<!-- wp:paragraph {"dropCap":true} -->
Uno sfogo. Duro, politico, ma anche personale. E non sembra la comune sindrome della "solitudine del sindaco". Eppure, Matilde Celentano, sindaca di Latina, ha usato proprio quel termine: «Mi sento sola». Non è nuova a sfoghi: quello sulla malattia, sul "chiacchiericcio", sugli haters sui social che la attaccavano per l'aspetto fisico. Era personale, divenuto pubblico per quelle critiche rese pubbliche dai social cui pubblicamente aveva voluto rispondere, nella massima assise, il Consiglio comunale.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Sfogo politico
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":330310,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"none","align":"right"} -->
Uno sfogo. Duro, politico, ma anche personale. E non sembra la comune sindrome della "solitudine del sindaco". Eppure, Matilde Celentano, sindaca di Latina, ha usato proprio quel termine: «Mi sento sola». Non è nuova a sfoghi: quello sulla malattia, sul "chiacchiericcio", sugli haters sui social che la attaccavano per l'aspetto fisico. Era personale, divenuto pubblico per quelle critiche rese pubbliche dai social cui pubblicamente aveva voluto rispondere, nella massima assise, il Consiglio comunale.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Sfogo politico
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":330310,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"none","align":"right"} -->
Stefano Cardillo
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
Stavolta no, è uno sfogo politico, è un attacco alla maggioranza e alle sue divisioni, alle sue critiche interne. Uno sfogo, che arriva quasi al "compleanno", visto che il 17 maggio l'amministrazione compirà due anni, ed è quindi anche il momento di un bilancio.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
Per farlo ha scelto ancora una volta un evento pubblico: il Congresso comunale di Forza Italia di Latina, aperto con il ricordo di Luca Palmegiani e che ha visto eletto segretario cittadino Stefano Cardillo. (Leggi qui: L’addio durante l’incontro di Partito: se ne va Luca Palmegiani (https://www.alessioporcu.it/politica/laddio-durante-lincontro-di-partito-se-ne-va-luca-palmegiani/). E leggi anche: Latina, la scomparsa di Palmegiani: il cordoglio, le domande e l’algoritmo (https://www.alessioporcu.it/politica/latina-la-scomparsa-di-palmegiani-il-cordoglio-le-domande-e-lalgoritmo/)).
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
«Dobbiamo correre insieme - ha detto la Celentano - non potete lasciarmi sola, ma io mi sento sola. Vorrei che i consiglieri non venissero sempre da me a portarmi problemi. Vorrei soluzioni, perché l'amministrazione ha già tanti problemi». E un accenno veramente personale: «Non è più possibile che un sindaco debba risolvere i divari tra Partiti. E nessuno mi chiede come sto psicologicamente, ad assorbire i problemi tra Partiti e Consiglieri. Non può più essere, io gli attriti non li sopporto più, dobbiamo essere un centrodestra unito, non dobbiamo perdere più un minuto a risolvere attriti».
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Tutti presenti
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":209403,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"none","align":"left"} -->
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
Stavolta no, è uno sfogo politico, è un attacco alla maggioranza e alle sue divisioni, alle sue critiche interne. Uno sfogo, che arriva quasi al "compleanno", visto che il 17 maggio l'amministrazione compirà due anni, ed è quindi anche il momento di un bilancio.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
Per farlo ha scelto ancora una volta un evento pubblico: il Congresso comunale di Forza Italia di Latina, aperto con il ricordo di Luca Palmegiani e che ha visto eletto segretario cittadino Stefano Cardillo. (Leggi qui: L’addio durante l’incontro di Partito: se ne va Luca Palmegiani (https://www.alessioporcu.it/politica/laddio-durante-lincontro-di-partito-se-ne-va-luca-palmegiani/). E leggi anche: Latina, la scomparsa di Palmegiani: il cordoglio, le domande e l’algoritmo (https://www.alessioporcu.it/politica/latina-la-scomparsa-di-palmegiani-il-cordoglio-le-domande-e-lalgoritmo/)).
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
«Dobbiamo correre insieme - ha detto la Celentano - non potete lasciarmi sola, ma io mi sento sola. Vorrei che i consiglieri non venissero sempre da me a portarmi problemi. Vorrei soluzioni, perché l'amministrazione ha già tanti problemi». E un accenno veramente personale: «Non è più possibile che un sindaco debba risolvere i divari tra Partiti. E nessuno mi chiede come sto psicologicamente, ad assorbire i problemi tra Partiti e Consiglieri. Non può più essere, io gli attriti non li sopporto più, dobbiamo essere un centrodestra unito, non dobbiamo perdere più un minuto a risolvere attriti».
