Frosinone
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notizie ed eventi da Frosinone e provincia
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Grazie alla posizione strategica tra Roma Sud e Frosinone, l’hub di Colleferro servirà direttamente nove regioni del Centro e Sud Italia, accorciando i tempi di consegna fino a tre giorni nel Centro e uno al Sud e nelle isole. Ma non è solo questione di velocità: è un cambio di passo per l’intero sistema distributivo.
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«Colleferro rappresenta per noi un punto di svolta» ha spiegato Bruna Olivieri, Country Manager di Unieuro. «Abbiamo scelto questa area per la sua posizione strategica, ma anche per la disponibilità di competenze e infrastrutture. Qui possiamo essere più rapidi, più precisi e più vicini ai nostri clienti. Il nuovo hub è la dimostrazione concreta di cosa intendiamo per innovazione logistica».
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Un colpo d’ali per il territorio
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Pierluigi Sanna
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Se Unieuro punta sull’innovazione, Colleferro punta sul rilancio industriale. Con la benedizione del sindaco Pierluigi Sanna, l’hub è destinato a generare un effetto moltiplicatore: occupazione diretta, indotto per trasporti e servizi, attrattività per nuovi insediamenti. In pratica, un'iniezione di ossigeno in un'area che sta già scalando le classifiche dei poli logistici più attivi del Paese.
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«Il nostro territorio è tornato centrale nei piani di sviluppo delle grandi aziende – ha sottolineato Sanna –. Colleferro è oggi un ecosistema industriale moderno, capace di offrire qualità, accessibilità e un tessuto umano pronto a sostenere la crescita. Questo hub è la conferma che la direzione intrapresa è quella giusta».
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Tecnologia, sostenibilità, potenza
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Dentro l’hub: scaffalature verticali alte fino a 19 metri, 62 baie di carico, una capacità di stoccaggio fino a 40.000 grandi elettrodomestici. Fuori: un impianto fotovoltaico da 3,4 MWp che garantirà l’autonomia energetica e immetterà energia verde nella rete nazionale. Un centro pensato per durare e per correre, nel rispetto dell’ambiente.
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«L’intero fabbisogno energetico sarà coperto da fonti rinnovabili – ha aggiunto Olivieri –. È un altro segnale di quanto Unieuro creda in un’innovazione sostenibile e concreta, anche nei processi meno visibili al cliente ma fondamentali per il futuro dell’azienda».
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L’inaugurazione di oggi segna un punto di svolta: l’area tra Roma Sud e Frosinone, storicamente zona di transito, è ora una delle nuove capitali italiane della logistica. Unieuro lo ha capito prima di altri.
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Il resto del mercato farebbe bene a prendere nota.
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Ceccano torna rossa: Querqui sindaco, il centrosinistra riprende la sua Stalingrado
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Il vento del centrosinistra torna a soffiare dopo nove anni su Ceccano. La Stalingrado di Ciociaria torna nelle mani di Pd e Socialisti: l'avevano governata dal dopoguerra, l'avevano perduta nove anni fa anticipando l'onda nazionale dei Fratelli d'Italia, l'hanno ripresa d'impeto con il voto di domenica e lunedì. Mandando una serie di segnali politici forti: tanto a sinistra quanto a destra.
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Andrea Querqui con la fascia da sindaco
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Andrea Querqui è il nuovo sindaco di Ceccano. Farmacista, 47 anni, consigliere d'opposizione nella scorsa tornata: ha superato il quorum del 50% nel primo pomeriggio, oscillando per un paio d'ore tra la vittoria al primo turno ed il ritorno alle urne nel turno di Ballottaggio. Un'altalena continua, tra il 49,6% ed il 50,2%, gloria ed abisso separati da un respiro. Poi con il passare delle ore il dato si assesta oltre quota 50, sempre più solido a mano a mano che aumentavano le schede.
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Il risultato
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La gioia esplode alle 20.30: le schede scrutinate sono al 75% ed il vantaggio è stabilmente al 51,8%. Un vecchio lupo delle elezioni ed espertissimo nei numeri del voto com'è Francesco De Angelis grida "Andrè hai vinto! Non possono riprenderti più!!”. Nel comitato esplode un boato nel pieno della diretta tv su Teleuniverso, la festa inizia mentre sull'altro fronte restano increduli e continuano a contare.
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Il dato all'una di notte, quando mancano due sezioni, è di 5.830 voti per Querqui pari al 50,88%, sufficiente per indossare da subito la fascia tricolore. Il candidato del centrodestra unito Ugo Di Pofi si è fermato al 20,73% appena 2.375 voti. Alle sue spalle l'altro candidato del centrodestra, Fabio Giovannone con il 15,44% pari a 1.769 voti. Per l'ex sindaca Manuela Maliziola appena 1.085 voti pari al 9,47%. Chiude Luigi Mingarelli con 399 voti ed il 3,48%.
