Giuseppe Masala Chili 🌶
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Lettore appassionato e scrittore incostante. Topografo degli abissi. Diversamente inabile. A volte manniano tendenza Giuseppe a volte céliniano tendenza Bardamu.
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Forwarded from Pino Cabras
COSA CI “RISERVA” CROSETTO
Altro che europeizzare l’Ucraina. Galoppa l’ucrainizzazione dell’Europa. I ministri della difesa di vari paesi stanno preparando i giovani di tutto il continente a un grande ritorno: gli arruolamenti di massa, per spingerli in trincea come materiale di consumo, come carne da cannone per i loro grandi progetti.
Ai governanti che vogliono spingere indietro di un secolo le lancette della Storia, dopo quello britannico e quello tedesco, oggi si aggiunge il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, il più grosso beniamino dei produttori di armamenti, che per anni lo definivano “uno di noi”, e oggi ancora di più. In un’intervista per «La Stampa» - un organo di stampa casualmente posseduto da fornitori dell’industria militare (gli Elkann-Agnelli) – Crosetto annuncia di voler creare una RISERVA militare: «Noi non vogliamo la guerra. I riservisti non servono per fare la guerra, ma per difendersi, in supporto alle forze armate regolari e solo nel caso, poco probabile, di un attacco diretto. Si tratta di volontari che, in caso di necessità, possono essere attivati per affiancare le forze armate. Per la riserva esiste già una delega in Parlamento. So che è un discorso difficile da accettare, perché tutti noi tendiamo a nasconderci in una comfort zone».
Il suo collega tedesco, che è più tedesco di Crosetto, non si è perso negli arabeschi nostrani ed è andato dritto al punto, preannunciando il ritorno della leva obbligatoria di massa. Da noi ci si vuole arrivare per gradi, ma il carnaio europeo e mediorientale è già all’orizzonte. Non possono arrivarci di colpo: per ora spostano qualche nave incendiaria verso l’incendio del Mar Rosso, oppure organizzano mega manovre a un passo da Kaliningrad per disseminare qualche altra bella miccia. Ma la prospettiva passa per una ri-militarizzazione di milioni di pedine sacrificabili, in società che dovranno riconvertire l’economia al riarmo.
Loro preparano la guerra. Noi dobbiamo preparare la pace. Il 2024 sarà decisivo per l’orientamento dei popoli.
#DemocraziaSovranaPopolare
#NoGuerra
Forwarded from Pino Cabras
ZELENSKY VUOL "ZITTIRE" IL PACIFISMO EUROPEO.
In più occasioni insisto su un punto che non è una battuta né un gioco di parole, né un chiasmo, ma una questione della massima importanza per il futuro di noi tutti: "Non si sta europeizzando l'Ucraina. Si sta ucrainizzando l'Europa".
Prendete le parole di Zelensky, fresco delle firme in odor di Crosetto elargitegli da Meloni, giunte subito dopo quelle di Scholz, Macron e Sunak. I più grossi paesi europei si legano militarmente a Kiev per tanti anni a venire, parlano già di nuovi arruolamenti di massa e di soldati da mandare lì. Insomma, come Kiev, vedono la sicurezza solo nell'escalation militare. Prima una faccenda ucraina, presto una trincea per la gioventù europea da usare come carne da cannone.
Ma non basta. In dieci anni i governi succedutisi dal golpe di Maidan in poi hanno via via polarizzato la vita politica della repubblica ucraina perseguitando qualunque forza proponesse soluzioni negoziali pacifiche per il complicato "melting pot" russo-ucraino: decine di partiti, giornali, televisioni sono stati zittiti in ogni forma e ridotti al mirino del "siete filo-Putin".
Oggi lo schema maccartista viene proposto per l'intera Europa, con la complicità di pezzi significativi delle istituzioni della UE, come la risoluzione da caccia alle streghe approvata di recente dall'Europarlamento.
Va da sé che tutto questo si pone in rapidissima rotta di collisione con i diritti di libertà garantiti dalle nostre costituzioni.
Dobbiamo esigere che il signor Volodimir non si permetta né di chiedere all'Italia di zittire chi non è d'accordo con lui, né di definire chi non è d'accordo con lui con lo schema ostile che si è scelto lui, né di compilare liste di proscrizione. Per quello ci basta Riotta, "the opposite of journalism". Non vogliamo farci rubare la libertà da "the opposite of democracy".
#democraziasovranapopolare
Forwarded from Pino Cabras
LA STRAGE E I MANOVRATORI
L’orribile massacro compiuto oggi, 29 febbraio 2024, dall’esercito meno morale del sistema solare, che ha ucciso 104 abitanti della Striscia e causato 760 feriti tra la folla che attendeva aiuti umanitari, è di una scala dieci volte più grande rispetto alla strage compiuta in Iraq il 12 luglio 2007 dall’esercito statunitense. Ci vollero quasi tre anni per vedere il video intitolato “Collateral Murder” rivelato da Wikileaks, che scandalizzò il mondo e fece nascere il nuovo giornalismo di Assange.
Questa volta non sono occorsi tre anni: abbiamo l’orrore praticamente in diretta, istantaneo, alla portata di un clic. È presto per dire se lo shock travolgerà le coscienze e costringerà finalmente i sepolcri imbiancati delle cancellerie occidentali a bandire la classe dirigente genocidiaria raccolta intorno a Netanyahu per processarla in blocco come merita. I primi segnali sono tiepidi come una coscienza sporca. Questa strage è figlia – tra gli altri - anche della ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock, quella che dice che «Israele ha a cuore la gente di Gaza, i palestinesi» (a proposito, verdi italiani, vi presentate alle elezioni europee con questi guerrafondai, complimenti!).