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Tutti presenti
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":209403,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"none","align":"left"} -->
Claudio Fazzone (Forza Italia), Claudio Durigon (Lega), Nicola Calandrini (FdI)
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
La sindaca ha davanti a sé tutti quelli cui voleva inviare il messaggio. Di Forza Italia ci sono tutti: c'è il segretario regionale Claudio Fazzone, quello Provinciale Giuseppe Di Rubbo, quello Comunale (eligendo) Stefano Cardillo. C'è tutto il Gruppo consiliare azzurro; ci sono europarlamentari (Salvatore De Meo) e assessori regionali (Pino Schiboni). E c'è anche il Segretario cittadino della Lega, Vincenzo Valletta. Ma ci sono anche gli avversari del Pd: da Stefano Vanzini a Marco Cepollaro a Claudio Moscardelli. C'è anche il Segretario comunale del suo Partito, FdI, Dino Iavarone. Un messaggio che più politico di così non poteva essere.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
La Celentano cita i progetti da portare avanti «in maniera unita», cita le incompiute su cui si sta lavorando (cittadella giudiziaria, ex Svar, palazzo Key: «Ora è il momento di dare risposte»; non può non citare il Centenario e «le opportunità che porterà»; i fondi Pnrr, Pinqua e Fesr («Oltre 100 milioni di euro») e le opere da realizzare.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
Per questo, «io mi appello alla responsabilità di tutti. Come Berlusconi aveva fatto del pragmatismo la sua virtù, così voi dovete essere pragmatici e trovare soluzioni ai problemi. E allora sarò al fianco di una maggioranza unita. E spero che il futuro sarà più roseo». Non cita, invece, i temi che creano problemi alla maggioranza, che tutti conoscono: la gestione dei rifiuti, in primis. Ma anche gli sfoghi di Anzalone sull'acquisto (definito impossibile dall'assessore al Bilancio, Ada Nasti) dell'ex zuccherificio dal fallimento Slm.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Condivisione
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":330311,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"none","align":"right"} -->
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
La sindaca ha davanti a sé tutti quelli cui voleva inviare il messaggio. Di Forza Italia ci sono tutti: c'è il segretario regionale Claudio Fazzone, quello Provinciale Giuseppe Di Rubbo, quello Comunale (eligendo) Stefano Cardillo. C'è tutto il Gruppo consiliare azzurro; ci sono europarlamentari (Salvatore De Meo) e assessori regionali (Pino Schiboni). E c'è anche il Segretario cittadino della Lega, Vincenzo Valletta. Ma ci sono anche gli avversari del Pd: da Stefano Vanzini a Marco Cepollaro a Claudio Moscardelli. C'è anche il Segretario comunale del suo Partito, FdI, Dino Iavarone. Un messaggio che più politico di così non poteva essere.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
La Celentano cita i progetti da portare avanti «in maniera unita», cita le incompiute su cui si sta lavorando (cittadella giudiziaria, ex Svar, palazzo Key: «Ora è il momento di dare risposte»; non può non citare il Centenario e «le opportunità che porterà»; i fondi Pnrr, Pinqua e Fesr («Oltre 100 milioni di euro») e le opere da realizzare.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
Per questo, «io mi appello alla responsabilità di tutti. Come Berlusconi aveva fatto del pragmatismo la sua virtù, così voi dovete essere pragmatici e trovare soluzioni ai problemi. E allora sarò al fianco di una maggioranza unita. E spero che il futuro sarà più roseo». Non cita, invece, i temi che creano problemi alla maggioranza, che tutti conoscono: la gestione dei rifiuti, in primis. Ma anche gli sfoghi di Anzalone sull'acquisto (definito impossibile dall'assessore al Bilancio, Ada Nasti) dell'ex zuccherificio dal fallimento Slm.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Condivisione
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":330311,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"none","align":"right"} -->
Giuseppe Di Rubbo
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
«Condivisione» è stata la risposta, la parola più usata: da Valletta, dai consiglieri azzurri come Fausto Furlanetto e Mauro Anzalone e Giuseppe Coriddi. Ma il Segretario provinciale Giuseppe Di Rubbo rilancia: vuole la Mare-Monti, vuole «una politica delle entrate più sana», vuole chiarezza con l'Università, perché altrimenti «l'investimento fatto con l'affidamento di Ruspi e Banca d'Italia non è produttivo».
