Torrice – Frontale nella notte tra un pullman ed un’auto: l’incidente lungo la via Casilina
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Schianto frontale tra un pullman ed una utilitaria la notte scorsa lungo la via Casilina al km 89 nel territorio
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S.Giovanni I. – Perde il controllo del camion e si ribalta: paura in mattinata in località Madonna della Selva
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Ha perso il controllo del camion su cui era alla guida in prossimità di una curva e si è accasciato
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Ha perso il controllo del camion su cui era alla guida in prossimità di una curva e si è accasciato
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Basket – Serrie B, verdetti playout: Latina attende Fabriano. Stagione già conclusa per la Virtus Cassino
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Giornata numero 38 del Campionato di Serie B Nazionale, l’ultima di regular season che sarà decisiva per il piazzamento in
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Anagni – Schianto nella notte in A1 tra un’auto, un pullman ed un camion: un morto e due feriti
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E’ di un morto, due feriti e tre mezzi coinvolti in bilancio dell’incidente stradale avvenuto nella notte lungo l’autosole all’altezza
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La meravigliosa eredità di Papa Francesco
https://www.alessioporcu.it/rubriche/ce-bisogno-di-parola/la-meravigliosa-eredita-di-papa-francesco/
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Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi
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Sal 117
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Ho visto le meraviglie del Signore, ho visto quelle scarpe, quell'inchino, ho sentito quelle parole, ho visto quella borsa, ho visto quel sorriso. Ho compreso il dono di Dio per gli uomini di questo tempo, flagellato dalle crisi, dal cambiamento climatico, dalla pandemia, dalle guerre terribili, ho visto persone tornare a sorridere grazie al vangelo, annunciato nella gioia e non nella tristezza autoflagellante. Questo è stato Francesco per tutti, credenti e non credenti, una meraviglia ai nostri occhi, come dice il Salmo.
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Tutto iniziò dall'elezione
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Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi
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Tutto iniziò dall'elezione
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Il primo discorso di Papa Francesco dopo la sua elezione (Foto © Imagoeconomica)
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La meraviglia iniziò proprio il giorno dell'elezione. Ero nella sala d'attesa di un ospedale, mentre la tv trasmetteva da Piazza San Pietro. Tutti aspettavamo che apparisse il papa appena eletto. Non ero stato tra i sorpresi. Avevo messo il card. Jorge Bergoglio, allora arcivescovo a Buenos Aires, nella terna dei miei favoriti, in un giochino che, con alcuni amici, avevamo praticato durante il conclave.
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Ne avevo sentito parlare, l’avevo incontrato, fuggevolmente, nella capitale argentina, nel 2005, quando io e mia moglie portammo il saluto dell’Italia all’assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Argentina.
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La meraviglia iniziò proprio il giorno dell'elezione. Ero nella sala d'attesa di un ospedale, mentre la tv trasmetteva da Piazza San Pietro. Tutti aspettavamo che apparisse il papa appena eletto. Non ero stato tra i sorpresi. Avevo messo il card. Jorge Bergoglio, allora arcivescovo a Buenos Aires, nella terna dei miei favoriti, in un giochino che, con alcuni amici, avevamo praticato durante il conclave.
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L'altarino dedicato a Papa Francesco
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Ad un certo punto, alla tv vaticana, che cura in esclusiva, le riprese d’Oltretevere,, sfugge un'immagine: si vede chiaramente la parte bassa della tonaca bianca, con delle scarpe nere. Attenti, non le scarpe rosse tipiche dell'abbigliamento papale, ma semplici scarpe nere, scarponcini quasi, con i lacci. Fu una specie di folgorazione, confermata qualche minuto dopo dalla visione di papa Francesco, con la semplice tonaca bianca, senza la mozzetta rossa e la stola dell'apostolo Pietro.
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Quei gesti pieni di significato
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E poi quel “buonasera” che dette immediatamente il senso di un pontificato segnato dalla vicinanza con tutti, nessuno escluso, e dalla simpatia. Ci fu poi la richiesta di benedizione per lui… tutti aspettavamo di essere benedetti e invece il papa ci chiedeva di farlo noi a lui… vescovo e popolo, popolo e vescovo. Quei segni furono l’ouverture di un pontificato, fatto di parole ma anche di gesti: la scelta di una ordinaria automobile per muoversi dentro Roma, invece delle pesanti Mercedes di rappresentanza, quella borsa nera che si portava da solo, quel sorriso… e poi il luoghi visitati. Lampedusa e Lesbo, i cimiteri del mare, le carceri, gli ospedali… il colonnato aperto per ospitare i senza tetto.
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Ad un certo punto, alla tv vaticana, che cura in esclusiva, le riprese d’Oltretevere,, sfugge un'immagine: si vede chiaramente la parte bassa della tonaca bianca, con delle scarpe nere. Attenti, non le scarpe rosse tipiche dell'abbigliamento papale, ma semplici scarpe nere, scarponcini quasi, con i lacci. Fu una specie di folgorazione, confermata qualche minuto dopo dalla visione di papa Francesco, con la semplice tonaca bianca, senza la mozzetta rossa e la stola dell'apostolo Pietro.