Ieri il Parlamento Europeo ha tributato tutti gli onori a chi vuole trascinare l’intero continente verso un’escalation che trasformerebbe le economie europee in una fabbrica di munizioni e in una fornitura di carne giovane al servizio dei colonizzatori anglosassoni. La strage degli innocenti di stamane è il sinistro preludio di quel che i sonnambuli delle classi dominanti vogliono riservare alle moltitudini. È un orrore a cui vorrebbero associare la nostra assuefazione per renderci apatici e non disturbare il manovratore. Dobbiamo disturbare il manovratore.
#democraziasovranapopolare.
Forwarded from Pino Cabras
Media is too big
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IL SENNO DEL PRIMA
Avevo dieci anni di meno, in quel 18 giugno 2014, quando pubblicai questo video su “Pandora TV” sui pesanti bombardamenti in atto nel Donbass ad opera dell’esercito di Kiev e delle milizie di ispirazione nazista.
Già allora, nel cuore dell’Europa, era in atto una guerra: questa guerra. Ma le nostre istituzioni, i nostri politici e i nostri media scelsero la strada del silenzio. Mi colpiva questa incapacità di prevedere le conseguenze.
I dittatori dello spread - oggi diventati dittatori delle munizioni - perseverano diabolicamente e cercano come sempre di azzerare il contatore per far iniziare tutto due anni fa, quando fa comodo a loro.
I media che dieci anni fa erano in giro a prendere farfalle, con le loro pagine a digiuno dei fatti che covavano sotto la cenere, oggi vorrebbero zittirci perché dicono di sapere tutto loro.
Qui il mio intervento di quel periodo. A riascoltarlo oggi, è di un’inquietante attualità.
C'è già l'appello a unire le forze che vogliono la pace, costruendo in modi nuovi e pragmatici le aggregazioni necessarie.
In vista delle elezioni europee è il momento giusto per farlo. #democraziasovranapopolare
Forwarded from Pino Cabras
MISSIONE OFFENSIVA E CORSA ALLA GUERRA
Con il voto bipartisan che dà luce verde alla missione Aspides nel Mar Rosso, l’arco parlamentare che va da Meloni fino a Conte passando per tutti gli altri si aggrappa al concetto di “missione solo difensiva”. Le acrobazie politiche appese a un inganno linguistico, quando arrivano in zona di guerra, diventano molto pericolose e i politici acrobati diventano pericolosi irresponsabili. È uno di quei casi. Conosco i miei polli, purtroppo.
Perché se è volta a escludere qualsiasi presenza degli Huthi nel Mar Rosso la missione italica è a tutti gli effetti offensiva. Una cosa è stare su un confine a fare interposizione, altra cosa è scorrazzare nel Mar Rosso a caccia di Huthi. L'inevitabile conseguenza di qualsiasi incidente minore potrebbe essere un'appello a risposte militari più aggressive, trascinandoci verso un conflitto di maggiori proporzioni.
In tutta Europa c’è una corsa di molti politici a metterci nei guai. Corrono sia quelli che vorrebbero ingannare gli elettori dichiarandosi pacifisti ma coinvolgendosi in guerra, sia quei politici che dicono direttamente che il nostro futuro è la guerra, come Macron.
Macron invita gli Alleati a non essere “codardi”: «La guerra è tornata sul territorio europeo. Potenze diventate inarrestabili stanno estendendo la minaccia ogni giorno. Dovremo essere all’altezza della storia e del coraggio che implica». Ma davanti a Bibi il genocida dicono: "prego, si accomodi!".
Di fronte a questo scenario, è imperativo opporsi alla narrazione che vuole inevitabilmente trascinarci verso un nuovo conflitto globale. Dovremo smantellare tutta la tessitura che vuole ricomporre il mosaico della nuova guerra mondiale. Se vuoi la pace prepara la pace.
#democraziasovranapopolare
Forwarded from Pino Cabras
Media is too big
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DIARIO DA MOSCA- LE ELEZIONI - 1
Resoconto della prima giornata ai seggi delle elezioni presidenziali russe. Ho fatto tutto quello che i compilatori di liste di proscrizione, i maccartisti e piciernisti russofobi di tutta Europa considerano disdicevole: ho controllato le cose sul campo, scoprendo persino un sistema di voto placidamente noioso nella sua regolarità.
E alla sera mi sono persino permesso il non plus ultra dei tabù del XXI secolo: sono andato da indipendente nel quartier generale di Putin, e ho fatto una conferenza stampa comune con il direttore della sua campagna elettorale, l'attore Vladimir Mashkov (che ha recitato anche in "Mission Impossible", quindi ero in tema: mi è bastato bussare). Ho detto lì quel che dirò ovunque in piena indipendenza: che in Russia ho visto in atto un sistema di suffragio standard in linea con il principio del voto personale ed eguale, libero e segreto; che la democrazia non si riduce al solo voto e che tutti debbono migliorare parecchio in termini di pluralismo, libertà di espressione, completezza di informazioni, Russia inclusa, ma che l'Unione europea e gli USA hanno poca democrazia da esportare e troppa ipocrisia sul groppone; che la cosa più urgente è costruire un dialogo che possa ricucire il tessuto della coesistenza pacifica in Europa sull'orlo della guerra. Questo farà arrabbiare i russofobi a servizio permanente ed effettivo, ma voglio sfidarli. Parliamone senza la rete di protezione dei dibattiti quattro contro uno. Il tema della pace sarà il tema centrale delle imminenti elezioni europee.
Intanto, buona visione!
#DemocraziaSovranaPopolare