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
E, come di consueto, è poi Fazzone a mettere il carico da 90: «Occorre stabilire una linea politica certa con gli alleati su un progetto politico. Nessuno se la deve prendere, quando ci si confronta, quando le cose non si capiscono o non si comprendono. Nella coalizione ci vuole maturità: è coesa, ma quando le elezioni si fanno, devono essere di governo, non elettorali, che poi ognuno pensa di governare a modo proprio. E no! Si governa insieme, in base al programma. Si portino anche idee nuove, ma si discutano con gli alleati. Ma se si pensa di utilizzare alleati solo a fini numerici, per poi non portare avanti la dignità di una forza politica, questo non porta da nessuna parte».
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:image {"id":298058,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"none","align":"left"} -->
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
«Condivisione» è stata la risposta, la parola più usata: da Valletta, dai consiglieri azzurri come Fausto Furlanetto e Mauro Anzalone e Giuseppe Coriddi. Ma il Segretario provinciale Giuseppe Di Rubbo rilancia: vuole la Mare-Monti, vuole «una politica delle entrate più sana», vuole chiarezza con l'Università, perché altrimenti «l'investimento fatto con l'affidamento di Ruspi e Banca d'Italia non è produttivo».
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
E, come di consueto, è poi Fazzone a mettere il carico da 90: «Occorre stabilire una linea politica certa con gli alleati su un progetto politico. Nessuno se la deve prendere, quando ci si confronta, quando le cose non si capiscono o non si comprendono. Nella coalizione ci vuole maturità: è coesa, ma quando le elezioni si fanno, devono essere di governo, non elettorali, che poi ognuno pensa di governare a modo proprio. E no! Si governa insieme, in base al programma. Si portino anche idee nuove, ma si discutano con gli alleati. Ma se si pensa di utilizzare alleati solo a fini numerici, per poi non portare avanti la dignità di una forza politica, questo non porta da nessuna parte».
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:image {"id":298058,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"none","align":"left"} -->
Claudio Fazzone (Foto: Luigi Mistrulli © Imagoeconomica)
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
Non solo: «Molte volte si vedono gli alleati come nemici: ci sono Partiti che si riuniscono, e parlano male degli altri Partiti». E ancora: «Non si usa la politica per distribuire prebende per rafforzare il proprio fortino: vanno allontanate, le persone che tutte le mattine vanno dal sindaco a chiedere, e poi queste persone non vengono in Consiglio».
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
E, in definitiva: «io ringrazio la sindaca. Però ci vuole un'azione politica più incisiva».
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
Non solo: «Molte volte si vedono gli alleati come nemici: ci sono Partiti che si riuniscono, e parlano male degli altri Partiti». E ancora: «Non si usa la politica per distribuire prebende per rafforzare il proprio fortino: vanno allontanate, le persone che tutte le mattine vanno dal sindaco a chiedere, e poi queste persone non vengono in Consiglio».
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
E, in definitiva: «io ringrazio la sindaca. Però ci vuole un'azione politica più incisiva».