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Andrea Querqui in diretta su Teleuniverso
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Andrea Querqui ha vinto al primo turno. Senza tentennamenti, senza indecisioni. Mandando due segnali poderosi al Partito Democratico ed all'intero fronte Progressista: si vince con il Campo Largo, con una coalizione che comprenda tutti e che sia unita. A Ceccano sono tornati insieme Pd e Socialisti, si è unito anche il Movimento 5 Stelle, in squadra pure Alleanza Verdi Sinistra, più quattro formazioni civiche compreso un movimento giovanile (Progresso Fabraterno) tanto inclusivo quanto effervescente. E capace di diventare la terza forza elettorale nel centrosinistra.
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È un triplice voto quello espresso dai ceccanesi. Sono andati alle urne per dire no ad un modello di governo: quello descritto dal Palazzo di Giustizia di Frosinone lo scorso autunno quando ha arrestato il sindaco Roberto Caligiore (FdI). Quel giorno il Giudice si spinge a ritenere che a Ceccano il sistema degli appalti comunali venga gestito in maniera totalmente corrotta. Ogni appalto. Soprattutto quelli finanziati dal Pnrr. Ritiene che la presenza di un gruppo affaristico criminale sia ben percepito da tutto il contesto dell’amministrazione. Ma il sistema di controlli amministrativi e politici si è rivelato evidentemente incapace di affrontare e contrastare l’azione illecita del sindaco.
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È contro questo che gli elettori sono andati a votare. E poco conta che tutta l'amministrazione di centrodestra che stava intorno a Caligiore abbia preso le distanze, si sia dimessa, le liste siano state passate al setaccio, il candidato sindaco chiamato a guidarle, Ugo Di Pofi, fosse un imprenditore popolare ed apprezzato.
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Il voto politico
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Andrea Querqui abbraccia la moglie dopo il risultato
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E poi il voto politico. Ceccano è una città rossa nell'anima. Che aveva due sezioni del Partito Comunista, in competizione per chi fosse più comunista dell'altra. Una città che aveva avuto i suoi morti nelle lotte operaie degli anni Cinquanta. Che ha eletto un suo contadino autodidatta, Angelino Compagnone, come Senatore della Repubblica e lui mette a punto la Legge sull'affrancamento delle terre per i contadini sfruttati di tutta l'Italia. Quel voto di nove anni fa fu contro un centrosinistra litigioso, incapace di trovare una sintesi; un voto dato ad un maresciallo dei carabinieri, civico, impegnato da sempre nel sociale e poco contava che a sostenerlo ci fossero ragazzini cresciuti nel centrodestra.
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Il bis glielo avevano tributato ad occhi chiusi, nonostante fosse transitato in FdI. L'alternativa era un centrosinistra spaccato con due candidati sindaco dopo avere litigato per anni ed incapace di esprimere un candidato ma prendendone uno che aveva presieduto l'Aula durante il governo di centrodestra. Troppo. Meglio Fratelli d'Italia.
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Il dato del centrodestra
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Riccardo Del Brocco (Foto: Erica Del Vecchio © Teleuniverso)
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Oggi Andrea Querqui, per usare una frase di Nanni Moretti non ha detto una sola cosa di sinistra. Ma ha aggregato, cucito, unito: e l'unità è un concetto magico per un elettorato di sinistra. Per contro, il centrodestra si è diviso, esprimendo due candidati impegnati a dimostrare chi fosse più di centrodestra e più distante dall'amministrazione Caligiore.
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Il dato positivo è che con queste elezioni il centrodestra abbia messo in campo un nuovo gruppo dirigente, affidato a Rino Liburdi e con la visione di rifondare tutto. Non è un caso che il dato più brillante sia quello ottenuto dall'ex assessore all'Ambiente Riccardo Del Brocco: la sua lista ha ottenuto un risultato strepitoso, prendendo il largo rispetto a quella di Fratelli d'Italia alla quale ha dato centinaia di voti di distacco.
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Il voto amministrativo
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Il gruppo di Progresso Fabraterno
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C'è poi un altro dato. È quello di Progresso Fabraterno. Un movimento nato dal basso, di ragazzi, con una lista che ha l'età media di 26 anni: è la terza forza dei Progressisti, la marcia in più che ha spinto Querqui oltre il 50% al primo turno. Una massa di voti inattesa ed imprevista che dice con chiarezza una cosa: i ceccanesi hanno scommesso su quei ragazzi, gli hanno dato fiducia, credono in loro per avviare un cambiamento.
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Nel panorama politico ceccanese questa sera si è accesa la stella di Francesco Ruggiero, l'ideatore e fondatore di progresso. Con un'operazione paragonabile a quella che nel centrodestra aveva portato alla nascita politica di Riccardo Del Brocco, forgiato dal basso nel movimento giovanile di Alleanza Nazionale e destinato alla candidatura a sindaco se la stella di Caligiore non fosse stata spenta all'improvviso dagli investigatori della Procura Europea.
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Se c'è una cosa sulla quale riflettere sono le parole gridate quasi con rabbia, nei primi secondi in cui Andrea Querqui ha realizzato di essere stato eletto sindaco e di avere buttato giù 9 anni di centrodestra. In diretta tv ha gridato "Una cosa mi sento di promettere: da oggi tutti i cittadini di Ceccano saranno uguali. Quelli che mi hanno votato e quelli che non lo hanno fatto. Da oggi si torna tutti uguali”.
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Se a Ceccano è considerata una cosa rivoluzionaria allora è comprensibile il risultati delle elezioni.
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