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Quei gesti pieni di significato
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E poi quel “buonasera” che dette immediatamente il senso di un pontificato segnato dalla vicinanza con tutti, nessuno escluso, e dalla simpatia. Ci fu poi la richiesta di benedizione per lui… tutti aspettavamo di essere benedetti e invece il papa ci chiedeva di farlo noi a lui… vescovo e popolo, popolo e vescovo. Quei segni furono l’ouverture di un pontificato, fatto di parole ma anche di gesti: la scelta di una ordinaria automobile per muoversi dentro Roma, invece delle pesanti Mercedes di rappresentanza, quella borsa nera che si portava da solo, quel sorriso… e poi il luoghi visitati. Lampedusa e Lesbo, i cimiteri del mare, le carceri, gli ospedali… il colonnato aperto per ospitare i senza tetto.
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Il corteo con la bara del Papa
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Ma anche un pontificato pieno di contenuti: la gioia del vangelo, il cammino sinodale con tanti laici che finalmente hanno riacquistato responsabilità, un itinerario comune con presbiteri e vescovi, in un confronto franco e sincero, l'ambiente, la consapevolezza che siamo tutti fratelli, la dimensione della speranza, sottratta a tanti, rassegnati alla presenza pervasiva del male e della corruzione.
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Le persone al centro e non invisibili
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Ma anche un pontificato pieno di contenuti: la gioia del vangelo, il cammino sinodale con tanti laici che finalmente hanno riacquistato responsabilità, un itinerario comune con presbiteri e vescovi, in un confronto franco e sincero, l'ambiente, la consapevolezza che siamo tutti fratelli, la dimensione della speranza, sottratta a tanti, rassegnati alla presenza pervasiva del male e della corruzione.
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Le persone al centro e non invisibili
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Il Vaticano (Foto: Benvegnu' Guaitoli / Imagoeconomica)
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Infine, la continua insistenza sulle persone trattate come scarto, che diventano invisibili vittime della nostra indifferenza… quante meraviglie, quanto lavoro ancora da fare per rendere concreto il sogno di una chiesa, felicemente sconvolta dalla gioia del vangelo, aperta a tutti, capace di uscire dalle mura delle parrocchie.
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<!-- wp:paragraph -->
Il disincanto dei romani, che da millenni hanno visto papi e imperatori aggirarsi nelle strade della loro città, fa dire loro che morto un papa se ne fa un altro… E’ vero, ma sarà difficile stare alla pari dell’uomo venuto dalla fine del mondo. Grazie, papa Francesco, in te abbiamo visto le meraviglie del Signore.
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Infine, la continua insistenza sulle persone trattate come scarto, che diventano invisibili vittime della nostra indifferenza… quante meraviglie, quanto lavoro ancora da fare per rendere concreto il sogno di una chiesa, felicemente sconvolta dalla gioia del vangelo, aperta a tutti, capace di uscire dalle mura delle parrocchie.
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Il disincanto dei romani, che da millenni hanno visto papi e imperatori aggirarsi nelle strade della loro città, fa dire loro che morto un papa se ne fa un altro… E’ vero, ma sarà difficile stare alla pari dell’uomo venuto dalla fine del mondo. Grazie, papa Francesco, in te abbiamo visto le meraviglie del Signore.
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I potenti a salutare il Papa senza baldacchino e gli umili a dirgli addio
https://www.alessioporcu.it/rubriche/opinioni/i-potenti-a-salutare-il-papa-senza-baldacchino-e-gli-umili-a-dirgli-addio/
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Senza baldacchino: la cosa che ha colpito di più, sia pur annunciata e vista da tempo dai milioni di fedeli che cumulativamente hanno detto addio a Papa Francesco è stata quella. Un Papa Re senza neanche un baldacchino che testimoniasse che in quel momento il mondo terreno diceva addio ad un monarca assoluto. Perché vale la pena ricordarlo: la formula di governo del Vaticano è la monarchia assoluta.
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Quello che hanno rimandato le dirette tv, in streaming, le pelosità sui dresscode, sulla disposizione degli astanti di calibro, le centinaia di migliaia di immagini social è stato il senso di un rito atipico e gigantesco. E non perché improntato per volontà del defunto Pontefice a quel pauperismo che lui aveva fatto cardinale nella sua missione terrena e che noi leggiamo sempre nell'ottica del formalismo utile, ma per un altro motivo, più grande ed ancor più percettibile.
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Non solo Occidente
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Senza baldacchino: la cosa che ha colpito di più, sia pur annunciata e vista da tempo dai milioni di fedeli che cumulativamente hanno detto addio a Papa Francesco è stata quella. Un Papa Re senza neanche un baldacchino che testimoniasse che in quel momento il mondo terreno diceva addio ad un monarca assoluto. Perché vale la pena ricordarlo: la formula di governo del Vaticano è la monarchia assoluta.
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Quello che hanno rimandato le dirette tv, in streaming, le pelosità sui dresscode, sulla disposizione degli astanti di calibro, le centinaia di migliaia di immagini social è stato il senso di un rito atipico e gigantesco. E non perché improntato per volontà del defunto Pontefice a quel pauperismo che lui aveva fatto cardinale nella sua missione terrena e che noi leggiamo sempre nell'ottica del formalismo utile, ma per un altro motivo, più grande ed ancor più percettibile.
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Non solo Occidente
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