<!-- /wp:paragraph -->
Anbi Lazio al MacFrut 2025: l’acqua, l’IA e il coraggio di fare sistema
https://www.alessioporcu.it/economia/anbi-lazio-al-macfrut-2025-lacqua-lia-e-il-coraggio-di-fare-sistema/
https://www.alessioporcu.it/economia/anbi-lazio-al-macfrut-2025-lacqua-lia-e-il-coraggio-di-fare-sistema/
<!-- wp:paragraph {"dropCap":true} -->
C’è un Lazio che combatte, che non si accontenta della narrazione dell’eccellenza agricola scolpita tra kiwi e pomodori da export. C’è un Lazio che fa domande scomode sull’acqua che non c’è, che si salinizza, che sfugge. E che – a Rimini, al MacFrut 2025 – si è presentato non con lo stand da fiera, ma con un’idea forte: usare l’intelligenza artificiale per domare la sete dei campi. Concreta, misurabile, replicabile.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
Il progetto si chiama “Uniti per la tutela della risorsa idrica” e lo ha raccontato ANBI Lazio – l’articolazione regionale dell’Associazione Nazionale delle Bonifiche – in una delle sessioni più seguite della kermesse agricola. Non una passerella, ma un caso d’uso reale presentato dal Consorzio di Bonifica Litorale Nord di Roma, con il supporto tecnico della Curator. Tema: la gestione predittiva dell’acqua per uso agricolo, grazie a una rete di sensori, analisi dati e machine learning.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Roba da ingegneri e da agricoltori veri
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":330317,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"media","align":"right"} -->
C’è un Lazio che combatte, che non si accontenta della narrazione dell’eccellenza agricola scolpita tra kiwi e pomodori da export. C’è un Lazio che fa domande scomode sull’acqua che non c’è, che si salinizza, che sfugge. E che – a Rimini, al MacFrut 2025 – si è presentato non con lo stand da fiera, ma con un’idea forte: usare l’intelligenza artificiale per domare la sete dei campi. Concreta, misurabile, replicabile.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
Il progetto si chiama “Uniti per la tutela della risorsa idrica” e lo ha raccontato ANBI Lazio – l’articolazione regionale dell’Associazione Nazionale delle Bonifiche – in una delle sessioni più seguite della kermesse agricola. Non una passerella, ma un caso d’uso reale presentato dal Consorzio di Bonifica Litorale Nord di Roma, con il supporto tecnico della Curator. Tema: la gestione predittiva dell’acqua per uso agricolo, grazie a una rete di sensori, analisi dati e machine learning.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Roba da ingegneri e da agricoltori veri
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":330317,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"media","align":"right"} -->
Il direttore provinciale Aurelio Tagliaboschi, il direttore generale del Lazio Andrea Renna e l'assessore regionale all'Agricoltura Giancarlo Righini
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
Una roba da ingegneri? Sì. Ma anche da agricoltori veri, quelli che ogni giorno decidono se e quando irrigare, mentre il sole brucia e i pozzi si svuotano. “L’intelligenza artificiale può fare la differenza – ha spiegato il presidente Niccolò Sacchetti – ma dobbiamo essere noi a farle le domande giuste”. E la prima domanda, oggi, è come evitare che l’agricoltura del Lazio evapori in trent’anni, come ha ammonito l’assessore regionale Giancarlo Righini.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
L'assessore Righini ha commentato molto positivamente l'esperienza presentata da ANBI Lazio: ci crede ed è pronto a scommetterci. Al punto che si è detto disponibile a organizzare un incontro in Regione una volta pronti gli esiti dello studio. Lo stesso assessore, il giorno precedente in presenza del ministro Francesco Lollobrigida, ha dato atto pubblicamente del grande lavoro di Anbi Lazio sotto la guida della presidente Sonia Ricci per sostenere la filiera agricola.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Questione di visione
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":330322,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"none","align":"left"} -->
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
Una roba da ingegneri? Sì. Ma anche da agricoltori veri, quelli che ogni giorno decidono se e quando irrigare, mentre il sole brucia e i pozzi si svuotano. “L’intelligenza artificiale può fare la differenza – ha spiegato il presidente Niccolò Sacchetti – ma dobbiamo essere noi a farle le domande giuste”. E la prima domanda, oggi, è come evitare che l’agricoltura del Lazio evapori in trent’anni, come ha ammonito l’assessore regionale Giancarlo Righini.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
L'assessore Righini ha commentato molto positivamente l'esperienza presentata da ANBI Lazio: ci crede ed è pronto a scommetterci. Al punto che si è detto disponibile a organizzare un incontro in Regione una volta pronti gli esiti dello studio. Lo stesso assessore, il giorno precedente in presenza del ministro Francesco Lollobrigida, ha dato atto pubblicamente del grande lavoro di Anbi Lazio sotto la guida della presidente Sonia Ricci per sostenere la filiera agricola.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Questione di visione
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":330322,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"none","align":"left"} -->
Sonia Ricci ed Andrea Renna
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
ANBI Lazio non ha portato solo tecnologia ma una visione. Una che tiene insieme i Consorzi – da Latina a Rieti – attorno a un tavolo che parla di dati, efficienza, sostenibilità. La presidente Sonia Ricci e il direttore Andrea Renna hanno fatto quello che la politica spesso si dimentica di fare: orchestrare. Senza proclami ma con l’idea che o si fa squadra, o si resta a secco. E non solo d’acqua.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
Il segnale è chiaro: i Consorzi non sono più solo guardiania del territorio ma infrastruttura strategica per l’innovazione agricola. E non è un proclama: la Regione Lazio lo ha codificato, prevedendo una Direzione e del personale che si occupino di Bonifica e dichiarando strategiche le infrastrutture per l'irrigazione.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Se non ora, quando?
