francia
Il più bello dei mari, Nazim Hikmet

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.


#poesia #turchia
Scorcio di secolo, Wisława Szymborska, 1986

Come vivere? - mi ha scritto qualcuno
a cui io intendevo fare
la stessa domanda.

Da capo e allo stesso modo di sempre,
come si è visto sopra,
non ci sono domande più pressanti
delle domande ingenue.


#poesia #polonia