Frosinone
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notizie ed eventi da Frosinone e provincia
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Le trattative politiche all'interno del centrodestra di Anagni in attesa della prevista, ma non ancora confermata, staffetta in giunta programmata all’inizio di giugno, si arricchiscono di nuovi sviluppi. Che fanno pensare però, più che a una normale dialettica politica, ad una partita a scacchi, nella quale ognuno cerca di far cadere l'avversario.
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Le ultime indiscrezioni in questo senso parlano di una lista di quattro nomi che sarebbe già stata approntata da parte degli esponenti di Idea Anagni, la lista civica che fa riferimento a Guglielmo Vecchi, per indicare la figura da mettere in giunta al posto di Chiara Stavole (https://www.alessioporcu.it/politica/la-visione-di-anna-in-attesa-della-staffetta-con-chiara/), esponente di Forza Italia.
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Dove nasce la questione
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Daniele Natalia tra Chiara Stavole ed Anna De Lellis
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Come noto, tutto nasce all'inizio della seconda giunta Natalia, nell'estate del 2023. In quella circostanza a diventare assessore per la prima volta era stata Anna De Lellis, allora esponente di Idea Anagni. Il progetto era quello di far alternare ogni anno Idea Anagni e Forza Italia in Giunta. Questo per conservare intatti gli equilibri all'interno della coalizione. Ed infatti nel 2024 ad Anna De Lellis era subentrato l'attuale assessore Chiara Stavole.
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Ed è proprio qui che la situazione si è complicata. L'uscita di Anna De Lellis dalla Giunta ha infatti causato una crisi nei rapporti tra la stessa De Lellis ed Idea Anagni. La De Lellis, di fatto, è uscita dalla lista di Vecchi per avvicinarsi alla civica Cuori Anagnini, che esprime in giunta l'assessore al bilancio Carlo Marino.
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L'accordo con Natalia
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Daniele Natalia
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Questo ha complicato, e di molto, le trattative per lo scambio. Secondo i bene informati, infatti, l'accordo privato sancito tra il sindaco Natalia e Idea Anagni prevedeva uno scambio non tra le forze politiche, ma tra i singoli nomi. Come dire che alla Stavole potrebbe subentrare soltanto la De Lellis, che però, come detto, adesso è fuori da Idea Anagni.
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Il sindaco Daniele Natalia, da parte sua, si è limitato a ribadire che gli accordi andranno rispettati. Frase che potrebbe far pensare che, effettivamente, o sulla poltrona di assessore tornerà la De Lellis o le cose resteranno come sono ora, quindi con la Stavole come assessore. Ed infatti per molti, nella maggioranza, le cose resteranno così.
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Anche perché in questo caso è vero che Idea Anagni non avrebbe più un posto in giunta. Ma rimarrebbe comunque nelle mani di Vecchi la delega ai Servizi Sociali che viene considerata uno strumento importante. Insomma, una vera e propria partita a scacchi, destinata a durare almeno fino ai primi di giugno.
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L'altra questione
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I cui primi effetti potrebbero già essere visibili nel prossimo Consiglio comunale, previsto per il 29 aprile. Un Consiglio che minaccia di essere caldo soprattutto per un'altra questione. E cioè l’innalzamento, salvo sorprese dell'ultim'ora, delle tariffe della Tari. E’ infatti previsto un aumento del 7-8%: una mazzata giustificata dalla maggioranza con la necessità di rispondere agli aumenti dei costi legati al servizio.
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Una giustificazione respinta dalla minoranza che, anche se impossibilitata a cambiare le cose. Questo visto lo squilibrio dei rapporti di forza in consiglio, ricorda che il compito dell'amministrazione dovrebbe essere quello di gestire le situazioni, e non di scaricare semplicemente i costi sui singoli cittadini.
