#cosedasapere #spazicommerciali
Alessandro Profumo, AD di Leonardo, ha dichiarato che a causa del Covid-19 le conseguenze sul mercato immobiliare saranno pesanti. Prevede il 30% in meno di spazi "lavoro" occupati.
Dagli USA il Financial Times racconta che Simon Property Group, uno dei più grandi proprietari di centri commerciali d'America, sta investendo nelle aziende "inquiline" in piena crisi da Coronavirus. Tra i marchi oggetto di shopping: Brooks Brothers, Lucky Brand e Fashion21.
Questa politica di acquisizione preoccupa Wall Street. Mantenere a galla le attività dei conduttori con i propri soldi è visto come un tentativo disperato di impedire che aree più grandi dei centri commerciali rimangano vuote.
Questa situazione mi ricorda i tanti casi di aziende indebitate (qualcuna anche del real estate) i cui creditori (di solito banche) sono entrati nella compagine sociale per limitare i danni. Non so se è una strategia che può stare in piedi nel lungo periodo, di certo fa guadagnare un po' di tempo.
Se penso alla situazione italiana, alle catene commerciali, agli hotel, ai grandi gestori in crisi degli affitti brevi, agli spazi uffici, è difficile non essere preoccupati.
Che qualche grande proprietario immobiliare diventi socio dell'inquilino pur di non ritrovarsi gli spazi vuoti? Riesci ad immaginarlo?
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Alessandro Profumo, AD di Leonardo, ha dichiarato che a causa del Covid-19 le conseguenze sul mercato immobiliare saranno pesanti. Prevede il 30% in meno di spazi "lavoro" occupati.
Dagli USA il Financial Times racconta che Simon Property Group, uno dei più grandi proprietari di centri commerciali d'America, sta investendo nelle aziende "inquiline" in piena crisi da Coronavirus. Tra i marchi oggetto di shopping: Brooks Brothers, Lucky Brand e Fashion21.
Questa politica di acquisizione preoccupa Wall Street. Mantenere a galla le attività dei conduttori con i propri soldi è visto come un tentativo disperato di impedire che aree più grandi dei centri commerciali rimangano vuote.
Questa situazione mi ricorda i tanti casi di aziende indebitate (qualcuna anche del real estate) i cui creditori (di solito banche) sono entrati nella compagine sociale per limitare i danni. Non so se è una strategia che può stare in piedi nel lungo periodo, di certo fa guadagnare un po' di tempo.
Se penso alla situazione italiana, alle catene commerciali, agli hotel, ai grandi gestori in crisi degli affitti brevi, agli spazi uffici, è difficile non essere preoccupati.
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