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":330316,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"media","align":"right"} -->
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
ANBI Lazio non ha portato solo tecnologia ma una visione. Una che tiene insieme i Consorzi – da Latina a Rieti – attorno a un tavolo che parla di dati, efficienza, sostenibilità. La presidente Sonia Ricci e il direttore Andrea Renna hanno fatto quello che la politica spesso si dimentica di fare: orchestrare. Senza proclami ma con l’idea che o si fa squadra, o si resta a secco. E non solo d’acqua.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
Il segnale è chiaro: i Consorzi non sono più solo guardiania del territorio ma infrastruttura strategica per l’innovazione agricola. E non è un proclama: la Regione Lazio lo ha codificato, prevedendo una Direzione e del personale che si occupino di Bonifica e dichiarando strategiche le infrastrutture per l'irrigazione.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Se non ora, quando?
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":330316,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"media","align":"right"} -->
Il direttore nazionale Anbi Massimo Gargano, il presidente Francesco Vincenzi ed il vicepresidente della Commissione Ambiente di Montecitorio Francesco Battistoni
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
Se non ora, quando? Lo ha riconosciuto anche il vicepresidente della Commissione Ambiente Francesco Battistoni, lodando il ruolo chiave dei Consorzi per la sostenibilità del settore. Perché, come ha detto Luigi Scordamaglia di Filiera Italia, “l’agricoltura non consuma acqua: la trasforma in cibo, in valore, in ricchezza”.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
La vera posta in gioco è tutta lì: non si può chiedere al comparto agricolo di essere green se poi lo si lascia competere con chi importa a basso costo, senza regole. Il Lazio, per una volta, ha provato a stare nel dibattito con argomenti, non con lamentele. E ANBI Lazio, in questo, ha mostrato una via concreta: digitalizzare le reti idriche, storicizzare i dati, usare la scienza per difendere l’acqua e chi la usa per nutrire. Non è solo una questione tecnica. È politica. È identitaria. È strategica.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Il messaggio di MacFrut
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":330318,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"none","align":"left"} -->
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
Se non ora, quando? Lo ha riconosciuto anche il vicepresidente della Commissione Ambiente Francesco Battistoni, lodando il ruolo chiave dei Consorzi per la sostenibilità del settore. Perché, come ha detto Luigi Scordamaglia di Filiera Italia, “l’agricoltura non consuma acqua: la trasforma in cibo, in valore, in ricchezza”.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
La vera posta in gioco è tutta lì: non si può chiedere al comparto agricolo di essere green se poi lo si lascia competere con chi importa a basso costo, senza regole. Il Lazio, per una volta, ha provato a stare nel dibattito con argomenti, non con lamentele. E ANBI Lazio, in questo, ha mostrato una via concreta: digitalizzare le reti idriche, storicizzare i dati, usare la scienza per difendere l’acqua e chi la usa per nutrire. Non è solo una questione tecnica. È politica. È identitaria. È strategica.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:heading -->
Il messaggio di MacFrut
<!-- /wp:heading -->
<!-- wp:image {"id":330318,"sizeSlug":"thumbnail","linkDestination":"none","align":"left"} -->
Una delle aree del MacFrut
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
Il MacFrut 2025 ha lasciato un messaggio chiaro: l’agricoltura italiana è a un bivio. E chi oggi investe in innovazione, domani non chiederà l’elemosina ma firmerà i contratti. Quelli veri. Quelli che valgono un raccolto. O lo salvano.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
ANBI Lazio c’è. Non urla, non si mette in vetrina. Ma lavora. Con un’idea semplice e potentissima: l’acqua si governa insieme. E il futuro non si aspetta. Si costruisce. Goccia dopo goccia. Dato dopo dato.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- /wp:image -->
<!-- wp:paragraph -->
Il MacFrut 2025 ha lasciato un messaggio chiaro: l’agricoltura italiana è a un bivio. E chi oggi investe in innovazione, domani non chiederà l’elemosina ma firmerà i contratti. Quelli veri. Quelli che valgono un raccolto. O lo salvano.
<!-- /wp:paragraph -->
<!-- wp:paragraph -->
ANBI Lazio c’è. Non urla, non si mette in vetrina. Ma lavora. Con un’idea semplice e potentissima: l’acqua si governa insieme. E il futuro non si aspetta. Si costruisce. Goccia dopo goccia. Dato dopo dato.
<!-- /wp:paragraph -->