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Latina – Lotta all’immigrazione irregolare, espulsi due stranieri
https://www.teleuniverso.it/latina-lotta-allimmigrazione-irregolare-espulsi-due-stranieri/

LATINA – La Polizia di Stato Latina prosegue nell’attività di contrasto all’immigrazione irregolare e all’illecita permanenza sul territorio Nazionale. Nella
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Calcio – Serie D, il Pallone d’Oro va all’attaccante del Cassino Abreu Santos Lèonardo Josè
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Con oltre mille preferenze ottenute è l’attaccante del Cassino Calcio 1924 Abreu Santos Lèonardo Josè a vincere l’edizione 2024/25 del
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Latina – Sorpreso a rubare a scuola, si scaglia contro gli operatori: arrestato 30enne
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E’ stato sorpreso mentre tentava di sottrarre dalla scuola “Emma Castelnovo” di Latina un pc portatile dopo aver infranto la
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Ogni 25 aprile va in scena la stessa recita: si celebrano la Liberazione, la Resistenza, l’antifascismo. Poi, puntuali, arrivano i distinguo: chi si inventa impegni all’estero per non rappresentare lo Stato, chi sollecita sobrietà per il concomitante lutto per la morte del Papa. Eppure, in questo rumore di fondo, restano pochissimi punti fermi. Due, per la precisione.
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(Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)
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Il primo è scritto nero su bianco nella nostra Costituzione: l’Italia è un Paese democratico e antifascista. Non è un’opinione. È un dato di fatto. Non c’è spazio per nostalgie mascherate da revisionismi. Sandro Pertini lo diceva senza giri di parole: “La più scalcinata delle democrazie è sempre migliore della più efficiente delle dittature”. Non perché la democrazia sia perfetta, ma perché ti lascia il diritto di criticarla. La dittatura no: ti applaude mentre ti porta via, ti torturano, poi ti abbandonano da qualche parte.
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Il secondo punto fermo, però, è più amaro: l’Italia è un Paese che non ha mai fatto davvero i conti con la sua storia. Non li ha fatti col fascismo – di cui serpeggiano ancora linguaggi, simboli, e vezzi. Non li ha fatti col terrorismo – che viene spesso trattato come un tabù, più che come un trauma collettivo. E non li ha fatti nemmeno con le vendette feroci del Dopoguerra, che Giampaolo Pansa ha raccontato in “Il Sangue dei Vinti” e che a molti piace fingere non siano mai esistite.
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Questo rimosso collettivo conviene a tutti. Perché se lasci la storia in sospeso, puoi continuare a usarla. Puoi tenerla ambigua, puoi evocare nemici comodi, puoi alimentare lo scontro eterno tra “fascisti” e “antifascisti” senza nemmeno definire più cosa vogliano dire davvero quei termini oggi. Così si resta fermi. E si resta provinciali.
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Donald Trump
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Già, provinciali: con lo sguardo corto, il fiato corto, la memoria corta. Troppo impegnati a cercare di "vincere" il dibattito su Twitter per capire cosa ci sta succedendo davvero. La democrazia, invece, è una cosa seria. È come l’aria, diceva qualcuno: non ci fai caso finché non manca. E se non impariamo a trattarla con rispetto e consapevolezza, finiamo a imitare chi la calpesta col sorriso. Gli Stati Uniti, nelle mani di un Caligola digitale, ci stanno insegnando qualcosa: basta poco per compromettere un’intera architettura democratica, basta un uomo solo, se nessuno lo ferma in tempo.
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Il punto è che per crescere come Paese dobbiamo guardare la storia con gli occhi della storia. Non della politica, non del tifo. Ma questo richiede maturità. Richiede accettare che la verità non sempre fa comodo, non sempre conviene. Perché quando un popolo capisce davvero il proprio passato, smette di farsi prendere in giro. E forse è proprio questo che spaventa: un’Italia moderna, adulta, che non si lascia più manipolare.
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Ecco perché il 25 aprile, al netto di tutto, ci serve ancora. Non come una ricorrenza imbalsamata, ma come una verifica. Per vedere chi siamo davvero. Per ricordarci da dove veniamo. E per capire, finalmente, dove vogliamo andare.
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Senza Ricevuta di Ritorno (https://www.alessioporcu.it/categoria/rubriche/senza-ricevuta-di-ritorno/).
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Frosinone – Asl, il nuovo piano del dg cavaliere tra infrastrutture e case di comunità
https://www.teleuniverso.it/frosinone-asl-il-nuovo-piano-del-dg-cavaliere-tra-infrastrutture-e-case-di-comunita/

Conclusione dei lavori in corso nei reparti di emergenza, nuove infrastrutture e quasi 200 assunzioni, oltre a convenzioni con le
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