Frosinone
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notizie ed eventi da Frosinone e provincia
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Papa Francesco (Foto: Giuliano Del Gatto © Imagoeconomica)
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La Scuccia ha spiegato: "Ho partecipato a 'The Voice' grazie a Papa Francesco. Sin dall'inizio del suo Pontificato, invitò tutti i consacrati, gli uomini e le donne dalla Chiesa a uscire dai conventi, ad aprire le porte per raggiungere le periferie del mondo”.
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“Dunque ci sentivamo chiamati in causa. E così, quando è arrivata la chiamata della redazione, l'ho percepita come un segno: far arrivare la parola di Dio dove di solito non c'è". Ecco, far passare un atto dialettico di tolleranza del Pontefice come un “input” ufficiale forse non è stata la migliore delle idee. E tuttavia all'Adnkronos la già suor Cristina Scuccia non ha avuto problemi nell’apparecchiare questo nesso eziologico tutto suo.
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E ancora: "Qualche giorno fa, riguardavo le foto dell'incontro con il Santo Padre, eravamo in tanti ma lui era lì ad ascoltare le storie di tutti. Ricordo di aver avuto la possibilità di regalargli il mio primo album e di avergli raccontato della mia decisione di partecipare al talent show di Rai 2 per mandare un messaggio".
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I gesti semplici
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Papa Francesco (Foto: Cristian Gennari © Imagoeconomica)
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Poi l’amarcord, che appare di maniera anche se sulla sua genuinità non è dato sindacare. “Quando è stato eletto ricordo che fu come una boccata d'ossigeno, non solo per me. Credo anche per la Chiesa. Perché in quel momento il mondo aveva bisogno di una figura come la sua, che ha sempre prediletto la misericordia".
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Cosa aveva colpito l’allora suo Cristina del Papa? "La semplicità nei gesti e nel linguaggio. Si relazionava alle persone, ma anche nelle sue omelie, in modo diretto. La chiave vincente è stata proprio la sua autenticità".
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Tutto bello, anche e soprattutto il tema dell’autenticità. E siamo sicuri che la Scuccia abbia dato seguito a questo canone, forse dimenticando che però ad essa dovrebbe accompagnarsi l’eleganza. Quella di non surfare alcuna onda.
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Pubblicistica da ex.
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Vero o falso, la linea del confine è sempre più sottile ed impercettibile. Colpa anche dell'Intelligenza Artificiale Generativa: è capace di creare immagini e video identici alla realtà. Fatti così bene che è impossibile distingue il vero dal falso.
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Le fake news, alimentate da contenuti manipolati, mettono a rischio la fiducia dei lettori e dei telespettatori. Possono alterare il dibattito democratico e perfino l'esito delle elezioni, come mostra la competizione avvenuta recentemente tra Donald Trump e Kamala Harris negli Stati Uniti.
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In questo contesto nasce il progetto europeo Solaris, coordinato dal Cini (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l'Informatica) guidato dal professor Daniele Nardi della Sapienza Università di Roma. Obiettivo: sensibilizzare i cittadini europei sui pericoli dei contenuti falsificati, educandoli a riconoscere e difendersi dai deepfake.
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Il cuore tecnologico di Solaris
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(Foto © IchnusaPapers)
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Un elemento chiave del successo di Solaris è la collaborazione con Seeweb, partner tecnologico che fornisce la potenza di calcolo necessaria al progetto. Grazie alla sua infrastruttura cloud scalabile, il cloud center Seeweb di Frosinone rende possibile la creazione e l'analisi di deepfake in ambiente controllato, simulando scenari realistici su cui formare e testare i cittadini. In pratica è come un laboratorio chimico di alta sicurezza nel quale creare e testare i virus per poter creare gli antidoti.
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Solaris utilizza tecniche avanzate di Intelligenza Artificiale Generativa. In particolare le GAN (Generative Adversarial Networks), per produrre video e immagini contraffatti a scopo educativo. Il progetto prevede la creazione di una piattaforma accessibile da desktop, tablet e smartphone, costruita come un web service modulare e scalabile.
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È proprio qui che entra in gioco Seeweb: la sua infrastruttura cloud garantisce le risorse di calcolo indispensabili per addestrare modelli IA, generare deepfake e condurre esperimenti su larga scala. Senza un supporto tecnologico robusto, Solaris non avrebbe potuto offrire un'esperienza accessibile a utenti senza background tecnico.
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Dalla ricerca alla sensibilizzazione
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Da sinistra: Daniele Nardi, Lucrezia Sabatini, Domenico Daniele Bloisi, Michele Brienza
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Il team di Solaris, composto anche dal professor Domenico Daniele Bloisi (UNINT), dal dottor Michele Brienza e dalla project manager Lucrezia Sabatini - coinvolge cittadini e stakeholder in sessioni di analisi, chiedendo loro di distinguere tra contenuti reali e deepfake. I dati raccolti servono a mappare la percezione pubblica del fenomeno e a costruire strategie educative efficaci.
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Attraverso campagne di sensibilizzazione mirate, il progetto mira a formare una generazione di cittadini europei più consapevoli, capaci di riconoscere la manipolazione informativa e ridurne l'impatto.
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Le implicazioni dei deepfake sulla politica, sulla privacy e sulla società sono profonde. Solaris nasce dalla consapevolezza che non è più sufficiente contare sulla capacità dei media tradizionali di filtrare le notizie: è fondamentale rendere ogni cittadino parte attiva della difesa contro la disinformazione.
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Seeweb, mettendo a disposizione il suo know-how tecnologico, contribuisce in modo concreto a questo obiettivo, dimostrando come l'innovazione digitale possa essere una risorsa per proteggere la democrazia, non solo un fattore di rischio.
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In un mondo dove la linea tra vero e falso si fa sempre più sottile, progetti come Solaris - e partnership come quella con Seeweb - sono una barriera necessaria contro l'erosione della verità.
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Sul suo portale web si presenta come "La piattaforma B2B per le auto usate più grande in Europa”. E per dare sostanza alla cosa spiega che ci sono oltre 3mila auto in offerta aggiunte ogni giorno, su un piazzale virtuale con oltre 30mila auto in stock. Se qualcuno ha dubbi che sia una fregatura ci sono anche le certificazioni che attestano le condizioni delle auto offerte. Benvenuti su Auto1. com portale che ritira le auto usate, le sottopone a revisione e ricondizonamento e le vende come vetture di occasione.
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Società tedesca, sede a Berlino in Bergmannstrasse 72 e terminale italiano a Milano, funziona, tantissimo e bene nel nord del Paese. Meno al sud. Perché non è fisicamente presente. Ed è per questo che si sta preparando ad un'operazione strategica: c'è un dialogo aperto con Trasnova, l’azienda con sede principale a Cassino che si occupava della spedizione delle auto prodotte da Stellantis, impiegando circa cento addetti sugli diversi stabilimenti di Pomigliano, Cassino, Melfi e Mirafiori.
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Ipotesi conversione
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I lavoratori Trasnova con la Uilm-Uil
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Alla fine dello scorso anno Stellantis ha annunciato che l'appalto della società non sarebbe stato rinnovato. I sindacati sono scesi in piazza e grazie alla determinazione della Uilm - Uil si è arrivati ad un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico. Al quale Stellantis ha ribadito le sue intenzioni: internalizza il lavoro svolto finora da Trasnova per farlo fare ai suoi addetti evitando di tagliare altri posti Stellantis diretti. Le pressioni del Governo e della Uilm hanno portato ad un anno di proroga per consentire all'azienda di trovare altri sbocchi.
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L'ipotesi Auto1.com è una di queste. La più concreta finora. Ma ce ne sono altre con altri marchi. Ci sono stati contatti con l'azienda ed il sindacato sta monitorando la situazione passo dopo passo.
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Auto1 dichiara più di 60.000 commercianti partner in oltre 30 Paesi. Che "digitalizzano il loro business dell'usato utilizzando le soluzioni di acquisto e vendita di Auto1.com. Coloro che vogliono acquistare hanno accesso a un inventario multimarca di oltre 30.000 auto usate ispezionate. Concessionari, Oem, società di leasing e di noleggio, hanno l'opportunità di vendere i veicoli in modo digitale alla rete di concessionari europea di Auto1.com”.
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Business in crescita
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